Dopo la testimonianza di Marina, ostetrica, e Antonella, operatrice socio-sanitaria, questa volta la parola a Barbara, agente di polizia locale, e Carmen, dipendente Inps.

 

Il loro lavoro non si è mai interrotto. Hanno lavorato nell’emergenza e per l’emergenza. Insieme al grande lavoro di medici e infermieri, hanno affrontato il Covid-19 sotto tutti i punti di vista: sanitario, sociale, economico. E hanno dovuto farlo molto spesso con la difficoltà di conciliare vita e lavoro, in un momento in cui tutto era fermo, le scuole chiuse e i figli a casa. Stiamo parlando delle tante, tantissime donne che fanno parte dei servizi pubblici.

Donne e lavoratrici, ognuna delle quali in questi mesi si è sobbarcata la responsabilità di lavorare per l’emergenza, al servizio dell’intero Paese. Ognuna di loro, per motivi diversi, aveva addosso una responsabilità enorme. E a questo senso di responsabilità si è spesso aggiunta la difficoltà di conciliare il proprio lavoro con la vita privata. Donne e spesso mamme con figli a casa, a causa delle scuole chiuse, o con familiari a cui dover badare. E spesso con il timore di essere potenziali portatrici del virus, per il fatto di non essersi mai fermate.

Sono loro a raccontarci cosa ha significato lavorare in emergenza e per l’emergenza, cosa è voluto dire sentire la responsabilità del benessere delle persone, capire che dallo svolgimento del proprio lavoro, mai come adesso, dipendeva il bene altrui. Lavoratrici dei servizi pubblici, in prima linea, e donne con un proprio personale.

 

Barbara, agente di polizia locale

Barbara, agente di polizia locale, è stata in strada a garantire sicurezza, a fare controlli perché si rispettassero le regole nella fase di lockdown durante la quale i motivi per uscire di casa erano limitati. Un compito delicato, quello di verificare gli spostamenti, quando in strada ci si doveva occupare spesso anche di gestire senza-tetto, tossicodipendenti o altre categorie disagiate, chiaramente senza mascherina e protezioni di alcun tipo. E’ stato complicato soprattutto per una mamma che per mesi ha dovuto spiegare a un bambino di 8 anni perché preferiva evitare di abbracciarlo, di stringerlo a sé. E perché, con tutto quel pericolo là fuori di cui parlava la televisione, la mamma doveva uscire di casa lo stesso e andare a lavorare.

 

Carmen, dipendente Inps

E poi Carmen, dipendente Inps, ha lavorato giorno e notte affinché a tutti arrivasse la tanto chiacchierata e tanto attesa cassa integrazione, per molti unico appiglio economico per andare avanti. Ci ha raccontato di come ha vissuto questi mesi di lavoro, con sulle spalle tutto il peso e la responsabilità di essere quel tramite che avrebbe garantito a tantissime famiglie di arrivare a fine mese, di sorreggersi. Un peso enorme, una responsabilità molto seria.

 

Questi i mesi in emergenza vissuti da Carmen e da Barbara, ma anche da Marina e Antonella, e dalle migliaia di donne in tutto il Paese che hanno lavorato per l’emergenza, aiutando tutti noi ad affrontarla al meglio. Sono piccoli racconti di grandi responsabilità che hanno investito tutti i lavoratori dei servizi pubblici, la maggior parte dei quali sono donne. Donne ancora oggi poco valorizzate, che devono sgomitare per avere le stesse opportunità dei colleghi uomini, vittime di visioni culturali e professionali arcaiche che difficilmente le vedono in carriera, soprattutto se mamme. Faremmo bene a ricordare, quando tutto questo sarà finito e il polverone di questa emergenza si sarà depositato a terra, quanto ha contato in questi mesi drammatici il contributo delle donne.


Donne al lavoro, protagoniste dell’emergenza

 

 

Ripubblicizzazione dei Servizi Pubblici.
Al seguente link potete trovare un Database Internazionale  sui servizi che sono stati ripubblicizzati (International Interactive database of de-privatized public services https://publicfutures.org).

Ci sembra molto interessante e può essere di aiuto per i territori che stanno affrontando questo tipo di processo, insieme al materiale che vi abbiamo inviato ieri. Come Dipartimento Internazionale, qualora troviate degli esempi interessanti su scala mondiale che possano richiamare situazioni a voi vicine, siamo a vostra disposizione per eventuali approfondimenti e/o contatti.
Buon lavoro
Nicoletta Grieco

Roma, 2 luglio 2020

Al Segretario Generale
Cons. Franco MASSI
SEDE

Al Vice Segretario Generale
Cons. Saverio GALASSO
SEDE

Al Consigliere Sergio Gasparrini
SEDE

Al Dirigente Generale delle Risorse Umane
Dott. Pasquale LE NOCI
SEDE

Alla Dirigente Generale degli AA.GG.
Dott.ssa Laura Cicchetti
SEDE

Alla Presidente del CUG
Dott.ssa Oriana CALABRESI
SEDE

Al Servizio Relazioni Sindacali
SEDE

Al Segretario Nazionale FP CGIL
Via L. Serra, 31 00153 Roma
oliverio@fpcgil.it

e, p.c. A tutto il personale

Oggetto: Circolare n. 22 Riavvio attività COVID-19 (Smart Working) – Protocollo di accordo Prevenzione e Sicurezza dipendenti pubblici Emergenza Covid-19 CGIL CISL UIL e Ministra PA del 3 aprile 2020 – Circolare n. 23 Modalità applicative Alte Professionalità.

La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, fa presente quanto segue:
in riferimento alla Circolare n. 22 del 19 giugno u.s. (in allegato ed evidenziato in giallo) i vertici dell’Istituto hanno definito al punto 3 le modalità di svolgimento dello Smart Working, unilateralmente, dove si evince, tra l’altro, al punto c) l’individuazione della fascia di reperibilità, senza un propedeutico e corretto confronto con le Organizzazioni Sindacali. In data 29 maggio u.s. la scrivente Organizzazione Sindacale aveva, altresì, inviato ai vertici una nota (in allegato) nella quale veniva chiesta l’apertura di un tavolo negoziale ad hoc sulle modalità di svolgimento dello Smart Working, proprio in virtù che dovrà considerarsi, anche successivamente all’emergenza Covid-19, uno strumento ordinario di lavoro; nella stessa nota veniva anche fatto presente che in molte altre Amministrazioni Pubbliche sono stati sottoscritti accordi che prevedono, anche in regime di Lavoro Agile, l’erogazione del buono pasto.
In questi mesi di emergenza sanitaria da Covid-19 l’Amministrazione ha sempre emanato in modalità unilaterale, le indicazioni sulle materie di Prevenzione e Sicurezza, mentre in data 3 aprile u.s. veniva sottoscritto un Protocollo di Accordo per la Prevenzione e la Sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19, tra le Organizzazioni Sindacali Generali CGIL, CISL e UIL e la Ministra della Funzione Pubblica, Dadone Fabiana, (in allegato) in cui viene indicata l’adozione del Protocollo in tutte le Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165/2001. Tale Protocollo ha la finalità di azioni condivise ed efficaci per contrastare lo stato emergenziale e, una volta sottoscritto, consentirà, anche alla Corte dei conti a livello nazionale e, successivamente nelle sedi regionali dell’Istituto, l’applicazione in maniera uniforme, ai sensi dell’art. 7, comma 6, lettera K e dell’art. 7, comma 7 del vigente CCNL Comparto Funzioni Centrali. Pertanto, si chiede un’immediata convocazione alle Organizzazioni Sindacali per definire un Protocollo di Accordo per la Prevenzione e Sicurezza.
Infine, in ordine alla circolare n. 23 (in allegato), la FP CGIL, pur consapevole che l’istituzione delle posizioni con funzioni di Alta Professionalità non è materia contrattuale, ma considerando che l’Amministrazione ha sempre coinvolto le OO.SS. per un parere/confronto sull’argomento, esprime forti perplessità e preoccupazione. Nello specifico ci si chiede come l’Amministrazione intenda procedere laddove ci siano più dipendenti formati ed abilitati che posti disponibili e se vengano garantite pari opportunità, senza alcuna discriminazione tra il personale di Area Terza ed il personale di Area Seconda, in considerazione che ci troviamo in presenza di due graduatorie, ma di personale ugualmente formato e che ha superato interamente e brillantemente l’intero identico percorso.
In attesa di un riscontro urgente alla presente, si inviano cordiali saluti.

La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti

Susanna Di Folco

Roma, 2.07.2020

Alla Società Sport e Salute S.p.A.
Al Direttore Risorse Umane
Dott. Riccardo Meloni

Al Responsabile delle relazioni sindacali
Dott. Giuseppe Troiani

Oggetto: Sollecito richiesta convocazione incontro.

Egregi,
sono ormai trascorsi più di 10 giorni da quando le scriventi OO.SS. hanno trasmesso la
nota avente ad oggetto “Emergenza Covid-19”.
Da allora, però, alcuna convocazione e/o segnale di riscontro è stata fatta ancora
pervenire a queste rappresentanze sindacali, a dispetto dell’attuale precaria condizione
traversata dalle lavoratrici e dai lavoratori dipendenti dal punto di vista economico.
Siamo, quindi, con la presente a ribadire l’esigenza di affrontare le questione già
trattate nella nota in riferimento e restiamo in attesa di cortese urgente riscontro.
Cordiali saluti

 

FP CGIL                     CISL FP                    UILPA                CISAL FIALP
Francesco Quinti           Alessandro Bruni        Paolo Liberati         Dino Carola

Pubblichiamo la ministeriale n. 0232320.U del 1°.7.2020 di cui all’oggetto

Pubblichiamo la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali in merito all’avvio della sperimentazione del sistema di messaggistica istantanea per le comunicazioni tra il personale del CNVVF

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità

Con avviso pubblicato il 13 dicembre scorso sul sito istituzionale del Ministero della Giustizia, codesta Amministrazione ha comunicato l’approvazione, con provvedimenti del Direttore Generale del personale e della formazione, delle 50 graduatorie definitive relative alle progressioni economiche per 6.928 lavoratori dell’Amministrazione giudiziaria appartenenti alle Aree I – II – III di cui all’Avviso dell’8 aprile 2019 (seconda procedura di progressione economica con decorrenza 1.1.2019).
Orbene da allora nulla si è più saputo in particolare sul pagamento delle differenze retributive in favore dei lavoratori risultati vincitori delle procedure.
Considerati il notevole lasso di tempo trascorso dall’approvazione delle graduatorie definitive e la rilevanza della problematica che incide sulla retribuzione tabellare dei lavoratori, CGIL CISL e UIL chiedono di conoscere i tempi del pagamento delle differenze retributive, arretrati dall’1.1.2019 compresi, nonché i motivi del ritardo che appare del tutto ingiustificato nonostante il rallentamento delle attività lavorative causato dall’emergenza da COVID-19.
Distinti saluti

Roma, 2 luglio 2020

FP CGIL                   CISL FP                  UIL PA
Russo                       Marra                      Amoroso

COMUNICATO

Con la Legge 70/2020 il Governo, modificando l’art. 83 comma 6 del DL 18/2020, ha disposto che a partire dal 1° luglio i capi degli uffici non sono più tenuti ad adottare le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie per evitare assembramenti all’interno degli uffici giudiziari ed i contatti ravvicinati tra le persone in attuazione delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dalle autorità preposte. Nella sostanza con il provvedimento de quo il Governo ha disposto la fine per legge dell’emergenza COVID negli uffici giudiziari e, quindi, il rientro alla piena normalità.
Orbene sul punto giova precisare che l’atto normativo in questione deroga alla disciplina generale che fissa convenzionalmente il termine della emergenza da COVID-19 al 31 luglio pv ma non deroga alla normativa emergenziale, specie quella in tema di smart working (art. 87 DL 18/2020) e di flessibilità del lavoro pubblico (art. 263 DL 34/2020). Lo stesso inoltre non deroga né alla disciplina generale in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.L.vo 81/2008 e succ. mod.) né alla normativa contrattuale che riserva alla contrattazione collettiva anche di posto di lavoro la disciplina delle misure concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro.
Poiché giungono da vari uffici segnalazioni in merito alla ripresa massiccia delle udienze penali e civili on site, disposta dalla dirigenza anche su pressione dell’avvocatura, con decine di processi fissati nel medesimo giorno e con il conseguente accesso alle aule di un numero incommensurabile di avvocati, parti, testi, consulenti ecc. è opportuno che per ciascuna sede i capi degli uffici siano richiamati al pieno rispetto dell’obbligo di sicurezza che la legge pone a loro carico in quanto datori di lavoro pubblici e si proceda a verificare se la normativa sulla sicurezza, specie quella emergenziale, sia rispettata con particolare riferimento alla fornitura dei dispositivi di protezione individuale ed al distanziamento sociale. In tale ottica giova ricordare che la vigenza dei citati artt. 87 DL 18/2020 e 263 DL 34/2020 prevede il rientro in sede dei lavoratori in maniera graduale, specie per quei servizi la cui gestione può continuare ad avvenire anche da remoto. Su questo ultimo versante occorrerà verificare le scelte organizzative connesse all’utilizzo del lavoro agile, anche al fine di disciplinarne l’esecuzione attraverso l’applicazione degli istituti del rapporto di lavoro previsti dal CCNL, nelle more di una disciplina contrattuale specifica.
Gli ingiustificati e pretestuosi attacchi ai lavoratori della giustizia, accompagnati dall’assordante e connivente silenzio del Ministro della Giustizia, che hanno costituito il volano dell’approvazione della legge 70/2020, ci impongono di evitare inutili e strumentali polemiche e di prestare un maggiore impegno nella tutela della salute dei lavoratori e degli stessi cittadini che hanno contatti con gli uffici giudiziari (avvocati compresi) rivendicando il rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche coinvolgendo, se necessario, le autorità locali preposte a
garantire la sicurezza e la salute pubblica. Tale impegno deve essere profuso con maggiore rigore proprio nelle regioni, come la Lombardia, le altre regioni del nord ed alcune regioni del sud, in cui, persistendo i focolai di contagio, i rischi per la salute sono maggiori.
Le scriventi strutture nazionali restano a disposizione per la necessaria attività di supporto delle iniziative territoriali anche al fine del coinvolgimento della Amministrazione Centrale in ragione dei poteri di indirizzo e vigilanza riconosciuti dalla legge in capo alla stessa.

 

FP CGIL                           CISL FP                                   UIL PA
Russo                                Marra                                      Amoroso

IMPORTANTE PASSO IN AVANTI: BONUS 50 CREDITI ECM A TUTTE LE PROFESSIONI SANITARIE

Con un emendamento al decreto Rilancio approvato in commissione Bilancio della Camera viene riconosciuto il bonus di 50 crediti nel triennio 2020-2022 di obbligo formativo per tutte le professioni sanitarie coinvolte nell’emergenza Coronavirus.
Dopo la nostra denuncia e la nostra pressione si registra un passo in avanti che cancella una palese discriminazione.
Ora ci auguriamo che l’emendamento venga confermato in fase di conversione in legge del decreto.
Rimane da chiarire la modalità di certificazione del lavoro svolto per l’ottenimento del bonus di 50 crediti Ecm nel triennio. Su questo vigileremo perché sia fatta presto chiarezza.

Al dott. Giovanni Rezza
Direttore generale della prevenzione sanitaria

e p.c. Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro della salute

Al Dott. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale del Ministero della salute

OGGETTO- Cambio di vertice DGPREV ed immutato scadente livello di relazioni sindacali.

Si fa riferimento alle numerose lettere unitarie e alle comunicazioni inviate ai vertici protempore
di codesta Direzione generale negli ultimi mesi, compresa la S.V., da ultimo riferite alla
ricaduta sugli Uffici periferici USMAF-SASN dell’emergenza CoViD-19, alla gestione del personale
dei poli-ambulatori dei servizi SASN, e agli interventi estemporanei unilateralmente assunti da
questo o quel dirigente centrale e/o periferico di codesta Direzione, rispetto ai quali ad oggi ancora
nessun riscontro è stato fatto pervenire alle scriventi OO.SS..
Si tratta di un modo stranamente irrituale di agire, di certo discriminatorio e contrario alle
norme sulle relazioni sindacali definite dal vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle
funzioni pubbliche centrali, che reca fastidio e danni alle lavoratrici e ai lavoratori rappresentati.
Atteggiamento che desta l’idea, tanto nella dirigenza quanto tra le lavoratrici e i lavoratori,
che codesta Direzione abbia scelto di far finta di interloquire con tutte le organizzazioni sindacali,
salvo poi coinvolgerne solo alcune, peraltro minoritarie, contravvenendo al dovere di intrattenere
relazioni trasparenti e paritarie con tutte le rappresentanze sindacali del personale dipendente, nel
rispetto delle norme contrattuali e di legge, specie su temi quali l’informazione preventiva, la
trasparenza, il confronto e la contrattazione.
Inutile dire che il protrarsi di tale condotta sta di fatto contribuendo ad alimentare lo stato
di agitazione già proclamato da FP CGIL- CISL FP e UIL PA nei confronti dell’Amministrazione,
spingendoci a valutare il ricorso alle forme di autotutela previste dalle normative contrattuali, alla
mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e, anche, all’art. 28 della legge 300/70.
Difatti, molte delle istanze avanzate dalle scriventi rappresentanze sindacali provengono
proprio da quei lavoratori che, pur costretti in condizioni nient’affatto ottimali per il rispetto della
propria salute e sicurezza, causa l’assoluta assenza/carenza di dispositivi di protezione individuale
messi a loro diposizione, continuano comunque a operare nelle strutture sanitarie assistenziali
degli ambulatori SASN e delle UU.TT. del settore USMAF senza sosta e con grande senso di
responsabilità.
E sarebbe questo il modo di ringraziarli?
Anche dopo il suo insediamento – a proposito: quand’è che la incontreremo? – continuano a
non essere risolti gli annosi problemi che attanagliano e attengono all’attuale regime giuridico ed
economico applicato alle lavoratrici e ai lavoratori di codesta Direzione. Al contrario, emergono
iniziative unilaterali e ingiustificabili di qualche Dirigente periferico che, praticando un sorta di
“amministrazione creativa”, ha addirittura deciso “motu proprio” di reinventare nuove declaratorie di profili professionali, organizzazioni gerarchiche del lavoro e riorganizzazioni operative, a tutto
vantaggio di alcuni e in danno di molti, in assenza dell’indispensabile confronto sindacale e,
(vogliamo sperare), in mancanza di una qualsiasi direttiva o ratifica da parte di codesto vertice
direzionale.
Giunti a questo punto, è forse appena il caso di chiarire che dirigere la più numerosa e
articolata Direzione generale del Ministero della salute necessita solo in parte di elevate
conoscenze scientifiche o epidemiologiche, anche in epoca di pandemia; ben più incidono senso di
responsabilità, rispetto, conoscenze e interventi in materia organizzativa, normativa, contabile,
amministrativa, informatica e statistica e, per quanto ci riguarda, abbiamo tutto il diritto di
aggiungerlo sottolineandone la rilevanza, le CORRETTE RELAZIONI SINDACALI TRA LE
PARTI!
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro
Cordiali saluti

p. la FP CGIL Nazionale                      p. la CISL-FP Nazionale
Francesco Quinti                                          Fabrizio Garroni
Fabio Lupi

Tutte le informazioni per richiedere l’anticipo della liquidazione per i dipendenti pubblici

Siamo finalmente ai blocchi di partenza per accedere all’anticipo del TFS da parte dei Dipendenti Pubblici, nella G.U. n. 150 del 2020 è stato pubblicato il DPCM 22 aprile 2020, n. 51 Regolamento in materia di anticipo del TFS/TFR, in attuazione dell’articolo 23, comma 7, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.

Il decreto entrato in vigore ieri, regolamenta da questa data i tempi e i modi con cui coloro che cessano dal servizio possono accedere all’anticipo del TFR/TFS. Sono interessati dalla norma i dipendenti pubblici, compreso il personale della Scuola, o degli Enti di Ricerca pubblici che sono andati o andranno in pensione con l’anticipata o di vecchiaia e coloro che hanno scelto il pensionamento con la quota 100.

Si dovrà comunque attendere la stipula di un accordo tra il Ministero del Lavoro e l’ABI, in cui sarà fissato il tasso d’interesse e le condizioni che disciplineranno il prestito. Ricordiamo che l’importo massimo erogabile è 45 mila euro. Come abbiamo già scritto in questo nostro opuscolo, per presentare l’istanza, sarà necessario inoltrare domanda all’INPS personalmente o tramite Patronato.

L’INPS rilascerà entro 90 giorni la certificazione con la quale il richiedente potrà presentare alla banca prescelta la domanda di erogazione dell’intero importo sul proprio conto corrente. L’anticipazione della banca si configura come un finanziamento che verrà estinto dall’INPS al momento della maturazione del diritto al TFR/TFS.

Nel passaggio successivo, una volta in possesso della certificazione, il richiedente dovrà inoltre presentare la domanda di anticipo TFS alla banca allegando alla stessa i seguenti documenti:
– certificazione all’anticipo TFS/TFR
– proposta di contratto di anticipo debitamente sottoscritta
– la dichiarazione sullo stato di famiglia.

Nella domanda dovrà essere indicato anche il proprio IBAN sul cui conto corrente sarà, poi, accreditato l’importo richiesto e finanziato.

Per tutte le informazioni scarica il nostro l’opuscolo “Tre opportunità per anticipare pensione e liquidazione”.

Pubblichiamo la nota della direzione Centrale per la Formazione con la quale emana le linee guida del giuramento degli Allievi Vigili del Fuoco 87° corso

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