Ministero della Salute: Comunicato unitario

06 Maggio 2021

Comunicato

Il 4 maggio 2021 s’è tenuto un incontro informativo on line tra OO.SS. e Amm.ne a seguito della circolare DGPOB del 28 aprile sulla nuova articolazione del lavoro agile, a seguito di una mail della USB che ha richiesto un incontro “urgentissimo”.
Rammentiamo a tutti che la DGPOB con la circolare aveva confermato che, “per il Ministero della salute, il lavoro agile “emergenziale” continuerà ad essere applicato con le forme semplificate ivi previste e con le modalità sin qui utilizzate, fino alla predetta data del 31 luglio 2021. Inoltre… …, in relazione alla graduale ripresa delle attività di cui al predetto “decreto riaperture” lo scrivente, informate le OO.SS. e gli RLS, in qualità di datore di lavoro per le sedi centrali del Ministero, comunica che la percentuale di lavoro agile, che era stata stabilita, con nota n. 0036201 del 5 novembre 2020, per le sedi centrali del Ministero nella misura dell’80% delle attività che possono essere svolte con tale modalità lavorativa, è individuata, a decorrere dal 2 maggio p.v. e fino a nuova indicazione, nella misura del 60% delle stesse e al netto delle situazioni di fragilità, di quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario, … …”
I datori di lavoro delle sedi periferiche determinano la percentuale di lavoro agile alla quale allinearsi, che deve essere individuata, in base alla normativa vigente in materia, in almeno il 50% delle attività lavorabili a distanza, in relazione all’andamento delle condizioni epidemiologiche sul territorio e previa comunicazione agli RLS e alle OO.SS.”
Nel frattempo, è uscito il D.L. n. 56/2021 (c.d. Proroghe) con cui il Governo ha modificato l’art. 263 del decreto legge n.34 del 19 maggio 2020, con lo scopo di adeguare l’operatività di tutti gli uffici pubblici alle esigenze dei cittadini e delle imprese.
Il decreto legge elimina la percentuale minima (50%) dell’attività lavorativa da svolgere in presenza e demanda alle singole amministrazioni la possibilità di organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate comunque a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza.
La percentuale minima per il lavoro agile non emergenziale (POLA) è stata portata ad almeno il 15%, sia se il POLA venga adottato o meno.
L’Amministrazione ha avviato i lavori per l’emanazione del POLA, avendo già informato le OO.SS. e facendo i passaggi con il CUG e con l’OPI.
Come sindacati abbiamo richiesto all’amministrazione di togliere tra gli obiettivi del lavoro agile il risparmio dovuto all’erogazione dei buoni pasto, in quanto è una tematica in discussione a livello nazionale e, probabilmente, sarà oggetto di uno specifico accordo che valga per tutte le amministrazioni pubbliche.
Abbiamo chiesto di introdurre la sanificazione degli ambienti che saranno condivisi così come previsto nelle “Scelte logistiche e ridefinizione degli spazi di lavoro”, soprattutto nei casi di coworking.
Tornando alla circolare della DGPOB, i contenuti non appaiono così drammatici, come qualcuno strumentalmente sembra avvertire: in sede centrale avremo il 60 % di SW al netto delle fragilità e delle altre situazioni particolari e quindi supereremo il 70 % e negli Uffici periferici si arriverà almeno al 60 %.
Sono limiti superiori a quanto prevedono le norme e adeguati alla situazione epidemiologica della Regione Lazio (gialla), per la sede centrale e della gran parte delle altre Regioni, ove han sede le singole unità territoriali del Ministero.
I Sindacati hanno colto l’occasione per ribadire, in riunione, che gli Uffici periferici presentano croniche difficoltà strutturali e tecnologiche, note all’Amm.ne, essendo state denunciate sempre e in ogni occasione da queste OO.SS.
Se qualcuno vuole fare il paladino degli Uffici periferici, utilizzando strumentalmente il lavoro agile emergenziale, rivela soltanto la pochezza della propria proposta.
I problemi che assillano i colleghi degli Uffici periferici sono articolati e rimarranno anche dopo la fine dell’emergenza epidemiologica: richiedono un approfondimento completo per il quale rinnoviamo la richiesta di istituzione di un tavolo tecnico specifico senza pregiudiziali ideologiche e di facciata e senza lotte tra poveri.
Ci ha lasciati sconcertati l’intervento del rappresentante della FLP che, a proposito di lavoro agile emergenziale, ha espresso la sua opinione: negli Uffici della sede centrale non ha mai trovato nessuno quando ha chiamato per l’espletamento del suo lavoro in frontiera. Peccato che tutte i report dell’amministrazione, ma anche del Dipartimento della Funzione pubblica, evidenzino come la produttività con il lavoro agile sia aumentata e come i servizi pubblici non si siano fermati.
Forse sarebbe bastato che taluni che lavorano in frontiera avessero i recapiti giusti, così da poter riceveer tutte le consulenze desiderate dalle loro postazioni di “frontiera”.
Apprendiamo da una mail dell’amministrazione, proprio quando stiamo per pubblicare il presente comunicato, quanto segue:
“Facendo seguito alla precedente comunicazione del 19 aprile u.s. e all’incontro del 22 aprile 2021 riguardante il POLA, si comunica che, per la sottoposizione all’esame del Sig. Ministro, lo stesso – fermo rimanendo tutto il restante contenuto – sarà adeguato alla modifica dell’art. 263 del d.l. 34 del 2020 operata dal recente d.l. 30 aprile 2021, n. 56.
In particolare, essendo stata portata dal Legislatore al 15% la nuova percentuale minima prevista dalla precedente normativa (che era fissata al 60% in caso di adozione del Pola e al 30% in caso di mancata adozione del POLA), l’Amministrazione, tenuto conto della necessaria fase di avvio del lavoro agile “ordinario”, intende proporre agli organi di vertice di fissare al 30% la percentuale delle giornate lavoro agile sulle giornate lavorative totali e al 30% la percentuale minima dei lavoratori autorizzati al lavoro da remoto.”
Questa presa di posizione dell’amministrazione ci preoccupa per la drastica riduzione della percentuale di lavoratori che al Ministero della salute potrà accedere al lavoro agile a pandemia finita, nella normalità dell’adempimento del lavoro abituale visto che la modalità del lavoro agile è da un anno e mezzo, una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa. E che questa modalità ha portato ad un apprezzamento dei servizi pubblici.
Prendiamo l’impegno fin d’ora, di chiedere all’amministrazione, nel corso delle trattative per la disciplina concreta del lavoro agile al Ministero della Salute, un aumento della percentuale minima dei lavoratori da autorizzare al lavoro da remoto almeno al 50%.

VI TERREMO INFORMATI

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