In apertura dell’incontro odierno del tavolo di trattativa per il rinnovo contrattuale 2019/2021 del Comparto delle Funzioni Centrali, il presidente dell’Aran ha evidenziato le risorse che, nel disegno di legge di bilancio presentato nei giorni scorsi dal governo, sono ipotizzate a sostegno del buon esito del negoziato, in coerenza con gli impegni assunti dal presidente del consiglio e dal ministro della PA con i segretari generali di CGIL CISL UIL con il Patto per il lavoro pubblico e la coesione sociale del 10 marzo scorso.
In particolare, si tratta di 200 milioni di euro per il nuovo ordinamento professionale e 200 milioni finalizzati al superamento dei tetti imposti finora alla consistenza dei fondi per la contrattazione integrativa, che si sommano, a valere dal 2022, alle risorse già disponibili per incrementi contrattuali nell’ordine del 4,07 per cento e a quelle già stanziate nella legge di bilancio 2021 e in quella del 2020 per permettere un riallineamento dei valori delle indennità di amministrazione più basse.
L’Aran ha poi presentato una nuova proposta economica, rispondendo alle richieste sindacali fatte nel precedente incontro, per tenere conto delle differenze retributive oggi maturabili per effetto delle PEO, nei vecchi comparti dei ministeri e delle agenzie fiscali, nella definizione dei valori economici dei cosiddetti “differenziali stipendiali” acquisibili con le nuove procedure di progressioni economiche nelle aree.
La nuova proposta conferma la previsione di 6 differenziali acquisibili nelle nuove aree “Assistenti” e “Funzionari” (che sostituiscono le attuali seconde e terze, ovvero B e C) e 3 differenziali nella nuova area degli “Operatori” (che sostituisce la prima, ovvero l’area A). I rispettivi valori economici dei singoli differenziali stipendiali per Aran diventerebbero di circa 1.697, 952 e 481 euro rispettivamente nelle aree “Funzionari”, “Assistenti” e “Operatori”.
Allo stesso modo, anche il valore stipendiale tabellare di area si incrementerà di un valore minimo comune alle indennità di amministrazione oggi esistenti, corrispondente ad una misura percentuale dell’indennità di ente degli Enti pubblici non economici.
Per tutte le lavoratrici e i lavoratori già in servizio al momento di entrata in vigore del CCNL l’intero valore economico in godimento, comprensivo di attuale stipendio tabellare e indennità di amministrazione/ente, sarà mantenuto nella somma delle voci stipendiali di tabellare di nuova area; indennità di amministrazione rideterminata per area (dopo le rivalutazioni di legge e a seguito del parziale conglobamento nel tabellare di area); differenziale stipendiale individuale (pari alla differenza tra quanto oggi in godimento – stipendio tabellare + indennità di amministrazione/ente meno il nuovo valore tabellare e la nuova indennità di amministrazione/ente).
Abbiamo espresso apprezzamento sulla proposta di Aran perché produce alcuni effetti coerenti con gli obiettivi delle nostre richieste. In particolare: salvaguarda le retribuzioni complessive oggi esistenti permettendo al tempo stesso di ottenere migliori benefici (previdenziali ma non solo) per il passaggio di parte dell’indennità di amministrazione/ente (finora considerata salario accessorio) nella retribuzione fondamentale; riapre una prospettiva di progressioni economiche all’interno delle aree per tutte le lavoratrici e i lavoratori, anche per gli “apicali”.
Abbiamo però evidenziato che occorre ancora lavorare per rendere effettivamente appetibile il nuovo sistema di classificazione a chi può aspirare a entrare nelle pubbliche amministrazioni e a quanti attendono da anni il giusto riconoscimento della propria professionalità maturata. Per questo abbiamo giudicato ancora insoddisfacente la proposta e abbiamo chiesto di continuare a lavorare sulle possibilità di incremento ulteriore dei valori dei differenziali al fine di permettere un maggiore apprezzamento economico delle progressioni, così come abbiamo chiesto di prevedere un numero maggiore di differenziali acquisibili durante la vita lavorativa di ciascun lavoratore, per dare concreta effettività di crescita economica a tutte e tutti, evitando che ci sia chi ottiene più differenziali e chi nemmeno uno.
Come abbiamo ribadito unitariamente con CISL e UIL (si veda il comunicato unitario), la trattativa sta progressivamente incamminandosi verso il percorso da noi auspicato, ma ancora non ci permette di esprimere un giudizio complessivamente positivo.
Dopo aver definito ulteriormente e meglio valori e meccanismi delle progressioni economiche, infatti, bisognerà entrare nel merito dell’utilizzo delle risorse che la prossima legge di bilancio stanzia, nella direzione di una rivalutazione delle retribuzioni tabellari oltre l’incremento del 4,07% e il conglobamento dell’elemento perequativo; realizzando gli effetti per i quali già nel 2018 indicammo quali obiettivi del nuovo ordinamento professionale lo “svuotamento” delle prime aree, il riconoscimento e la valorizzazione delle professionalità già esistenti nelle attuali seconde aree e che possono essere ricollocate utilmente nella nuova area dei “Funzionari”; la reale prospettiva di carriera per le lavoratrici e i lavoratori, oggi inquadrati nelle terze aree e che già ricoprono responsabilità professionali elevate della istituenda quarta area.
Relativamente a quest’ultima, in conclusione della riunione di oggi, l’Aran ha ulteriormente precisato che essa comincerà ad essere utilizzata a partire dalla definizione dei nuovi piani assunzionali, con i quali si renderanno disponibili le risorse necessarie per il reclutamento che, secondo le nuove regole, potrà vedere la partecipazione del personale già in servizio.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio