L’utilizzo dello Spid, osserva la Fp Cgil, “per la sottoscrizione dei quesiti referendari è stata un’importante e positiva innovazione che prefigura nuove e più partecipate modalità di rapporto tra i cittadini e la politica. A fronte di ciò, tuttavia, non stupiscono le grandi difficoltà che stanno incontrando i comuni nella certificazione dell’iscrizione alle liste elettorali dei sottoscrittori del referendum “Cannabis legale”. Qualcuno si è interrogato sulle condizioni in cui versano gli uffici che debbono fare questa certificazione, ossia gli uffici elettorali dei comuni e il personale che vi lavora? Si è consapevoli che spesso, nei piccoli enti, si tratta di una funzione che non ha personale dedicato ma viene svolta, insieme ad altre importanti funzioni, dal personale dei servizi demografici? È chiaro che in molti comuni questo personale è oggi assorbito dai numerosi adempimenti legati dagli ormai imminenti adempimenti elettorali?”.
“Siamo ancora una volta – prosegue il sindacato – sorpresi di fronte all’astrattezza del dibattito pubblico sul corretto funzionamento dei servizi comunali; un dibattito che ignora la situazione di drammatico depauperamento degli organici delle autonomie locali e il diffuso sottoinquadramento del personale dedicato a queste funzioni, soprattutto alle funzioni elettorali. Se non si mettono in campo politiche del personale che superino i limiti alle assunzioni vigenti; se non vengono messe a disposizione risorse per riqualificare il personale presente nei servizi degli enti locali, ogni proposta di innovazione dei processi di queste amministrazioni rischia di avere effetti opposti alle intenzioni prospettate. La vera innovazione deve essere fatta insieme ai e non a prescindere dai lavoratori dei servizi demografici elettorali”, conclude la Fp Cgil.