“Siamo in una situazione di allarme rosso: senza un piano straordinario per l’occupazione nel settore pubblico sono a rischio i servizi ai cittadini”. Ad affermarlo è la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, che spiega: “Lo diciamo da mesi: il Pnrr rappresenta un’occasione importante di spesa per investimenti ma se il Governo non aumenta quella corrente, cioè di bilancio, le risorse stanziate difficilmente saranno spese e diventeranno un grosso affare per le speculazioni private piuttosto che di implementazione dei servizi pubblici, ovvero le infrastrutture sociali ed economiche fondamentali per lo sviluppo. Da tempo diciamo esattamente ciò che sta diventando evidente in queste ore: puoi costruire ospedali e asili nido con i fondi del Pnrr ma per assumere il personale e per attivare i servizi devi avere un piano straordinario di assunzioni mirate per profili professionali, coerenti con la programmazione del Piano, finanziato con risorse del bilancio dello Stato”.
Secondo Sorrentino, inoltre, “appare assurdo che di fronte all’inflazione che cresce e a una crisi economica che rischia di determinare un’emergenza sociale e per il sistema produttivo si decida da un lato di spendere 13 miliardi in più per le spese militari e non, al contrario, di garantire le risorse alle regioni per coprire le spese Covid, quelle indispensabili per i contratti di chi nella pandemia ci ha letteralmente salvato la vita, e per le assunzioni nei settori pubblici, che rappresenterebbero non solo una risposta per migliore la qualità della vita e del benessere per le persone ma anche uno stimolo all’occupazione e all’economia immediato”. Di fatti, spiega ancora la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, “fino ad ora le assunzioni messe a bando sono poche decine di migliaia di fronte al fatto che da qui al 2026, anno di realizzazione del Pnrr, ci sarà un vero e proprio esodo: dal Conto annuale, infatti, al 2019 erano 645.266 i dipendenti tra 55-59 anni, 430.540 tra 60-64 anni e 85.212 oltre i 65 anni. Le assunzioni previste, quindi, tra stato, sanità ed enti locali, saranno a mala pena sufficienti a coprire i pensionamenti. Il governo su questi temi non ci ha mai ascoltato. L’unico tavolo sui fabbisogni è al Ministero della Salute ma ad oggi non ha prodotto alcun avanzamento anche perché se non c’è un piano straordinario con risorse proprie tutto ciò di cui si discute è incerto”.
Nel dettaglio, continua, “abbiamo le emergenze nei Pronto soccorso dove il personale è al collasso e nei territori dove rischiamo la desertificazione del settore pubblico. In particolare migliaia di comuni che hanno 2 o 3 dipendenti e qualche contratto precario oppure personale condiviso con altri enti. Siamo in una situazione da allarme rosso, come si fa a non vedere che l’emergenza è potenziare i servizi pubblici? Se la crisi economica accelerata dalla dinamica di perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni e dal costo dei prodotti energetici dovesse perdurare, sarà difficile dare risposte ai cittadini senza servizi pubblici”. Per queste ragioni, aggiunge, “la nostra mobilitazione continua: regioni ed enti locali in queste ore hanno lanciato un grido d’allarme al Governo, noi siamo in stato di agitazione, ad oggi nessuna forza politica né il Governo hanno messo in agenda il Piano straordinario per l’occupazione nelle pubbliche amministrazioni. Se non si affronta questa priorità non solo sprecheremo le risorse del Pnrr ma soprattutto non saremo un Paese in grado di proteggersi dalle crisi, siano esse sanitarie, economiche, ambientali. Chiediamo al Governo di rispettare il Patto per la coesione Sociale e l’occupazione nella Pubblica amministrazione sottoscritto nel marzo scorso e convocare subito il confronto”, conclude Sorrentino.