Posizioni organizzative e di responsabilità:
una discussione surreale.
Appunti a margine dell’incontro 13 Maggio 2021
In sintesi
L’Agenzia ha proposto alcune modifiche di dettaglio sul testo presentato ed ha indicato una sorta di pianta a livello regionale degli incarichi sviluppabili. La selezione resta essenzialmente “arbitraria”. Noi abbiamo sollevato anche un punto ulteriore: che senso ha una prospettazione di incarichi in termini numerici, un confronto sui requisiti dimensionali se nella seconda parte dell’anno sono previsti numerosissimi pensionamenti e con la circolare 4 si rivedono le consistenze delle aree controllo rispetto a quelle servizi?
Abbiamo chiesto una riflessione organizzativa profonda e una condivisione ottenendo solo silenzio. Per tre volte abbiamo posto la questione e per tre volte non ci è stato risposto.
A questo punto riteniamo sia giunta l’ora di mettere da parte questo testo su cui evidentemente non c’è consenso sufficiente e provare a convergere su una proposta diversa. L’Agenzia ha convocato un’altra riunione senza poi rispondere nel merito a tutte le questioni di principio poste.
A margine si è discusso dei permessi 104 in sw. Su questo abbiamo ottenuto una convocazione per
rivedere finalmente l’assurdo diniego contenuto nell’accordo sullo sw, accordo che anche per questo noi non firmammo, l’unica buona notizia della giornata.
Nell’ultima riunione sul tema si è creato un clima straniante.
L’Agenzia oltre a modificare ulteriormente la proposta presentata su aspetti di dettaglio ci ha
finalmente fornito un documento con cui identifica il numero di posizioni di capoteam
astrattamente attribuibili in ciascuna Regione ripartite per aree operative, documento che fin
dalla prima riunione consideravamo indispensabile per cominciare a discutere.
Poi ha anche precisato che lo sviluppo è meramente teorico, basato sulla consistenza delle aree così
come sono costituite ad aprile di quest’anno e che al momento di costruire effettivamente i team ci
sono anche altri criteri di cui tener conto. Insomma un documento che vale nulla soprattutto
considerando che da aprile a fine anno sono previsti un numero di pensionamenti rilevante e che
la circolare sui primi indirizzi operativi parla di adeguamento degli organici delle aree ai nuovi
budget. Quest’ultima indicazione può essere tradotta in molti modi ma già sono pervenute voci da
singoli territori di pianificazione di massicci spostamenti di personale dalle aree controllo alle aree
servizi. Tali voci, laddove fossero vere, farebbero presumere mutamenti organizzativi di tale
rilevanza da richiedere un’apposita informativa, che ad oggi non c’è stata, ma soprattutto
renderebbero vani tutti i discorsi dimensionali relativi ai team di cui da settimane andiamo
discutendo.
Noi siamo stati chiari. Anzitutto discutiamo di posizioni organizzative per definire i criteri di
attribuzione delle stesse e il criterio di attribuzione fin qui chiarito è assolutamente discrezionale.
L’agenzia ha fin qui tratteggiato una procedura piena di obblighi formali e non ha chiarito, perché vuole assicurare la massima discrezionalità di scelta alla dirigenza locale, quale sia il contenuto professionale che legittima l’attribuzione della posizione. Quanto contano le competenze tecniche? Quanto contano le competenze manageriali? Come si accertano e le prime e le seconde? La risposta è una sola: le valuta la commissione.
Stando così le cose non esiste al momento uno spazio che consenta a FP CGIL, in linea con quanto sempre sostenuto, di siglare un simile accordo. A maggior ragione considerando che stiamo valutando un’organizzazione che l’Agenzia nei suoi documenti ufficiali ha già detto di non voler lasciare immutata ma anzi di voler cambiare profondamente.
Noi siamo disponibili a discutere anche assumendoci delle responsabilità in merito alla professionalizzazione dei lavoratori e delle posizioni organizzative, ma sulla base di trasparenza, equa possibilità dei colleghi di professionalizzarsi e soprattutto di un modello applicato ad una organizzazione reale, non destinata a mutare nel giro di un mese. E sono anni che dimostriamo questa disponibilità. E sono anni che la controparte non si dichiara disponibile ad un confronto serio. Il suo unico interesse è scegliere autonomamente i beneficiari di questa operazione e finanziarla in parte con le risorse dei fondi di sviluppo del personale.
Questa operazione non siamo disponibili a farla, quantomeno a queste condizioni.
Anche nell’ultima riunione a FP CGIL non è stata fornita alcuna risposta e prendiamo atto che il nostro atteggiamento di opposizione stia cominciando ad aprire gli occhi anche alle altre organizzazioni che finalmente paiono rendersi conto di come quest’atteggiamento dell’agenzia sia meramente strumentale. Meglio tardi che mai.
L’unica nota positiva della giornata riguarda i permessi L.104 in smart working. È noto che a settembre scorso non firmammo l’accordo sullo smart working perché comprimeva in modo intollerabile i diritti contrattuali e legali dei lavoratori. Nonostante ciò quell’accordo fu firmato da una maggioranza di organizzazioni sindacali. Oggi grazie anche al nostro lavoro sono diversi i documenti della funzione pubblica e dell’ispettorato del lavoro che dicono quanto noi dicevamo allora: non è possibile limitare i diritti dei lavoratori solo perché si attiva lo smart working. Sui permessi 104 e sui riposi per l’allattamento l’agenzia non può onestamente più far finta di nulla e ha dovuto riconoscere di aver illegittimamente, con il consenso di qualche ooss., compresso i diritti dei lavoratori. Pertanto nei prossimi giorni verremo convocati per discutere dei permessi 104 in sw e coglieremo l’occasione per riprendere in mano tutta la materia dei permessi da fruire ad ore.
FP CGIL Nazionale
Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini