Emergenza COVID e buoni pasto: se non ora quando?
Nell’anniversario del primo lock-down generalizzato l’emergenza pandemica è ben lungi dall’essere superata, anzi. Siamo nel pieno della terza ondata con le terapie intensive ed i reparti Covid di nuovo in sofferenza.
All’Istituto ed ai suoi dipendenti verrà chiesto un nuovo sforzo produttivo per l’erogazione dei sussidi alla parte più fragile del
nostro Paese a prescindere dal fatto che la maggior parte delle regioni saranno da domani in lock-down e che questa attività verrà condotta prevalentemente in smart working.
A distanza di un anno, oggi, il metodo e l’organizzazione del lavoro, seppur perfettibili, sono ampiamente rodati ma, ancora una volta, non sembra che l’eccezionalità del lavoro svolto trovi riconoscimento da parte dell’Amministrazione.
Inutile ricordare che il Dipartimento della Funzione Pubblica già ad agosto dello scorso anno ha lasciato la possibilità all’Amministrazione di erogare il buono pasto ai lavoratori in smart working e che la modalità agile del lavoro ha consentito risparmi notevoli sulla spesa per il personale. Oggi che l’emergenza sanitaria che ha portato il Governo ad estendere la
“zona rossa” alla maggior parte delle regioni d’Italia costringendo a casa la maggior parte dei dipendenti e che la mole di lavoro da svolgere non conosce tregua, nelle more della regolamentazione contrattuale dello smart working, cosa impedisce il riconoscimento del buono pasto ai lavoratori smart?
Diciamo basta a questo attendismo e chiediamo di discuterne con urgenza!
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola