Roma, li 29 giungo 2020

Al DGPRAM – D.G.M.C.
cons. dott. Vincenzo STARITA
Roma
prot.dgmc@giustiziacert.it

E, per conoscenza Al DGEPE – D.G.M.C.
cons. dott.ssa Lucia CASTELLANO
Roma
dgepe.dgmc@giustizia.it lucia.castellano@giustizia.it

Oggetto: Protocolli Intesa Regionale – UU.II.EE.PP.EE.
Osservazioni FP CGIL

Egregio Direttore Generale,
prendendo atto di quanto partecipato dalla SV, con nota del 26 giugno us, in merito alla necessità di avviare le discussioni per definire i Protocolli in oggetto, questa Organizzazione Sindacale ritiene indispensabile concordare con l’argomento di cui trattasi, vista altresì l’esposizione avvenuto durante l’incontro dell’ 11 novembre 2019, tra Codesto Dipartimento e le Parti sociali (bozza sui Nuclei di Polizia Penitenziaria presso gli Uffici in parola).
Pertanto, la FP CGIL sostiene di dover necessariamente determinare un lavoro negoziale nelle varie articolazioni, cosi da poter stipulare accordi pattizi, considerate le seguenti precarie oggettività (rafforzamento delle relazioni sindacali, carichi di lavoro del personale, orari di servizio, etc….), alla stregua dei CC.GG.MM. ed II.PP.MM. con sedi dirigenziali.
In un’ottica di fattiva collaborazione istituzionale, siamo pronti a fornire un costruttivo contributo, che possa riverberare sulle aspettative professionali della Polizia Penitenziaria e collettività tutta.
Distinti saluti.
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Roma, li 29 giungo 2020

Al D.G.P.R. – D.A.P.
cons. dott. Massimo PARISI
Roma

Alla Direttrice Ufficio IV Relazioni Sindacali – D.A.P. dott.ssa IDA DEL GROSSO
Roma

E, per conoscenza Al Vice Capo D.A.P.
cons. dott. Roberto TARTAGLIA
Roma

Oggetto: graduatoria provvisoria relativa alla mobilità ordinaria anno 2019, ruoli non
direttivi del Corpo di Polizia Penitenziaria. Richiesta intervento.

Egregio Direttore Generale,
questa Organizzazione Sindacale non può esimersi dal rappresentarLe subissate doglianze che pervengono dai nostri associati e non, in merito alla mancata pubblicazione della graduatoria meglio indicata in oggetto.
A corroborazione di ciò, appare altresì indispensabile evidenziare che, nel corso dell’anno corrente, per alcuni Istituti abbisognevoli di giusti ed urgenti incrementi di organico a qualsiasi titolo, si è provveduti allo scorrimento delle graduatorie della mobilità anno 2018, ove già si provvedeva ai debiti trasferimenti del personale nei tempi in causa, anziché dare utilmente seguito a quella in discussione.
Pertanto, considerata la necessità di favorire le aspettative personali delle lavoratrici e dei lavoratori e nel rispetto del principio di equità, nonché la dovuta definizione amministrativa dell’iter, Voglia la S.V. attivare qualsivoglia attività interventistica a tal riguardo.
Molti distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Gratuito per gli iscritti e aperto a tutte le professioni sanitarie e assistenti sociali, on line dal 17 luglio al 31 ottobre

La misurazione e il miglioramento della qualità dell’assistenza nella pratica quotidiana degli operatori della Sanità. È il titolo del nuovo corso Ecm Fad promosso dalla Fp Cgil che sarà on line a partire dal 17 luglio e fino al 31 ottobre 2020.
Un corso gratuito per le iscritte e gli iscritti alla Funzione Pubblica Cgil, dedicato a tutte le professioni sanitarie e assistenti sociali. Nel dettaglio: accreditamento ECM FAD 299006 per tutte le professioni per un totale di 12 crediti e accreditamento CNOAS 39031 per assistenti sociali (in fase di approvazione).

Per iscriversi: www.proteoformazione2.it/moodle

 

 

Formazione, da Fp Cgil offerta Ecm/Conas di 150 crediti nel prossimo triennio

Pronti a discussione su lavoro agile nella Pa con obiettivo tutele lavoro e qualità servizi

“Basta con le generalizzazioni sull’utilizzo dello smart working nel lavoro pubblico. Pronti al contrario a fare una discussione di merito con l’obiettivo di garantire le tutele del lavoro e la qualità dei servizi ai cittadini”. Così, in estrema sintesi, Serena Sorrentino, segretario generale della Fp Cgil, risponde a Pietro Ichino su Twitter replicando alle nuove osservazioni critiche del giuslavorista sul ricorso allo smart working nella Pa.

Ichino, riprendendo le parole del ministro della Pa, Fabiana Dadone, pone il tema della produttività dei pubblici in riferimento al ricorso allo smart working. “Le attività eseguibili in modalità agile – replica Sorrentino – sono molte e le stesse possono anche essere svolte in presenza. Ve ne sono altre che invece non sono ‘smartabili’. Come Fp Cgil abbiamo fornito un primo elenco non esaustivo. La sua discussione è generica”. E aggiunge: “Le pubbliche amministrazioni sono tante e svolgono servizi molto diversi, generalizzare sottende un’idea retriva del lavoro pubblico: ripetitivo, senza professionalità, che va controllato perché tende ad essere improduttivo. La verità è il contrario. Serve dare valore”.

Sulla tema valore al lavoro pubblico, Sorrentino prosegue: “La valorizzazione professionale e la qualità dei servizi sono legati a formazione continua, strumenti di valorizzazione professionale e apprezzamento dell’attività, benessere organizzativo. L’innovazione lega tutte e tre le leve. Nella pandemia ci sono più di 8 milioni di lavoratori che hanno svolto la prestazione in modo agile non per scelte ma per decreto. Di questi il pubblico è la componente minore. Occorre poi escludere la sanità, le forze dell’ordine, la polizia locala e tutti i lavoratori in presenza”.

Per questa ragione, Sorrentino sostiene: “A ben ben guardare, quindi, considerando anche che il settore della conoscenza è stato coinvolto dalla didattica a distanza, l’idea del ministro Dadone di fare il bilancio per regolamentare meglio il lavoro agile è fondata. Inoltre sono emersi nella gestione di questa modalità in emergenza problemi di natura contrattuale e di tutela della salute psicofisica dei lavoratori che hanno necessità di essere regolati dalla contrattazione. La Cgil è pronta a fare questa discussione sul merito e con l’obbiettivo di garantire tutele del lavoro e qualità del servizio per i cittadini. Chi oggi utilizza elementi pretestuosi per riprendere la polemica sulla scarsa produttività del lavoro pubblico specula per avere visibilità”. Al contrario, conclude Sorrentino, “bisogna ringraziare tutte le lavoratrici e lavoratori, pubblici e privati che ci hanno salvato nell’emergenza e sono la cura per l’economia del paese”.

Pubblichiamo la circolare emanata dalla Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo il settore Cinofilo

Pubblichiamo la nota unitaria delle organizzazioni sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF regionali nella quale chiedono al nuovo Direttore Regionale una partecipazione sindacale

All’On.le Ministro della Giustizia
Alfonso Bonafede

Oggetto : Cosa accadrà dopo il 30 giugno 2020 negli istituti penitenziari?

Il 30 giugno scade il periodo di emergenza per gli istituti penitenziari.
Immaginiamo che il Dicastero da Ella diretto abbia già elaborato lo schema di un decreto che disciplini il ritorno alla “ normalità” ovvero che siano state concordate linee guida che consentano il ripristino dell’ ordinaria vita penitenziaria : colloqui, lavoro all’esterno , rientro dei semiliberi, attività lavorative e trattamentali con il ritorno delle associazioni di volontariato all’interno delle strutture penitenziarie.
Le esperienze anche drammatiche che l’Amministrazione penitenziaria ha vissuto nei mesi passati
sono state causate anche da difetti di comunicazione e da intempestività delle disposizioni varate in
tema di gestione della pandemia in carcere.
Se è utile imparare dagli errori, siamo certi che questo Dicastero abbia già disposto in tal senso e probabilmente nelle prossime ore sarà possibile avere lettura delle disposizioni organizzative che sono state elaborate in materia.
Certamente in tema di disposizioni sanitarie occorrerà poi che ogni istituto si interfacci con l’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio, chiedendo disposizioni relative agli strumenti di prevenzione del rischio da contagio per i nuovi ingressi in carcere, obbligo o meno di attendere l’effettuazione di un tampone per organizzare il trasferimento di un detenuto, il controllo all’ingresso in istituto dei familiari, avvocati, volontari; disposizioni relative ai periodi di quarantena ( una settimana o quattordici giorno o sono sufficienti tre giorni ?)
Nel nostro paese ci sono 196 istituti penitenziari ed 11 provveditorati responsabili di un territorio che, in sei casi, copre fino a tre regioni e le regole applicate in un istituto non sono le stesse applicate in un altro.
Tutti ormai sappiamo bene come il sistema sanitario nazionale sia diverso da regione a regione da città a città e da liberi cittadini ci adattiamo a queste diversità spesso subendole.
Ma la diversità del sistema sanitario all’interno degli istituti penitenziari pone seri problemi anche di ordine pubblico. Su questi non è più rinviabile un SUO intervento politico perché insieme al Ministro della Salute sia convocata urgentemente la Conferenza Stato Regioni per elaborare ed attuare un protocollo UNICO da applicare in TUTTI gli istituti penitenziari del territorio nazionale anche in deroga alle differenti disposizioni varate dalle singole regioni in tema di gestione del contagio da COVID-19.
La sicurezza e la tutela dei diritti di tutti , detenuti e lavoratori del settore penitenziario – devono essere garantiti .
Certi della sua sensibilità ed attenzione confidiamo in una Suo autorevole e tempestivo intervento.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Al Signor Capo del Dipartimento
Presidente Bernardo Petralia

Oggetto: linee guida per la gestione della fase 3 emergenza sanitaria negli istituti penitenziari

Il prossimo 30 giugno secondo le disposizioni impartite dal D.L n.29 del 10 maggio u.s .termina il
periodo di emergenza anche negli istituti penitenziari italiani e dovrebbe avere avvio il piano di progressivo ripristino della “normalità”.
Sono note alla S.V., tutte le difficoltà organizzative incontrate dai dirigenti e da tutti gli operatori penitenziari impegnati nella gestione della pandemia e nella riduzione del rischio di contagio, così
come è noto l’impegno che gli stessi hanno messo in atto per garantire in buon andamento della
organizzazione interna degli istituti.
Molti degli episodi che sono saliti “all’onore delle cronache” potevano essere sicuramente evitati o
ridotti nel numero ove ci fosse stata una maggiore, attenta, programmata azione di comunicazione
delle disposizioni operative da adottare e da attuare nei 196 istituti del territorio nazionale.
Se si impara dagli errori, il nuovo corso avviato con la SUA nomina a Capo del Dipartimento dovrebbe consentire decisioni chiare ed attuabili.
Il sistema sanitario nazionale che è incaricato di occuparsi della salute dei detenuti e che come
noto si articola in distretti regionali e locali, ha mostrato e mostra differenze sostanziali tra un territorio e l’altro. Anche nella gestione della pandemia e delle misure di prevenzione per la riduzione del rischio di contagio si sono registrate queste diversità.
Questo aspetto, già abbastanza grave per la gestione della salute pubblica, assume connotati
drammatici se lo osserviamo nella realtà della gestione del sistema sanitario in carcere.
Le differenze si sono registrate nella somministrazione di tamponi, nelle disposizioni relative al
tempo da trascorrere in quarantena – ove sia riscontrata una positività ovvero ove si sia stati a contatto con un soggetto risultato positivo al virus- , nella riorganizzazione dei colloqui in presenza,
nell’ingresso dei nuovi giunti nel trasferimento di un detenuto da un istituto all’altro nello stesso
Provveditorato ma da una regione all’altra.

