Si è aperto venerdì scorso ufficialmente il tavolo di contrattazione nazionale relativo al CCNI 2022 che dovrà affrontare una serie di nodi ad iniziare dalle riqualificazioni professionali del personale, progressioni orizzontali e verticali, a legislazione vigente ed in prospettiva con l’applicazione delle nuove ed innovative norme sull’ordinamento professionale che il CCNL del comparto Funzioni Centrali 2019/2021 detta per il futuro, come ad esempio la destinazione di una quota del fondo, da destinare alla contrattazione integrativa, ipotesi su cui dovremo ragionare e che ci vede favorevoli.
La discussione si è subito incentrata sulle progressioni orizzontali a legislazione vigente, per le quali l’Amministrazione ha preannunciato una proposta di riqualificazione professionale che coinvolgerebbe solo il 30% del personale potenzialmente interessato ai passaggi all’interno delle aree professionali (circa 4.200 colleghi su 13.944) con l’esclusione di una vasta platea di colleghi, il 70%, ai quali sarebbe preclusa tale prospettiva nell’ambito dell’attuale ordinamento professionale.
Rispetto a tale proposta abbiamo chiarito che le progressioni orizzontali a legislazione vigente devono abbracciare tutto il personale all’interno delle aree A, B e C, senza alcuna esclusione, al netto del personale apicale per il quale, in attesa dell’applicazione delle nuove regole sui differenziali stipendiali ex CCNL 2019/2021, vanno individuate soluzioni economiche, già sperimentate con successo in passato, tali da compensare la riduzione del salario incentivante derivante dal finanziamento dei passaggi il cui onere finanziario, lo ricordiamo, è a carico del Fondo di Ente. L’idea, proposta da altri, di diluire nel tempo le progressioni, spalmandole su più annualità con un CCNI 2022/2023, come ha precisato l’Amministrazione nel corso del “confronto”, non è tecnicamente applicabile in ragione del passaggio, dal prossimo 1° novembre, dall’attuale ordinamento professionale ad un nuovo assetto che cambia radicalmente il quadro normativo di riferimento. Del resto siglare un CCNI biennale oggi, alla luce dei recenti orientamenti dell’Agenzia delle Entrate in materia di tassazione del salario accessorio, orientamenti esplicitati nel corso del 2022, significherebbe falcidiare con la tassazione corrente, rispetto alla più conveniente tassazione separata, i saldi incentivanti 2022 e 2023 relativi ad un salario accessorio negoziato lo stesso anno di imputazione o addirittura l’anno precedente!
Esprimiamo qualche perplessità rispetto all’ipotesi di cumulare i fabbisogni assunzionali previsti nel P.T.F.P. 2022/2024 sulle progressioni verticali che, lo ricordiamo, prevede già per le progressioni verso l’area C in conto 2022 904 progressioni verticali, 751 sul 2023 e 499 sul 2024 (numeri ai quali aggiungere i residui delle progressioni verticali in corso ex art.22, comma 15, del D.lgs. n.75/2017), mentre per le progressioni verso l’area B 585 passaggi in conto 2022 e 64 in conto 2023. Su tale versante occorrerebbe, forse procedere progressivamente con i numeri contemplati nel P.T.F.P. 2022/2024 man mano che arriveranno le autorizzazioni ministeriali e cogliere le opportunità offerte dal nuovo CCNL che prevede la possibilità entro il 31 dicembre 2024 di attivare i passaggi di area in deroga al titolo di studio previsto per l’accesso all’area superiore sulla base di procedure valutative semplificate che valorizzano l’esperienza maturata, i titoli di studio e le competenze professionali.
Altri temi solo accennati e non oggetto di approfondimento sono stati quello delle famiglie professionali trasversali alle aree che il CCNL affida non più al confronto, bensì alla contrattazione integrativa e quello della quarta area o area delle elevate professionalità il cui finanziamento va contestualizzato nel quadro di un fabbisogno di personale i cui numeri rischierebbero una contrazione, per cui si rende necessario trovare un giusto equilibrio: su tali argomenti l’Amministrazione non ha ancora formulato alcuna proposta, limitandosi a un’illustrazione di carattere generale e rinviando ad una fase successiva la formalizzazione di eventuali proposte sulle quale potersi confrontare e discutere.
Il “confronto” proseguirà in settimana per verificare la disponibilità dell’Amministrazione a rivedere le proposte minimali fatte al tavolo di contrattazione.
Roma, 17 ottobre 2022
FP CGIL Antonella Trevisani |
CISL FP Paolo Scilinguo |
UIL PA Sergio Cervo |