Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione, nella quale emana le direttive di trasferimento dai poli didattici territoriali degli AA.VV.F. 88° corso, presso il polo SCA, per la prosecuzione del corso di formazione.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione, nella quale emana le direttive riguardo la  formazione del personale Vigile Permanente in Prova dell’87° corso, in merito ai corsi di patente terrestre VF

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF nella quale si richiede  chiarimento  in merito alla mobilità del personale Capo Reparto e Capo Squadra

Attuazione Protocollo

Con la sottoscrizione del Protocollo di accordo Inail “Indicazioni per la prevenzione e il contenimento dell’emergenza sanitaria” del 15 maggio 2020 le scriventi hanno voluto fornire delle prime indicazioni e misure organizzative, da adeguare ed implementare a cura delle varie Strutture territoriali, con lo scopo di contenere il contagio da SARS-CoV-2 in vista delle imminenti riaperture di alcune attività produttive e degli inevitabili impatti che queste ultime avrebbero potuto avere sulle attività dell’Istituto e sul lavoro svolto dai colleghi.
Successivamente, in data 4 giugno u.s., in coerenza con quanto previsto dal predetto Protocollo, l’Istituto ha diramato un primo documento tecnico su “Prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 alla ripresa delle attività di Inail”, contenente indicazioni generali e misure specifiche da adottare presso tutte le Strutture dell’Istituto, a cui faranno seguito ulteriori documenti tecnici riguardanti le specifiche tipologie di attività e le varie mansioni espletate dal personale.
Lo scopo di tutti questi documenti è, da un lato, stimolare quella parte della dirigenza che attendeva istruzioni per aggiornare DVR-DUVRI e, dall’altro, attivare ogni misura utile per garantire la sicurezza dei lavoratori, con  particolare riferimento a quelli chiamati a dover rientrare in ufficio per rendere prestazioni indifferibili, fatta salva la valutazione dei lavoratori cd. fragili ed il rispetto del principio della volontarietà.
Il tutto con il necessario coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territoriali e delle RSU attraverso lo strumento del confronto da avviarsi a cura degli stessi responsabili di struttura.
Oggi, grazie al protocollo condiviso, tutti i dirigenti che avevano agito ottemperando alle prescrizioni previste dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, nonché coloro che attendevano istruzioni operative dal “centro”, possono serenamente assolvere al proprio compito ed avviare tutte le procedure previste, ivi compreso il predetto confronto, reso ancor più “completo” dopo l’uscita del primo dei documenti tecnici evocati e definiti nel protocollo cornice.
Tutto ciò premesso, ogni dirigente, fermo restando che ai sensi dell’art. 87 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con legge 24 aprile 2020, n. 27, il lavoro agile rimane la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, dopo aver acquisito consapevolezza di eventuali stati di fragilità attraverso apposita indagine a cura del medico competente (unico investito del compito di decretare l’impossibilità al rientro e di avere contezza di questi particolari dati sensibili) e dopo aver verificato eventuali casi di espressa volontarietà, o meno, al rientro da parte dei lavoratori, può convocare le parti per il prescritto confronto.
All’interno di quest’ultimo, il dirigente, dopo aver informato i rappresentanti dei lavoratori sull’aggiornamento del DVR e del DUVRI, così come richiesto dalla normativa vigente, avvalendosi del prezioso supporto del RSPP e del RLS, procede di concerto con le OO.SS.
e le RSU a definire quali siano le attività indifferibili da rendere in presenza, programmando gli eventuali rientri secondo le indicazioni previste dal protocollo e dai documenti tecnici, ovvero fornire servizi di qualità garantendo la massima sicurezza dei colleghi, degli utenti e, quindi, dell’intera collettività.
In fondo, siamo l’INAIL. Non potremmo mai immaginare che l’Ente preposto alla prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro possa agire diversamente rispetto alle importanti regole di cui si è dotato attraverso la partecipazione e la condivisione delle organizzazioni sindacali.
Sicuramente non ci saranno “sbavature”, tuttavia, si invitano tutti i quadri sindacali e gli stessi colleghi a vigilare chiedendo l’attivazione dei passaggi sopra richiamati, ed a segnalare alle scriventi eventuali situazioni critiche affinché, come previsto all’interno di tutti i documenti prodotti, si possa attivare il tavolo di monitoraggio nazionale e chiedere l’intervento immediato della Direzione Generale diretto a garantire il rispetto degli accordi sottoscritti e l’uniforme applicazione degli stessi sull’intero territorio nazionale.

Roma, 07 giugno 2020

A. Mercanti                       M. Molinari                      F. Savarese

Risultato atteso da 14 anni, interessati circa 100 mila lavoratori per un aumento medio mensile di 154 euro. Raggiunto obiettivo: parità di diritti e di salario tra settore pubblico e settore privato

Siglata la preintesa per il rinnovo del contratto della Sanità Privata Aris Aiop 2016-2018. Al termine di una lunghissima e complicata trattativa, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl con Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) hanno sottoscritto la preintesa per il rinnovo di un contratto, quello della Sanità Privata, atteso da 14 anni e che interessa circa 100 mila lavoratrici e lavoratori, raggiungendo un incremento medio mensile pari a 154 euro.

“Dopo una lunga e travagliata trattativa – affermano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl – abbiamo raggiunto un accordo che recepisce l’obiettivo al quale da sempre abbiamo mirato, ovvero che ad uno stesso lavoro, che sia nel settore pubblico o nel settore privato, debbano corrispondere stesso salario e stessi diritti. Possiamo dire con questo accordo di aver dato seguito a questo principio, riconoscendo così alle lavoratrici e ai lavoratori della Sanità Privata una dignità da tanto, troppo tempo, negata”. Il contratto riguarda, ricordano i sindacati, “lavoratrici e lavoratori impegnati nella Sanità Privata che attendevano il rinnovo del contratto scaduto nel 2006 e che, peraltro, sono stati in prima linea nell’emergenza Covid19, pagandone spesso un prezzo altissimo”.

Nel dettaglio la preintesa, che sul fronte salariale stabilisce un incremento pari al 4,21%, per un valore medio mensile di 154 euro (categoria D), e un’una tantum di 1.000 euro per tutti i lavoratori erogata in due tranche, amplia la sfera dei diritti, prevedendo l’allargamento e la piena esigibilità dei permessi retribuiti, fra i quali il diritto a 12 ore annue per viste mediche ed esami diagnostici; malattia, separando il comporto di quest’ultima da quello dell’infortunio, escludendo dal comporto i giorni per le terapie salvavita e i giorni successivi di assenza dal lavoro dovuti agli effetti collaterali; ferie, garantendo almeno 15 giorni di calendario consecutivi dal 15 giugno al 15 settembre; formazione, con la costituzione di un fondo a carico delle aziende per la formazione e l’aggiornamento professionale, garantendo l’acquisizione dei crediti Ecm; orario di lavoro, garantiti14 minuti di tempi di vestizione compresi nell’orario; riposo giornaliero, con la previsione di 11 ore di riposo consecutive senza deroghe, la prestazione massima dell’orario giornaliero non può superare le 12 ore, introdotto un articolo sull’orario di lavoro flessibile; diritti, con l’introduzione delle ferie solidali per i lavoratori in situazioni di difficoltà personale; relazioni sindacali, potenziando la contrattazione aziendale, l’informazione e l’introduzione del confronto con le organizzazioni sindacali; stop aggressioni, inserendo per la prima volta in un contratto nazionale un articolo specifico che affronta il contrasto alle aggressione al personale; occupazione, con una clausola di stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato per contrastare il lavoro precario; rappresentanza, con più ruolo alle delegate e ai delegati, sia Rls che Rsu.

Ora parte la consultazione delle lavoratrici e lavoratori sulla preintesa che restituisce a migliaia di lavoratori il diritto al Contratto, nel rispetto di un principio guida: stesso lavoro, stessi diritti, stesso contratto. Per quanto riguarda il rinnovo del contratto Rsa, atteso invece da 8 anni, nel corso della trattativa è stato deciso dalle parti di dare il via al confronto per il rinnovo il prossimo 13 luglio. Grazie alle lotte dei lavoratori, compresa la mobilitazione di queste settimane in preparazione dello sciopero, che visto l’esito verrà revocato, si è potuti arrivare a questo storico risultato: firmare il contratto della Sanità Privata e riaprire la trattativa del contratto delle Rsa”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Sanità Privata: Landini, dopo 14 anni restituito diritto al contratto

Guarda il video del nostro Speciale Sanità sul Contratto della Sanità Privata

La Segreteria della FP CGIL Cosenza  ha proceduto alla delibera del nuovo coordinatore di Cosenza  Fp Cgil VVF.

Luca Carrozzino, che succede al compagno Giuseppe Principe il quale ha ricoperto l’incarico per un lungo periodo. A lui, da parte del Coordinamento nazionale, va un ringraziamento particolare per la preziosa e proficua collaborazione.

Esprimiamo, inoltre, le nostre più sincere congratulazioni al neo Coordinatore Luca Carrozzino per l’incarico a responsabile provinciale ed il sincero augurio di buon lavoro ricco di risultati e soddisfazioni.

 

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo la mobilità del personale del ruolo Capo Reparto e Capo Squadra specialista del settore Nautico e Sommozzatore

SMART WORKING E LAVORO STRAORDINARIO: DUE TERMINI NON INCOCILIABILI!

La direttiva n.3/2017 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, adottata all’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 22 maggio 2017, n.81 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, nel definire le linee guida relative all’organizzazione del lavoro con l’obiettivo di promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, rimette alle singole Amministrazioni l’adozione degli atti interni, secondo i rispettivi ordinamenti, in materia di lavoro agile che impattano su profili di tipo organizzativo o su profili attinenti al rapporto di lavoro.
Tra i profili attinenti al rapporto di lavoro rientra certamente la regolamentazione delle prestazioni di lavoro straordinario non precluse, così come previsto per l’erogazione dei buoni pasto, in linea di principio, dalla citata direttiva che non a caso, affida alle stesse Amministrazioni la previsione della loro eventuale esclusione per effetto della distribuzione flessibile del tempo di lavoro. La stessa circolare n.2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione, circolare esplicativa del DL n.18/2020 convertito nella Legge n.27/2020, adottata in regime di emergenza sanitaria, non esclude la possibilità che siano svolte prestazioni di lavoro straordinario in condizioni di smart working.
Riteniamo che su questo tema vada avviata una comune riflessione che affronti anche altri aspetti legati ad una forma di lavoro che, per effetto delle norme introdotte dal legislatore dal 23 febbraio in poi, si è discostata dal modello ordinario per assumere il profilo di un modello emergenziale che se da un lato ha consentito, e consente tutt’ora, di garantire da remoto la continuità dell’azione amministrativa, dall’altro presenta “effetti collaterali” non “digeribili” (un esempio per tutti l’estensione a dismisura delle fasce di contattabilità e l’assenza di fatto del diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche) nel medio e lungo periodo
come testimoniato dalle numerose segnalazioni che quotidianamente riceviamo dai colleghi.
Come abbiamo scritto (vedi nostra nota unitaria del 4 giugno 2020) all’indomani della firma il 3 giugno scorso dell’Accordo in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro INPS nella cosiddetta Fase 2”, diventa imprescindibile l’avvio di una sessione negoziale sullo smart working in grado di traghettare tale istituto dalla “Fase 1” alla “Fase 2” nel nostro Ente con la prospettiva e l’auspicio di una sua prossima riconduzione nell’alveo della contrattazione collettiva nazionale di lavoro.
Roma, 10 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Primo di tre appuntamenti, appuntamento alle 14.30 @fpcgilsanita

Contratto nazionale della Sanità Pubblica, riparte la mobilitazione: facciamo il punto. Se ne parla oggi (mercoledì 10 giugno) in diretta Facebook sulla pagina @fpcgilsanita a partire dalle ore 14.30. Un’iniziativa promossa dalla Fp Cgil: uno Speciale Sanità che vedrà, oltre la diretta di oggi, altri due appuntamenti, sempre in diretta sulla pagina @fpcgilsanita e sempre a partire dalle ore 14.30, venerdì 12 giugno sulle professioni infermieristiche e lunedì 15 giugno sul contratto della Sanità Privata.

Per quanto riguarda l’appuntamento di oggi, il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini, affronterà il tema del rinnovo del contratto della Sanità Pubblica 2019/2021 dialogando con Leonardo Capaccioli, vicepresidente della Federazione nazionale ordini dei Tsrm e Pstrp, e Franco Vallicella, componente esperto del Comitato centrale Fnopi.

Dopo la presentazione della piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto della Sanità Pubblica, che ha tra i suoi obiettivi il riconoscimento delle competenze, delle responsabilità e dell’autonomia dei professionisti, riparte la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso assemblee online di consultazione sulla piattaforma stessa. Questi i temi al centro della diretta di oggi: appuntamento su fb.me/fpcgilsanita dalle ore 14.30.

 

Speciale Sanità, 10-12-15 giugno 3 dirette Fb su sanità pubblica, infermieri e sanità privata

Pubblichiamo la nota delle strutture Regionali di Fp Cgil e Fp cgil VVF  nella quale evidenziano il dovere dell’Amministrazione di attenzionare l’emergenza epidemiologica COVID 19 al questo momento, per tutelare la sicurezza e la salute delle lavoratrici e i lavoratori del CNVVF

Un emendamento al Dl Scuola assolve da obbligo formativo non tutte professioni sanitarie, serve intervento

“Professioni sanitarie e Ecm, ancora un intervento normativo caratterizzato da superficialità e scarsa conoscenza del mondo delle professioni sanitarie“. Così la Fp Cgil commenta la decisione di approvare un emendamento, confluito nel maxiemendamento, al decreto Scuola, “che assolve dall’obbligo formativo (Ecm) soltanto alcune delle professioni sanitarie, riconoscendo loro come maturati i 50 crediti obbligatori previsti per l’anno 2020, anche senza aver effettivamente frequentato corsi”.

Per il sindacato si tratta di “una decisione non condivisibile e che denota superficialità e improvvisazione. L’esclusione dall’obbligo Ecm per il 2020 dei soli medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti e veterinari, cioè delle sole professioni sanitarie menzionate nella legge del 1992 che ne istituiva l’obbligo, dimenticandosi di tutti quei professionisti effettivamente impegnati sul territorio per la gestione dell’emergenza e ricompresi nella normativa vigente sull’obbligo Ecm, è sbagliata perché non può essere accettata in quanto crea discriminazioni tra tutti quei lavoratori che, ognuno per il proprio ruolo, hanno svolto un’attività importante per la salute e la sicurezza dei cittadini italiani in questa drammatica situazione”.

“Non vogliamo pensare – prosegue la Fp Cgil – che questa dimenticanza sia dovuta alla sola volontà di riconoscere una sorta di ‘premio’ soltanto a quei professionisti dichiarati eroi loro malgrado, perché questo, di fatto, tralascia tutte le altre professioni sanitarie istituite con la legge 3/2018, quali ad esempio le Ostetriche, le professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione oltre a Chimici, Fisici, Biologi e Psicologi. Inoltre i criteri che gli enti dovranno applicare per decidere a quali lavoratori riconoscere il beneficio degli Ecm maturati sono totalmente generici, con la conseguenza che, come al solito, avremo decine di modalità diverse di riconoscimento”. Per tutti questi motivi, conclude la Fp Cgil, “chiediamo che all’interno del prossimo decreto-legge si intervenga per riconoscere l’esclusione per il 2020 dall’obbligo formativo anche alle altre professioni sanitarie“.

Roma, 9 giugno 2020

Alla c.a.
Sig. Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini

Sig. Segretario Generale MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

Sig. Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Oggetto: Lavoro agile – attivazione di un tavolo di confronto relativamente alla ripresa delle attività

Egregi,
la recente circolare n. 33 del Segretario Generale ha, di fatto, posto le basi per una graduale ripresa
delle attività andando ad incidere sullo smart working e sull’attuale gestione del lavoro agile negli
Istituti. Le disposizioni contenute nella succitata circolare – ancorché generaliste per potersi adattare
alle differenti esigenze dei singoli settori di attività – di fatto pongono ancora problemi interpretativi
e attuativi. Siamo, nonostante tutto, ancora in fase di emergenza, mentre la percezione che si ha è
quella di una dirigenza convinta di vivere una condizione di riacquisita normalità. Cosa che,
evidentemente, non è. La conseguenza immediata è una contrazione indiscriminata della modalità
di lavoro agile, anche a fronte di raccomandazioni palesi e non opinabili rispetto al mantenimento
dello smart working per quelle attività facilmente gestibili da remoto.
Senza contare – come le scriventi hanno evidenziato inutilmente da settimane – che molti colleghi
e molte colleghe si trovano nella condizione difficilissima di dover conciliare la vita lavorativa con
quella privata, che include la cura dei figli costretti a casa per via della chiusura delle scuole. Costoro
vanno tutelati, mentre invece nessun accorgimento di dettaglio è stato predisposto.
Senza contare, inoltre, che in molte SABAP – o comunque in Istituti in cui la valorizzazione non è
l’attività principale – non è stato predisposto nessun accorgimento di prevenzione rispetto alla
potenziale utenza esterna; in questo caso va fatta una ricognizione capillare e tassativa sullo stato
degli ambienti e pianificata una serie di interventi a tutela di lavoratori ed utenti.
Tutto ciò considerato, siamo a chiedere un confronto urgente con l’Amministrazione onde poter dare
ai lavoratori le risposte che attendono.
In attesa di cortese riscontro si porgono distinti saluti.

FP CGIL                CISL FP                       UIL PA
Meloni                      Nolè                         Trastulli
Di Stefano

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