Al signor Direttore Generale del Personale
e delle Risorse DAP
Dott. Massimo Parisi
Oggetto: procedura di rinnovo degli incarichi dirigenziali ordinari del personale della carriera dirigenziale penitenziaria ex d.lgs n 63 /2006.
Questa OS ha preso visione della nota a Sua firma inviata in data 17 febbraio 2022 con medesimo oggetto, con la quale si da comunicazione ai rappresentanti delle OO.SS. dell’essersi l’Amministrazione determinata a procedere al rinnovo solo di parte degli incarichi dirigenziali in scadenza, con esclusione degli incarichi di vice direttore nonché di un numero limitato di incarichi dirigenziali relativi a posti di funzione di direttore di istituti penitenziari di III livello, preventivamente concordati con i Provveditori.
Preliminarmente, questa O.S. osserva che, considerato il rilevante contenuto della nota e delle determinazioni assunte in merito al rinnovo solo di parte degli incarichi dirigenziali in essere, e l’inevitabile penalizzazione con pregiudizio solo del personale dirigente che non fruirà del rinnovo, questa Amministrazione avrebbe dovuto prima di ogni determinazione avviare un confronto aperto con le Organizzazioni Sindacali, le quali avrebbero potuto offrire un fattivo e qualificato contributo alla soluzione di una problematica la quale, come meglio precisato appresso, affligge da anni questo Dipartimento e che, come pare, non è destinata a trovare soluzione.
Ancora, il detto confronto avrebbe dovuto essere preceduto da adeguata informativa preventiva, da intendersi in senso tecnico, per una effettiva e reale partecipazione sindacale, volta a trovare soluzioni condivise, non assumendo contenuto sufficiente la laconica nota in oggetto con la quale veniamo messi a conoscenza di una decisione già presa che altro non farà che aumentare il malcontento tra i colleghi.
Ciò premesso, scendendo nel merito,con estrema chiarezza e lealtà dobbiamo comunicare che le determinazioni unilateralmente assunte non soddisfano, rectius non possono soddisfare i dirigenti penitenziari che dovrebbero subire, a differenza dei loro più fortunati colleghi che fruiranno del rinnovo dell’incarico assicurandosi una preziosa e proficua stabilità nell’esercizio delle funzioni dirigenziali in atto, il non rinnovo dell’incarico per “ le criticità connesse all’attuale grave vacanza organica…”.
La gravità della situazione non solo non è addebitabile al personale dirigente che ne paga il duro prezzo, ma era già cognita 10 anni fa quando tutti, ma proprio tutti, sapevano che la mancata programmazione di concorsi per reperire dirigenti penitenziari (ultima assunzione risale al 1997) avrebbe prodotto le conseguenze che sono ora sotto gli occhi di tutti e subite in silenzio (fino ad oggi) e con spirito di servizio, oltre che con sacrificio personale e familiare, dai dirigenti penitenziari.
Peraltro, nonostante la carenza di organico, le procedure di conferimento d’incarico non hanno facilitato la mobilità (come invece si sperava). Per contro, hanno bloccato alcuni dei conferimenti, in ragione dei ricorsi scaturiti dalla contestazione dei punteggi attribuiti e dalle modalità selettive in concreto utilizzate dall’amministrazione, generando il disallineamento dei tempi di scadenza degli incarichi stessi, accumulando ritardi nei rinnovi e disparità di trattamento e perdita di opportunità nella scelta della sede, con inevitabile sacrificio della par condicio di cui i dirigenti dovrebbero potere beneficiare, anche a tutela dell’interesse pubblico al reperimento del dirigente più idoneo a rivestire, di volta in volta, un dato incarico.
Un disallineamento temporale che preclude e precluderà – ma attenzione solo ad alcuni – di candidarsi per incarichi di funzione che, a causa dell’incastro delle tempistiche, finiscono per essere soggetti a finestre temporali.
Ancora più censurabile la decisione dell’amministrazione in collegamento con i casi in cui le sedi scoperte sono state conferite senza ricorrere all’istituto dell’interpello, ma a “chiamata diretta” utilizzando una prassi da sempre esistente e mai perenta in questa Amministrazione, ma non per questo meno censurabile.
Le voci delle colleghe e dei colleghi esasperati sono giunte a questa O.S. da ogni angolo della penisola!
Anche la genericità della nota non aiuta, ricavandosi solo due dati:
1. Il primo è la perdita di sede/incarico per coloro che dirigono “un numero limitato” di istituti di III livello, che saranno previamente concordati con i Provveditori, e per coloro i quali rivestono la funzione di vice-direttore negli istituti di particolare rilevanza, e qui non è dato sapere se siano stati o meno già determinate le sedi che perderanno il dirigente, in base a quali criteri – se identici o diversi – da Provveditorato a Provveditorato, quali siano tali criteri, cosa debba intendersi per istituti di particolare rilevanza, se siano stati già individuati, se no come lo saranno ed in base a quale criteri, con conseguente annichilimento di ogni trasparenza nella gestione di una situazione che per la criticità che la contraddistingue richiedeva una ancora maggiore chiarezza ed apertura;
2. Il secondo è che viene riconosciuto il diritto alla indennità di trasferimento (quest’ultima commentata da molti come una misera consolazione) a suggello del fatto che il trasferimento è permanente e non ha natura temporanea, privando il dirigente perdente sede sia dell’incarico già rivestito, ma anche di concorrere – ad avvio delle procedure d’interpello – per gli incarichi rinnovati, inevitabilmente sottratti alle procedure, e deve trattarsi degli incarichi più appetibili, con ulteriore disallineamento e, di fatto, perdita di chance.
L’assenza colposa di una disciplina negoziale a tutela dei diritti dei dirigenti penitenziari non giustifica che le procedure di mobilità si svolgano senza riferimenti normativi e sulla base di criteri e regole non predefinite ed uguali per tutta la categoria.
La situazione di emergenza negli istituti penitenziari è reale, siamo per primi noi ad affermarlo, ma la soluzione tampone NON risolve il problema, anzi aumenta la tensione, produce insicurezza, frustrazione, senso di precarietà e di scarsa appartenenza, oltre ad essere foriera di ennesima nuova stagione di ricorsi che per numero potrebbero davvero paralizzare l’intero sistema. Questi rischi vanno evitati.
Vi sono responsabilità per le NON scelte che sono risalenti e che riguardano trasversalmente tutti i Ministri che si sono succeduti nel tempo. ORA però si è giunti al “collo di bottiglia” e, pertanto, sarà anche necessario prevedere che il piano assunzionale per la nuova dirigenza, in corso di svolgimento, venga subito aumentato fino a raggiungere le 100 unità di nuovi assunti.
Chiediamo, pertanto, di essere chiamati in via di URGENZA al tavolo dedicato insieme con le altre OOSS rappresentative della categoria per individuare una procedura che con equità e trasparenza tuteli TUTTI i colleghi che sono coinvolti nelle procedure di mobilità e nei rinnovi degli incarichi in scadenza.
Si confida in un riscontro propositivo, certi di riconoscere nell’agito della S.V l’intenzione di non volere
pregiudicare i diritti dei dirigenti penitenziari.
La coordinatrice nazionale
Fp Cgil dirigenza penitenziaria
Carla Ciavarella