Roma, 9 dicembre – Le patologie di origine professionale nelle lavoratrici e nei lavoratori della Polizia Locale di Roma. È il tema del Report, dal titolo ‘Abbi cura di te’, condotto dalla Fp Cgil e dall’Inca Cgil, con la collaborazione della Fondazione Di Vittorio, che verrà presentato domani (giovedì 10 dicembre) nel corso di una iniziativa online in diretta sulla pagina Facebook della Fp Cgil (fb.me/fpcgil) a partire dalle ore 10.
Il programma della giornata, presieduta da Federico Bozzanca della Cgil Nazionale, area contrattazione Mercato del Lavoro e Settori Pubblici, prevede la presentazione del rapporto a cura di Daniele Di Nunzio della Fondazione Di Vittorio e Marco Sgarbazzini, medico patronato Inca Cgil. A seguire l’intervento del responsabile della Fp Cgil coordinamento Polizia Locale Roma Capitale, Emiliano Scipioni. Interverranno poi: Bruno Valentini (presidente commissione Sicurezza e Legalità Anci), Debora Serracchiani (presidente commissione Lavoro Camera dei Deputati), Patrizio Rossi (sovrintendente sanitario nazionale Inail). La chiusura dei lavori della giornata a cura di Michele Pagliaro, presidente Inca Cgil, e Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil.
In questi ultimi due giorni sono giunti messaggi di solidarietà dall’estero, con un vigoroso sostegno alle ragioni del nostro sciopero ampiamente condivise dai sindacati di molti paesi.
Oltre all’ordine del giorno dell’esecutivo di Epsu (Federazione Europea dei Servizi Pubblici) abbiamo ricevuto il sostegno della CGT Cultura, CGT Sanità (Francia), PCS (United Kingdom), e di PSI, la confederazione mondiale dei sindacati dei servizi pubblici. Alleghiamo le note originali e le traduzioni delle lettere di solidarietà. La solidarietà internazionale rafforza le ragioni della nostra lotta in questo momento difficile ed avere piattaforme comuni ci aiuta a raggiungere il nostro scopo di migliorare i servizi pubblici in Italia, in Europa e nel mondo.
Nicoletta Grieco
Head of International Department FPCGIL
Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia la carente affidabilità del mezzo di soccorso dell’autoscala, per tale motivo ritiene necessario un assegnazione idonea di tale mezzo, per lo svolgimento delle operazioni di soccorso a tutela del personale e della cittadinanza
“Il ministro Manfredi tiene in ostaggio 23 mila aspiranti medici specializzandi che potrebbero essere fondamentali per la lotta al covid-19. Le sue incertezze, insieme a quelle dei dirigenti del Ministero Università e Ricerca, ormai rasentano il ridicolo, ma soprattutto diventano una tragedia che indebolisce le nostre forze per la lotta alla tragica pandemia”. È quanto afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, in merito al blocco delle graduatorie degli specializzandi in medicina.
Per il dirigente sindacale, “è inammissibile l’ostinazione con la quale il Mur continua a rimandare le immatricolazione dei medici specializzandi. La responsabilità è esclusivamente di Manfredi e dei dirigenti del Ministero che hanno prima sbagliato le regole del bando, poi la stesura di due domande del test di selezione e da due mesi bloccano le graduatorie per tutelare esclusivamente se stessi. Il tutto a grave danno degli aspiranti, ma soprattutto dei servizi sanitari, dei cittadini e delle Regioni che nella pandemia stanno disperatamente cercando forze professionali per rispondere alle travolgenti richieste assistenziali”.
La soluzione, osserva Filippi, “è semplicissima. Come Fp Cgil proponiamo da due mesi di sbloccare le graduatorie immediatamente e di predisporre risorse minime aggiuntive per finanziare i contratti in sovrannumero per i 50 o 60 ricorsi che forse potrebbero avere esito positivo. Se non ci fosse una pandemia in corso, la situazione assumerebbe una coloritura ridicola, da anni mancano medici specialisti e ora il Mur paralizza le immatricolazioni per una manciata di posti aggiuntivi, scaricando le proprie responsabilità sui medici, sui cittadini e sui servizi. Al contrario oggi avremmo invece davvero la possibilità di azzerare le gravi carenze di specialisti ammettendo solo per quest’anno tutti i candidati che rappresentano una preziosissima risorsa e non una spesa. La situazione non può più essere lasciata nelle disponibilità del Mur che evidentemente non ha l’autorevolezza per risolverla in tempi certi. Chiediamo un immediato intervento del Governo e di Conte, la Pandemia non può aspettare i tempi del ministro Manfredi”, conclude Filippi.
Di cosa parla la Ministra Dadone? Ce lo chiediamo dal giorno della proclamazione dello sciopero del prossimo 9 dicembre leggendo le varie dichiarazioni che tentano di mettere in secondo piano le sue responsabilità agitando l’odio sociale nei confronti dei dipendenti pubblici.
Ricordiamo tutti le sue roboanti e inaccettabili affermazioni sull’irresponsabilità di chi protesta.
PRIMO ERRORE: parlare di innovazione e competenze e non creare strumenti perché questi slogan si traducono in opportunità reale di cambiamento per la PA, di investimento sulle persone. Con quali risorse si pensa di riqualificare il personale? Formazione per il sindacato non è un termine da usare nelle interviste ma un processo condiviso di investimento sulle professionalità, a cui la Ministra, con la sua approssimazione nell’individuare le priorità, non da alcuna risposta.
SECONDO ERRORE: parlare per un anno di quanto sia stata brava a fare un provvedimento che collocava in smart working i dipendenti pubblici facendo credere di aver dato un privilegio a 3 milioni di lavoratori. La Ministra lo dica a chi si è misurato con la didattica a distanza o ai lavoratori che hanno pagato di tasca loro la connessione per dare continuità alla pubblica amministrazione e che sono rientrati tutti al lavoro appena finita l’emergenza. Si perché sullo smart working non c’è stato né un accordo nazionale né una riforma ma solo l’indicazione di collocare il personale impiegato nelle attività che non implicano servizi essenziali al lavoro da remoto come misura di emergenza sanitaria, non perché c’è stata la trasformazione della PA. Tutti i nodi dei ritardi della PA sono lì esattamente come un anno fa. Cosa ha fatto la Ministra? Se pensiamo al lavoro fatto da altri colleghi del suo stesso Governo margini per essere più produttivi come rappresentante delle Istituzioni ce n’erano eccome.
TERZO ERRORE: senza un piano straordinario di assunzioni la PA non coglierà la sfida del Recovery Fund. Neanche quella di strutturare una rete di welfare per proteggere il Paese e il sistema economico, come la pandemia ha insegnato. Con chi traineremo l’innovazione? Con dipendenti la cui media anagrafica è alta e che andrebbero affiancati da nuove competenze? Con quelle poche assunzioni previste nella legge di bilancio per lo Stato? E negli enti locali, dove oramai abbiamo comuni in cui i precari superano il personale strutturato? E in sanità dove mancano addirittura professionalità indispensabili per ricostruire il SSN nel territorio? Non ci crede neanche il Governo che infatti assumerà 300 precari ad hoc per progettare e spendere il Recovery Fund. Non ci crede neanche il Governo nella pubblica amministrazione, ma quei 300 valorosi nulla potranno se non abbiamo competenze nei comuni che siano in grado di accelerare la spesa e garantire l’esecuzione dei progetti.
QUARTO ERRORE: non dire neanche una parola sulla sicurezza e sulla salute dei dipendenti pubblici. Anzi, il personale del settore dei servizi educativi in queste ore si è visto rispondere negativamente ad una richiesta: le maestre e le educatrici si stanno contagiando, non abbiamo supplenti e le sezioni si accorpano, più bimbi più rischi. Chiedono di avere dispositivi di protezione individuale adeguati. Loro sono al lavoro in presenza, curano i nostri figli, il futuro del paese. Si sono viste rispondere dal Governo che la loro salute non è una priorità, basta una mascherina chirurgica. Questo conta di più di quello che la Ministra Dadone scrive sul suo blog e segna la distanza tra il paese reale e palazzo Vidoni.
QUINTO ERRORE: pensare che tutto si decida con le direttive, sempre unilaterali, e affermare contemporaneamente che il contratto 2019/2021 rappresenti la svolta. Innanzitutto quel contratto è scaduto da due anni ed è senza risorse per la valorizzazione professionale e per far crescere la produttività. La Ministra, infatti, si è dimostrata anche in questo caso miope. Non sbloccare la contrattazione decentrata toglie strumenti alle amministrazioni e al sindacato nella singola amministrazione per gestire i cambiamenti dell’innovazione, migliorando i servizi e riconoscendo il giusto valore al lavoro delle persone.
SESTO ERRORE: avere un’idea del sindacato come organizzazioni da audire se qualcuno o qualcosa te lo impone. Il sindacato è un pilastro dell’organizzazione sociale del nostro paese, è disciplinato dalla Costituzione, regolato e pesato nelle pubbliche amministrazioni dalla legge sulla rappresentanza. Non accettare il confronto espone non solo al conflitto ma manda un messaggio all’oltre 75% dei dipendenti pubblici che sono iscritti certificati da Aran e hanno votato alle Rsu per Cgil, Cisl e Uil. La democrazia va rispettata, così come la protesta, quando, come nel nostro caso, è esercitata nel rispetto delle leggi che regolano lo sciopero per i settori pubblici.
SETTIMO ERRORE: non dare prospettiva ai precari di vedersi stabilizzati. Che messaggio devastante da un Governo a chi lavora per i cittadini e ha la tagliola che alla fine quel suo contributo – spesso speso mettendo a rischio anche la propria vita, come la maggioranza dei 36mila assunti con la causale Covid in sanità – non sarà riconosciuto? Lottiamo per abolire la precarietà nel privato e la incrementiamo nel pubblico?
OTTAVO ERRORE: fare sempre riferimenti ai dipendenti dei Ministeri. Lei è il ministro di una Pubblica amministrazione che, evidentemente, non conosce e di cui non parla mai. Le sue “non” scelte ricadono sui lavoratori di tutte le amministrazioni: centrali, di tutta la sanità, delle amministrazioni locali e della istruzione.
Infermieri, educatori, assistenti sociali, ispettori del lavoro, vigili del fuoco e altri ancora subiranno le scelte unilaterali della Ministra, ovvero non avranno risposte sulle assunzioni e sulla maggiore sicurezza a chi si contagia di più perché i protocolli andrebbero rivisti, così come sul contratto subiranno avranno un salario non solo inferiore a quello della tornata contrattuale precedente ma con una sottrazione, viste le decisioni del Governo, dell’elemento perequativo e dell’indennità di vacanza contrattuale, cioè circa 40 euro di media. Tutto perché la ministra della Pubblica amministrazione ha deciso, lei da sola, che i dipendenti pubblici devono rinunciare alla riforma del sistema di riconoscimento e valorizzazione professionale.
NONO ERRORE: se per un anno i sindacati chiedono di essere convocati su contratto, assunzioni e sicurezza del lavoro e non accade, anzi si presenta la legge di bilancio dicendo “cosi è, bere o affogare”, la responsabilità non è di chi protesta ma di chi nega il confronto. Anzi, da ambienti del Governo in queste ore si riporta che la Ministra a chi chiede di riaprire il confronto dica che lei preferisce far scioperare i sindacati.
DECIMO ERRORE: contrapporre pubblici e privati. Si è meno credibili, quando si è un personaggio pubblico, se si dice di voler difendere il dipendente pubblico e poi si dice a quello stesso dipendente che nessuna delle sue rivendicazioni troverà risposta perché c’è chi nel privato sta peggio di lui.
Vede Ministra il mondo del lavoro pubblico in questi anni è stato al fianco delle lotte del settore privato per la dignità del lavoro e il rinnovo dei contratti. Tutti i lavoratori sanno che investire nel settore pubblico e nell’occupazione pubblica significa tutelare anche i loro diritti e infatti i sindacati dei lavoratori precari e atipici scioperano insieme a noi.
Questi errori compromettono la sfida di una Pubblica Amministrazione rinnovata, che dia qualità al lavoro e ai servizi. Le lavoratrici e lavoratori pubblici continueranno a battersi per un futuro migliore per il nostro Paese, anche se professori pluriretribuiti e commentatori che non conoscono nemmeno le ragioni dello Sciopero li attaccano.
Cara Ministra lei dovrebbe ammettere le sue responsabilità e prenderne atto, cambiando le scelte nella legge di bilancio. Appelli al dialogo non li faccia a chi lei stessa nega il confronto, noi non ci siamo mai sottratti. Si ricordi che lei deve rappresentare e lavorare per migliorare tutta la Pubblica Amministrazione e non perché glielo chiede il sindacato bensì perché ha giurato sulla Costituzione.
Il 9 Dicembre chi sciopera rinuncia alla propria retribuzione, chi sarà in servizio – perché dovrà garantire i servizi minimi – aderirà comunque alla protesta. Questo sacrificio è per il Paese, questo sì lo facciamo guardando al Futuro: 500 mila giovani possono entrare nella Pubblica Amministrazione per cambiare il nostro Paese e non rinunceremo a questa battaglia di giustizia per i diritti di tutti.
Pubblichiamo i protocolli di collaborazione tra il Dipartimento del Corpo e l’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, in merito all’archivio storico condiviso e quello operativo
AVVIATA LA CONTRATTAZIONE 2020!
Si è conclusa da pochi minuti la riunione sul contratto integrativo 2020 per il personale delle aree A, B e C con l’esame del documento consegnato dall’Amministrazione nei giorni scorsi. Il testo recepisce i contenuti delle dichiarazioni congiunte, inserite nel CCNI 2018 e nel CCNI 2019 sulla realizzazione delle progressioni orizzontali all’interno delle aree A e B a completamento del percorso di riqualificazione all’interno delle aree realizzato nel triennio 2016/2017/2018, prefigurando una selezione per soli titoli che consentirebbe un’accelerazione sui tempi della procedura. Su questo aspetto abbiamo chiesto, proprio nell’ottica di ottimizzare i tempi, così come già avvenuto in passato di “stralciare” il testo dal contratto siglando un verbale di intesa a parte.
Rispedita al mittente la dichiarazione congiunta sul “reassessment” che, se sottoscritta, si tradurrebbe, di fatto, in una condivisione del relativo progetto da noi criticato, nel metodo e nel merito, quando l’Amministrazione lo ha rappresentato nel dettaglio all’interno dell’Osservatorio paritetico per l’innovazione così come, tema strettamente connesso al “reassessment”, non abbiamo condiviso la creazione di questa nuova figura di “Collaboratore alla gestione operativa delle LPS/UO” la cui definizione mortifica la professionalità di funzionari responsabili di linee prodotto servizio ed unità organizzative ricollocate all’interno dei nuovi contenitori della sperimentazione.
Per la parte economica il Fondo 2020, così come sancito dalla determinazione del Direttore generale n.209/2020, è identico, contrariamente a quanto scritto da altri, ai valori del 2019 ossia 471.499.305,60 € (era 449.011.407,77 € nel 2018).
Sul resto della bozza di CCNI 2020 il giudizio resta sospeso in ragione del fatto che mancano i contenuti del Titolo VI su “Produttività e performance” all’interno del quale figura, solo nel titolo, la disciplina del TEP, disciplina che impatta direttamente sulle progressioni orizzontali.
Nel corso del confronto abbiamo ribadito la necessità di attualizzare nel CCNI 2020 alcuni istituti, maggiorazione oraria per le attività di front-office da riconoscere anche a chi ha operato in remoto assicurando lo stesso servizio e riconoscimento del buono pasto a chi opera in smart-working, che l’emergenza sanitaria ha, di fatto, riconfigurato rispetto all’originaria impostazione data, nel primo caso, dal contratto e, nel secondo caso, dalle direttive ministeriali.
In attesa di una risposta da parte dell’Amministrazione sui punti da noi sollevati, il confronto proseguirà la prossima settimana sul tema della produttività e performance all’interno del quale affrontare l’argomento TEP.
A margine della riunione la Delegazione di parte datoriale ha comunicato che lunedì 7 dicembre p.v. si concluderanno le sessioni di recupero relative alle progressioni verticali: nei giorni immediatamente successivi l’Amministrazione procederà, così come previsto dai bandi, alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie.
Roma, 4 dicembre 2020
FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio CERVO
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Pubblichiamo il Decreto legge 2 dicembre 2020, n. 158, a firma del Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno, recante disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi connessi all’emergenza sanitaria in atto
Alla c.a.
Segretario Generale del MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi
Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Direttore Generale Archivi
Dott.ssa Annamaria Buzzi
Direttore Generale Biblioteche
Dott.ssa Paol a Passarelli
Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano
Oggetto: DPCM del 3 d icembre 2020.
Egregi Dirigenti,
il DPCM del 3 dicembre 2020, in continuità con il prece dente all’ art. 1 comma 10 lettera r)
prevede che siano sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli
altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del
paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 fino al 15 gennaio 2021.
Fanno eccezione le biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e gli
archivi fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza
epidemiologica.
Il richiamo del Governo al rispetto delle misure di sicurezza impone un obbligatoria
attenzione affinché Dirigenti e Diretto ri di archivi e biblioteche applichino in maniera
puntuale e tassativa , senza superficialità e pressappochismo, i protocolli sulla sicurezza
redatti con le figure deputate alla sicurezza e con le OO.SS.
Lo stesso DPCM, all’art. 5, conferma le precedenti disposizioni in materia di lavoro agile.
Auspichiamo pertanto che nessun Dirigente riveda al ribasso l’attuale assetto
organizzativo sull’applicazione dello smart working per gli istituti non interessati
d all’ampliamento dei servizi sopra descritti.
Certi di un fattivo interessamento rispetto a quanto sopra esposto, porgiamo cordiali saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA
ClaudioMeloni Giuseppe Nolè Federico Trastulli
Valentina Di Stefano
Né eroi né garantiti ma Lavoratrici e Lavoratori del Settore Pubblico.
Siamo stati in prima linea nella sanità, nell’assistenza sociale, nei servizi educativi, nei servizi di prossimità al cittadino.
Abbiamo rischiato la vita per salvare vite, abbiamo lavorate anche durante i lockdown per garantire servizi.
La pandemia ci ha fatto vedere quanto è importante avere sufficiente personale e investimenti nel settore pubblico: salute, istruzione, assistenza sociale, sicurezza, servizi di comunità.
190 mila precari chiedono la stabilizzazione, 500mila sono i posti di lavoro che possono affiancare i lavoratori pubblici portando nuove competenze per migliorare i servizi per tutti. Chiediamo un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni.
Ci ammaliamo di Covid con più frequenza perché siamo più esposti ma spesso meno protetti. Chiediamo aggiornamento dei protocolli sicurezza, maggiore prevenzione e di innalzare il livello dei dispositivi di protezione individuale.
