Nel tardo pomeriggio del 29 settembre, l’Amministrazione ha pubblicato il messaggio Hermes n.3556, contenente le Linee Guida del lavoro a distanza, che risulta nei punti più sensibili – indennità di ristoro e fasce di contattabilità – modificato in pejus rispetto all’ultima bozza trasmessa.
Nei giorni scorsi, infatti, l’Amministrazione aveva fatto pervenire a tutte le organizzazioni sindacali una nuova bozza di “linee guida sul lavoro a distanza” nell’ambito del confronto sindacale aperto.
Avevamo apprezzato, nel corso delle riunioni sinora svolte, i passi in avanti che erano stati compiuti, a seguito delle osservazioni del tavolo sindacale: ad esempio, l’eliminazione del principio della prevalenza della presenza in sede era stata molto importante e di questo avevamo dato atto all’Istituto.
Proprio in quest’ottica di proficuo confronto e non per perdere/prendere tempo, avevamo inviato un’ulteriore richiesta di incontro, lo scorso 22 settembre, per “discutere e definire” alcuni aspetti che la stessa Amministrazione aveva lasciato in sospeso. Ad esempio, nell’ultima bozza trasmessa si ipotizzava che la fascia di contattabilità non dovesse essere superiore a … ore, senza indicarne il numero, mentre nella versione pubblicata ieri si prevede che la fascia di contattabilità non debba essere superiore all’orario medio giornaliero di lavoro. Questo di fatto lascerà totale discrezionalità alle sedi nell’individuazione della fascia di contattabilità e crediamo non sia affatto una novità positiva, perché rischia di far coincidere la fascia di contattabilità con l’intero orario di lavoro giornaliero, determinando una pericolosa sovrapposizione con il lavoro da remoto – con l’aggravante che in quest’ultimo caso, i buoni pasto sono riconoscibili, ai sensi del CCNL, nonostante qualcuno si ostini a ripetere il contrario. Se ci fosse stata data la possibilità di proseguire il confronto, avremmo ad esempio proposto una fascia di contattabilità della durata massima giornaliera di tre o quattro ore, frazionabili nell’arco della giornata (es. due ore al mattino e due al pomeriggio).
Ancora, nella bozza inviataci nei giorni scorsi si prevedeva che l’Istituto, con successivo atto, avrebbe fornito indicazioni sull’eventuale corresponsione di una indennità di ristoro, per le giornate di lavoro agile, mentre nel testo pubblicato si torna alla versione precedente secondo cui l’INPS potrà riconoscere annualmente una simile indennità. Considerando la crisi energetica che si profila e i rincari delle bollette di luce e gas, noi riteniamo che l’Istituto dovrà riconoscere un’indennità al personale, variamente motivata, ma con l’obiettivo di sostenere i suoi dipendenti che, nelle giornate di lavoro agile, determinano un risparmio di costi.
Riteniamo che questa sia stata un’altra occasione persa per l’amministrazione, per pubblicare un testo che andasse pienamente incontro alle esigenze dei suoi dipendenti.
Coordinatrice nazionale FP CGIL – INPS |
Antonella Trevisani |