Dal sindacato richiesta a Governo e Inps, medici fiscali da 5 mesi senza stipendio

La Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn chiede chiarimenti a Governo e Inps sul ritardo nella riapertura dell’attività della medicina di controllo per malattia. “Dopo 5 mesi continua ad essere bloccato senza alcuna giustificazione il servizio della medicina di controllo per malattia. La situazione è paradossale: tutte le attività pubbliche e private sono riprese, ma un servizio strategico per la vigilanza sanitaria, e che quindi potrebbe rappresentare un avamposto importante nel controllo dei contagi, continua ad essere bloccato da Inps senza motivo”, denuncia il sindacato.

In questa situazione, aggiunge la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, “i medici fiscali che da anni garantiscono il servizio senza una definizione contrattuale degna di un rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione, si trovano ormai da 5 mesi senza stipendio. Abbiamo chiesto al ministro del Lavoro Catalfo e al presidente dell’Inps Tridico di riattivare, con le dovute procedure di sicurezza, un servizio fondamentale per la tutela delle attività lavorative pubbliche e private e oggi strategico per il controllo sanitario. Sarebbe molto grave continuare a paralizzare un servizio pubblico per risparmiare di fatto sulle prestazioni di professionisti indispensabili. Dovremmo prendere atto di un’ingiustificata interruzione di pubblico servizio, contro la quale siamo pronti a intervenire in tutte le sedi opportune per tutelare cittadini e lavoratori”, conclude il sindacato.

Al MIBACT
Direzione Generale Musei
Sig. Direttore Generale
Dr. Antonio Lampis

E, p.c.:
Direzione Generale Organizzazione
Sig. Direttore Generale
Dr.ssa Marina Giuseppone

Sig. Dirigente
Servizio II Relazioni Sindacali
Dr.ssa Sara Conversano

Oggetto: Situazione Rocca di Gradara.

Gentile Direttore,
La ringraziamo preliminarmente per l’impegno profuso in questi anni complicati, durante i quali non è
mai mancato un metodo di confronto che, anche in presenza di disparità di vedute, si è mantenuto su livelli
costruttivi e funzionali.
Purtroppo non sempre questo è avvenuto, e per tale motivo siamo costretti a segnalarle che sulla vicenda della Rocca di Gradara e della sua ormai accertata cessione ad un non meglio precisato organismo con a capofila il Comune omonimo abbiamo avuto conoscenza solo a seguito della pubblicazione della Deliberazione Comunale n. 52 del 10 giugno scorso, tramite la quale la Giunta ha dato mandato ai suoi Uffici legali per la predisposizione di uno schema di convenzione a tale scopo finalizzato.
Ulteriori scarse informazioni le abbiamo acquisite a seguito di un incontro presso il Segretariato Regionale delle Marche, dal quale si è solo desunto che si è in presenza di una operazione dagli evidenti risvolti politici e che si considera già compiuta. E certamente non mancheremo di segnalare direttamente alla Direzione politica del Ministero tutta la nostra contrarietà ad una decisione che mortifica l’immagine del Ministero, che appare davanti all’opinione pubblica incapace di trovare una soluzione organizzativa adeguata alla carenza negli organici che ha compresso gli orari di apertura, e si risolve con la cessione di sovranità su uno dei monumenti più importanti gestiti dal MIBACT, il più visitato di quella Regione.
Pertanto, ai fini dell’esercizio di una corretta informazione dovuta ai sensi delle vigenti norme contrattuali alle Organizzazioni Sindacali, chiediamo a lei formale chiarimento sullo stato dell’arte in essere, con particolare riferimento alle previsioni contenute nello schema convenzionale in itinere rispetto alle tempistiche ed alle modalità con le quali si trasferisce la gestione e con riferimento alla situazione dei dipendenti del Mibact, che attualmente prestano servizio nel sito, rispetto alle opzioni di mantenimento in servizio presso la medesima sede o se si intende procedere ad ulteriori soluzioni quali l’allocazione su base volontaria in altre strutture presenti su quel territorio.
Per tale motivo appare opportuno, considerato che in calendario abbiamo una riunione sui programmi di valorizzazione generata dalla discussione sull’ipotesi di accordo relativa ai progetti di valorizzazione finanziati dalla legge 132/2019, che vedrà il coinvolgimento di codesta Direzione Generale, che in quella occasione ci venga fornita una informativa su quanto sopra richiesto.
Certi che lei saprà cogliere l’urgenza di questa richiesta restiamo in attesa di un suo cortese riscontro.
Distinti saluti

FP CGIL Nazionale MIBACT
Claudio Meloni

Si è svolta ieri (martedì 14 luglio) all’ARAN la riunione per il Tavolo per il rinnovo del CCNL dell’Area della dirigenza delle Funzioni Locali. Il nuovo testo presentato dall’ARAN ha risposto ad alcune criticità che avevamo sollevato nei precedenti incontri.

Leggi il resoconto in basso.

Contrattazione del 14 luglio: siglati i nuovi progetti locali.

Progetti per i Musei autonomi: ragioniamo sulla valorizzazione come promozione culturale.
Care compagne e cari compagni,
La riunione è servita essenzialmente a formalizzare l’accordo sui progetti locali: un risultato che noi
riteniamo assai soddisfacente sia per la quantità di risorse che viene trasferita alla contrattazione
locale che per il grado di autonomia che garantisce nelle definizione e gestione delle attività progettuali.
L’accordo, di cui vi trasmettiamo copia non siglata ma dal contenuto identico a quella sottoscritta,
adesso intraprende la strada non priva di rischi della certificazione da parte degli organi di
controllo. Sono progetti che servono alla ripartenza delle attività e ci auguriamo vivamente che gli
stessi vengano tenuti fuori dalla battaglia politica che MEF e Funzione Pubblica stanno conducendo
contro il sistema di partecipazione democratica dei lavoratori. Se così non sarà allora sarà del
tutto chiaro che l’intento degli organi di controllo non è definire correttamente i parametri di produttività, ma imporre una visione ideologica mortificante per la stessa Amministrazione ministeriale, ridotta a rango di ostaggio di logiche che nulla hanno a che vedere con la necessità di implementare l’offerta dei servizi culturali in una fase di grave crisi economica del settore dovuta alla caduta dei flussi turistici. Ci auguriamo altresì che la Direzione politica del Ministero cambi al più presto rotta e intervenga per garantire il funzionamento dei servizi, altrimenti la rotta sarà di collisione.
Sempre oggi ci è stato presentato un progetto, derivante dalla previsione normativa contenuta nella
legge 132/2019 che consente sulla base degli introiti maturati dalla bigliettazione la predisposizione
di progetti locali che possono arrivare a coprire il 15% del salario tabellare annuo dei lavoratori
coinvolti. Il progetto è destinato esclusivamente ai Musei autonomi. Noi abbiamo anzitutto contestato la ratio di questa norma, destinata inevitabilmente a definire discriminazioni sul piano delle opportunità di accesso al salario accessorio. Questo riguarda sia le differenze che si determineranno tra i lavoratori dei Musei autonomi e gli altri che quelle che si determineranno all’interno dello stesso sistema delle autonomie, poiché solo i siti a maggior richiamo potranno avere la possibilità di raggiungere la quota del 15% prevista dalla legge. Oltre a questo abbiamo rilevato la singolarità di trattare un capitolo specifico che riguarda la valorizzazione 2020 in assenza della DG Musei e soprattutto senza capire se ed in quale forma quest’anno avranno luogo piano di valorizzazione del patrimonio culturale. Anche perché abbiamo ricordato che per il piano di valorizzazione generale noi abbiamo una quota di risorse non utilizzate (5 milioni di euro) che abbiamo chiesto di contrattare, considerato che l’accordo proposto presuppone che si intende, anche in questa fase, procedere con progetti di promozione dell’offerta dei servizi culturali. Risorse che possono essere utilizzate in un’ottica del riequilibrio delle opportunità sia di accesso al piano di valorizzazione che alla remunerazione conseguente. Di conseguenza l’argomento va affrontato complessivamente e con il pieno coinvolgimento della Direzione Generale dei Musei, e per tale motivo abbiamo concordato di rinviare l’esame ed il confronto su questa materia ad una riunione che si terrà la prossima settimana, con la presenza della Direzioni interessate. Da questo punto di vista nel con testo attuale si può ragionare in termini di qualificazione dell’offerta e promozione dei servizi culturali di tutti i luoghi della cultura, puntando ad una vera valorizzazione del nostro patrimonio.
In aggiunta: poiché è stato segnalato che, in relazione al confronto in atto sul territorio sui progetti
locali 2019, in qualche caso è stata negata la possibilità di partecipazione ai lavoratori in smart
working, partecipazione peraltro espressamente prevista nell’accordo per il 2020, si è concordata
una dichiarazione congiunta nella quale si specifica che la partecipazione ai progetti riguarda tutto
il personale sulla base degli obiettivi assegnati al singolo progetto e, di conseguenza, anche chi è
in lavoro agile.
Infine abbiamo richiamato ulteriormente la necessità urgente di un confronto con la parte politica
su tre temi fondamentali: il piano assunzioni, la riorganizzazione con la ridefinizione dei fabbisogni
organici e il contratto integrativo. Ci hanno detto che una riunione dovrebbe essere in agenda prima della pausa feriale ma siamo ancora al condizionale. Vedremo e ci regoleremo di conseguenza.
Cari saluti

FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni

Dott. Vincenzo Starita
Direttore Generale del personale, delle risorse e
per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

Come confermato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, nella sezione FAQ dedicata alla disciplina dei congedi straordinari (https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/Covid-19/Pagine/FAQ.aspx), i dipendenti pubblici in conseguenza della sospensione dei servizi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, hanno diritto a fruire dello specifico congedo previsto per i dipendenti privati dall’art. 23, comma 1, del DL 18/2020 e della relativa indennità entro il termine del 31 luglio pv (“Per l’anno 2020 a decorrere dal 5 marzo e sino al 31 luglio 2020, e per un periodo continuativo o frazionato comunque non superiore a trenta giorni, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato hanno diritto a fruire, ai sensi dei commi 10 e 11, per i figli di eta’ non superiore ai 12 anni, fatto salvo quanto previsto al comma 5, di uno specifico congedo, per il quale e’ riconosciuta una indennita’ pari al 50 per cento della retribuzione, calcolata secondo quanto previsto dall’articolo 23 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, ad eccezione del comma 2 del medesimo articolo. I suddetti periodi sono coperti da contribuzione figurativa”). Orbene si legge nella nota circolare da lei diramata sui contenuti del DL 34/2020 che “l’articolo 1, comma 1, del DPCM 11 giugno 2020 ha prorogato la sospensione dei servizi educativi-scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado e, quindi, per l’effetto, anche la data ultima di fruizione del presente congedo per il settore pubblico, fino alla data del 14 luglio 2020”.
Considerato che l’affermazione contenuta nella nota di cui in premessa, non corrisponde a quanto previsto dalla normativa vigente, CGIL CISL e UIL chiedono che codesto generale ufficio provveda alla dovuta rettifica ed alla conseguente tempestiva comunicazione agli uffici della possibilità di fruire del suddetto congedo entro il termine del 31 luglio 2020.
Distinti saluti

Roma, 14 luglio 2020

FP CGIL                   CISL FP                     UIL PA
Macigno                      Marra                          Amoroso

Al Direttore Generale del Personale civile Difesa
Dott.ssa Gabriella Montemagno

Oggetto: Sollecito urgente apertura tavoli di confronto.

Nel fare seguito all’incontro svolto tra le parti lo scorso 22 giugno sul Protocollo di
prevenzione e sicurezza, e agli impegni assunti sui temi proposti dalle scriventi OO.SS. nella
circostanza e, più in generale, in questi ultimi mesi, siamo con la presente a sollecitare l’apertura
dei tavoli di confronto sulle seguenti materie:
– riconoscimento giuridico ed economico degli istituti contrattuali applicabili anche al lavoro
agile;
– individuazione delle risorse disponibili per il FRD 2020, comprese quelle derivanti dai
risparmi ex lege n. 244/12, da utilizzare per le progressioni economiche nelle aree
funzionali e, se possibile, ovvero se le risorse economiche rese disponibili lo consentiranno,
anche tra le aree;
– definizione parte normativa CCNI triennio 2016-2018;
– definizione regolamentale di un protocollo d’intesa per il lavoro agile, che tenga conto dei
diritti, delle indennità e delle tutele contrattuali per le lavoratrici e i lavoratori che operano
in tale modalità lavorativa/organizzativa;
– revisione circolari afferenti la valutazione dei periodi riconosciuti al personale civile per
lavori insalubri e polverifici, e l’incompatibilità fissata dalle norme vigenti tra incarichi
sindacali e ruoli dell’amministrazione.
Con l’occasione, in relazione alla circolare del 10.07.2020 avente ad oggetto “ricognizione
ppl, turni e reperibilità 2020”, FP CGIL CISL FP e UIL PA, nel sollecitare l’attribuzione delle risorse
agli Enti in acconto, analogamente a tutti gli anni, per consentire il pagamento delle prestazioni già
rese, segnaliamo quanto segue:
– L’indicazione di cui al punto 2 di calcolare le risorse necessarie al finanziamento di PPL
Turni e Reperibilità per l’anno 2020, moltiplicando per due le esigenze del primo semestre
dell’anno in corso, potrebbe rivelarsi insufficiente se nel primo semestre le esigenze
effettive sono state inferiori, stante la contrazione di alcune attività;
– Alcune interpretazioni appaiono difformi dal CCNI 2016/18, con riferimento al calcolo delle
presenze di cui agli artt. 8, 9 e 10, infatti le indennità previste per il rischio radiologico,
professionale e per la sede disagiata, hanno natura mensile (non giornaliera) e, ad es.
calcolare le presenze e non le assenze per la sede disagiata costituirebbe un pregiudizio per
i dipendenti;
Nel rammentare che, spesso, interpretazioni unilaterali di norme contrattuali, anche
attraverso l’emissione di circolari, hanno costituito un vulnus per i lavoratori le scriventi OO.SS.
invitano a disporre le modifiche come innanzi richiamate.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

FP CGIL                        CISL FP                         UIL PA

Francesco Quinti         Massimo Ferri                 Sandro Colombi
Roberto De Cesaris      Franco Volpi

Al Sig. Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini

e, p.c. Al Capo del Personale ad interim
dott. Carlo Palumbo

Gentile Direttore, le Scriventi OO.SS. si vedono costrette a segnalare una conduzione ondivaga, da parte del responsabile nazionale ad interim delle risorse umane, delle relazioni sindacali non sempre improntate alla necessaria trasparenza e rispetto dei reciproci ruoli. Risulta già grave che su tematiche di strategica importanza codesto vertice dell’Agenzia temporeggi ma diventa ancor più inaccettabile quando si pone con la supponenza di sminuire le problematiche poste dai rappresentanti dei lavoratori con risposte ed approcci assolutamente discutibili o non veritieri. Ne è riprova quanto accaduto nel contesto delle recenti riunioni nazionali sugli importanti temi evidenziati dalle Scriventi. In particolare:

● Con riferimento alla possibile ripresa delle attività istituzionali esterne quali i sopralluoghi (Area Territorio) e le verifiche (Area Entrate), l’attuale responsabile delle risorse umane ha sminuito a mera ipotesi futura contestando addirittura che ci potesse essere un obbligo dell’amministrazione ad informare le OO.SS.. In tale contesto e nell’immediatezza dei giorni successivi, le Scriventi, invece, sono venute a conoscenza di almeno due note di indirizzo delle strutture centrali a quelle periferiche dell’Agenzia che trattano i temi evidenziati e che addirittura forniscono le direttive ai datori di lavoro per definire protocolli di sicurezza rispetto alle specifiche attività (Prot. n.18691 del 10.7.2020 della Divisione Risorse e prot. n. 43279 del 7.7.2020 della Divisione Servizi). È di tutta evidenza che, diversamente da quanto sostenuto dall’Agenzia, siamo in un contesto riservato alla contrattazione (art. 7 CCNL Fc) come già effettuato in occasione dell’accordo del 30 aprile u.s. che non ha adottato previsioni specifiche semplicemente perché le attività esterne erano sospese. Ove, invece, si è in procinto di riprendere tali attività e per la peculiarità del servizio non svolto all’interno dei nostri uffici ma presso i contribuenti, ecc., vanno prioritariamente definite le specifiche linee guida nazionali e solo successivamente declinate a livello territoriale.

● Altro tema rilevante posto dalle Scriventi su cui codesto vertice glissa con motivazioni dilatorie ed infondate è quello di dare una seppur provvisoria regolamentazione, in attesa che venga recepita specificamente dal CCNL, dello smart working. L’attuale modalità di lavoro da remoto, inserito nel più ampio contesto di strumenti di work life balance, da strumento di tutela della salute individuale e collettiva finalizzato a ridurre il rischio contagio, può trovare stabilmente applicazione in Agenzia, previa individuazione di una cornice generale attraverso il confronto con le Organizzazioni
Sindacali. Naturalmente, se già era evidente nella sua applicazione per limitare il rischio contagio, non si potrà tener conto che, passata la fase derogatoria alle norme, non si potranno ipotizzare soluzioni che pregiudichino tanto sul piano normativo che su quello economico i diritti e le facoltà del lavoratore. Le Scriventi tralasciano, per economicità della presente nota, di segnalare l’assoluto disinteresse dimostrato dall’Agenzia anche su altri importantissimi temi sulla gestione ed organizzazione del personale (carenza di personale, assenza di piani di assunzioni, carichi di lavoro, passaggi di area, ecc.) ma evidenziano come i lavoratori di questa Agenzia non meritano tale “disattenzione” con il rischio che perdano la seppur residua fiducia in chi li governa come datore di lavoro. In attesa di un urgente confronto con codesto vertice, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Roma, 14 luglio 2020

FP CGIL                  CISL FP            UIL PA            CONFSAL/UNSA           FLP
Gamberini               Silveri             Cavallaro                 Sempreboni           Patricelli

Al Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
Dott. Leonardo Alestra

Al Direttore Centrale Risorse Umane, Finanziarie e Logistica
Dott. Giuseppe Diana

OGGETTO: PRESENZE EQUIPARATE FRD 2019

Con nota del 24 giugno scorso, trasmessa solo agli uffici e mai discussa con le organizzazioni sindacali né mai a queste ultime inviata, la Direzione Centrale Risorse Umane, Finanziarie e Logistica ha comunicato le giornate di assenza che – ai fini del calcolo della quota legata alla performance organizzativa – dovranno essere equiparate alle presenze.
Nell’allegato prospetto risultano non essere più computate, a differenza degli anni passati ed in contrasto con la normativa del caso, né le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, né quelle rientranti nell’art. 33, commi 2 e 3, della Legge 104/92. In sintesi, L’Amministrazione ha unilateralmente introdotto degli elementi che modificano la distribuzione del salario accessorio, contra legem e con nota inoltrata ai soli Uffici, posteriormente alla firma del FRD 2019
Come FP CGIL intervenimmo già rispetto al FRD 2018 nei confronti dell’Amministrazione – con nota del 16 luglio 2019 che ad ogni buon conto si allega alla presente – per chiedere il reinserimento nell’accordo delle assenze di cui all’art. 33, commi 2 e 3.
Quest’anno, conosciuta la posizione di questa sigla rispetto a determinate forme di tutela, l’Amministrazione ha evidentemente deciso di non coinvolgere le organizzazioni sindacali, emanando istruzioni operative in cui si reitera l’eliminazione dell’art. 33, co. 2 e 3, aggiungendovi quella relativa alle assenze per infortunio, espressamente prevista dalla normativa vigente.
Oltre a contestare il merito della nota, che si pone nel solco di una interpretazione restrittiva a danno esclusivo del personale, che sembra ormai caratterizzare la Direzione Centrale Risorse Umane, questa sigla contesta fortemente anche il metodo utilizzato.
Infatti, in nessuna delle riunioni sindacali avvenute il tema della tipologia di assenze equiparate è stato oggetto di discussione al tavolo negoziale, segno che la discussione sull’argomento poteva ritenersi pacificamente conclusa, grazie all’intervento della scrivente sigla. La nota in oggetto, invece, indirizzata ed inviata alle sole strutture dell’INL, lascia prefigurare gli estremi di una condotta antisindacale, in quanto pare destinata a scavalcare qualsiasi discussione sindacale sul tema in questione, che ha evidente riflesso sul calcolo e sulla corresponsione delle somme del salario accessorio dei lavoratori.
Pertanto, alla luce delle considerazioni su esposte, questa sigla chiede l’immediata rettifica della nota in oggetto.
Roma, 13 luglio 2020

Il Coordinatore nazionale

FP CGIL INL

Matteo Ariano

pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale nella quale chiede soluzioni per la ormai cronica  carenza del personale specialista settore Nautico presso il Comando

Pubblichiamo la circolare ricognitiva della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito all’assegnazione temporanea per il personale dei ruoli operativi Ispettore e Direttivo Speciale

Vivere il carcere in sicurezza, ecco la nostra proposta
Non è una battaglia tra detenuti e poliziotti

Aumenta il fenomeno delle aggressioni da parte dei detenuti ai danni del personale di polizia penitenziaria, regna il sovraffollamento e diminuisce la sicurezza, a scapito del personale che lavora nelle carceri. Servono nuove regole che diano dignità al percorso dei detenuti e sicurezza ai lavoratori. Le vecchie misure non sono efficaci. La nostra proposta, presentata oggi al Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, è quella della ‘progressione premiale’, un modello che valorizza il percorso rieducativo dei detenuti e che tutela il personale.

 

Da sempre è in corso una diatriba su come dovrebbe funzionare il sistema delle carceri in Italia, su quanto sia realistica la possibilità del detenuto di riscattarsi e reintegrarsi nella società. Uno scontro epico tra chi vede quelle quattro mura come una semplice punizione e chi ne coglie l’aspetto rieducativo. E in questa diatriba c’è chi, da una parte, ha a cuore i diritti del detenuto e chi, dall’altra, pensa alla sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e di tutte le altre figure che lavorano nel carcere. Come se una delle due cose dovesse escludere l’altra. Il carcere è un ambiente che il detenuto tanto quanto il poliziotto e tutte le figure che ci lavorano, hanno il diritto di vivere con serenità e secondo il fine stesso per cui è pensato.

Convivere in un sistema detentivo costruttivo per il detenuto e sicuro e funzionale per i lavoratori è possibile, ma i problemi di sovraffollamento che le carceri italiane si trascinano da tempo ne hanno impedito la realizzazione. Basti pensare che la popolazione detenuta è aumentata in soli 4 anni di oltre 8 mila unità (passando dalle 52.164 del 2014 alle 60.760 del 2019). Oggi gli istituti penitenziari sono suddivisi in ‘circuiti detentivi’ in relazione ai reati commessi, e ad ognuno di essi dovrebbe corrispondere una diversa offerta trattamentale e una diversa vigilanza. Ma a causa del perenne sovraffollamento, la maggior parte delle carceri si sono trasformate in contenitori con detenuti in eccesso e di tutti i tipi.

Ma come ristabilire un’organizzazione sicura e dignitosa per lavoratori e detenuti? La nostra proposta, presentata oggi al Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, è quella di applicare la cosiddetta ‘logica della progressione premiale’. Cosa significa? Significa che la detenzione, per permettere il riscatto sociale del detenuto e per garantire la sicurezza di chi lavora, deve essere pensata come un percorso progressivo diviso in step. Vediamoli.

 

LA NOSTRA PROPOSTA: LA PROGRESSIONE PREMIALE

Primo step: il detenuto ha l’obiettivo di rispettare tutte le regole dell’ordinaria convivenza e deve partecipare ad un programma trattamentale con risultati positivi, partecipando anche ad attività lavorative volontarie. In questa fase l’apertura della camera detentiva è minima e la vigilanza attenta e costante.

La vigilanza deve avvenire con modalità differenti che non prevedano il contatto diretto che esporrebbe il personale di polizia penitenziaria ad un rischio troppo alto. In generale, la sezione deve essere resa più sicura: sistemi anti-scavalcamento sul muro di cinta, video-sorveglianza, postazioni di sentinella protette, impianto di allarme centralizzato e altro ancora.

Secondo step: se il detenuto ha guadagnato la fiducia dell’amministrazione, il programma prosegue. In questa fase ha più tempo a disposizione da trascorrere fuori dalla camera detentiva, sempre in compagnia di detenuti che stanno facendo lo stesso percorso. La vigilanza verrà proporzionata al tipo di detenuti e di reato. In caso di condotta contraria alle regole e di violazione del patto di fiducia instaurato, il detenuto viene retrocesso al primo livello.

 

Apertura delle camere detentive.

Pensare che si recuperi la sicurezza all’interno delle carceri chiudendo i detenuti in cella per 22 ore al giorno è del tutto fuori strada. In questo modo si può produrre unicamente un aumento esponenziale dell’aggressività. Il detenuto deve essere spronato a vivere la propria detenzione in modo virtuoso: l’offerta di un maggior tempo da vivere all’esterno della camera detentiva è un’opportunità che, se sfruttata, consente la conquista di una vita detentiva migliore. Al contrario, non cogliere questa opportunità e assumere una condotta contraria all’ordine e alla sicurezza e tradire la fiducia concessa, significa privarsi di progredire verso condizioni migliori.

Ampliamento delle opportunità lavorative.

Il lavoro è un elemento fondamentale dentro il carcere: dà dignità alla condizione restrittiva e disincentiva dalla perpetrazione criminale. E’ inoltre uno strumento di nuove opportunità, che può favorire un giudizio positivo nei confronti dei detenuti che gli permetterà di accedere allo step successivo del percorso di progressione premiale.

 

Una proposta, la nostra, che tenta di ridare dignità al percorso detentivo e vuole tutelare il personale di polizia penitenziaria, gli educatori, gli assistenti sociali, i dirigenti e tutte le figure che operano nel carcere, che non possono lavorare sentendo minacciata la propria incolumità. Questa non è una battaglia tra carcerati e carcerieri, è una battaglia per la dignità di tutti. E dobbiamo vincerla.

 

Il documento con la nostra proposta

 

Alle/Ai delegate/i ed iscritte/i
FP CGIL Polizia Penitenziaria
LORO SEDI

CORRETTIVI AL RIORDINO DELLE CARRIERE FORZE DI POLIZIA (D.Lgs. n°172 del 27/12/2019 e D.Lgs. n°173 del 27/12/2019, pubblicati in G.U. il 05/02/2020)
Come da rassicurazioni accusate per le vie brevi dagli Uffici competenti, vi comunichiamo che sarà corrisposto l’una tantum con i relativi importi (presumibilmente nel mese prossimo di agosto), in adempimento al correttivo normativo di cui sopra:
• Ispettori Superiori – Sostituto Commissario che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 1500);
• Ispettori Superiori – Sostituto Commissario che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il
30/09/2017 l’anzianità di almeno 4 anni nella qualifica (euro 1300);
• Sostituto Commissario Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, in anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 540);
• Sovrintendenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 10 anni nella qualifica (euro 1450);
• Sovrintendenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 1200);
• Sovrintendenti Capo Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, di anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 430);
• Assistenti Capo Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, di anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 315);
• Assistenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 12 anni nella qualifica (euro 1000);
• Assistenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 800);
Inoltre, sarà altresì corrisposto l’incremento per il 1° assegno di funzione (al raggiungimento dei 17 anni di servizio) di euro 22.50 con gli arretrati previsti e decorrenza 01/01/2020 per il ruolo Agenti/Assistenti).
Fraterni saluti.

Il Coordinatore Nazionale
Stefano BRANCHI

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