PROFONDO CORDOGLIO

Le scriventi OO.SS. esprimono profondo cordoglio al collega Luciano Pasquali, per la tragica scomparsa del proprio figlio Paolo, 29 anni, avvenuta ieri mentre era al lavoro in un cantiere edile in zona di Vigna Murata a Roma.
L’ennesimo incidente sul lavoro in cui ha perso la vita anche il collega di Paolo, l’Operaio edile Stefano Fallone di 53 anni.
Un’immane tragedia che stavolta ci colpisce tutti da vicino, che tocca la Famiglia del nostro caro Luciano, al quale esprimiamo tutta la vicinanza e la solidarietà del Personale della Corte dei conti, unitamente anche alla Famiglia di Stefano.
Ora sarà la magistratura a stabilire le cause di questa ennesima sciagura sul lavoro, una causa di morte costante e diventata una vera e propria emergenza, che non può mai prescindere dalla Tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro.

I Coordinamenti Nazionali CGIL CISL UIL Corte dei conti

Carceri: Fp Cgil, rispetto per chi lavora in carcere
Basta generalizzazioni a scapito di chi lavora bene

“Sembra che la narrazione di quello che accade nelle carceri del nostro Paese sia orientata a dipingere un mondo alla deriva, dove non funziona nulla, senza badare al rischio di sminuire l’operato di migliaia di lavoratori, altamente specializzati, che con scarse risorse ed enormi sacrifici svolgono un lavoro complicato e di fondamentale importanza per la società civile. Una fastidiosa generalizzazione, a scapito di chi lavora bene”. Questo il commento della Funzione Pubblica in risposta alle notizie che negli ultimi tempi circolano sul nostro sistema penitenziario.

“Un conto è evidenziare le criticità di un sistema messo in crisi da politiche di tagli lineari su risorse umane e materiali – prosegue il sindacato -, altro è gettare discredito su chiunque ne faccia parte nel tentativo di dimostrare che le soluzioni sono sempre all’esterno di quel sistema. Ultime in ordine di tempo le dichiarazioni che parlano di una gestione politica del sistema carcerario lasciata in mano a ‘zelanti funzionari ministeriali’ e al nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria che non avrebbe più la stessa capacità operativa”.

“Affermazioni che dipingono un quadro poco realistico di una realtà dove, al fianco di magistrati di indubbie qualità morali e professionali, lavorano dirigenti, poliziotti penitenziari e personale delle funzioni centrali con le peculiari specificità professionali e tecniche, grazie alla formazione prima teorica e poi fatta sul campo in carcere e nel sistema dell’esecuzione penale esterna, continuano a fornire contributi di altissimo livello. Come quelli conseguiti nella giustizia minorile o quelli che il nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria continua a fornire con brillanti risultati nel contrasto alla criminalità organizzata, al terrorismo internazionale e ai fenomeni di radicalizzazione e proselitismo in carcere. Tra l’altro, se andiamo ad analizzare le precedenti gestioni dell’amministrazione Penitenziaria, i risultati migliori si sono ottenuti quando a Magistrati lungimiranti sono stati affiancati brillanti dirigenti che avevano maturato una certa esperienza lavorando in carcere, altro che zelanti funzionari. Bisogna raccontare anche queste cose, altrimenti agli occhi dell’opinione pubblica arriva solo una certa narrazione orientata al catastrofismo che rischia di gettare tutti nel tritacarne ”, conclude la Fp Cgil.

Al Signor Capo Dipartimento A.P.
Presidente Bernardo Petralia

All’ Ufficio per le Relazioni Sindacali
Direzione generale del personale e delle Risorse

Oggetto: Funzionario di Turno.

Ci spiace dover sollecitare il tema, ma ribadiamo l’estrema necessità e quindi l’urgenza di definire la funzione che noi dirigenti penitenziari in servizio presso questo sede dipartimentale assicuriamo con il servizio di “funzionario di turno” sia la notte (dalle 20,00 alle 8,00 della mattina successiva) che durante i fine settimana.
In particolare, si ritiene necessario fornire chiare disposizioni circa la natura degli atti che il funzionario di turno può e deve firmare durante lo svolgimento del turno di servizio, che svolge nel fine settimana in presenza, per evitare fraintendimenti e non ripetere le spiacevoli circostanze che hanno fatto salire questa amministrazione all’ “onore delle cronache”
Per il servizio di reperibilità notturna si ribadisce invece l’assoluta ridondanza del ruolo e della duplicazione delle comunicazioni che di fatto si sovrappongono e rincorrono le comunicazioni che nel frattempo intercorrono tra Direttore d’istituto, Provveditore, Vice Capo Dipartimento, Direttore Generale Detenuti e Trattamento.
Del resto il Provveditore, dirigente generale e responsabile della gestione e del coordinamento di tutte le strutture che ricadono nel perimetro geografico di sua competenza, è più che titolato a svolgere il ruolo di interlocutore diretto per quelle articolazioni, potendo direttamente egli stesso informare i vertici dipartimentali e concordare le decisioni da assumere e poi dare indicazioni
alla direzione dell’istituto interessato.
Si confida in una sollecita risposta che tenga conto anche di quanto segnalato da questo coordinamento sindacale in data 11 giugno u.s. con nota n. 197/U – FP 2020.
Distinti saluti.

Il coordinatore nazionale dirigenza penitenziaria
Carla Ciavarella

Giustizia: il punto sulla vertenza Tirocinanti

Per quanto riguarda la vertenza tirocinanti abbiamo rivolto nell’ultima riunione, alla luce della informativa sul piano assunzioni, una serie di richieste di chiarimenti relativamente ai due processi previsti dalla legge.
La buona notizia è che l’approvazione definitiva del DL Rilancio conferma l’assunzione dei 1000 a tempo determinato biennale. Questo consente di avviare già a partire da settembre questa selezione e concluderla in tempi che ci auguriamo celeri. Riguardo la modalità, considerato che la norma mantiene aperto la doppia opzione, ovvero il ricorso ai CPI, o, in alternativa, prevede la possibilità di una selezione per titoli e colloquio di idoneità gestita direttamente dal Ministero, abbiamo chiesto degli opportuni chiarimenti su come intende procedere il Ministero.
L’importanza di questa scelta è fondamentale ai fini dell’esito complessivo della vertenza, perché consente di evitare la trappola legata alle mille insidie che si celano nei regolamenti regionali che disciplinano l’accesso alle selezioni ex legge 56/87. Su questo punto abbiamo ricevuto notizie rassicuranti: l’amministrazione sembra decisamente orientata verso la modalità che esclude i CPI e ha ribadito questa intenzione. Naturalmente seguiremo con la massima attenzione l’evoluzione di questo processo, ai fini delle opportune verifiche, e peraltro auspichiamo che possa avviarsi e concludersi in tempi estremamente celeri, considerati i tempi inenarrabili di attesa dei lavoratori interessati ed anche il contesto di grave crisi economica generata dall’emergenza COVID.
Nella stessa riunione ci è stato comunicato che si sta avviando a conclusione il percorso relativo ai 616 operatori assunti a tempo indeterminato, in alcune Regioni i vincitori stanno per prendere servizio e nelle altre si spera di  concludere entro l’estate. Dai dati relativi alle Regioni che hanno concluso alla procedura il personale assunto proviene dal bacino tirocinanti. Questo dato, pur confortante, rileva però fenomeni diffusi di concorrenzialità interna al bacino dei concorrenti che in molti casi sembrano aver penalizzato i tirocinanti

appartenenti allo specifico territorio regionale in cui si è svolta la selezione. Anche questo è un effetto prevedibile della modalità di selezione prescelta, a dimostrazione ulteriore della poca funzionalità di questo strumento applicato ad una procedura dalle caratteristiche mirate come questa.
In ogni caso verificheremo a processo concluso la sua capacità di assorbimento dai bacini interessati, anche perché, fermo restando così le cose, l’ulteriore processo relativo alle 1095 assunzioni a tempo  determinato dovrà anch’esso passare nella tagliola dei CPI.
Abbiamo però notato che queste assunzioni non sono riportate nel prospetto presentato se non nelle premesse, nelle quali vengono riportati i numeri originari contenuti nel decreto sicurezza(800) accompagnati da una locuzione non chiara circa un ‘indispensabile intervento correttivo sulla tempistica procedurale da parte del legislatore’, sulla quale abbiamo chiesto un chiarimento.
Quello che appare evidente è la necessità di una norma che intervenga su un un processo la cui ridefinizione numerica pone un problema di durata complessiva del tempo determinato ma anche di procedure utilizzate, poiché appare del tutto singolare che su questa procedura si mantenga, a differenza dei 1000, il ricorso ai CPI. Quello che non si comprende, visto che la stessa amministrazione ritiene necessaria una modifica normativa, è perché non si è intervenuti con il DL Rilancio. Noi avevamo proposto un emendamento che andava in entrambe le direzioni, dall’ampliamento della durata del rapporto di lavoro all’assimilazione delle procedure previste per i 1000, purtroppo non recepito nel dibattito parlamentare.
Quello che ne consegue è comunque uno slittamento dei tempi di attuazione, noi riteniamo a questo punto al 2021. Su tutto questo solleciteremo direttamente la parte politica, non appena possibile: è indispensabile un chiarimento su tempi e modalità di questa procedura che dovrà chiudere il cerchio rispetto a questa prima, lunghissima, fase di questa delicata vertenza, ma che certamente non la concluderà perché in immediata successione occorrerà pensare alla definitiva stabilizzazione occupazionale.
Questa la situazione attuale: siamo certamente soddisfatti della quantità delle opportunità di inserimento occupazionale che si sono determinate, e le 1000 assunzioni sono una straordinaria novità per i numeri che si aggiungono e per la modalità di selezione prevista, ma anche consapevoli che questa vertenza è lungi dall’essere conclusa. E proseguiremo con l’impegno di sempre: nell’ultima riunione su questo tema si è sentita una unica voce, la nostra, con buona pace di chi utilizza questa vertenza in modo propagandistico e strumentale, rivendicando meriti impropri.
Con responsabilità e con serietà, e anche facendo domandine, ma con determinazione.
Saluti
Coordinamento Nazionale FP CGIL    Giustizia FP CGIL Nazionale
Felicia Russo                                              Claudio Meloni

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione, con la quale chiediamo un incontro per conoscere  e comprendere il funzionamento del Comitato consultivo tecnico sanitario per il settore specialistico Smzt

Siccome gira questa locandina equivoca, meglio chiarire.
Siamo di fronte ad uno stanziamento, pubblicato in GU, di 165 milioni di euro. In tempo di crisi, un buon stanziamento, iniziato con il Governo Lega e 5 Stelle (lo studio è stato effettuato con il senatore #candiani come sottosegretario) e completato dall’attuale #Governo con tutte le forze POLITICHE #PARLAMENTARI CONCORDI .
Quindi, non si tratta di un aumento stipendiale di tipo contrattuale e i 13 euro sono riferiti ai Vigili appena entrati. Chi ha una anzianità maggiore porterà a casa un ottimo incremento.
Perché siamo arrivati a questa ripartizione, decisa dal Governo? Bisogna ricordare che questa è l’equiparazione con la Polizia. Da tanti anni e in tanti (non io e non la CGIL) chiedevano questa equiparazione. La CGIL ha sempre sostenuto che servivano più risorse per il riconoscimento della specifica professionalità dei Vigili del Fuoco (cosa diversa da una banale COMPARAZIONE con la Polizia). CGIL inascoltata, è prevalsa la linea di altre organizzazioni sindacali.
Ora siamo di fronte alla realtà.
Se chiedi l’equiparazione questo è il risultato. Hai poco da criticare la politica o la Dirigenza (a cui viene assegnata solo una percentuale pari allo 0,6% del totale)
Ora prendi tanto quanto un agente con la tua stessa anzianità. Lo hai chiesto e questo è il risultato.
Sarebbe stato bello contrattare un diverso riparto per le risorse? Certo, ma non dovevi scegliere quella strada. Ho cercato di spiegarvi che quella non era la strada giusta, ma siete di coccio. Chi è causa del suo mal non pianga se stesso e non faccia critiche inutili e generiche. Ci sono ancora tanti problemi da affrontare. Forza e mi raccomando, fate attenzione ai #rivoluzionari con l’ego ipertrofico e il piagnisteo facile, non sono razionali.

Al Segretario generale Cons. Franco Massi

Al Vice Segretario generale Cons. Saverio Galasso

Al Cons. Sergio Gasparrini

Al Dirigente generale Dott. Pasquale Le Noci

e, p.c.
Al Servizio Relazioni Sindacali

A tutto il Personale
CORTE DEI CONTI

Con la presente, le scriventi Organizzazioni Sindacali, sollecitano l’Amministrazione ad accelerare tutte le procedure in atto ed in particolare chiedono:
• che i criteri relativi alla definizione dell’Accordo sulle PEO 2020, che rientrano nelle materie di contrattazione, ai sensi dell’art. 7, comma 6, lettera c) del vigente CCNL Funzioni centrali, siano parte del citato Accordo;
• la definizione del Protocollo sulla Sicurezza, ai sensi dell’art. 7, comma 6, lettera k) del citato CCNL, con particolare riferimento al “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19”, sottoscritto da CGIL CISL UIL e la Ministra della P.A., in data 3 aprile 2020;
• l’avvio di un confronto sullo smart working emergenziale, non più procrastinabile, inquanto strumento ordinario di lavoro sino al 31 dicembre 2020, ai sensi dell’art. 263 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77;
• l’attuazione delle procedure per i Sussidi 2018 – 2019 – 2020, con l’impegno di riportare nell’alveo della contrattazione tutti i criteri;
• un urgente confronto sulla ricaduta dell’applicazione delle Alte Professionalità e dei Progetti Incentivanti;
• l’avvio del tavolo negoziale sul Fondo risorse decentrate 2019.
In attesa di un u gente riscontro, si inviano cordiali saluti.

S. Di Folco            A. Guarente              F. Amidani

FABBISOGNI E PARZIALE REVISIONE
PIANTE ORGANICHE ASSISTENTI GIUDIZIARI

Si è svolto in data odierna il programmato incontro in tema di “fabbisogni e parziale revisione piante organiche assistenti giudiziari”. Alla riunione hanno partecipato per la parte pubblica il Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria Fabbrini ed il Direttore Generale del personale e della formazione Leopizzi. All’inizio della riunione la delegazione di parte pubblica ha illustrato i contenuti dei prospetti forniti a titolo di informazione preventiva alle organizzazioni sindacali: prospetto cessazioni anni 2019 al 9 luglio 2020; prospetto scoperture al 1 luglio 2020; prospetto recante la stima delle cessazioni nel triennio 2020/2022; estratto piano triennale assunzioni attuale e precedente; bozza base di lavoro su “lavoro agile”.
CGIL CISL e UIL hanno espresso un complessivo apprezzamento sui contenuti del piano triennale dei fabbisogni di personale anni 2020/2022, anche in considerazione delle gravissime scoperture e dei numeri impressionanti dei pensionamenti avvenuti e stimati. Hanno espresso un particolare apprezzamento per la previsione dello scorrimento integrale della graduatoria per funzionario NEP formata ex art. 21 quater L. 132/2020 e per la previsione dell’assunzione di 418 funzionari NEP. Perplessità invece ha suscitato la previsione di soli 739 passaggi per la analoga graduatoria relativa ai funzionari giudiziari e per la previsione di soli 300 passaggi per gli ausiliari in area seconda. Infatti tali numeri sono di gran lunga sottostimati rispetto a quanto concordato nell’accordo del 26 aprile 2017 e rispetto alle assunzioni programmate ed in corso. Su tale punto la delegazione di parte pubblica ha concordato sulla necessità di rettificare al rialzo la previsione dei 300 passaggi degli ausiliari in area seconda alla luce delle assunzioni dall’esterno ed ha confermato l’impegno assunto dal Sottosegretario Ferraresi in occasione della firma dell’accordo sulla mobilità di operare un ulteriore scorrimento entro la fine dell’anno della graduatoria per funzionario giudiziario. In merito alla bozza sul lavoro agile CGIL CISL e UIL hanno chiesto la calendarizzazione dei lavori al fine di procedere in videoconferenza all’esame della proposta articolo per articolo. Sul punto l’amministrazione ha preannunciato una prima convocazione per il 31 luglio ore 11.00 comunicando che è in via di perfezionamento la procedura per consentire l’utilizzo da remoto dei registri civili, compresi quelli della VG.
In merito al prosieguo delle trattative CGIL CISL e UIL si sono dichiarate disponibili a discutere di revisioni dei profili professionali e delle relative declaratorie ma a condizione che la stessa si coniughi con la piena applicazione dell’accordo del 26 aprile 2017 e quindi con la realizzazione di: scorrimento integrale delle due graduatorie formate ex art. 21 quater, progressioni giuridiche tra le aree degli
ausiliari nonché dei contabili e degli assistenti informatici e linguistici ex art. 21 quater L. 135/2015, attraverso la tempestiva pubblicazione dei relativi bandi, progressioni giuridiche nelle aree attraverso l’istituto della flessibilità (assistente giudiziario-cancelliere esperto; operatore giudiziario-assistente giudiziario; conducente-operatore giudiziario; funzionario giudiziario-direttore).
Al termine della riunione la delegazione di parte pubblica ha confermato la convocazione per fine luglio del tavolo negoziale per la definizione dei criteri di pagamento del FUA 2019 e per la definizione della terza procedura di progressione economica.
Vi terremo informati sugli sviluppi.

Roma, 17 luglio 2020

FP CGIL                          CISL FP                              UIL PA
Russo                          Marra                               Amoroso

Roma, 17 luglio 2020

Al Ministro della Salute
On. Roberto Speranza

Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro della Salute

Al Dr. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale Ministero della Salute

Al Dr. Giuseppe Celotto
Direttore generale del Personale
dell’Organizzazione e del Bilancio

Oggetto: Protocollo di accordo lavoro agile emergenziale. Convocazione OO.SS. 21 luglio p.v.-

Si fa riferimento alla mail della Direzione generale del personale del 16 luglio u.s., con la quale sono state convocate le rappresentanze sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori il prossimo 21 luglio al fine di discutere del documento che disciplina il lavoro agile in periodo emergenziale (all.1). Ma, prima di entrare nel merito della predetta convocazione, si ritiene opportuno richiamare le vicende pregresse per giungere a chiarire – auspichiamo definitivamente – l’attuale situazione generata sul tema.
Con una specifica corrispondenza intercorsa tra la scrivente O.S.. e codesta amministrazione, si è affrontata la questione delle prestazioni lavorative rese dai dipendenti in regime di lavoro agile nel periodo emergenziale, anche a seguito dell’emanazione della Circolare del Ministro della P.A. n. 2/2020 e del D.L. n. 18/2020 il quale, all’articolo 87, stabiliva che fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per la Pubblica amministrazione, il lavoro agile costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa in tutte le amministrazioni pubbliche (all.1, all. 2 )
Il successivo 10 aprile c.a. questa O.S., con una nota a firma del Segretario nazionale a Lei indirizzata, signor Ministro, ribadiva punto per punto le norme e le direttive del Ministero della Pubblica Amministrazione chiedendo l’avvio del confronto sul tema del rispetto dei diritti dei lavoratori posti in smart working dall’amministrazione, considerata ex lege la modalità ordinaria di espletamento del lavoro (all. 3). Nessun riscontro è mai stato fatto pervenire.
Nel frattempo l’amministrazione convocava le organizzazioni sindacali per un urgente incontro sulle misure di sicurezza Covid-19. A tal proposito, FP CGIL CISL FP e UIL PA predisponevano, come di consueto, una bozza di protocollo d’intesa stilato sulla falsa riga del protocollo nazionale sottoscritto dal Ministro della Pubblica Amministrazione con i Segretari generali delle tre maggiori organizzazioni sindacali confederali, nel quale – tra molto altro – veniva affrontata anche la questione del lavoro agile (all. 4).
A seguito dei diversi incontri tenuti tra le parti (11 e 14 maggio, 4 giugno), nel corso dei quali l’amministrazione NON HA MAI inteso discutere di quella bozza, malgrado anche le altre organizzazioni
sindacali presenti al tavolo avessero riconosciuto la valenza di quel documento, l’amministrazione elaborava una propria proposta che non recepiva alcuna delle richieste contenute nella bozza ricevuta, producendo un documento che in realtà non era altro che una mera raccolta delle disposizioni normative fin lì emesse dal governo. Un documento totalmente privo di quelle che sono le misure concrete – invece presenti nella proposta sindacale – che l’amministrazione deve osservare e applicare per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in ogni posto di lavoro, mediante l’avvio della contrattazione tra le parti in sede periferica.
Le OO.SS. sono state di fatto costrette a prendere atto che non si stavano relazionando con l’intera amministrazione rappresentata da un dirigente, bensì con il solo Dr. Celotto, che in qualità di datore di lavoro della sede centrale intendeva imporre alla discussione solo la propria volontà, da ultimo anche stralciando ogni riferimento al predetto Protocollo nazionale, e con esso i principi posti alla sua base, come dimostra ampiamente anche l’ultima irricevibile proposta fatta pervenire alle organizzazioni sindacali con la predetta convocazione che, a giudizio della scrivente, tende a scaricare interamente sui lavoratori – addirittura minacciati di denuncia penale – le responsabilità di un’amministrazione che soltanto lo scorso 15 luglio, ovvero a distanza di soli 16 giorni dal termine della dichiarazione dello stato di emergenza stabilita con decreto del 31 gennaio scorso, ha soltanto ipotizzato quali debbano essere le attività indifferibili da svolgere in presenza, e che invero ancora non riesce, a pandemia attenuata, nemmeno a decidere quante persone possono entrare nelle sedi del ministero.
Valga per tutti il fatto, ad incontrovertibile testimonianza dell’assunto, che tale documento sia stato sottoscritto per il comparto delle aree funzionali soltanto da due organizzazioni sindacali minoritarie, come certificato dal dato sulla rappresentanza conosciuto. Caso assolutamente unico nel panorama delle amministrazioni pubbliche.
Siffatto comportamento è stato da ultimo evidenziato nella nota unitaria trasmessa a firma dei rispettivi Segretari nazionali di FPCGIL, CISL FP e UILPA lo scorso 22 giugno, con la quale nel mentre veniva formalmente diffidata l’amministrazione dall’adottare quel documento, si proclamava lo stato di agitazione del personale del Ministero della Salute (all. 5).
La questione della “revisione e aggiornamento dell’atto di indirizzo in tema di smart working del 27 dicembre 2019” è stata in precedenza affrontata nel corso della riunione svolta il 10 giugno u.s.; in quella circostanza i rappresentanti della scrivente O.S. proponevano di lavorare su un documento che affrontasse il tema del lavoro agile nel periodo emergenziale, sapendo che in ogni caso la discussione avrebbe dovuto poi essere aggiornata in funzione di un protocollo d’intesa di carattere nazionale atto a disciplinare lo Smart Working nel periodo post emergenziale.
In seguito, una bozza di documento per la disciplina del lavoro agile nella fase emergenziale, da discutere al tavolo il 23 giugno, veniva proposta alle OO.SS. Visionato il documento elaborato, la FP CGIL avanzava proposte di puro buon senso (individuazione delle attività indifferibili, valenza del protocollo anche in caso di nuove emergenze o prolungamento di quella vigente, valenza del protocollo fino a che non ci fosse una revisione del documento del dicembre 2019, ecc…) proprio per conferire un minimo di legittimità e respiro a un documento arrivato largamente fuori tempo massimo, non certo per responsabilità del Sindacato, pure in costanza dell’assenza di un elenco organico delle attività che a giudizio dell’amministrazione devono essere necessariamente rese in presenza.
Eppure, e ancora una volta, nessuna delle proposte avanzate dal Sindacato è stata recepita dal Direttore generale, che continua ostinatamente a rimanere su posizioni chiuse al confronto per cercare di imporre la sottoscrizione di un documento che in effetti non disciplina nulla e che, per giunta, cesserebbe i
propri effetti il 31 luglio p.v.. Difatti, ciò che viene proposto è un documento largamente incompleto che se sottoscritto il prossimo 21 luglio scadrebbe 10 giorni dopo senza produrre alcun effetto tangibile per le lavoratrici e i lavoratori delle aree funzionali, se non l’attuazione del famigerato art. 3, comma 2, che consentirebbe a taluno evidentemente più importante di altri di godere delle proprie ferie addirittura fino al 30 Agosto prossimo, in spregio a tutte le norme di legge e contrattuali vigenti, e alla faccia della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori corretti che, rispettando le circolari emesse proprio dalla Direzione del personale, consumavano le proprie ferie residue entro lo scorso mese di Aprile, in piena emergenza sanitaria.
Per quanto ci riguarda, diverse sono le condizioni da soddisfare se si vuole realmente promuovere un documento che abbia credibilità, efficacia e rispetto dei diritti dei lavoratori, a partire ovviamente da una svolta nella tenuta delle relazioni sindacali, improntata al rispetto delle prerogative sindacali:
– Rendere valido il protocollo anche in caso di prolungamento della attuale fase emergenziale e/o in caso di eventuali altre dichiarazioni di emergenza che vengano proclamate successivamente;
– Allegare al protocollo l’elenco condiviso delle prestazioni che possono essere rese da remoto e quelle in presenza;
– Eliminare il comma 2, dell’art. 3;
– Impegno dell’amministrazione a fornire i software necessari allo svolgimento del lavoro da remoto ai lavoratori che utilizzano i propri computers per svolgere l’attività lavorativa in modalità lavoro agile;
– Immediata convocazione di un confronto da praticare ad oltranza per la definizione tra l’altro anche dell’erogazione dei buoni pasto ai lavoratori che hanno svolto la propria attività lavorativa ordinaria in modalità di lavoro agile dal mese di marzo scorso fino alla fine dell’emergenza sanitaria, anche in considerazione del riscontro all’uopo fatto pervenire dal Dipartimento della Funzione Pubblica;
– Fino alla revisione e l’aggiornamento dell’atto di indirizzo sullo smart working emanato in data 27 dicembre 2019, lo svolgimento della modalità del lavoro agile è regolamentata dal protocollo d’intesa per la disciplina del lavoro agile nel periodo emergenziale.
Restiamo in attesa di cortese riscontro.
Con viva cordialità

p. la FP CGIL Nazionale           Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Min.Salute
Francesco Quinti                                                                   Fabio Lupi

Pubblichiamo la nota delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF in merito la richiesta dei DPI a protezione del personale riguardo il soccorso acquatico

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito alla defiscalizzazione dell’indennità d’immersione per il personale Smzt

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