Questa è l’ultima legge di bilancio del triennio contrattuale 19/21 e quindi, se non ci saranno cambiamenti o accordi che intervengono, i dipendenti pubblici dovranno rinunciare alla riforma del loro sistema professionale, rischiano di perdere dalla retribuzione l’elemento perequativo e qualsiasi possibilità di valorizzazione economica e professionale, nessun investimento nelle competenze. Chiediamo contratti innovativi e dignitosi per tutti dipendenti pubblici: degli enti locali, della sanità, delle amministrazioni centrali, del comparto del soccorso, sicurezza e difesa.
Vogliamo investimenti nella qualità e nell’innovazione delle Pubbliche Amministrazioni per potenziare e garantire migliori servizi ai cittadini.
Prendiamoci cura di chi, con il proprio lavoro, è al servizio dei cittadini. Non ricordiamoci dei lavoratori pubblici solo nelle emergenze, ma riconosciamo il loro lavoro Sempre.
Scioperiamo il 9 dicembre nei servizi pubblici, non per noi ma per i diritti di tutti. Chiediamo che il Governo ci ascolti.
Roma 3 dicembre 2020
Si è tenuta nella mattinata odierna la riunione da noi richiesta per la questione del rinvio delle ferie
2020 e dell erogazione del buono pasto ai lavoratori che effettuano la prestazione in modalità
agile.
Sul tema delle ferie abbiamo rappresentato al direttore del personale che in alcuni uffici è stato chiesto ai lavoratori di utilizzare le ferie residue entro il 31/12 /2020 , non consentendo loro la possibilità di fruire di quanto previsto dal comma 15 dell art.28 del CCNL 2016/1 8 che prevede il rinvio per esigenze di carattere personale al 30/4 dell anno successivo. L amministrazione ci ha assicurato che emetterà una circolare rimarcando quanto disposto dal CCNL in merito, con la precisazione che al rinvio deve seguire una programmazione della fruizione delle ferie al fine di non concentrare l utilizzo delle stesse nell’ ultimo mese.
Per quanto attiene alla discussione sulla erogazione dei buoni pasto al personale in smart working
l’amministrazione ci ha chiesto di rinviare l argomento alla prossima setti mana e pertanto è stato
fissato l incontro per giovedì prossimo.
Abbiamo nuovamente affrontato la questione del regolamento incentivi ; l’amministrazione ci ha rassicurato di essere intervenuta apportando le modifiche richieste dal MEF. Per quanto ci
riguarda abbiamo rappresentato che molti uffici non stanno procedendo al pagamento degli
incentivi relativi al periodo transitorio antecedente al 2016 danneggiando i lavoratori che invece
hanno continuato ad erogare le prestazioni creando anche ulteriori problemi al personale
collocato a riposo. Come Fp Cgil abbiamo ricordato la circolare dell allora direttore del personale
Finocchi n. 36196 del 10/7/2018 e abbiamo informato l amministrazione di un parere
dell Avvocatura di Roma rilasciato al Provveditorato del Lazio che va nella stessa direzione da noi
indicata. Pertanto abbiamo sollecitato l amministrazione a intervenire presso tutti gli uffici periferici onde evitare che i lavoratori vedano prescritti i propri diritti economici.
Per quanto riguarda le PEO , l’amministrazione ci ha assicurato di aver risposto al rilievo dell UCB e
rettificato la graduatoria per alcuni errori nel calcolo delle anzianità di servizio.
Infine
riteniamo positiva la decisione dell’amministrazione di far effettuare le prove per il passaggio dal profilo di operatore a quello di assistente in via telematica. Auspichiamo che tale modalità possa essere adottata anche per gli altri passaggi al fine di non bloccare le prove , previste in presenza, visto il periodo di pandemia e consentire anche a chi , per motivi di disabilità o di salute, ha difficoltà a spostarsi dalla propria residenza.
La Coordinatrice Fp Cgil Mit p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella