Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria
Presidente Dott. Carlo Renoldi
Egregio Presidente,
la FP CGIL ha letto con attenzione i due recenti documenti che Ella ha voluto comunicare a tutte le rappresentanze sindacali dei lavoratori di questa amministrazione.
Ci riferiamo alla bozza della circolare sulla rivisitazione dei circuiti di media sicurezza ed al messaggio dello scorso 6 luglio da Lei indirizzato a tutte le OO.SS..
Pur apprezzando l’attenzione che Ella pone nel rappresentare la difficile situazione che tutti noi registriamo all’interno degli istituti penitenziari e l’equilibrio con cui pone in evidenza le necessità di coinvolgere tutte le componenti del complesso mondo dell’esecuzione penale, bisogna registrare che, sino ad oggi, le risposte che l’Amministrazione è stata in grado di fornire sono state frammentate ed orientate a tentare, con scarso successo, di tamponare il fenomeno in discussione, inasprendo la risposta disciplinare nei confronti dei detenuti e del personale e trasferendo poi il problema da un istituto all’altro, senza mai riuscire a risolverlo.
Nella Sua comunicazione Ella anticipa l’avvio di iniziative composite e coerenti le une con le altre.
L’intensificazione dell’addestramento del personale di polizia penitenziaria, che ci auguriamo sia programmato in modo tale da garantire la partecipazione al numero maggiore possibile di personale, soprattutto quello che è impegnato all’interno dei reparti detentivi e che, pertanto, dovrà essere organizzato in modalità decentrata, in modo da raggiungere rapidamente i destinatari .
Una nuova dotazione di attrezzature di prevenzione e sicurezza per il personale del Corpo. Attrezzature all’uso delle quali il personale del Corpo dovrà essere addestrato. Anche su questo auspichiamo una organizzazione celere sia per la consegna del materiale sia per l’addestramento all’uso delle nuove dotazioni.
Sempre nel suo messaggio Ella fa riferimento a protocolli operativi per la gestione degli eventi critici. Questo ci fa immaginare che un gruppo di operatori esperti sarà incaricato di occuparsi della elaborazione di queste procedure.
Infine, ci informa dell’avvio del monitoraggio che Ella ha previsto per l’applicazione delle nuove direttive sulla riorganizzazione degli istituti e sezioni di media sicurezza, che sarà focalizzato anche sull’andamento degli episodi auto ed etero aggressivi.
Anche nella bozza della circolare per la riorganizzazione del circuito di media sicurezza riscontriamo degli elementi di novità. Intanto è, a memoria, la prima disposizione che non viene emanata urbi et orbi , ma prevede un periodo di sperimentazione in 4 tra gli 11 provveditorati regionali ed in ciascuno di questi territori i Provveditori dovranno individuare tre istituti che avranno il compito di sperimentare per primi questa nuova organizzazione. Sperimentazione che immaginiamo farà riferimento a criteri di valutazione circa l’efficacia di questo innovato modello organizzativo gestionale.
Nel complesso riteniamo necessario sottolineare che crediamo che i processi di cambiamento possano essere tali solo se partecipati, se cioè coinvolgono ed includono i lavoratori tutti motivandoli, coinvolgendoli e rendendoli protagonisti, attori del cambiamento.
Pertanto, crediamo importante che Ella solleciti e si assicuri che tutto il personale sia parte attiva di questo percorso. La dirigenza penitenziaria deve svolgere un ruolo attivo e propositivo. Il personale deve essere aiutato a comprendere le ragioni di tale cambiamento e dell’opportunità di crescita che questo percorso potenzialmente rappresenta.
In tale contesto ed in ragione del percorso organizzativo che Ella ha inteso promuovere, considerato che la FP CGIL continua periodicamente ad effettuare visite sui luoghi di lavoro negli istituti penitenziari e ad organizzare assemblee con le professionalità che vi operano e che si onora di rappresentare nella loro totalità, si chiede di costituire un tavolo tecnico, composto dalle organizzazioni sindacali rappresentative delle diverse categorie professionali, con il compito di seguire il lavoro di monitoraggio, ricevere informazioni circa lo stato di avanzamento dei programmi, di condividerle con i lavoratori, di fornire pareri su alcune scelte gestionali, di segnalare criticità che potrebbero registrarsi presso le articolazioni del territorio e di proporre soluzioni utili a superare le criticità delle fasi di implementazione.
Crediamo sia tempo di realizzare concretamente un modello organizzativo inclusivo e partecipato. Tutto il personale, se ben informato e ben guidato, è in grado di accogliere, comprendere e dare il proprio qualificato contributo.
La nostra Organizzazione non ha mai ceduto alla tentazione di fare parte del gruppo degli “urlatori” .
Le politiche di taglio alla spesa pubblica del ventennio che ci siamo lasciati alle spalle hanno prodotto i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Il programma di assunzioni, che va comunque implementato, richiede tempi tecnici e non basta continuare a ricordarlo con ultimatum che non portano a nulla. La complessità dell’utenza è un dato che è specchio di una società sempre più in disagio. Che il carcere sia un luogo complesso tutti lo sappiamo bene e tutti sappiamo che tenere chiusi i detenuti per 24 h serve solo ad aumentare l’aggressività ed a rendere quei luoghi disumani, sia per chi è obbligato a starci sia per chi ci lavora.
Siamo convinti che insieme alle riforme legislative che hanno lo scopo di deflazionare gli ingressi in carcere, sia possibile progressivamente migliorare la qualità del servizio penitenziario con un nuovo calibrato modello organizzativo , con la rivisitazione ragionata dei posti di servizio ( già due anni fa si è concluso il lavoro di una autorevole commissione che aveva il compito di elaborare un nuovo assetto dell’organizzazione dei servizi in carcere, ma da questo lavoro non ricordiamo siano scaturiti interventi e modifiche conseguenti), con l’introduzione ed ampliamento dell’uso di tecnologie, con un incremento della presenza di Poliziotti Penitenziari, di personale delle Funzioni Centrali, di Dirigenti e con un ripristino ed ampliamento della partecipazione della comunità esterna nel lavoro all’interno degli istituti.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio