“Il primo incontro del nuovo Capo del Dap Renoldi con i sindacati del personale della Polizia Penitenziaria è stato per noi un’occasione per ribadire la nostra visione del sistema dell’esecuzione penale. Come fatto con i suoi predecessori, abbiamo dichiarato che per noi il carcere deve essere l’extrema ratio e che bisogna implementare il ricorso alle misure alternative alla detenzione. Su questo tema siamo certi di aver trovato in Renoldi un interlocutore molto attento”. Questo il commento della Fp Cgil sull’incontro che si è tenuto presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria tra sindacati e vertici del Dap.
“Sovraffollamento di detenuti, carenza di personale, di strumentazione e di strutture adeguate, aumento dei detenuti con patologie psichiatriche e scelte sull’organizzazione del lavoro sbagliate – prosegue la Fp Cgil – hanno reso gli istituti penitenziari luoghi dove aumentano gli eventi critici e le aggressioni subite dal personale e dove è impossibile garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro e il mandato costituzionale”.
“Vogliamo un carcere dal volto umano – aggiunge il sindacato -, aperto al mondo esterno e trasparente. In cui tutto ciò che accade possa essere documentato e valutato oggettivamente, senza processi sommari in cui gli errori dei singoli vengono pagati da tutti. Per questo abbiamo proposto anche di istituire una commissione ad hoc che possa valutare dal punto di vista disciplinare caso per caso ciò che accade durante gli eventi critici. Un carcere dove chi lavora non sia costretto a turni di servizio massacranti e a coprire tre o quattro posti di servizio, in cui lo stress e le tensioni non siano all’ordine del giorno. Per fare questo servono investimenti per assumere personale, modificare le strutture, ammodernare le strumentazioni e modificare l’organizzazione del lavoro”, conclude la Fp Cgil.