Pubblichiamo la circolare e i relativi allegati, emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali riguardo la revisione del modello di classificazione degli incendi di vegetazione e glia

Pubblichiamo la graduatoria finale del Corso 87° per AA.VV.F.

Valorizzare tutte le figure professionali coinvolte nelle attività territoriali. SCARICA IL TESTO INTEGRALE.

La strutturazione della figura dell’Infermiere di famiglia e di comunità (Ifc), all’interno del Distretto, può offrire un contributo necessario e importante al fine di garantire, attraverso la presa in carico anche domiciliare dei casi, l’individuazione precoce della malattia, la prevenzione delle complicanze, la gestione delle cronicità e non ultimo la riduzione del sovraccarico sui Pronti Soccorso e sugli Ospedali. È quanto si legge nel testo di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl consegnato nel corso dell’audizione presso la commissione Igiene e Sanità del Senato sul ddl 1346 (infermiere di famiglia), nel sottolineare la necessità che “l’Ifc sia alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale”.

Partendo da questo assunto, fanno notare i sindacati, “non appare chiarissima la finalità del Ddl in ordine alla natura della figura che si vuole disciplinare: l’Ifc è attualmente oggetto di formazione post laurea ma, com’è noto, non è una professione sanitaria a sé”. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl rilevano che “non essendo ad oggi la figura oggetto di accordo Stato-Regioni, ai sensi della L.43/2006 non appare chiaro come finirebbe per inserirsi l’infermiere di famiglia e di comunità istituito dal DDL nell’attuale quadro normativo che regola le professioni sanitarie e le figure di natura specialistica, col rischio di ingenerare ulteriore “confusione”.

Così come, proseguono, “desta più di una domanda quanto disciplinato dall’art. 2 comma 2 del Ddl, in quanto indica in modo non equivocabile che l’attività prevista sia da considerarsi non in continuità con quella di carattere ospedaliero, ma in alternativa, disegnando così uno scenario nel quale, a parità di patologia, sia possibile trattare pazienti o in ospedale o al domicilio. Viene da chiedersi, perciò, in un contesto in cui le strutture ospedaliere sono da tempo e in maniera assoluta dedicate alle acuzie, quali patologie possano essere trattate più appropriatamente di quanto non accada ora presso il domicilio del paziente. Questa previsione, inoltre, non risulta coerente con i contenuti del successivo art. 4 il quale, nell’attribuire le competenze all’infermiere di famiglia le fa in gran parte coincidere in termini di funzioni con quelle ora attribuite all’assistenza domiciliare”.

Quest’ultima misura, inoltre, “oltre a correre il rischio di ingenerare processi confusivi e sovrapposizioni di competenze, se messa in coerenza con la previsione di rapporti di lavoro di natura esclusivamente convenzionale, potrebbe far intravedere il rischio di un massiccio processo di dismissione della gestione diretta da parte del Ssn di queste funzioni. Quanto sopra risulta in netto contrasto con la scelta di un Ssn basato sull’integrazione e sulla continuità fra percorsi ospedalieri e percorsi territoriali e in profonda antitesi con quanto emerso durante l’emergenza Covid-19 sulla necessità di potenziare il ruolo del Distretto e delle attività in esso incluse”.

Infine, “ma prioritario in termini d’importanza” per Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, “c’è il tema della tipologia del rapporto di lavoro, convinti come siamo che la dipendenza sia la strada di gran lunga migliore e più sicura per garantire sia i cittadini che chi lavora. In questi anni abbiamo misurato con mano, e la tragedia della pandemia l’ha messo di fronte agli occhi di tutti, i danni prodotti da un sostanziale depauperamento e da una progressiva precarizzazione dell’occupazione del nostro servizio sanitario nazionale, così come quelli derivanti da un’eccessiva frammentazione dei processi organizzativi e clinici legati al sistema delle cure primarie”.

La scelta operata dal Ddl in questione, “che modificando l’articolo 3 del Dlgs 502/92 inserisce l’Infermiere di famiglia e di comunità quale ‘terzo pilastro’, dopo i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, ma come soggetto esterno e in convenzione rispetto ai servizi a gestione diretta delle aziende sanitarie, rischia invece di decontestualizzarne l’intervento dal sistema delle cure primarie, smentendo in parte le condivisibili intenzioni riguardo il fatto che l’Infermiere di famiglia e di comunità debba agire in un contesto multiprofessionale e quale parte integrante di quel sistema.Tale scelta, se confermata, andrebbe in direzione contraria a ciò che sarebbe necessario fare in tema di riforma del sistema delle cure primarie, e cioè ricondurre ad unità, nella sua complessità, la presa in carico e la continuità assistenziale delle persone”.

“Riteniamo invece che nella strutturazione dell’Infermiere di famiglia e di comunità all’interno delle attività distrettuali, sia necessario apportare modifiche atte alla creazione di una rete assistenziale e di presa in carico che coinvolga, oltre che lo stesso infermiere, anche le professioni sanitarie ostetrica, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, professioni sanitarie che compiutamente rispondono all’attuale esigenza di salute sul territorio, definendone con chiarezza la piena autonomia, determinando la loro dipendenza, come quella di tutti i professionisti interessati, da direzioni delle professioni sanitarie affidati ai relativi direttori dando piena attuazione a quello che è il dettato normativo della 251/2000. Mai come in un momento delicato come questo per il paese è fondamentale che la politica sappia cogliere tutte le esigenze per meglio rispondere alla tutela della salute dei cittadini”, concludono.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane con la quale ha predisposto le assegnazioni per il personale dell’87° corso

Disattesi accordi, vertici mettono a rischio lavoratori e cittadini

Al via lo stato di agitazione del personale dell’Inps. A proclamarlo sono unitariamente Fp Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp e Confsal Unsa. Alla base di questa decisione “la palese violazione dell’accordo del 3 giugno” da parte dell’amministrazione, intesa siglata per affrontare la fase 2 con l’obiettivo di “coniugare i diritti dei lavoratori dell’ente con quelli della cittadinanza”.

I sindacati denunciano, infatti, come i vertici dell’Inps “abbiano disatteso quanto previsto, non convocando il tavolo di monitoraggio, né fornendo alcun dato sullo stato delle lavorazioni dei ‘prodotti covid’ e sul servizio di informazione agli utenti reso in questo periodo di emergenza, ma limitandosi ad informarci della propria volontà di aprire gli sportelli al pubblico con accesso fisico a partire dal prossimo 1° luglio”.

Una scelta che, osservano ancora, “espone al rischio le lavoratrici e i lavoratori dell’istituto, non solo dal punto di vista sanitario relativo al Coronavirus ma anche per un rischio aggressione derivante da una campagna che mira a convincere l’opinione pubblica che i lavoratori dell’Istituto non stiano lavorando sufficientemente, sebbene anche senza strumentazione dell’istituto, essi abbiano continuato a lavorare incessantemente e responsabilmente, a tutte le ore e finanche i giorni festivi, nella consapevolezza di dare risposte ai bisogni della cittadinanza in difficoltà economica”.

Ora, proseguono i sindacati, “diciamo basta. Basta a una gestione che viola gli accordi sindacali, basta a una gestione che vuole mettere a rischio la sicurezza dei propri lavoratori, basta a una gestione che non fa chiarezza sui dati, mortificando il sacrificio e l’impegno lavorativo del personale Inps. In tutto questa bagarre sui numeri, usati strumentalmente anche per attacchi politici, la parte peggiore la sta pagando chi, anche con propria strumentazione, sta facendo l’impossibile per garantire ai cittadini i servizi attraverso il proprio lavoro quotidiano: il personale Inps”. Per queste ragioni Fp Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp e Confsal Unsa proclamano lo stato di agitazione del personale, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, chiedendo allo stesso tempo un incontro urgente con il Cda dell’ente guidato da Pasquale Tridico.

No a riforme contro i lavoratori e l’interesse pubblico

La FP CGIL reputa conclusa la discussione fin qui artatamente condotta dal management e, in coerenza con le posizioni sempre assunte nella circostanza, ribadisce il proprio convinto e insopprimibile dissenso alla surreale ipotesi di trasformazione dell’ENAC in Ente Pubblico Economico sostenuta dal Presidente e dalla Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.
Dopo aver sempre eluso il confronto più volte richiesto dalle rappresentanze sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ente, e nell’evidente tentativo di aggirarne le note posizioni, risulta alla FP CGIL che la Ministro abbia autorizzato la vice capo di Gabinetto Di Matteo a tenere un incontro non ufficiale con le OO.SS. del personale del Comparto trasporti, volendo aprire una divisione tra le categorie di lavoratori pubblici e dei trasporti che per la Cgil non ci sono, e che non potranno mai esserci, e anzi, ringraziamo la FILT Cgil per la correttezza e la solidarietà testimoniata alle lavoratrici e lavoratori dell’Enac in lotta,che sull’argomento non hanno alcuna alcuna titolarità a partecipare al tavolo, né possono esprimere posizioni sulle istanze avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori della categoria del pubblico impiego, perché non li rappresentano e non possono rappresentarli per legge.
Eppure, non contenti di aver ricevuto un secco NO anche da queste – dichiaratesi ovviamente non competenti sul caso, tranne una, che si è resa invece disponibile a discuterne al tavolo politico, non sappiamo a che titolo – a quanto pare ci riprovano, e le convocano nuovamente con la stessa modalità. Incredibile ma vero!
Fatte salve le valutazioni di natura legale che riguarderanno in ogni caso l’eventuale condotta antisindacale fin qui tenuta dal management dell’ENAC e dal Ministro nella vicenda, consideriamo inaccettabile l’irriguardosa modalità di relazione imposta al confronto sindacale dal Presidente Zaccheo e dalla Ministro De Micheli, a dispetto delle prerogative sindacali e della legittima rappresentanza degli interessi dei lavoratori tutelati dalla FP CGIL, che non intendono accettare alcuna ipotesi di riforma e/o di trasformazione dell’ENAC così come la si vorrebbe loro imporre dall’attuale Presidente e Ministro.
Se la Ministro De Micheli si ostinerà a non recedere dal proprio modus operandi, e a non convocare le organizzazioni sindacali del pubblico impiego, essendo contraria alla trasformazione dell’Enac in EPE la FP CGIL è pronta a trasformare lo Stato di agitazione in essere in SCIOPERO delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ENAC.
Non esistono solo i giochi di palazzo, va riaffermato il rispetto delle regole sulla Rappresentanza e sule prerogative sindacali e, soprattutto, la volontà di mantenere il carattere pubblicistico dell’unico Ente che si occupa di Aviazione Civile!

PROTOCOLLO SICUREZZA E LAVORO AGILE
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DEI DIPENDENTI

Verso il riconoscimento dei buoni pasto

In data 26 giugno 2020 si è svolto un ulteriore incontro in videoconferenza tra le OO.SS., RSU e l’Amministrazione in merito ai contenuti dell’Accordo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti del Ministero del Lavoro.
Si tratta di linee guida generali per il contenimento della diffusione del virus COVID 19 e per la regolamentazione della prestazione lavorativa in modalità agile in applicazione dell’art. 87 del DL 17 marzo 2020 fino al termine dell’emergenza. Rispetto al precedente testo presentato dall’amministrazione la principale modifica apportata in recepimento alle nostre precedenti richieste riguarda il riconoscimento del buono pasto per le giornate di lavoro agile svolte dall’inizio dell’emergenza nel rispetto dei piani orari già definiti In merito alla bozza di accordo presentata abbiamo formulato alcune proposte di modifica relativamente alla necessità di inserire:

• la costituzione di un Comitato di confronto con le OO.SS. e l’amministrazione per l’individuazione e la proposta di soluzioni e regole di comportamento condivise per la riduzione dei rischi di contagio, nonché per il monitoraggio e l’aggiornamento dell’accordo a seguito dell’evoluzione della situazione sul territorio nazionale;

• la previsione nella fase della futura graduale ripresa delle attività in presenza di specifiche tutele per le categorie fragili e per particolari situazioni legate alla cura dei figli o all’assistenza di familiari con disabilità, nonché alla distanza dalle sedi degli uffici che spesso costringe all’utilizzo di più mezzi pubblici;

• la possibilità di estendere al 31 dicembre 2020 l’utilizzo del lavoro agile quale modalità ordinaria di lavoro seppur adeguando l’utilizzo di tale strumento alle esigenze di progressiva riapertura degli uffici, in ogni caso prevedendo la presenza in sede dei lavoratori a rotazione nell’arco della settimana, ed a quelle di cittadini ed imprese.

• L’impegno ad introdurre maggiore flessibilità dell’orario di lavoro e la possibilità, nelle giornate di lavoro in presenza, di terminare da remoto l’orario di lavoro per evitare al massimo la compresenza dei lavoratori.
Al termine dell’incontro abbiamo chiesto un aggiornamento in merito alla situazione dello stabile di via Flavia a seguito dell’incendio che ha interessato alcuni locali dello stabile. L’amministrazione a tal proposito ci ha comunicato che sono in corso i sopralluoghi necessari e solo a seguito delle relazioni tecniche del personale incaricato sarà possibile ripristinare l’accesso agli uffici quantomeno relativamente alle parti che non sono state direttamente interessate all’evento. CGIL CISL e UIL hanno sollecitato l’Amministrazione ad adoperarsi nelle opportune sedi per garantire, in via prioritaria, il rientro dei custodi nelle proprie abitazioni site nello stabile di via Flavia ed eventualmente in via secondaria un migliore e più adeguato alloggio temporaneo. Da ultimo, al fine di semplificare ed uniformare soprattutto le procedure legate alla sicurezza dei lavoratori, abbiamo chiesto al Segretario Generale di cogliere l’occasione della prossima riorganizzazione per ridurre il numero dei datori di lavoro.

Roma, 30 giugno 2020

FP CGIL
Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini

CISL FP
Michele Cavo Marco Sozzi

UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi

Rivendichiamo corrette relazioni sindacali.

Tante le richieste di incontro avanzate dalla Fp Cgil VVF all’Amministrazione, tutte su aspetti che riguardano importanti questioni legate al personale del Corpo.

Nonostante abbiamo dimostrato appartenenza e capacità di analisi proponendo anche soluzioni all’Amministrazione nei momenti più complicati legati al Covid-19 quest’ultima si ostina a negare le corrette relazioni sindacali discutendo, attraverso il sentito sindacale, di questioni che non rientrano tra le priorità del Corpo e che rispondono ad esigenze organizzative ed economiche di una sola parte del personale, direttivi e direttivi aggiunti.

Pari dignità e pari trattamento, questo è quello che chiediamo

ORA BASTA: LA SICUREZZA NON E’ UN OPTIONAL!

In precedenza, avevamo espressamente dichiarato che, ove l’Amministrazione avesse scelto di andare avanti per la propria strada, noi avremmo agito di conseguenza.
Per questo, alla luce della palese violazione dell’accordo del 3 giugno, proclamiamo, a partire da oggi, lo stato di agitazione del personale.
Invitiamo, pertanto, le nostre rappresentanze territoriali e le RSU a non firmare tutti quegli accordi territoriali che, richiamando il messaggio Hermes n.2561 del 23 giugno u.s., non rispettano il contenuto dell’accordo del 3 giugno.
Invitiamo le nostre rappresentanze territoriali e le RSU e gli RLS a denunciare alle autorità competenti qualsiasi inadempimento dell’Amministrazione in materia di salute e sicurezza, dal mancato aggiornamento di DVR e DUVRI, alla carenza o mancanza dei DPI, al mancato rispetto delle misure di contenimento del rischio epidemiologico stabilito dall’accordo del 3 giugno.
Invitiamo le nostre rappresentanze territoriali a proclamare giornate di assemblea,per sigla ed in giorni diversi affinché i lavoratori con la loro partecipazione a tutte le assemblee indette dalle scriventi OO.SS. possano testimoniare che tutte le sigle firmatarie dell’accordo del 3 giugno stanno tutelando il personale dell’Inps ed i servizi alla cittadinanza.
In tutto questo, l’Amministrazione sembra dimenticare che il rischio maggiore è rappresentato dalla sicurezza dei lavoratori dell’Istituto, esposti non solo al rischio sanitario derivante dal coronavirus, ma anche ad un rischio aggressione derivante da una campagna stampa che mira a convincere l’opinione pubblica che i lavoratori dell’Istituto non stiano lavorando sufficientemente, sebbene anche senza strumentazione dell’istituto, essi abbiano continuato a lavorare incessantemente e responsabilmente, a tutte le ore e finanche i giorni festivi, nella consapevolezza di dare risposte ai bisogni della cittadinanza in difficoltà economica.
Più volte abbiamo chiesto chiarezza sui dati e sullo stato delle lavorazioni dei “prodotti covid”, come sul servizio di informazione agli utenti reso in questo periodo di emergenza, senza ricevere mai nulla dall’Amministrazione.
Ora diciamo BASTA:
basta a una gestione che viola gli accordi sindacali,
basta a una gestione che vuole mettere a rischio la sicurezza dei propri lavoratori,
basta a una gestione che non fa chiarezza sui dati, mortificando il sacrificio e l’impegno lavorativo del personale Inps.
In tutto questa bagarre sui numeri, usati strumentalmente anche per attacchi politici, la parte peggiore la sta pagando chi, anche con propria strumentazione, sta facendo l’impossibile per garantire ai cittadini i servizi attraverso il proprio lavoro quotidiano: il personale Inps.

Roma, 29 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Alla cortese attenzione del
CdA dell’INPS

Oggetto: Richiesta  di incontro urgente

Gentilissimi,
nei giorni scorsi anche in INPS si è aperta una discussione su come l’Istituto debba
affrontare la cosiddetta “Fase 2”.
Il frutto di questa discussione è stato un accordo sindacale, firmato lo scorso 3 giugno
da quasi tutte le sigle presenti in Inps, con cui si è inteso coniugare i diritti dei lavoratori
dell’Ente con quelli della cittadinanza. In particolare, tra i molteplici punti qualificanti di
quell’accordo, a nostro parere, occorre rilevare in special modo la fondamentale
importanza nell’utilizzazione del canale telefonico e/o informatico per garantire i servizi
informativi alla cittadinanza. Tale modalità, se adeguatamente promossa alla
cittadinanza con massicce campagne stampa, avrebbe potuto garantire l’erogazione dei
servizi in totale sicurezza.
Spiace constatare, invece, come non solo tale campagna di comunicazione non sia mai
effettivamente partita, ma anche che l’Amministrazione abbia deciso unilateralmente di
violare l’accordo sindacale del 3 giugno, non convocando alcun tavolo di monitoraggio
così’ come previsto dall’intesa –ciò che si era impegnata a fare entro il 30 giugno -, né
fornendo alcun dato sullo stato delle lavorazioni dei “prodotti covid” e sul servizio di
informazione agli utenti reso in questo periodo di emergenza – nonostante le nostre
reiterate richieste -, ma limitandosi ad informarci della propria volontà di aprire gli
sportelli al pubblico con accesso fisico a partire dal prossimo 1° luglio.
Tale modalità, assolutamente irrispettosa di corrette relazioni sindacali, rischia di
sovraesporre i dipendenti delle sedi non solo a rischio di contagio, ma soprattutto a
rischi di aggressione, vista anche la forte campagna di attacco contro l’Istituto e i suoi
dipendenti.
Per questo, chiediamo un incontro urgente con le SS.LL., anche considerando che, dalla
data di insediamento del CdA, non abbiamo ancora avuto modo di avviare un confronto
sulle diverse criticità presenti in Inps e sul programma di lavoro che il CdA intende
portare avanti nel corso del proprio mandato.
In attesa di riscontro alla presente con cortese urgenza, porgiamo cordiali saluti.

Roma, 29 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Roma, 26 giugno 2020

A tutti i lavoratori

Prestiti al Personale

Si è tenuta questa mattina la prevista riunione con l’Amministrazione in materia di
abbassamento dei tassi di interesse sui prestiti al personale, per la quale avevamo già
chiesto in precedenza di ampliare l’ordine del giorno con altri importanti argomenti quali,
l’abbassamento dei tassi di interesse sui mutui ipotecari e la sottoscrizione del “verbale
d’intesa per emergenze” con cui disciplinare gli istituti giuridici ed economici spettanti al
personale che opera, appunto, in regime di lavoro agile per emergenze.
Relativamente alla predetta richiesta di integrazione, l’Amministrazione ci ha comunicato
che sta procedendo a tutta una serie di approfondimenti e che, quindi, gli argomenti
proposti verranno affrontati in successivi incontri. Ovviamente, nel prendere atto, abbiamo
ribadito con forza la necessità di accelerarne i tempi di definizione.
Per quanto attiene, invece, all’argomento unico posto all’ordine del giorno,
l’Amministrazione ci ha sottoposto “verbalmente” la seguente proposta di revisione dei
tassi:
–  si passerebbe dall’1 allo 0,85% per importi fino a 35.000,00 Euro;
–  si passerebbe dall’1,50 all’1,275 % per importi da 35.001,00 fino a 75.000,00;
– si passerebbe dal 2 all’1,70 % per importi oltre i 75.000,00.
In relazione a ciò, abbiamo fatto presente che, per tali argomenti di natura prettamente
tecnica, è il caso che gli incontri vengano preceduti dall’invio alle Organizzazioni sindacali
della necessaria documentazione a supporto della proposta avanzata; permettendo così
alle parti di poter meglio comprendere analisi, meccanismi e razionali, nonché consentire
la presentazione di puntuali contro proposte.
L’appunto, come è ovvio, non è rivolto ai colleghi impegnati nell’esame e stesura dei
documenti utili alla definizione degli accordi, ai quali abbiamo comunque indirizzato il nostro
plauso.
Coerentemente con la necessità di procedere nel dare concrete risposte al personale
abbiamo, comunque, convenuto di addivenire in tempi rapidi ad una proposta di verbale
che avvii celermente la procedura di rinegoziazione automatica dei nuovi tassi da applicare
sulla quota residuale del prestito in atto al dipendente, con una data di decorrenza il più
possibile anticipata visto il tempo trascorso.
È importante “portare a casa” una delle tante vertenze da tempo sostenute dalle Scriventi,
puntualmente rinnovate all’Amministrazione anche in quest’occasione, perché segna un
primo passo verso quel dovuto riconoscimento dell’enorme lavoro svolto da tutto il
personale dell’Istituto.
Questo non ci esime dal dover stigmatizzare, ancora una volta, alcuni comportamenti poco
rispettosi dei lavoratori che le OO. SS. rappresentano al tavolo nazionale e che palesano in
modo evidente la distanza che ha l’Amministrazione rispetto alle giuste e sacrosante
rivendicazioni dei dipendenti dell’Istituto.
Non possiamo perdere ulteriormente tempo. La prima lettera di ringraziamento al Personale
porta la data del 20 marzo 2020: siamo al 26 giugno!!!

A. Mercanti           M. Molinari             F. Savarese

Roma, 24 giugno 2020

A tutti i lavoratori

Monitoraggio Protocollo 15 maggio 2020

Il 23 giugno u.s. su richiesta delle scriventi Organizzazioni si è tenuta una riunione per fare
il punto della situazione rispetto allo stato di attuazione del Protocollo del 15 maggio 2020.
Monitoraggio che, ricordiamo, è possibile attivare esclusivamente grazie alla previsione
inserita all’interno del predetto Protocollo dalle organizzazioni sindacali firmatarie e che
permette di poter verificare la corretta applicazione delle linee guida previste nel testo e
successivamente declinate in maniera più dettagliata per le varie professionalità interne
all’Istituto, oltre a permettere la partecipazione di chi, comunque, ha ancora difficoltà a
capire la finalità del documento prodotto congiuntamente all’Amministrazione in supporto
alle Strutture territoriali chiamate a riavviare gradualmente le proprie attività in presenza
a seguito della ripresa e dell’incremento della domanda di servizi da parte del tessuto
produttivo del Paese.
Un O.d.G. molto impegnativo, ulteriormente arricchito dalla presentazione, appunto, di tre
distinti documenti in conformità con gli impegni assunti in sede di sottoscrizione e che
implementano le regole sulla sicurezza dei lavoratori, con particolare riferimento alle
attività esterne all’Istituto, come l’attività di verifica degli impianti, quella di vigilanza e
quella sanitaria.
Quest’ultimo documento, per la verità, consegnato tardivamente rispetto all’adozione dello
stesso da parte del gruppo di lavoro chiamato a delinearne i contenuti, pertanto nessuna
valutazione di merito è stata avanzata dai presenti, se non il plauso per il gran lavoro
prestato dai colleghi.
La richiesta di attivazione del Tavolo, nata a seguito della forte esigenza
manifestata dai lavoratori nel corso delle numerose e partecipate assemblee
telematiche, ci ha permesso di segnalare alcune distorte letture delle indicazioni fornite
con il Protocollo e divulgate dal Direttore Generale, con particolare riferimento all’assenza,
in alcuni casi, del previsto confronto con RSU ed Organizzazioni Sindacali, alla previsione
di rientri da parte del personale senza aver avviato la necessaria rilevazione dei lavoratori
cd. fragili a cura del medico competente, nonché al richiamo in servizio di alcune particolari
tipologie di personale in assenza di qualsiasi motivazione a supporto di tale scelta.
Nel corso dell’incontro, si sono anche affrontate alcune tematiche “off topic”, ma che
rientrano a pieno titolo nell’opportunità di evitare fughe in avanti da parte di alcuni
responsabili di sede.
A tale ultimo riguardo, si è colta l’occasione per ribadire l’assenza di un vincolo
domiciliare per il lavoratore che opera in lavoro agile per emergenze, la necessità
di non avviare l’individuazione di Progetti speciali in assenza del previsto accordo nazionale
e con modalità mai condivise tra le parti, potendosi configurare a tal proposito una condotta
antisindacale che non avremmo remore a denunciare in caso di necessità, nonché per
stigmatizzare l’inaccettabile silenzio rispetto alla discussione su tutti gli istituti
giuridici ed economici spettanti al personale che opera in modalità agile per
emergenze.
Nel rivendicare l’utilità del meccanismo del monitoraggio introdotto all’interno del
Protocollo, che ricordiamo è attivabile da tutti i sottoscrittori dello stesso, anche da coloro
che, spacciandosi per tutori dei lavoratori, attendono sia l’Amministrazione a convocarli per
rappresentare la propria infallibilità, riteniamo insoddisfacente l’esito dell’incontro, in
quanto ennesima occasione persa per riconoscere al personale il merito di aver tenuto
la barra dritta nonostante le enormi difficoltà vissute all’interno del periodo
emergenziale.

A. Mercanti                    M. Molinari                          F. Savarese

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