Se il termine del 30 giugno verrà confermato, dal 1° luglio si dovrebbero riprendere tutte le attività
ordinarie all’interno degli istituti di pena. Dovrebbero rientrare i semi-liberi, essere ripristinati i colloqui nella loro ordinaria articolazione, dovrebbero essere ripresi i trasferimenti dei detenuti da una regione all’altra, essere autorizzati gli ingressi in carcere ai rappresentanti delle associazioni di volontariato.
Anche se da tutti il carcere è percepito come una realtà chiusa, l’apertura al mondo esterno è parte
essenziale ed imprescindibile del sistema dell’esecuzione della pena che garantisce la tutela dei
diritti delle persone ristrette ed il loro recupero sociale.
Quindi il carcere è aperto e la movimentazione dall’interno verso l’esterno e viceversa al tempo di
pandemia deve trovare una unitarietà di gestione che gli undici Provveditorati regionali/interregionali e le singole Direzioni non possono realizzare. Non da soli!
Le regole sanitarie da applicare negli istituti penitenziari sono, per competenza, stabilite dalle ASL
e si riferiscono ai protocolli che ogni singola Azienda Sanitaria regionale ha varato. Tali regole de-
vono essere rispettate da ogni singolo istituto penitenziario anche se disfunzionali alle finalità di
gestione dell’istituto stesso.
Ora più che mai è necessario un intervento autorevole e politico che solo LEI Signor Capo Dipartimento può assumere, chiedendo, per il tramite degli organi istituzionali da LEI ritenuti idonei, di emanare un protocollo UNICO da applicare in TUTTI gli istituti penitenziari del territorio anche in deroga alle differenti disposizioni varate dalle singole regioni in tema di gestione del contagio da COVID-19.
Ci auguriamo che disposizioni chiare ed univoche raggiungano tempestivamente tutte le sedi penitenziarie così da consentire ai provveditorati di impartire le disposizioni, ai direttori di organizzarne l’attuazione, al personale di prepararsi al cambiamento della routine penitenziaria e di informare per tempo tutta la popolazione detenuta, in sicurezza e nel rispetto dei diritti di tutti.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia ancora una volta la mancata attenzione per la salute e sicurezza del personale

A seguito della richiesta della Fp Cgil VVF in merito all’inserimento del personale del CNVVF nel sistema assicurativo INAIL pubblichiamo la nota di risposta dell’Istituto.

Da evidenziare le parole espresse dal Direttore Centrale:

A tal fine l’Istituto in più occasioni si è reso disponibile al confronto con i vertici del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nonché da ultimo (2019) anche con i ministeri interessati.
L’obiettivo perseguito era quello di verificare, dopo una prima ricognizione normativa, la fattibilità e sostenibilità della eventuale presa in carico dei lavoratori da parte dell’Istituto, anche a seguito di un confronto puntuale dei trattamenti in essere con quelli erogati dallo scrivente.

Meditate gente

Pubblichiamo la nota con la quale chiede l’incontro con l’Amministrazione per conoscere come intenda procedere in merito alla formazione del personale e all’organizzazione del soccorso sugli scenari acquatici, a tutela della salute e sicurezza del personale

Pubblichiamo lo stato di agitazione indetto dalle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, in merito alle problematiche nella gestione organizzativa del personale

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