INPS:Unitario – Le quinte colonne che non ti aspetti

21 Aprile 2021

LE QUINTE COLONNE CHE NON TI ASPETTI!

Come avevamo chiesto lo scorso 2 aprile, invitando l’Amministrazione, dopo la validazione da parte del Ministero del Lavoro del precedente Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale (P.T.F.P.) 2020/2022, ad effettuare una convocazione specifica del Tavolo nazionale “al fine di avere chiarezza sulle politiche assunzionali dell’Istituto e sui relativi tempi non solo per l’importanza in sé della materia, ma anche per i riflessi che le politiche assunzionali generano sulle progressioni verticali”, si è svolto ieri il “confronto” sui contenuti del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale per il triennio 2021/2023.
Pur prendendo atto dell’impegno profuso dall’Istituto sul versante delle assunzioni, a fronte di un progressivo depauperamento del personale che, nel solo 2020, ha fatto registrare un’emorragia di 2.095 colleghi cessati dal servizio, abbiamo evidenziato nei nostri interventi una serie di punti di caduta che non ci consentono di esprimere, ad oggi, una valutazione positiva sul documento programmatico nel suo complesso.

Andiamo per gradi.
Nel Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023 l’Inps prefigura un volume complessivo di 9.139 assunzioni su tutti i profili a fronte, sempre per lo stesso arco temporale 2021/2022/2023, di 4.913 cessazioni dal servizio (da maggio 2021 a dicembre 2023) con un saldo positivo che tuttavia, al termine dello stesso triennio, colloca, comunque, la consistenza del personale dell’Istituto, la previsione è di 27.913 unità al 31.12.2023, ampiamente al di sotto del fabbisogno sostenibile quantificato dalla stessa Amministrazione in 29.691 dipendenti.

A fronte di un impegnativo piano assunzionale, inserito in un atto squisitamente politico qual è il Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale che rappresenta il documento programmatico nel quale l’Istituto ridisegna annualmente le sue politiche assunzionali aggiornando, progressivamente, il precedente Piano, avremmo gradito la presenza, ad una riunione così importante per il futuro del nostro Ente, dei Vertici politici dell’INPS per discutere, con chi dovrà deliberare l’approvazione del documento predisposto dalla Tecnostruttura, di alcune scelte “politiche” che costituiscono i punti di caduta della proposta. Si tratta di vere e proprie criticità rispetto alle quali è mancato per noi l’interlocutore principe, ossia il Presidente e l’intero Consiglio di Amministrazione ai quali chiediamo, sin da adesso, un confronto per discutere scelte incomprensibili per noi, ma che costituiscono, abbiamo constatato con nostra viva sorpresa, indirizzi comprensibilissimi e condivisi da un’organizzazione sindacale, Usb, con il complemento di Confintesa, che ha sposato alcune opzioni espresse dal P.T.F.P. .

Ci riferiamo in primo luogo alla scelta dell’Amministrazione da noi contestata, una scelta politica nel solco della Presidenza Boeri, di non programmare per il triennio 2021/2023 assunzioni in area B con l’importante effetto di inibire di riflesso ulteriori progressioni verticali dall’area A all’area B rispetto ai 14 (sic!) passaggi previsti nell’ultimo bando, lasciando così nel dimenticatoio 267 colleghi che hanno superato le ultime selezioni per l’accesso all’area superiore.

Infatti, a fronte di un fabbisogno in area B di 3.573 unità e di una consistenza, a fine 2021, di 3.000 colleghi, per effetto di cessazioni e di ulteriori progressioni verso l’area C che porterebbero ad esaurire di fatto, unica nota positiva, l’attuale graduatoria dei passaggi da B a C, l’Amministrazione ha ribadito la scelta strategica, da noi criticata, di non contemplare assunzioni in area B incrociando, in una corrispondenza di amorosi sensi, le argomentazioni del rappresentante di Usb che ha testualmente dichiarato “non esserci in INPS le condizioni per far passare in area B i 267 colleghi che hanno superato le ultime selezioni” rincarando la dose con l’affermazione che “un sindacato serio che svolge correttamente la sua funzione non si limita a seguire le giuste aspettative dei lavoratori di area A”, invitando i partecipanti alla riunione a spostare ad un livello superiore, quello ARAN, la discussione sulle problematiche dei colleghi di area A e B.

A parte il goffo tentativo di spostare su altri tavoli sindacali le questioni che attengono al personale dell’Istituto ed alle scelte di questo Ente che non sono certo di competenza del Tavolo ARAN e di difendere la scelta politica e non tecnica dell’Amministrazione di non operare assunzioni in area B (si è arrivati a dire che la mancata previsione di assunzioni in area B è indicativa della volontà dell’Istituto di non alimentare il cosiddetto mansionismo: questo significa che in futuro un diplomato dall’esterno non avrà alcuna prospettiva assunzionale in INPS, mentre altre pubbliche amministrazioni assumono nella relativa area professionale!), una scelta che se fosse stata fatta nel 2007 avrebbe precluso l’accesso a 319 ragazzi entrati con l’ultimo concorso a B1, per non parlare delle centinaia di colleghi transitati in area B attraverso i processi di mobilità inter-enti negli anni passati, la posizione di Usb ci è apparsa del tutto incomprensibile e ha dato modo alla Delegazione di parte datoriale di avere gioco facile nel rintuzzare le nostre richieste che restano quelle di contemplare nel piano assunzionale 2021/2023 ingressi in area B tali da permettere un progressivo transito dei 267 colleghi presenti nella graduatoria delle progressioni dall’area A all’area B.

Lo stesso “soccorso rosso” di Usb verso l’Istituto lo abbiamo registrato sul versante della vigilanza ispettiva in quanto, ben consapevoli dell’esistenza di un ruolo ad esaurimento che abbiamo più volte chiesto di rimuovere dalla legislazione vigente, richiesta di cui un tempo il Presidente si era fatto latore presso le istanze governative e parlamentari e di cui abbiamo perso traccia nei radar dell’Istituto, a fronte di un nostro rilievo sul silenzio rispetto al personale ispettivo nel PTFP 2021/2023, Usb è prontamente intervenuta con una domanda retorica a difendere la scelta dell’Amministrazione invitando, anche qui, i presenti a spostare altrove il tavolo di confronto! Ogni commento lo lasciamo ai colleghi.

Ulteriori punti di caduta del PTFP 2021/2023 li abbiamo riscontrati sul versante dei rami professionali dove, a fronte di un incremento dei professionisti del ramo tecnico-edilizio che nell’arco del triennio 2021/2023 registrerà un incremento di 29 unità (54 assunzioni a fronte di 25 cessazioni), evidenziamo un arretramento nello stesso periodo sul ramo statistico-attuariale (6 cessazioni a fronte di nessuna assunzione con un depauperamento degli organici del 15%) e su quello legale (15 assunzioni a fronte di 20 cessazioni sempre nel triennio 2021/2023, nonostante nel precedente P.T.F.P. 2020/2022 fossero previste 27 assunzioni: su questo il direttore centrale risorse umane ha assicurato che quelle ulteriori 12 assunzioni saranno recuperate nel P.T.F.P. 2022/2024).

Confermati i comandi in entrata per 141 tra infermieri (63) e geometri (78) a partire dal 1° luglio 2021 sulla base di uno specifico bando di cui attendiamo la pubblicazione con l’auspicio che quei comandi possano tradursi in assunzioni vista l’atavica carenza che si registra in quei profili specialistici.
In chiusura di riunione abbiamo rinnovato la richiesta di una rivalutazione da parte dell’Istituto delle richieste di assegnazione provvisoria presentate ai sensi dell’art. 42 bis del D.lgs. n.151/2001 (tutela della genitorialità) e della Legge n.104/1992 (tutela della disabilità), mentre sulla proroga dello smart working emergenziale l’Amministrazione ha detto di attendere le decisioni dell’autorità di governo sulla proroga dello stato di emergenza sanitaria.

Roma, 21 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

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