“E’ sempre colpa della CGIL!“
Che fine hanno fatto i risparmi da Smart Working?
Dopo aver consentito all’Agenzia di ridurre i diritti e maturare cospicui risparmi attraverso lo Smart Working emergenziale FLP ha ritenuto opportuno scaricare (anche) su questa Organizzazione le responsabilità della mancata sottoscrizione dell’accordo in merito ai criteri di erogazione al personale in Smart Working delle somme definite dal c.d. comma 870 (risparmi Agenzia da Buoni pasto e mancate prestazioni straordinarie).
Tra l’altro, è perfino ridicola e tanto incredibile la millanteria per cui FLP sia in grado di influenzare la stesura della legge di Bilancio dello Stato. Infatti, il comma 870 “fortemente voluto da FLP…” ricorda le sparate di qualche personaggio che rivendica che per suo merito il sole sorga ad Est.
E’ quindi importante fare una premessa: se siamo obbligati a discutere di “risparmi“ è perché a settembre del 2020, agevolata dalla rottura del fronte sindacale facilitata da chi è abituato a scrivere comunicati altisonanti, l’Agenzia ha potuto non riconoscere i buoni pasto al personale in Smart Working diversamente da quanto fatto in altre amministrazioni.
Le risorse individuate dal c.d. comma 870 rappresentano un “ritorno” di risorse economiche (parziale, purtroppo, perché sarebbe stato meglio mantenere il fronte sindacale unitario a settembre 2020 e obbligare l’Agenzia a riconoscerli) a favore di quei lavoratori che – coerentemente al principio di tutela della salute previsto dalle norme- hanno lavorato in Smart Working.
Avremmo firmato i criteri di liquidazione di queste somme già nella scorsa riunione se non si fosse preferito congelarli al fine di riconoscere contestualmente -non è chiaro da dove prenderle- indennità aggiuntive a chi è stato costretto a lavorare in presenza.
Come FP CGIL abbiamo tenuto il punto: i risparmi vadano ai lavoratori che hanno “subìto” quel minor costo per l’Agenzia (tutti i lavoratori, in sostanza) e, attraverso accordi stralcio a valere sul Fondo 2020, riconoscere anche l’impegno di chi ha dovuto garantire servizi e la funzionalità delle sedi e le infrastrutture informatiche durante la pandemia.
Abbiamo però evidenziato una criticità: fare accordi stralcio “senza ragionare” (utili a fare propaganda e non a valorizzare l’impegno dei colleghi) può avere come effetto una eccessiva frammentazione del Fondo Risorse Decentrate tale da impedire, quando sarà il momento, un ragionamento compiuto su quelle che sono state le reali attività svolte dai colleghi.
Bene gli accordi stralcio a valere sul Fondo del 2020 quindi, senza però perdere di vista l’intero impianto di distribuzione del Fondo al fine di agevolarne la distribuzione secondo criteri di equità e massima valorizzazione delle attività svolte.
L’Unità sindacale per noi è un valore e tutte le posizioni al tavolo hanno una loro legittimità e vanno rispettate, diverso però è quando siamo costretti a leggere distorsioni paradossali e tragicomiche della riunione, per grattare qualche “tessera”. I problemi si affrontano nella loro complessità e non alimentandoli per poi fare comunicati di attacco ad altre Organizzazioni sindacali.
Cosa vieta di discutere del Fondo 2019 e, al tempo stesso, ragionare del nuovo impianto per il 2020? Chi ha deciso di rendere contemporanea la liquidazione dei fondi “ex comma 870” con incentivi per i quali è necessaria una discussione per concretizzarli?
Un conto è chiedere, come ha fatto la FP CGIL, di sottoscrivere parallelamente alla liquidazione delle somme destinate alle giornate di smart working a tutti i colleghi una dichiarazione congiunta per avviare entro breve l’approfondimento rispetto ad uno o più accordi stralcio relativi al Fondo 2020, con i quali concretizzare indennità per coloro che hanno assicurato l’apertura e la funzionalità degli uffici per tutto il periodo della pandemia e, come la FP CGIL ha chiesto ad Aprile, valutare come ricomprendere nel Fondo le nuove modalità di erogazione dei servizi e il conseguente nuovo modello di organizzazione del lavoro in Agenzia delle entrate; altra cosa, come invece ha fatto FLP, pretendere di sottoscrivere fin da subito altri ristori -non quantificati e non quantificabili in quella riunione- rallentando ulteriormente la liquidazione di quanto doveva, anche solo parzialmente, compensare i maggiori costi sostenuti da tutti i lavoratori in smart working.
Questa rigidità di FLP ha consentito all’Agenzia di rinviare la riunione determinando il congelamento di un accordo da 29 milioni di euro che poteva già essere trasmesso agli Organi di controllo e liquidato ai lavoratori.
“E’ sempre colpa della FP CGIL!”, dicono, e sembrerebbe sempre tutto merito della FLP. Lo diciamo una volta per tutte: siamo abituati ad essere incolpati dei limiti dei Tavoli contrattuali, era colpa nostra anche quando da soli contrastavamo il Brunetta di prima generazione. FLP non inventa nulla di nuovo, scopiazza un format dal sapore antico e retrò. Alla domanda retorica “Contenti, lavoratrici e lavoratori?” ne aggiungiamo una seconda: “Vi state abituando alla infallibilità della FLP, del suo prode lanciere e del suo reboante ufficio stampa?”
Roma, 28.06.2021
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini