Nella giornata del 19 ottobre si è aperta la contrattazione sulle famiglie professionali, come previsto dal CCNL.
L’Amministrazione ha presentato una prima bozza, chiarendo che la previsione delle famiglie professionali non esaurisce la “declaratoria”, essendo poi necessario andare a declinare i singoli profili di ruolo, ricompresi in ciascuna famiglia professionale. Così, ad esempio, per la famiglia professionale degli ispettori, l’Amministrazione ha ipotizzato che si potranno prevedere il profilo di ispettore del lavoro, ispettore tecnico, ispettore previdenziale e ispettore assicurativo. Si tratta di una prima precisazione utile, che evidenzia la volontà di superare definitivamente l’ispettore “tuttologo”, che dovrebbe conoscere e applicare qualunque tipo di norma. Un ulteriore approfondimento si potrebbe fare riguardo alla distinzione tra la famiglia degli ispettori del lavoro e quella degli ispettori tecnici, considerando che il percorso di studi e di competenze richieste è differente.
Riguardo alla quarta area delle elevate professionalità ci è stato detto che si intende istituirla, ma si intende prevedere che la sua declinazione più compiuta debba essere collegata a un confronto sul nuovo modello organizzativo di cui INL ha bisogno, che dovrà svolgersi all’interno dell’organismo paritetico per l’innovazione. Noi concordiamo con la necessità di non affrontare un simile aspetto in modo affrettato, ma riteniamo comunque molto importante una previsione delle elevate professionalità, non solo perché in linea con le previsioni normative e contrattuali, ma anche per disegnare ulteriori opportunità di carriera. Naturalmente, per noi quella previsione non potrà né dovrà essere snaturata trasformando questa nuova area in un’area destinata ai “soliti noti”, essendo invece essenziali criteri di accesso chiari e trasparenti e realmente aperti a tutti.
Più in generale, rispetto alle famiglie professionali crediamo sia fondamentale avere un equilibrio tra le competenze di base – comuni ai profili che compongono la famiglia – così da poter finalmente immaginare e disciplinare dei cambi volontari di profilo, sulla base di regole predefinite concordate al tavolo nazionale, come accade in tutte le altre istituzioni pubbliche. Non riteniamo, invece, si debba immaginare famiglie troppo specifiche e specialistiche, perché questo potrebbe impedire future mobilità con altri Enti e perché non vorremmo che una previsione simile possa “imprigionare” e “ghettizzare” le competenze, piuttosto che liberarle e ampliarle. Il nuovo CCNL ci indica chiaramente questa direzione, di più ampia prospettiva, e non la creazione di piccoli e anacronistici orticelli.
Il nuovo ordinamento professionale deve rappresentare, in sostanza, la base per il futuro di un Ente pubblico ed è per questo che riteniamo che – al di là del momento di contrattazione che riguarda le famiglie professionali – sia essenziale la prosecuzione del confronto sulla definizione dei profili professionali e anche, in prospettiva, sul piano assunzionale, per trovare momenti di condivisione di scelte strategiche.
È inoltre fondamentale sapere quante siano le risorse stanziate per i passaggi verticali in deroga alla normativa Brunetta, perché anche quest’occasione prevista dal CCNL ha una sua scadenza ben precisa (31 dicembre 2024) che noi non crediamo possa essere sprecata, così vanificando la professionalità di tante lavoratrici e tanti lavoratori che ad esempio, pur essendo in area seconda da molti anni, hanno acquisito le stesse competenze di un funzionario.
Resta, infine, da sapere se siano stati fatti i conti per ulteriori passaggi economici prima dell’avvio del nuovo ordinamento professionale, come ci era stato detto.
Martedì prossimo ci sarà un’ulteriore riunione sul punto.
Roma, 21 ottobre 2022
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |