LE QUATTRO GIORNATE DELL’INPS

Si è appena conclusa l’ultima delle quattro giornate di assemblee nazionali del personale
dell’INPS.
Assemblee partecipatissime, con decine di interventi ogni giorno e migliaia di lavoratori
partecipanti, che hanno seguito anche tramite le dirette sui social.
A tutte e a tutti loro, va il nostro sentito e sincero: GRAZIE!
La foltissima partecipazione di queste belle giornate è la plastica dimostrazione della sintonia
con i lavoratori e della condivisione delle scelte finora compiute, con buona pace dei gufi di ieri e
di oggi.
E’ stata una lunga grande assemblea che ha coinvolto tutte le sedi d’Italia, da nord a sud, in
un confronto collettivo ricco di spunti e suggerimenti di cui faremo tesoro in vista dell’incontro
odierno, nel quale chiederemo anzitutto all’Amministrazione i numeri, che sono la base di un
serio monitoraggio della situazione in corso.
Il richiamo al rispetto dell’accordo del 3 giugno sarà la nostra stella polare, come anche la
richiesta di avviare subito un tavolo di contrattazione per regolamentare lo smart-working, per
far sì che l’emergenza COVID non sia avvenuta invano e che diventi, invece, l’occasione per
proiettare definitivamente l’INPS nel futuro.
Roma, 09 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

‘Enorme il lavoro svolto, tutelare lavoratori’

“Un episodio gravissimo, accompagnato da un messaggio delirante, e che al tempo stesso non ci stupisce affatto, non solo perché in linea con le modalità di azione di questo gruppo di neofascisti che ancora oggi occupa abusivamente a Roma un immobile di proprietà della Banca d’Italia, ma anche perché si pone nel solco della ripresa di un più generale attacco al lavoro pubblico”. Così Fp Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp e Confsal Unsa, in merito all’azione condotta ieri da Casa Pound presso le sedi Inps, nel chiedere ai vertici dell’istituto di far sentire la loro voce “a difesa dell’ente e della enorme mole di lavoro svolto”.

“È bastato, infatti, – scrivono i sindacati – che l’emergenza pandemica si attenuasse, per far sì che i tanti ringraziamenti verso i lavoratori pubblici si trasformassero in attacchi, rispolverando stereotipi sempre utili all’occorrenza. Non v’è dubbio che c’è chi mira a creare una frattura tra lavoratori, contrapponendo strumentalmente il lavoro pubblico a quello privato. Allo stesso modo, non v’è dubbio che una eccessiva sovraesposizione mediatica dell’Inps abbia contribuito a far finire l’Ente nel mirino di chi, attaccando l’Istituto di previdenza sociale, vorrebbe attaccare il lavoro pubblico, facendo credere che i dipendenti siano al momento inattivi”.

La realtà, riportano, “dice altro: i lavoratori dell’Inps hanno lavorato tutti i giorni per garantire ai cittadini le prestazioni sociali cui hanno diritto e a loro va il nostro ringraziamento e sostegno. Ciò che necessita di una seria e approfondita riflessione, invece, è l’infrastruttura tecnologica dell’Istituto, che abbisogna di urgenti investimenti per poter proiettare nuovamente l’Inps nella modernità. In questa prospettiva intendeva muoversi anche l’accordo siglato lo scorso 3 giugno; con esso, l’Istituto si impegna a innovare il proprio rapporto con la cittadinanza, implementando maggiormente i canali telematici e telefonici, così da non rendere più sempre necessario per i cittadini recarsi nelle proprie Sedi”.

“È questa la svolta, che dimostra come la Pubblica Amministrazione possa essere anche fonte di innovazione, che chiediamo all’Inps, al di là di attacchi, beceri e strumentali, costruiti a uso e consumo di chi magari pensa di ridurre il perimetro del lavoro e della previdenza pubblici. Per questo motivo chiediamo ai vertici dell’Istituto, Presidente, Vicepresidente, Consiglio di Amministrazione e Direttore generale di non limitarsi agli atti di solidarietà interni, ma di far sentire nella comunicazione esterna, con la forza dei numeri di produzione che sono nella disponibilità dell’Amministrazione, la voce dell’Inps: rappresentare e veicolare all’esterno, su tutti gli organi di comunicazione, l’enorme mole di prestazioni erogate in questi mesi è un doveroso atto di giustizia e di rispetto a tutela della dignità e del lavoro di tutto il personale”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp e Confsal Unsa.

FPSRUP 2018: OBIETTIVO RAGGIUNTO!
SOTTOSCRITTO ACCORDO CHE RAGGIUNGE GLI OBIETTIVI PREFISSATI

Dopo lunghe ed impegnative trattative abbiamo sottoscritto, nella serata del 7 luglio u.s., l’accordo sul salario accessorio anno 2018.
L’accordo è basato su un’impostazione comunque da considerare “transitoria” rispetto alla necessaria organica rivisitazione dei criteri da adottare a regime e rispetto ad un modello che dovrà essere più coerente con le esigenze di premialità delle elevate professionalità esistenti nell’ambito della nostra amministrazione.
Nello specifico e sotto il profilo dell’ammontare complessivo delle risorse economiche, evidenziamo, sin da subito, che rispetto all’annualità del 2017 è inferiore di circa il 16% ma, almeno per questo aspetto, dobbiamo dire che questa differenza è già nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori in quanto sono le risorse utilizzate per finanziare le progressioni economiche dell’annualità 2018 che le Scriventi hanno ottenuto. Sotto il profillo “innovativo”, ci è sembrato corretto individuare una modalità, sebbene transitoria e certamente da migliorare, rispetto ad una effettiva unificazione dei criteri di riparto del salario accessorio prima distinto a secondo se dell’Area Entrate o dell’Area Territorio, evitando incoerenti distinzioni rispetto quantomeno alle strutture delle cc.dd. Direzioni Provinciali “unificate” (Entrate e Territorio).
Con soddisfazione, inoltre, dobbiamo evidenziare che, dopo i necessari e positivi approfondimenti effettuati anche con la parte pubblica, le previsioni degli artt. 77 e 78 del vigente CCNL Fc, da applicare con decorrenza dal 2018, sono soddisfatte dal vigente sistema adottato da anni per la produttività individuale che, come è noto, diversifica in maniera importante il salario individuale dei lavoratori delle Entrate.
Difficoltà non da poco, invece, abbiamo dovuto affrontare per ridefinire i criteri di riparto dalla c.d. “indennità di verifica”. Infatti, il rapportare la liquidazione sulla base delle ore a MUV, dal 2018, determinava un sistema non coerente con quello adottato negli anni precedenti in quanto, nel dicembre del 2017, una specifica direttiva modificò le modalità di consuntivazione delle ore. Non nascondiamo sul punto la molteplicità di ipotesi di soluzione rappresentate al tavolo sia di parte sindacale che di parte pubblica e la complessità di dare soluzione alla problematica. Responsabilmente, però, tutte le parti sono pervenute ad una soluzione di positivo equilibrio e che fornisce la possibilità di intervento delle RSU e OO.SS. territoriali nell’individuare il corretto e specifico criterio di riparto dell’indennità tra i funzionari che hanno partecipato, anche con apporti diversificati, alla verifica. Permane, purtroppo, la criticità che come tutte le indennità anche quella di “verifica” ha subito il taglio di circa il 16% per i motivi prima esposti.
Positivo, infine, la rimodulazione della previsione della c.d. “sanzione accessoria” derivante dalle sanzioni disciplinari che, di fatto, determinava la perdita integrale per il lavoratore dell’intero salario accessorio anche nei casi di sanzioni disciplinari di lieve entità. Risultava, infatti, particolarmente odiosa la “non proporzionalità” tra le sanzioni minime e quelle massime/gravi che di fatto prevedevano il medesimo effetto senza alcuna progressività. Ricordiamo, infine, che il nostro compito non si chiude qui in quanto dovremo vigilare che l’accordo superi indenne il vaglio di tutti gli organi di controllo a cui sarà sottoposto nelle prossime settimane nonché per la definizione dei necessari accordi sui singoli posti di lavoro.
Roma, 8 luglio 2020

FP CGIL                   CISL FP                   UIL PA              CONFSAL/UNSA                 FLP
Gamberini               Silveri                      Cavallaro                   Sempreboni               Patricelli

Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott.ssa Maria Grazia Sampietro

per il tramite del Dott. Aldo Falzone
Dirigente Area Relazioni Sindacali

Oggetto: differimento del termine del 15 luglio 2020 per la presentazione delle domande di accesso ai benefici ai dipendenti per l’anno 2019.

I messaggi Hermes n.2094, n.2095 e n.2096 del 20 maggio 2020 in tema di benefici assistenziali e sociali per l’anno 2019, rispettivamente “Contributi per asili nido, sussidi educativi, assegni di studio e contributi per soggiorni a favore dei figli del personale dell’Istituto”, “Sussidi straordinari a favore del personale dell’Istituto” e “Concorsi per titoli a borse di studio … riservati ai figli, fiscalmente a carico dei dipendenti dell’Istituto in attività di servizio nell’anno 2019”, fissano al 15 luglio 2020 il termine di scadenza per la presentazione delle relative domande.
Poiché la possibilità di accedere in misura piena ai benefici citati è legata all’attestazione ISEE 2020, pena l’assegnazione d’ufficio del livello ISEE più alto con conseguente incidenza negativa sul beneficio per il quale si è fatta domanda, considerando che i CAF e gli altri soggetti autorizzati al rilascio della DSU, propedeutica all’ISEE, fissano da tempo appuntamenti ben oltre il 15 luglio e che la modalità cosiddetta “precompilata” presenta non poche difficoltà di aggiornamento dei dati, si chiede un differimento del termine indicato in oggetto.
In attesa di un riscontro si porgono cordiali saluti.
Roma, 09 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

OPERAZIONE VERITA’

Un antico detto contadino recita che non è importante che la gallina faccia l’uovo, quanto piuttosto che canti forte quando ciò accade. Al di là della metafora bucolica, l’adagio ben si adatta alla situazione attuale del nostro Istituto che, nonostante i risultati raggiunti in termini di prestazioni erogate in un contesto di piena emergenza sanitaria senza mai interrompere la relazione in remoto con l’utenza, non veicola all’esterno l’enorme lavoro svolto dai colleghi, diventati, come tutto il pubblico impiego, il facile bersaglio in queste settimane di una pubblica opinione aizzata contro il mondo del lavoro pubblico da organi di stampa che hanno qualificato come “vacanza” il lavoro svolto in remoto nella forma dello smart working oppure da singoli rappresentanti politici nazionali e locali, in cerca di facili consensi, che hanno additato, con la complicità di qualche masochistica “quinta colonna” della nostra Amministrazione, l’INPS come capro espiatorio di tutti i problemi legati all’erogazione dei benefici economici previsti dal Governo a sostegno di famiglie, lavoratori ed imprese.
È di oggi l’episodio gravissimo, rivendicato dall’associazione di estrema destra “Casa Pound Italia” sui social e stranamente non riportato sui siti web di quegli stessi organi di stampa pronti a “sparare” sull’INPS, dell’affissione, su quasi tutto il territorio nazionale, presso le sedi del nostro Istituto, di volantini listati a lutto che inveiscono contro l’INPS, definito, nel loro delirante comunicato, quale “baraccone indecente” che “ … si è fatto trovare impreparato a fronteggiare l’emergenza aggravando una situazione già critica con disservizi e lentezza nella lavorazione delle pratiche …”. Il gesto non ci stupisce affatto, non solo perché in linea con le modalità di azione di questo gruppo di neofascisti che ancora oggi occupa abusivamente a Roma un immobile di proprietà della Banca d’Italia, ma anche perché si pone nel solco della ripresa di un più generale attacco al lavoro pubblico.
E’ bastato, infatti, che l’emergenza pandemica si attenuasse, per far sì che i tanti ringraziamenti verso i lavoratori pubblici si trasformassero in attacchi, rispolverando stereotipi sempre utili all’occorrenza: fannulloni, sempre in vacanza, privilegiati.
Non v’è dubbio che c’è chi mira a creare una frattura tra lavoratori, contrapponendo strumentalmente il lavoro pubblico a quello privato. Allo stesso modo, non v’è dubbio che una eccessiva sovraesposizione mediatica dell’Inps abbia contribuito a far finire l’Ente nel mirino di chi, attaccando l’Istituto di previdenza sociale, vorrebbe attaccare il lavoro pubblico, facendo credere che i dipendenti siano al momento inattivi. La realtà, noi lo sappiamo, dice altro: i lavoratori dell’INPS hanno lavorato tutti i giorni per garantire ai cittadini le prestazioni sociali cui hanno diritto e a loro va il nostro ringraziamento e sostegno.
Ciò che necessita di una seria e approfondita riflessione, invece, è l’infrastruttura tecnologica dell’Istituto, che abbisogna di urgenti investimenti per poter proiettare nuovamente l’INPS nella modernità. In questa prospettiva intendeva muoversi anche l’accordo siglato lo scorso 3 giugno; con esso, l’Istituto si impegna a innovare il proprio rapporto con la
cittadinanza, implementando maggiormente i canali telematici e telefonici, così da non rendere più sempre necessario per i cittadini recarsi nelle proprie Sedi. E’ questa la svolta – che dimostra come la Pubblica Amministrazione possa essere anche fonte di innovazione – che chiediamo all’INPS, al di là di attacchi, beceri e strumentali, costruiti a uso e consumo di chi magari pensa di ridurre il perimetro del lavoro e della previdenza pubblici.
Per questo motivo chiediamo ai vertici dell’Istituto, Presidente, Vicepresidente, Consiglio di Amministrazione e Direttore generale di non limitarsi agli atti di solidarietà interni, ma di far sentire nella comunicazione esterna, con la forza dei numeri di produzione che sono nella disponibilità dell’Amministrazione, la voce dell’INPS: rappresentare e veicolare all’esterno, su tutti gli organi di comunicazione, l’enorme mole di prestazioni erogate in questi mesi è un doveroso atto di giustizia e di rispetto a tutela della dignità e del lavoro di tutto il personale.
Quando accadrà tutto ciò?

Roma, 08 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Confsal VVF nella quale evidenziano la mancata erogazione al personale formatore in missione presso le Scuole Centrali Antincendi della colazione.

Riunione online Epsu Youth network

Venerdì 3 luglio 2020 si è svolta l’annuale riunione EPSU rete giovani (Youth Network Meeting). L’incontro, avvenuto in modalità web e della durata di 3 ore, ha avuto per oggetto le future strategie sindacali a livello europeo per il settore pubblico, attraverso un proficuo scambio di relazioni sul settore, opinioni e best practices nazionali.

E’ intervenuto il segretario Generale di Epsu Jan Willem Goudriaan, che ha relazionato sull’andamento della procedura di consultazione avviata dalla Commissione Europea sul salario minimo. A tal proposito, il Segretario Generale ha assicurato che l’importanza di ricomprendere i lavoratori del settore pubblico sarà sottolineata dall’EPSU. Il relatore ha poi spostato il focus sull’impatto del COVID-19 sul settore pubblico; com’è noto, questo ha avuto effetti catastrofici, innalzando la disoccupazione giovanile e il gap di genere. Purtroppo, in base ai dati EUROSTAT, l’EPSU stima la perdita di 900.000 posti di lavoro nel settore a causa dell’epidemia in tutta Europa, un problema che le Funzioni Pubbliche europee dovranno affrontare nei prossimi mesi. Tuttavia, ha rassicurato che l’impegno di Epsu non verrà meno in materie fondamentali quali le relazioni industriali, l’agenda digitale, la giustizia tributaria e le garanzie lavorative in materia di investimenti stranieri.

Dopo un breve intervento di Marc Meinardus, del Friedrich Ebert Stitfung (centro ricerche Ver.di), ha seguito la presentazione sull’impatto del COVID di Micheal Watt, Ufficio per le Attività dei Lavoratori OIL (ILO Bureau ACTRAV). Stando ai dati in possesso dell’Organizzazione del Lavoro, durante la pandemia si sono perse circa il 14% di ore lavorative denunciate, pari a circa 400 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Questa percentuale è più alta negli Stati del sud dell’Unione. Sebbene la riapertura tenderà a riequilibrare tale dato si stima che, nel migliore dei casi, i posti di lavoro persi alla fine del 2020 saranno 4 milioni. La situazione dei giovani è quanto mai precaria: i settori più colpiti sono infatti quelli del manifatturiero, della distribuzione, dell’alberghiero e alimentare, per lo più composti da giovani. Parimenti, la quarantena ha avuto effetti sulla quasi totalità della popolazione studentesca europea; le conseguenze sono perdita di futuri guadagni, mancato accesso al mercato del lavoro e al diritto allo studio. Per questo motivo, a fronte di una previsione del PIL Europeo in perdita del 7.5% nel 2020, l’impatto economico a lungo termine sarà subito soprattutto dai giovani: nonostante sia prevista una ripresa del PIL del 6% nel 2021, sarà proprio questa categoria a non beneficiare della ripresa. L’ Organizzazione Internazionale del Lavoro ha dunque tracciato una strategia suddivisa in 4 pilastri: stimolazione dell’occupazione giovanile attraverso politiche finanziarie e fiscali; supporto alle imprese che assumono giovani a livello micro (attraverso misure di sicurezza sociale); tutela dei lavoratori; promozione del dialogo sociale. Una soluzione suggerita è quella di creare occupazione nel settore pubblico legata a investimenti negli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

È poi intervenuta Tea Jarc, del Comitato Giovani dell’ETUC, che ha presentato il programma “Youth Guarantee”, un documento adottato dall’ETUC incentrato sul concetto di qualità del lavoro per l’occupazione giovanile. Troppo spesso i giovani lavoratori sono sottostimati o sottoimpiegati in compiti scarsamente formativi e scarsamente retribuiti, e il tutto dietro una serie di agevolazioni fiscali garantiti dagli Stati ai datori di lavoro. Attraverso questa posizione comune, l’ETUC vuole propugnare l’adozione di criteri valutativi per le posizioni di ingresso nel mondo del lavoro (stages, apprendistati, praticantati/traineee e.c.), al fine di arginare lo sfruttamento della manodopera giovanile.

Hanno seguito, infine, brevi interventi dei rappresentanti del Comitato Regionale Pan-Europeo (PERC Youth Committee) e della sezione Giovani Ver.di, ma anche di giovani sindacalisti dalla Norvegia, del Kosovo, Spagna, Bulgaria, Austria e Grecia. In generale, il problema della disoccupazione giovanile è un problema comune e trans-regionale, così come quello della partecipazione e rappresentanza dei relativi sindacati (ad eccezione di Norvegia e Germania, dove le iscrizioni di giovani studenti nelle università stanno facendo registrare un aumento in controtendenza rispetto alla situazione europea).

È intervenuta altresì la FPCGIL, che ha relazionato sulla recentissima iniziativa “concorsipubblici.fpcgil.it” la nuova piattaforma per orientare, formare ed aiutare i giovani nell’accesso al lavoro del pubblico impiego. L’iniziativa, varata nel novembre 2019, è infatti di strategico interesse al fine di contrastare la disoccupazione giovanile e perseguire un decisivo abbattimento dell’età media della forza lavoro, attraverso uno strumento di “sindacato di strada” innovativo poiché informatico. La reazione dei partecipanti al forum è stata nettamente positiva, accogliendo favorevolmente la strategia CGIL in materia di pubblico impiego.

Per FPCGIL

Andrea Mosca membro supplente Youth network

Contrattazione del 7 luglio: le spine del Contratto Integrativo e i nuovi progetti locali

La riunione di ieri, che ha visto il debutto della nuova Dirigente alle Relazioni Sindacali, la dr.ssa
Conversano a cui rinnoviamo i migliori auguri di buon lavoro, purtroppo non è stata foriera di buone notizie rispetto all’iter di certificazione Contratto Integrativo. La Direttrice Generale ci ha informato di una  riunione con Funzione Pubblica nel corso della quale l’ipotesi di Accordo è stata pesantemente messa in discussione sia dal Mef che da Funzione Pubblica, con una serie di rilievi che interessano l’intero impianto dell’articolato.
Noi sapevamo che il percorso di questo accordo sarebbe stato periglioso proprio per i suoi contenuti innovativi e per il modello partecipativo che propone ai vari livelli del confronto sindacale: la virulenza dell’affondo portato, almeno stando a quanto ci hanno riferito sul tavolo, conferma che c’è un problema di governo delle forme di democrazia sindacale legato ad una visione autoritaria ed unilaterale ancora dominante per la quale il modello partecipativo che ha caratterizzato la storia sindacale negli ultimi venti anni al MIBACT diventa il modello da abbattere.
Questo indipendentemente dai risultati straordinari nei termini di aumento della produttività che
quel modello ha prodotto.
Naturalmente noi faremo una valutazione attenta e approfondita dei rilievi prodotti, una volta che ci saranno forniti, ma deve essere chiaro che non accetteremo soluzioni che mortificano le prerogative dei lavoratori o affossano la contrattazione di produttività sulla base di determinazioni ideologiche ed autoritarie. E valuteremo unitariamente con tutte le sigle firmatarie le opportune risposte.
Inoltre grande assente in questa vicenda risulta la Direzione politica del Ministero, a cui avevamo
chiesto, conoscendo gli organi di controllo, un affidamento politico nell’iter di certificazione del Contratto Integrativo. Nulla di questo è stato fatto e anche ieri abbiamo ribadito la necessità di un confronto urgente con il Ministro sui temi del piano occupazionale e della riorganizzazione, a cui oggi si aggiunge anche questo. Un ulteriore rinvio di questo confronto, la cui urgenza ci pare indiscutibile, sarebbe un ulteriore, inaccettabile, segnale di disinteresse verso i lavoratori e la situazione di grave crisi organizzativa del Ministero.
Progetti locali 2020.
Ieri abbiamo inoltre discusso la proposta di accordo per la definizione dei nuovi progetti locali
2020. L’amministrazione ci aveva fatto pervenire una bozza di accordo sul quale abbiamo chiesto
alcune modifiche, in particolare chiedendo di precisare meglio le macro attività verso le quali orientare i progetti, di eliminare il riferimento al D. Lgs. 150/09 (legge Brunetta) in quanto non attinente alle finalità di questi progetti, che devono servire per accompagnare le fasi di ripartenza delle attività incrementando l’offerta di servizi, affrontare il problema di eventuali arretrati determinatesi nel periodo Covid, delle rimodulazioni organizzative e tecnologiche connesse al ricorso al lavoro agile ed al conseguente coinvolgimento dei lavoratori interessati nei progetti di produttività, aiutare le fasi di transizione per gli Istituti coinvolti nella riorganizzazione, ecc. In questo contesto le parametrazioni retributive devono differenziare sulla base del grado di responsabilità nella gestione dei progetti o dei carichi di lavoro assegnati. E questo abbiamo proposto, comunemente a quasi tutto il tavolo sindacale: l’Amministrazione sembra aver recepito, ci riconvoca il 14 luglio ed in quella riunione dovremmo chiudere l’accordo.
Il diritto al riposo dei lavoratori turnisti.
L’ultimo punto in discussione è il chiarimento più volte richiesto sul trattamento dei lavoratori turnisti per i quali non è prevista la presenza in turno nei festivi. Questo a seguito dell’abolizione del codice RIF dal sistema di rilevazione delle presenze, che ha prodotto in moltissimi e significativi luoghi di lavoro l’imposizione illegittima di una giornata di ferie o di riposo compensativo. Il chiarimento, quanto mai opportuno, ha prodotto intanto la comune consapevolezza sulla chiara illegittimità di comportamento nella imposizione delle ferie e dei riposi compensativi
E l’Amministrazione si è impegnata ad identificare una soluzione tecnica, tramite un codice ad hoc,
o una soluzione amministrativa, con una circolare che chiarisce che i lavoratori che, per effetto della programmazione ordinaria, non sono chiamati a prestare servizio nelle giornate festive infrasettimanali o la domenica perché hanno raggiunto il limite percentuale dei festivi lavorati, fruiscono di riposo come tutti gli altri lavoratori. Naturalmente verificheremo il rispetto di questi impegni.

Fp Cgil nazionale
Claudio Meloni

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF in merito alla mancata climatizzazione dei locali della sede

Lettera di Epsu, Age Platform Europe e Forum Ue per la disabilità al presidente del Parlamento Ue Sassoli. La Lombardia tra i casi riportati.

Fare luce sul fallimento in Europa della gestione del Coronavirus nelle case di cura e nelle residenze per anziani o persone con disabilità. È la richiesta di Epsu, la Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici, insieme ad Age Platform Europe e al Forum Ue per la disabilità (Edf), avanzata in una lettera al Presidente del Parlamento Ue, David Sassoli.

Questi tre soggetti chiedono, infatti, al Parlamento Europeo “di indagare in tutta l’Ue sul fallimento nella gestione dell’impatto del coronavirus nelle case di cura e residenze per anziani o persone con disabilità”, entrando nel dettaglio delle mancanze che hanno fatto registrare, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, circa la metà dei decessi nelle residenze per anziani e nelle case di cura.

Dura la denuncia: “Gli Stati – scrivono – si sono rifiutati di considerare prioritaria la situazione nelle case di riposo e residenze per anziani provocando significativi ritardi nella risposta a questa crisi e mostrando indifferenza alle richieste dei lavoratori e degli utenti in termini di dispositivi di protezione e protocolli di sicurezza”. Un atteggiamento, aggiungono, “che ha contribuito a migliaia di morti e al diffondersi del contagio che si sarebbe potuto evitare”.

Un esempio citato è il caso Lombardia dove, riportano, “sono mancate misure e dispositivi di protezione per il personale e in alcuni casi, anche in presenza di questi ultimi, il personale non era autorizzato ad utilizzarli perché i residenti non mostravano sintomi”. La denuncia continua ribadendo che “i lavoratori e gli utenti dei servizi di assistenza non sono cittadini di seconda classe ed è imperativo che venga avviata un’indagine ufficiale europea” e conclude che ciò è dovuto ” a coloro che ricevono cure e ai lavoratori infetti, così come alle vittime, ai loro alle famiglie e a tutti in Europa”.

La lettera è stata immediatamente appoggiata e rilanciata da alcuni membri del Parlamento Europeo, tra gli italiani Pierfrancesco Majorino e Fabio Massimo Castaldo, che in una nota si impegnano “a garantire che il Parlamento europeo abbia la volontà e la forza di scoprire e ricostruire ciò che è successo, rafforzare l’attenzione su queste strutture, trovare alternative ed evitare altri errori e tragedie”.

Come Fp Cgil riteniamo che si tratti di una iniziativa importante che scaturisce anche dalle numerose denunce effettuate dalle nostre strutture e prese in carico dal sindacato Europeo. Bisogna andare a fondo alla questione che ha coinvolto lavoratori ed utenti a causa di una gestione scorretta e superficiale, ciò che è accaduto non deve ripetersi e noi saremo in prima linea per evitarlo e denunciare altre storture.

“Abbiamo chiesto con forza la convocazione di un confronto per modificare l’attuale sistema custodiale adottato nelle carceri del nostro paese e per questo accogliamo con favore l’iniziativa assunta dal Capo del Dap, Bernardo Petralia, di aprire un confronto sul tema con le organizzazioni sindacali”. Questo il commento della Fp Cgil alla notizia della convocazione giunta dal vertice del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

“Dopo tante inutili passerelle di politici che quando sono all’opposizione si fanno fotografare al fianco dei poliziotti penitenziari – prosegue la Fp Cgil -, mentre quando sono al governo non fanno nulla per migliorare le loro condizioni di lavoro, finalmente un atto concreto che potrebbe portare ad un reale cambiamento tale da far uscire il sistema carcere dalla profonda crisi in cui versa da tempo”.

Per il sindacato si tratta, inoltre, di “un atto che assume maggior rilievo per la decisione assunta dai vertici del Dap di confrontarsi con le rappresentanze di tutti i lavoratori che operano nel sistema carcere, poiché da questa crisi si esce solo con un progetto forte e ampiamente condiviso che punti ad unire il mondo del lavoro e non a mettere gli uni contro gli altri come qualcuno sta tentando di fare. Noi abbiamo pronte le nostre proposte e siamo determinati a fare la nostra parte. Non è più il momento degli spot elettorali, servono interventi urgenti e qualificati”, conclude la Fp Cgil.

Polizia Locale manovra

Il 7 luglio si è svolta l’audizione con la I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle Proposte di Legge C. 242, C. 255, C. 318, C. 451, C. 705, C. 837, C. 1121 e C. 1859, recanti disposizioni per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale.

Nel corso dell’audizione abbiamo evidenziato la necessità di portare, concretamente, a compimento una legge di riforma per la Polizia Locale, che risolva i punti nodali del nuovo ordinamento, delle funzioni, dell’ accesso alle banche dati, della concreta esigibilità delle tutele, delle risorse a sostegno della sezione dedicata nel CCNL.

In basso la memoria unitaria consegnata alla Commissione, con l’impegno ad attenzionare l’iter dei lavori per provare ad impedire che, anche questa volta, la nuova legge quadro per la Polizia Locale non veda la luce come, purtroppo, già successo negli ultimi anni.

Guarda il video con le nostre rivendicazioni

Guarda il video dell’audizione

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