Presidio oggi a Bari e a Caserta davanti alle Prefetture dei dipendenti dell’Autorità di bacino del Distretto dell’Appennino meridionale, promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, per rivendicare lo stanziamento dei fondi per stabilizzare il personale precario, già in possesso dei requisiti richiesti dalla legge Madia. In entrambi i presidi i lavoratori e le rappresentanze sindacali sono state ricevute in Prefettura, dove hanno ricevuto rassicurazioni circa un interessamento relativo alla soluzione della questione, investendo Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Transizione Ecologica.
Per l’Autorità dell’Appennino Meridionale parliamo di diciassette lavoratori precari altamente specializzati, già in servizio presso l’Autorità da molti anni, per la realizzazione della missione istituzionale dell’Ente, ma lo Stato non ha ancora posto in bilancio le risorse economiche necessarie alla loro stabilizzazione, con la conseguenza che se da un lato i lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro, dall’altro l’Autorità potrebbe trovarsi improvvisamente sguarnita di forza lavoro determinante.
Le dotazioni organiche relative alle nuove Autorità distrettuali sono, inoltre, ben lontane dall’essere riempite e sono in molti casi ancora ferme al 50% circa delle dotazioni organiche provvisorie richiamate: in questo quadro la stabilizzazione dei lavoratori già operanti diventa una priorità assoluta.
Considerata l’importanza e l’urgenza di mantenere la continuità e potenziare le azioni di questi enti pubblici così importanti, e con un organico relativamente piccolo (circa 800 dipendenti in tutta Italia), Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa chiedono con forza al Governo le risorse economiche necessarie alla stabilizzazione del personale precario e al riempimento delle dotazioni organiche individuate dai decreti attuativi della Presidenza del Consiglio nel 2018.