GRANDE PARTECIPAZIONE: IL PERSONALE C’È!

Grande partecipazione da parte dei colleghi alla prima delle quattro assemblee organizzate da FP/CGIL CISL/FP CONFINTESA/FP e CONFSAL/UNSA per far sentire la protesta del personale Inps in ordine alla palese violazione ad opera dell’Amministrazione dell’accordo del 3 giugno 2020 in materia di sicurezza delle sedi dell’Istituto.
Nonostante i tentativi messi in campo, in modo maldestro, da chi vorrebbe contrapporre i dipendenti pubblici e gli utenti svalutando l’importanza delle assemblee sindacali, la partecipazione all’assemblea odierna è stata talmente numerosa che alle 8.30 di questa mattina la piattaforma, utilizzata per il confronto con i colleghi, aveva già raggiunto la capienza limite, problema al quale si è cercato di ovviare in itinere attivando dirette su Facebook e Twitter e che cercheremo di risolvere nei prossimi giorni attivando anche una diretta su Youtube.
I temi discussi nel corso dell’assemblea, dallo smart working al rispetto delle misure di sicurezza nelle sedi, hanno fatto registrare gli interventi appassionati dei colleghi che invitiamo a partecipare numerosi anche domani per la seconda giornata assembleare.
Vi ricordiamo la piattaforma Zoom alla quale vi potete collegare tramite il seguente link https://zoom.us/join Meeting id: 7223868421 Password: Gaiph4da%

Roma, 06 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

“Siamo assolutamente contrari all’ipotesi di provincializzazione delle funzioni e degli uffici della Corte dei Conti e della rispettiva Procura in Trentino Alto Adige. L’ennesimo tentativo di introdurre tasselli per l’autonomia integrale, in un ambito rilevante come quello dei controlli sulla legittimità finanziaria dell’operato delle Pubbliche Amministrazioni. Saremo in campo con iniziative e mobilitazioni per impedire che questo progetto si realizzi”. Questa la ferma posizione della Funzione Pubblica Cgil.

“Comporterebbe rilevanti criticità nel rapporto tra controllori e controllati, minando l’indipendenza di giudizio e di iniziativa dei controllori, subordinata a dotazioni di mezzi e risorse di pertinenza provinciale – puntualizza la Fp Cgil -. Sul piano contrattuale poi, è già stata dimostrata scarsa attenzione verso i lavoratori interessati, con rischio di pesanti sconvolgimenti sia di tipo contrattuale che professionale. La mancanza di politiche assunzionali tempestive per colmare i vuoti di organico (nel determinare l’aumento dei disagi dei cittadini e delle cittadine oltre che degli stessi addetti) può innescare inevitabilmente un consenso a prescindere rispetto a questo tipo di operazioni”. Fin qui inoltre, fa sapere il sindacato, “tutti i processi di delega avviati si sono caratterizzati per una scarsa attitudine al recupero di efficienza e per complicazioni a scapito della regolare attività degli Uffici, dell’adeguamento di mezzi e risorse e del regolare esercizio delle funzioni. Infine – prosegue -, in relazione al rapporto tra autonomie differenziate e autonomie speciali, è da sottolineare il rischio di un gioco al rialzo che polverizzi la pubblica amministrazione sostituendola con localismi inefficienti, non comunicanti, o addirittura discriminanti tra cittadini stessi di un medesimo Stato”.

“Si ripete una storia ampiamente praticata negli ultimi anni, anche per la Giustizia e le Agenzie Fiscali, e che ha dimostrato il suo essere fallimentare. Per questo affermiamo la nostra assoluta contrarietà a tale ipotesi e ci mobiliteremo per impedirne la realizzazione”, conclude la Funzione Pubblica Cgil.

Roma – Trento – Bolzano, 6 giugno 2020

OGGETTO:IPOTESI DELEGA FUNZIONI CORTE DEI CONTI – TRENTINO ALTO ADIGE

Da notizie di stampa apprendiamo come sia in corso la definizione di una norma di attuazione per la provincializzazione delle funzioni e degli Uffici della Corte dei Conti e della rispettiva Procura.
Mentre a livello nazionale è tuttora aperta la discussione sul regionalismo differenziato, assistiamo in Trentino Alto Adige all’ennesimo tentativo – mai peraltro accantonato – di introdurre ulteriori tasselli per conseguire la cd autonomia integrale, ancora una volta in un ambito particolarmente rilevante quale il sistema dei controlli sulla legittimità finanziaria dell’operato delle Pubbliche Amministrazioni e sulla responsabilità dei relativi dirigenti e funzionari.
Si ripete dunque una storia ampiamente praticata negli ultimi anni, come per ultimo le deleghe in materia di organizzazione della Giustizia alla Regione Trentino Alto Adige e il tentativo tuttora in corso – poiché previsto espressamente dalla legge di stabilità per il 2014 – della delega relativa alle Agenzie Fiscali.
L’ipotesi della delega nella gestione delle funzioni della Corte dei Conti comporta rilevanti criticità riferite al rapporto tra controllori e controllati e mina l’indipendenza di giudizio e soprattutto di iniziativa dei controllori, subordinandola a dotazioni di mezzi e risorse non più di propria pertinenza ma di pertinenza provinciale. Inoltre sono proprio i funzionari amministrativi coloro cui è spesso delegata la concreta attività istruttoria nei procedimenti acuendo i possibili conflitti di interesse.
Sul piano strettamente contrattuale poi, le esperienze sin qui avanzate – paradigmatica è quella della regionalizzazione dell’Amministrazione Giudiziaria – hanno ampiamente evidenziato la scarsa attenzione verso i lavoratori interessati, con rischio di pesanti sconvolgimenti sia di tipo contrattuale che professionale. Da questo punto di vista, è da sottolineare come la mancanza di politiche assunzionali tempestive per colmare i vuoti di organico, nel determinare l’aumento dei disagi dei cittadini e delle cittadine oltre che degli stessi addetti, può innescare inevitabilmente un consenso a prescindere rispetto a questo tipo di operazioni. Fin qui inoltre tutti i processi di delega avviati si sono caratterizzati per una scarsa attitudine al recupero di efficienza e per sostanziali complicazioni di gestioni e procedure a scapito della regolare attività degli Uffici, dell’adeguamento di mezzi e risorse ai bisogni e del regolare esercizio delle funzioni delegate.
Infine, in relazione al rapporto tra autonomie differenziate e autonomie speciali, è da sottolineare il rischio di un gioco al rialzo che polverizzi la pubblica amministrazione sostituendola con localismi inefficienti, non comunicanti, o addirittura discriminanti tra cittadini stessi di un medesimo Stato.
Per queste ragioni, nel ritenere sbagliato il percorso ipotizzato, affermiamo l’assoluta contrarietà a tale ipotesi e, pertanto, preannunciamo sin d’ora opportune iniziative di contrasto e di mobilitazione per impedire che questo progetto di “diritti ad assetto variabile” o “diritti ad assetto territoriale” possa realizzarsi.

FP CGIL Nazionale                  FP CGIL Trentino                      FP CGIL AGB
F. Oliverio                             L. Diaspro                                       A. Hofer

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, con la quale chiedono all’Amministrazione Comunale e a quella del  Corpo, un interessamento per l’annosa situazione della sede VF di Mostra, che con la sua ipotetica chiusura rischia di mettere a repentaglio la sicurezza della cittadinanza

A seguito della Circolare operativa del settore Cinofilo emanata dalla Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo,  questa Organizzazione Sindacale ha chiesto la sospensione provvisoria della stessa e l’istituzione di un tavolo tecnico per delineare le linee guida del settore

Insediamento Cae Korian Prima riunione

Gli scorsi 23/24/25 giugno si è svolto in conference call l’atteso meeting di insediamento del CAE Korian. In rappresentanza dell’Italia il sottscritto Nieddu Gilberto Antonio (FPCGIL), membro titolare, Roberto Gonzales (FPCGIL) ed Evelyne Ortega (FPCISL) membri osservatori rappresentanti delle cooperative italiane impegnate nei centri Korian. La seduta di riunione preparatoria si è incentrata dapprima su un momento formativo dell’IRSHARE sugli aspetti legislativi, formali e pratici del Comitato Aziendale Europeo e sulla condivisione delle varie sfaccettature riguardanti le diversità e i punti comuni delle istanze sindacali attraverso i vari Paesi Europei coinvolti nel CAE KORIAN; in seguito si è proceduto alle candidature e alle nomine dei componenti del Comitato Ritretto, che vede l’Italia rappresentata dal sottoscritto, e alla nomina dei componenti dei due gruppi di lavoro permanenti, Sociale e Salute e prevenzione, per i quali è stato riservato un seggio a componenti italiani ancora da definire. Nonostante quanto previsto nell’accordo aziendale, è stato raggiunto un parziale accordo che verrà ridiscusso nel prossimo meeting, circa la partecipazione di un membro osservatore ad almeno uno dei due gruppi di lavoro. Nella giornata seguente, si è tenuto l’incontro con i membri della Direzione Centrale, nella persona di Remy Boyer, HR, e Sophie Boissard, CEO la quale ha riferito circa la situazione finanziaria del gruppo, la situazione degli investimenti del gruppo e le politiche adottate dal gruppo per contrastare la diffusione del covid-19 in seno ai luoghi di lavoro di Korian. Il clima di serenità, disponibilità e gentilezza ha permesso che le 3 giornate di dialogo sociale si siano svolte in maniera proficua, gettando le basi per un confronto tra le parti trasparente ed efficace anche in un’ottica futura.

Gilberto Antonio Nieddu

Membro Titolare FP CGIL  Cae Korian

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo la selezione per il personale del CNVVF  presso la Commissione Europea

Il caso Rocca di Gradara e la politica del gambero nei Beni Culturali.

È proprio fresca la notizia della cessione della Rocca di Gradara, il sito più visitato delle Marche,
ad un organismo (Fondazione, Consorzio?) che avrebbe a capo il Comune stesso di Gradara e tra
i suoi partners il Mibact, che così si defilerebbe dall’evidentemente gravoso compito della gestione
diretta.
È altrettanto fresca la notizia che la Venaria Reale ha chiesto la cassa integrazione dei propri
dipendenti e un po’ meno quella che la Fondazione del Museo Egizio ha chiesto aiuto allo Stato
per poter pagare gli stipendi ai suoi dipendenti.
Ovvero si decide di mandare in gestione indiretta parti importanti del patrimonio culturale a
Fondazioni, Consorzi ecc, con la partecipazione, e nei casi citati la gestione quasi esclusiva, dei
privati e poi nel momento della crisi i privati si defilano e tocca alla Stato intervenire per garantirne
la fruizione. La vicenda di grandi Fondazioni come la Venaria e l’Egizio dovrebbe quantomeno
mettere sull’avviso e valutare con prudenza eventuali cessioni ad altri soggetti, invece l’operazione
si ripropone, pari pari, nel caso della Rocca. Ed anche in questo caso l’incapacità gestionale,
derivante dalla caduta esponenziale dei livelli occupazionali interni, diventa il pretesto per una
operazione che ha evidentemente altre finalità in cui entrano chiari fattori di interessi localistici.
Non c’è bisogno di essere dietrologi per comprendere che gli incassi e la massima fruibilità del sito
sono elementi di grande interesse nelle dinamiche locali. Fruibilità che si è ridotta per la carenza
degli organici e incassi che certo fanno gola al bilancio dell’ente locale, e sono recentissime le
polemiche e le prese di posizione di Sindaco, commercianti, ecc, per gli orari di apertura ridotti.
Criticità a cui si aggiunge l’attuale crisi del turismo, con i suoi pesanti ed evidenti riflessi
sull’economia locale.
L’ulteriore elemento di clamorosa contraddizione che emerge è che la cessione di questo sito nulla
c’entra con lo schema politico riorganizzativo imposto dalle riforme Franceschini: un monumento
che con i suoi incassi contribuisce in modo significativo a pagare le spese di manutenzione del
patrimonio su quel territorio dovrebbe essere tenuto gelosamente in una teca e casomai rafforzato
nella capacità di offerte dei servizi, nell’organico e non subire quell’inaccettabile depauperamento a
cui si è assistito. Uno dei perni della riforma di Franceschini era (è?) la capacità attrattiva del
patrimonio museale statale, che avrebbe allo stesso tempo risollevato le sorti dell’economia locale
e consentito allo Stato con i maggiori incassi a provvedere alla sua manutenzione.
Ma il Ministro Franceschini sembra preso dai suoi impegni politici e al ministero non si vede da
quel dì, e la gestione politica del ministero sembra affidata al suo apparato interno mentre i beni
culturali statali continuano ad essere considerati come merce di scambio. Né segnali diversi
sembrano provenire dall’intera maggioranza di governo, i cui principali partners a 5 Stelle, dopo
aver prodotto un progetto di riforma abortito prima ancora di nascere e che si è rivelato un assist
all’ennesima operazione di restyling prodotta dal rientrante ministro, risultano non pervenuti ed al
massimo esprimono segnali del tutto contraddittori, salvo poi avallare operazioni come questa.
Hanno certo ragione i cittadini di Gradara a pretendere che la Rocca sia messa in condizione di
essere fruita al massimo della sue potenzialità e siamo certi che vorranno che anche i loro
pronipoti possano fruire di un monumento integro e ben conservato. Ma siamo sicuri che la
rinuncia alla gestione statale del loro monumento più prestigioso possa portare dei vantaggi, al di
là di quelli immediati? Non sarebbe più saggio pretendere che lo Stato faccia per intero il suo
mestiere, garantendo al meglio la tutela e la fruizione del sito? Possono sembrare domande
retoriche ma non lo sono: la Rocca non è proprietà privata di nessuno, è un bene per l’umanità e
per questo motivo è un monumento nazionale.
In questo contesto ci sono sedici lavoratori superstiti dipendenti del ministero che hanno contribuito
con sempre maggiori difficoltà alla fruizione ed alla conservazione del sito. Nella riunione avuta a
livello locale una delle soluzioni ipotizzate è stata quella di assicurare il servizio nella Rocca
mantenendo una presenza degli attuali dipendenti a garanzia di un’indispensabile continuità.
Come sarà reclutato ed a quali condizioni il restante personale necessario, visto che la carenza di
organico statale viene posta come il motivo principale del cambio di gestione? Abbiamo assistito al
ricorso massiccio al volontariato proprio per coprire i servizi della Rocca, è questa la soluzione?
Chi sono i privati potenzialmente interessati ad entrare nella gestione?
Possibile che non si possa individuare una soluzione organizzativa anche transitoria in attesa
dell’espletamento del concorso per la vigilanza in atto? Noi abbiamo da subito offerto piena
disponibilità in tal senso, ma siamo stati messi di fronte ad un atto compiuto in nome di una scelta
politica francamente incomprensibile.
Ci sarebbe invece materiale per riflettere sulla qualità delle politiche culturali pubbliche, a maggior
ragione in un momento di crisi come questo, dove lo Stato si dovrebbe fare garante di serie
politiche di rilancio nella fruizione del patrimonio diffuso, garantendo buona e piena occupazione,
servizi di tutela e promozione culturali adeguati, ripensamenti su scelte organizzative che hanno
impoverito e compresso gli organici, e via dicendo.
Invece si continua ad arretrare e a proporre logiche di frantumazione territoriale funzionali a
tutt’altri scopi. Nulla di nuovo sotto il cielo, purtroppo.
Vi terremo informati puntualmente sull’evoluzione di questa vicenda, esprimendo piena e fattiva
solidarietà ai lavoratori della Rocca e dei Beni Culturali delle Marche.

FP CGIL Pesaro e Ancona                                              FP CGIL Nazionale
Vania Sciumbata Andrea Raschia                                     Claudio Meloni

COMUNICATO

Siamo fortemente indignati per il comportamento tenuto ancora una volta nei confronti dei colleghi degli Uffici Periferici Marittimi.
Le Capitanerie di Porto , non sono state destinatarie del messaggio diffuso da CED Nomentana il 2 luglio scorso sui fabbisogni formativi relativi al piano Triennaleper la formazione 2021 2023 e non potranno rappresentare le esigenze formative  specifiche d i tali uffici.
Non è accettabile che persista ancora tale comportamento, da noi più volte evidenziato, che vede i lavoratori delle Uffici Periferici Marittimi trattati come Figli di un Dio Minore.
Nei primi mesi del 2020 avevamo chiesto ed ottenuto dall’am ministrazione che si convocasse un tavolo specifico per trattare tutte le criticità del personale civile che opera presso le Capitanerie di Porto. L’emergenza Covid 19 e tutte le problematiche che si sono verificate nei vari uffici ne ha rallentato l’attiv azione.
Adesso è più che mai urgente che si affronti questo argomento.
I lavoratori civili delle Capitanerie di Porto sono personale MIT, le sedi sono sedi del Ministero, non siamo più disposti ad accettare disparità di trattamento nei confronti di quest i lavoratori e pertanto chiediamo all’amministrazione di convocare con urgenza il tavolo previsto.

la coordinatrice Fp Cgil Mit                                   p.la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                                      Paolo Camardella

Roma, 3.07.2020

Al Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Direzione Generale degli ammortizzatori sociali e della formazione
Dott.ssa Agnese De Luca

All’Istituto Nazionale Previdenza Sociale
Al Direttore Centrale Ammortizzatori Sociali
Dott. Luca Sabatini

Oggetto: Procedura per richiesta di ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integrazione
Salariale (FIS) – Causale “emergenza COVID – 19” – mancato espletamento esame
congiunto.

Le scriventi OO.SS., firmatarie del vigente C.C.N.L. DEL PERSONALE NON DIRIGENTE
DELLA CONI SERVIZI SPA E DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE NAZIONALI applicato al personale
alle dipendenze della Federazione Italiana Tennis, con la presente rilevano il mancato espletamento
della procedura di esame congiunto inerente alla “Procedura per richiesta di ulteriori 5 settimane
assegno ordinario Fondo Integrazione Salariale (FIS) – Causale “emergenza COVID – 19” attivata dalla
Federazione Italiana Tennis.
A tal riguardo si evidenzia quanto segue:
1) in data 18 giugno 2020 la Federazione Italiana Tennis comunicava alle scriventi l’avvio della
procedura per richiesta di ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integrazione Salariale (FIS)- Causale “emergenza COVID – 19, avvertendo che “Data l’urgenza dell’attivazione della procedura in oggetto e nel rispetto della stringente tempistica dettata dal sopra indicato Decreto Legge n. 34 del 19 maggio2020 in relazione alle fasi relative all’informazione, alla consultazione ed all’esame congiunto, ferma restando a totale disponibilità all’e letamento effettivo delle fasi con le OO.SS. a semplice richiesta, in mancanza considereremo esaurite le fasi predette decorsi 3 giorni dall’invio della presente informativa.” (allegato 1)
2) In data 19 giugno le scriventi OO.SS. provvedevano ad inviare nota per l’attivazione dell’esame
congiunto (allegato 2) in cui peraltro anticipavano considerazione inerenti la legittimità del ricorso
al FIS da parte della Federazione Italiana Tennis.
3) La comunicazione veniva trasmessa via pec, ma pur essendo trascorsi i tre giorni previsti dalla
disposizione di legge per la conclusione della procedura le scriventi OO.SS. non sono state
convocate per l’espletamento dell’esame congiunto.
4) In data 23 giugno le scriventi ricevevano dalla FIT comunicazione avente oggetto “Conclusione
esame congiunto”, in cui si evidenziava l’espletamento dell’esame congiunto con rappresentanti
sindacali di OO.SS. non firmatarie del CCNL Coni Servizi e FSN, che immaginiamo siano state
interessate quanto alla tutela di due dipendenti in forza alla Federazione Italiana Tennis, ai quali
applica il CCNL Federculture (allegato 3).
5) Le scriventi OO.SS. erano state convocate per l’esame congiunto, svoltosi in data 9 aprile 2020,
inerente alla procedura per richiesta assegno ordinario ex art, 19 dl 18/2020, per le prime 9
settimane.
Premesso quanto sopra esposto, le scriventi OO.SS., rilevato il mancato espletamento
dell’esame congiunto, così come previsto dal comma 2 del Dl n. 18 del 17 marzo 2020 convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020 n. 27 e s.m.i., e di conseguenza l’irregolarità della ”Procedura per richiesta di ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integrazione Salariale (FIS) – Causale “emergenza COVID – 19” – Informativa per eventuale esame congiunto”, posta in essere dalla Federazione Italiana Tennis
Chiedono
all’INPS di verificare la correttezza della richiesta avanzata dalla Federazione Italiana Tennis di
ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integrazione Salariale (FIS) – Causale “emergenza
COVID – 19 , avuto riguardo alle ragioni espresse per iscritto dalle scriventi OO.SS. con la menzionata richiesta di esame (all.2)
Chiedono
inoltre, ai destinatari della presente, di valutare nel merito le eccezioni avanzate dalle scriventi OOSS nella nota del 19 giugno 2020 (allegato 2), al fine di verificare la legittimità del ricorso al Fondo di Integrazione Salariale da parte della Federazione Italiana Tennis anche rispetto al periodo di 9 settimane di assegno ordinario già utilizzato, di cui agli allegati 4 e 5 .
Nel restare in attesa di cortese urgente riscontro, si porgono cordiali saluti.

FP CGIL                 CISL FP                       UILPA                    CISAL FIAL
Francesco Quinti           Alessandro Bruni     Paolo Liberati            Dino Carola

Pubblichiamo il testo definitivo dell’accordo per l’utilizzo  del fondo  risorse decentrate per l’anno 2019 sottoscritto lo scorso 3 luglio ed i relativi allegati.

Il  dipartimento della Funzione pubblica ed il ministero dell’Economia e delle finanze hanno certificato l’ipotesi  di accordo con un rilievo alla norma programmatica sulle progressioni economiche da effettuare nel 2020.

Gli organi certificatori hanno rilevato che sulla base delle risorse economiche destinate è possibile realizzare 4.821 passaggi, a differenza delle 4.890 indicate  nell’ipotesi di accordo.

 A seguito di tale sottoscrizione sarà possibile avviare, a breve, il confronto sull’accordo stralcio relativo alle progressioni economiche 2020.

Vi terremo come sempre informati.

         Fp Cgil Ministero Interno
             Adelaide Benvenuto

CONVOCAZIONE DEL 9 LUGLIO

Grazie anche alla pressione esercitata sull’Amministrazione dalla sessione di assemblee organizzate in remoto dalle scriventi Organizzazioni sindacali per le giornate del 6, 7, 8 e 9 luglio ogni giorno dalle ore 8.30 alle ore 12.30, nel corso della giornata di ieri abbiamo ricevuto la convocazione per giorno 9 luglio p.v. del Tavolo nazionale sull’applicazione dell’Accordo del 3 giugno 2020 in materia di sicurezza.
In quella sede ribadiremo e denunceremo, così come abbiamo fatto all’indomani della pubblicazione del messaggio Hermes n.2561 del 23 giugno u.s., la violazione del protocollo d’intesa da parte dell’Amministrazione.
Per questo motivo e per raccogliere le istanze dei territori e della direzione generale vi invitiamo a partecipare alle assemblee, nonostante i tentativi di “sabotaggio” messi in campo sui territori da pseudo-sindacalisti che vorrebbero, non si sa per quali imperscrutabili ragioni, mettere in conflitto il diritto di assemblea dei lavoratori, diritto tutelato dalle leggi e dai contratti collettivi di lavoro sottoscritti dall’organizzazione sindacale in cui militano questi signori, con gli interessi dell’utenza.
Partecipate numerosi a partire da domani sulla piattaforma Zoom al seguente link https://zoom.us/join

Meeting id: 7223868421

Password: Gaiph4da%

Roma, 05 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

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