21 Luglio 2021
Il punto della categoria sul confronto per il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali, insieme al comunicato unitario
È proseguita oggi la trattativa per il rinnovo del CCNL 2019/2021 del Comparto delle Funzioni Centrali.
Ieri l’Aran ha inviato una prima traccia per l’avvio della discussione sul nuovo sistema di classificazione del personale.
La traccia, illustrata dal presidente come coerente sia con l’atto di indirizzo sia con la normativa vigente anche alla luce del decreto 80/2021, indica:
- Una struttura articolata in quattro aree, differenti per conoscenze, abilità e competenze professionali richieste, cui si accede dall’esterno unicamente nella posizione economica inziale, al cui interno si ha equivalenza, fungibilità ed esigibilità delle mansioni. Relativamente ai requisiti di accesso dall’esterno: in prima area richiesto l’assolvimento dell’obbligo scolastico; in seconda, il diploma; in terza, la laurea (triennale o specialistica); in quarta, la laurea specialistica accompagnata da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere iscrizione ad albi professionali;
- Per ciascuna area si prevedono più posizioni stipendiali con natura esclusivamente economica, acquisibili con un’unica procedura snella, che sia al contempo selettiva e inclusiva;
- Si conferma poi il sistema di incarichi di posizione organizzativa, in terza area, di tipo gestionale e/o professionale con ampio grado di autonomia che comportano assunzione di responsabilità verso l’esterno e/o professionali. In quarta area, agli incarichi di responsabilità (obbligatori) corrisponde una specifica struttura retributiva semplificata, senza corresponsione di compensi per lavoro straordinario o correlati a particolari condizioni di lavoro;
- La previsione di procedure selettive per la progressione tra le aree nel limite massimo del 50 per cento dei posti disponibili.
Come detto nel comunicato unitario Funzione Pubblica CGIL, CISL FP e UIL PA, abbiamo apprezzato che finalmente si sia entrati nel vivo di uno dei temi centrali del contratto collettivo 2019/2021 delle Funzioni Centrali. Il nuovo sistema di classificazione del personale rimane l’obiettivo decisivo, infatti, di questa stagione contrattuale, come le lavoratrici e i lavoratori ci hanno segnalato nelle assemblee.
Per questo abbiamo ribadito il nostro impegno a modificare le norme vigenti, anche con gli emendamenti proposti nella conversione in legge del decreto 80, per restituire la piena titolarità del ccnl nell’individuare numero e definizione delle aree di inquadramento giuridico, come nel definire titoli e requisiti per i passaggi tra le aree.
Venendo al merito della traccia di Aran, abbiamo osservato che:
- per noi rimane fondamentale portare fuori dalla prima area il personale che da troppi anni è lì collocato, senza tener conto che negli anni le mansioni sono cambiate per tutte e tutti e che nessuno oggi svolge esclusivamente le mansioni di commesso o “addetto ai servizi ausiliari”;
- nell’ottica di ridurre le posizioni giuridiche (oggi sono addirittura sette nei ministeri), bene che per ciascuna area vi sia una sola posizione di ingresso (quella iniziale), ma le posizioni economiche all’interno delle aree devono essere per tutte e tutti e con meccanismi paralleli, per il riconoscimento dell’esperienza professionale (acquisita per effetto dell’anzianità di servizio) separata da quelle ottenibili per effetto della valutazione, sia pure con strumenti di valutazione certi e trasparenti;
- il sistema degli incarichi va complessivamente rivisto, stabilendo che gli stessi possano essere riconosciuti in tutte le aree (coordinamento e responsabilità), ma che non va confuso l’inquadramento giuridico (dato e non più riducibile) con il solo possesso di un incarico (fiduciario e comunque modificabile nel tempo fino a poter essere revocato). In più, fermo restando che tutto ciò che arriva nelle tasche del personale deve passare dalla contrattazione collettiva (con la gestione dei fondi), le risorse per gli incarichi decisi dalle amministrazioni devono essere rese disponibili dai propri bilanci anziché farli gravare su quelle desinate alla generalità del personale;
- la quarta area, di cui non ne avvertivamo il bisogno ma che valuteremmo nell’ottica di dare buon esito alla trattativa, può essere uno strumento utile se darà risposte nella direzione di riconoscimento professionale anche da noi auspicato (professionisti e elevate professionalità), non se serve solo a riconoscere posizioni organizzative talvolta gestite secondo logiche diverse e fuori da un reale coinvolgimento e condivisione del personale e delle rappresentanze;
- quanto alle progressioni tra le aree a regime è fondamentale che il ccnl possa definire titoli e requisiti sostitutivi del titolo di studio normalmente richiesto per l’accesso dall’esterno, altrimenti questa possibilità rischia di diventare un’ulteriore beffa ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori. Mentre per il personale già in servizio, e in fase di prima applicazione del passaggio da vecchio al nuovo sistema di classificazione, bisogna assicurare il concreto riconoscimento del lavoro già effettuato ben oltre i profili di appartenenza e al pari dei colleghi delle aree superiori.
Abbiamo apprezzato da parte del presidente di Aran la disponibilità a proseguire la trattativa sull’ordinamento senza pregiudizio e approfondendo le diverse proposte in campo.
Già la prossima settimana potremmo fare ulteriori passi avanti, sempre con occhi e orecchie attenti a quanto verrà da governo e parlamento nei prossimi giorni e settimane sul fronte normativo e delle risorse. Perché per noi rimane l’impegno del governo, assunto con CGIL CISL UIL il 10 marzo scorso nel Patto per il lavoro pubblico, a mettere a disposizione risorse ulteriori da dedicare al nuovo sistema di classificazione, senza incidere su quelle invece destinate al rinnovo contrattuale 2019/2021 dalle leggi di bilancio già vigenti.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio