IL LAVORO RIGIDO È SERVITO!
Nei giorni scorsi avevamo chiesto di applicare la circolare dei Ministri della Pubblica Amministrazione e del Lavoro e delle Politiche Sociali in merito al lavoro agile in questa fase di forte ripresa dei contagi.
Purtroppo, la nota che l’INL ha emanato non ci appare congrua rispetto al contesto, per varie ragioni, anzitutto per il periodo di tempo considerato: dal 17 gennaio al 18 febbraio, nonostante lo stato di emergenza sia stato dichiarato fino al 31 marzo – evidentemente perché si ritiene che i contagi non diminuiranno perlomeno fino a quella data. Ci appare molto probabile, se non certo, che entro il 18 febbraio l’INL dovrà emanare una nuova nota con cui darà ulteriori indicazioni. Tanto valeva farne una valida almeno per il primo trimestre dell’anno, no?
Venendo al merito delle indicazioni, esse non ci appaiono fare “il più ampio ricorso alla flessibilità”, come indicato nella premessa della nota. In particolare, non comprendiamo il motivo per cui ci si ostini a prevedere per tutto il personale, senza alcuna eccezione, la necessaria presenza per due giorni settimanali, addirittura stabilendo che “nel mese successivo sarà effettuata l’attività in presenza per quattro giorni settimanali”. Quattro giorni settimanali dal 19 febbraio, quindi? Come se nel frattempo il Covid evaporasse…
E che dire della parte in cui si prevede che la stessa regola debba valere anche per i genitori di figli minori? Si è considerata o no la possibilità che vi siano casi con figli minori (negativi o positivi) in quarantena e che quindi, nel relativo periodo, per normativa ancora vigente, occorre riconoscere il lavoro agile 5 giorni su 5 in alternativa al congedo straordinario covid, (che comporta una decurtazione retributiva del 50%)? Nessuna previsione in proposito.
Per di più, in tal modo, si trattano allo stesso modo situazioni diverse: si impone l’obbligo di recuperare i giorni di lavoro agile sia a chi è costretto a farlo cinque giorni a settimana sia a chi volontariamente riduce la propria presenza in ufficio.
Evidentemente la condanna per discriminazione collettiva comminata dal Tribunale di Firenze proprio a INL non ha insegnato alcunché, poiché ancora una volta nella gestione del personale ci si dimentica, pur essendo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e in violazione della normativa, di individuare una tutela differenziata per i genitori rispetto alle “situazioni ordinarie”.
Ciliegina sulla torta: nei giorni scorsi, il Ministero del Lavoro ha emanato una nota, con cui prevede che – fatto salvo l’andamento del contagio – il proprio personale sia collocato in lavoro in presenza per un giorno a settimana fino al 13 febbraio e che dal 14 febbraio al 31 marzo le giornate di lavoro in presenza diventino due. Inoltre, non solo si ribadisce il riconoscimento dei buoni pasto al personale in lavoro agile – già avvenuto da mesi – ma si prevede anche nelle giornate in cui la prestazione lavorativa viene svolta da remoto, la possibilità di fruire, qualora ne ricorrano i presupposti, di riposi, pause e permessi orari previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge, nonché degli istituti della flessibilità dell’orario di lavoro e di effettuare lavoro straordinario, a seguito dell’autorizzazione del Dirigente di riferimento, utilizzando i sistemi digitali in uso.
Tutto questo, avviene anche alla luce della recente sottoscrizione dell’ipotesi di CCNL delle Funzioni Centrali, secondo cui “il dipendente conserva i medesimi diritti e gli obblighi nascenti dal rapporto di lavoro in presenza, ivi incluso il diritto ad un trattamento economico non inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’amministrazione”. Ci fa piacere che altre sigle che non hanno sottoscritto l’ipotesi di CCNL e anzi la contestano, riconoscano tali aspetti nei loro comunicati al personale, perché è la migliore riprova che si tratti di un buon contratto collettivo.
Resta tuttavia da capire perché ciò che appare scontato per il Ministero del Lavoro continui a non esserlo per l’Agenzia del Ministero.
Fino a quando dovrà durare questa rigidità sempre a danno di lavoratrici e lavoratori?
Roma, 17 gennaio 2022
FP CGIL INL
Matteo Ariano