Dopo la pausa ferragostana si è riunito nuovamente il tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale del Comparto delle Funzioni Centrali.
Il precedente incontro del 21 luglio aveva completato la fase di ricognizione sulle singole macro aree che dovranno comporre il nuovo testo contrattuale per la vigenza 2019/2021 mettendo in evidenza gli aspetti legati all’esigenza di definire un nuovo sistema di classificazione del personale.
Come nei precedenti sette incontri le parti si erano limitate a condividere temi e criticità sul sistema di relazioni sindacali e sulla parte normativa del CCNL 2016/2018 per verificare la disponibilità a migliorarne gli aspetti più problematici. Così come si è condivisa la necessità di regolamentare il lavoro agile in tutte le sue forme (smart working, co-working, telelavoro) nel rispetto del Patto per il lavoro pubblico sottoscritto dal presidente del consiglio e dal ministro per la PA con i segretari generali di CGIL CISL UIL il 10 marzo scorso.
Nell’incontro di stamattina il presidente Aran ha quindi fatto il punto dei primi contributi di merito esposti dall’Agenzia di rappresentanza delle amministrazioni e dalle organizzazioni sindacali evidenziando come la recente conversione in legge del decreto-legge n. 80/2021 (cd. decreto reclutamento) aiuti il prosieguo della trattativa proprio sul tema della classificazione.
Un giudizio che, come Funzione Pubblica CGIL, abbiamo condiviso unitamente ai colleghi di CISL e UIL (come ribadito nel comunicato unitario diramato a conclusione dell’incontro e che qui richiamiamo). Possiamo dire, infatti, che il lavoro fatto anche dalla nostra categoria nel rapporto con il ministro e i tecnici di Palazzo Vidoni e Aran, ha prodotto significativi miglioramenti al decreto.
In primis, ripristinando le progressioni verticali per il personale già in servizio, superando il vincolo al possesso del titolo di studio richiesto a chi concorre dall’esterno, riaffermando la titolarità del contratto collettivo nell’individuare modalità per il riconoscimento dell’anzianità di servizio a compensazione della mancanza del titolo di studio.
In più, assegnando al contratto collettivo la definizione di tabelle di corrispondenza tra le qualifiche attualmente possedute dal personale e quelle individuate con il nuovo ordinamento professionale ai fini del passaggio delle lavoratrici e dei lavoratori dal vecchio al nuovo sistema di classificazione.
Infine, stabilendo che sarà sempre il contratto collettivo a definire natura e figure di una nuova area di inquadramento giuridico per le elevate professionalità.
La Legge 6 agosto 2021, n. 113, convertendo il dl 80, mette oggettivamente nelle condizioni di fare ulteriori passi avanti al tavolo di trattativa. Per questo abbiamo condiviso la necessità di un calendario serrato di incontri in cui poter verificare gli avanzamenti su ogni singola questione per poi procedere a collazionare i testi di ogni parte contrattuale e, conseguentemente, ragionare sull’utilizzo delle risorse disponibili e quantificare gli ulteriori fabbisogni economici che con la prossima legge di bilancio dovranno essere appostati per l’effettiva realizzazione del nuovo ordinamento professionale.
Il presidente Aran in conclusione ha annunciato la disponibilità a riconvocare le parti nelle prossime giornate del 9, 15, 22 e 23 settembre.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio