AVVIATO IL CONFRONTO SUL SISTEMA DI VALUTAZIONE.
A BREVE LE GRADUATORIE DEL TELELAVORO.
PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA RIPRENDERÀ IL CONFRONTO SUGLI
ISTITUTI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

È iniziato oggi il confronto con l’Agenzia su sistemi di valutazione delle performance. Prima di entrare nel vivo della discussione, però, l’amministrazione ha fornito alcune informazioni sulla procedura di telelavoro, interrotta poco prima che scoppiasse la pandemia con la
richiesta di tutti i sindacati di riesaminare tutti i progetti che non avevano avuto la condivisione dei datori di lavoro.
Siamo moderatamente soddisfatti in quanto, per la stragrande maggioranza di coloro che avevano presentato controdeduzioni al diniego al telelavoro, è stata trovata una soluzione positiva che permetterà loro di entrare in graduatoria. Sono stati altresì aumentati ancora di qualche decina di unità i posti disponibili.
Abbiamo comunque chiesto all’Agenzia di riprendere il percorso sugli istituti di conciliazione vita-lavoro, iniziato appunto con la firma dell’accordo del 9 ottobre 2019 su telelavoro, co-working e lavoro agile.
Mentre sul lavoro agile la parte pubblica ci ha comunicato di non essere ancora pronta a firmare un accordo complessivo, anche in considerazione dell’evolversi delle norme varate in questi giorni da Governo e Parlamento, abbiamo ottenuto una convocazione entro la fine di luglio per parlare di co-working sia infra che interregionale. È ferma intenzione degli scriventi coordinamenti applicare -disciplinandoli, come nel caso dello smart working- nel tempo più breve possibile tutti gli istituti che possano consentire flessibilità della prestazione lavorativa e avvicinamento dei lavoratori ai luoghi ove si trova il centro dei loro interessi, convinti che questo incida positivamente sulla serenità dei colleghi e, quindi, sulla motivazione e sulla produttività dei lavoratori.
Riguardo al sistema di valutazione, l’amministrazione ha presentato una bozza di linee guida, aperta ai contributi della parte sindacale. Nei nostri interventi abbiamo chiarito alla parte pubblica che non ci interessa  costruire un sistema di valutazione semplicemente per rispondere agli obblighi di legge. Le “pagelline” non ci interessano. Se fosse questo il
problema da risolvere preferiremmo affidare l’osservanza delle norme ad altri, più immediati e meno divisivi strumenti.
Ciò che invece ci interessa è la costruzione di un modello che abbia al centro la crescita complessiva dell’organizzazione, con una chiara comunicazione a tutti i lavoratori delle finalità della valutazione, della procedura, degli strumenti di valutazione e degli obblighi dell’Agenzia delle Entrate di intervenire con piani di formazione, di coaching e di valorizzazione dei lavoratori.
Sappiamo bene che i nostri superiori gerarchici ci valutano ogni giorno in modo non palese e che queste valutazioni hanno delle ricadute anche di tipo economico sulla nostra vita lavorativa. Ciò che vogliamo, quindi, non è continuare a mettere la testa sotto la sabbia e fare finta di niente abdicando alle nostre responsabilità di tutela dei lavoratori, come invece sta facendo qualche sindacato, bensì fare in modo che ciascuno valuti (e venga valutato) secondo procedure condivise e, soprattutto, che chi valuta assuma pienamente su di sé la responsabilità della valutazione.
Le ricadute economiche devono essere assolutamente secondarie e affatto scontate. Non è detto che un sistema di valutazione delle prestazioni debba portare naturalmente a premi individuali ed è chiaro a tutti che questo obiettivo lo potremo raggiungere esclusivamente affrontando la trattativa depotenziando, all’Agenzia, l’alibi dell’eventuale atto unilaterale.
Infatti, mentre gli interventi di formazione, di ricerca dell’allocazione migliore del singolo all’interno dei posti di lavoro e la valorizzazione del personale debbono necessariamente vedere al centro l’individuo, gli interventi organizzativi sui sottosistemi e gli eventuali riconoscimenti economici non possono prescindere dalla dimensione del lavoro in agenzia,
organizzato in piccoli gruppi, che deve essere valorizzato.
Insomma, come potete intuire, siamo appena all’inizio di un cammino che si annuncia lungo e pieno di insidie, che a nostro parere dovrà trovare tempi e modi per il coinvolgimento diretto dei lavoratori sin dalla fase di progettazione del sistema di valutazione.

Roma, 21 luglio 2020

FP CGIL           CISL FP            UIL PA           CONFSAL/UNSA       FLP
Gamberini          Silveri             Cavallaro        Sempreboni         Patricelli

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito all’attivazione dei Poli didattici per l’inizio dell’89° corso AA.VV.FF.

Pubblichiamo l’ipotesi di accordo stralcio, sottoscritto in data 21/07/2020 , per l’utilizzo delle risorse attualmente disponibili del Fondo Risorse Decentrate  per l’anno 2020 e la previsione delle progressioni economiche

previste dall’accordo in 4821 unità. 

 

Adelaide Benvenuto

Fp Cgil Ministero Interno

Pubblichiamo la convocazione e i Decreti per i passaggi interni per il settore specialista inviati dall’Amministrazione

Pubblichiamo l’informativa in merito il decreto riguardo l’individuazione di nuovi ambiti professionali per il ruolo  di Ispettori e Direttivi tecnico scientifici

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione nella quale chiediamo chiarimento in merito alla futura assegnazione al reparto volo del personale che sta svolgendo il percorso formativo pilota VF dedicato a coloro in possesso di brevetto esterno.

 

Infanzia: Fp Cgil, a settembre tutti a scuola in sicurezza, nessun bambino escluso
Serve un protocollo chiaro per garantire la ripresa delle attività

Sistema 0-6, tutti in sicurezza! Questo il titolo delle iniziative promosse dalla Fp Cgil, a cominciare dalla diretta Facebook di domani, mercoledì 22 luglio, alle ore 15 sulla pagina Facebook @fpcgil, per lanciare un messaggio molto chiaro: a settembre tutti a scuola, in sicurezza, senza escludere nessun bambino e nessuna bambina. Alla diretta parteciperanno maestre ed educatrici che porteranno la loro esperienza diretta e le preoccupazioni del momento. Introdurrà Paola Grieco, della Fp Cgil nazionale; le conclusioni invece spettano a Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil. Alla diretta seguiranno, nei giorni successivi (giovedì 23 e venerdì 24 luglio), flash mob, presidi e iniziative in tutta Italia affinché educatori, insegnanti e tutto il personale delle scuole facciano sentire la propria voce.

La chiusura dei nidi e delle scuole dell’infanzia ha rappresentato una ferita per il sistema educativo rivolto ai bambini da zero a sei anni – spiega la Funzione Pubblica Cgil -. Una misura necessaria per frenare la curva del contagio che ha provocato risvolti problematici sia per la continuità del progetto pedagogico, sia per i soggetti più deboli cui è venuta a mancare la possibilità di essere seguiti. Tutto questo ha avuto un impatto enorme sulle famiglie, soprattutto per la conciliazione vita-lavoro. È assolutamente prioritario garantire a settembre a tutte le bambine e i bambini la possibilità di rientrare a scuola e nei nidi, e farlo tutelando la salute dei bambini e di tutto il personale coinvolto. Per il pubblico, come per il privato, serve un protocollo che indichi con chiarezza, senza confusioni, il rapporto numerico tra bambini e personali, l’utilizzo corretto delle mascherine e che individui gli spazi necessari per svolgere le attività. Non meno importante – aggiunge il sindacato – un piano di assunzioni. Anche nelle realtà oggetto di appalto, convenzioni e concessioni si rende necessario assumere personale per potenziare gli organici”. Infine, ma non meno importante, fa sapere la Fp Cgil, “È necessario un forte investimento sulla formazione, per preparare il personale a questa nuova normalità, ai cambiamenti che ci saranno”. Non bisogna dimenticare, in questo caos generale, “tutte le altre figure che lavorano all’interno delle scuole, come il personale di pulizia o del servizio mensa (stiamo parlando di 60 mila persone) che senza una riapertura rimarrebbero senza lavoro”.

“Sono queste le condizioni per rientrare. La politica, dopo mesi di scarsa attenzione al settore della scuola, deve prendere delle decisioni chiare per permettere che a settembre si torni tutti a scuola”, conclude la Funzione Pubblica Cgil, ricordando l’appuntamento di domani, ore 15, sulla pagina Facebook @fpcgil insieme a maestre ed educatrici.

Pubblichiamo l’informativa inviata dall’Amministrazione riguardo il Decreto del Ministro dell’Interno del 17 luglio 2020 concernente i Distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Come sapete il Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha affemato che il Green Deal sarà ‘il motore per la ripresa e la ‘bussola’ per trasformare la crisi di questa pandemia in un’opportunità per ricostrure le nostre economie  e società in modo diverso e più resiliente per affrontare i cambiamenti climatici. La Commissione inoltre ha annunciato di voler sviluppare una nuova strategia di adattamento nell’ambito dell’iniziativa del green deal.

Il sindacato Europeo dei servizi pubblici ha accolto con favore l’obiettivo della Commissione ed ha redatto il documento allegato (che abbiamo tradotto in italiano), al quale abbiamo contribuito come FPCGIL, che ha inviato alla Commissione nell’ambito della consultazione pubblica on-line.

Il documento affronta la questione dal punto di vista dei servizi pubblici presentando delle specifiche raccomandazioni sull’adattamento ai cambiamenti climatici e analizzando i riflessi sui lavoratori e sui servizi.

Buona lettura

Nicoletta Grieco

 

Presidenza del Consiglio dei Ministri: incontro per il CCNL 2016-2018 del 20 luglio 2020.

È proseguita la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2016-2018 per il personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nell’incontro di lunedì 20 luglio si è proceduto alle osservazioni al testo proposta da Aran sulle parti normative relative a:
– Costituzione del rapporto di lavoro (contratto individuale, periodo di prova, ricostituzione del rapporto di lavoro, fascicolo personale e clausole speciali);
– Istituti dell’orario di lavoro (orario di lavoro, turnazioni, reperibilità, attività prestate dai dipendentinon in turno, orario multiperiodale, pausa, rilevazione dell’orario e ritardi, lavoro straordinario e ripo si compensativi);
– Conciliazione vita – lavoro (orario di lavoro flessibile, banca delle ore);
– Ferie e festività (ferie e recupero festività soppresse, festività, ferie e riposi solidali).
Diverse le proposte di modifica e integrazione del testo presentate dalle organizzazioni sindacali per rendere gli istituti normativi più certi e fruibili per le lavoratrici e i lavoratori della Presidenza.
Un nuovo incontro è stato fissato per il prossimo lunedì 3 agosto dove si completerà l’analisi del testo e l’Aran dovrà presentare le proposte sulle parti mancanti a partire dal trattamento economico.
Roma, 20 Luglio 2020

Il segretario nazionale
Florindo Oliverio

Roma, 20/7/2020
Una nuova riorganizzazione per il MIT
Con nota del 14 luglio 2020 ci è pervenuta la bozza del Regolamento di riorganizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la convocazione per la data odierna. Si è tenuto, infatti, nella mattinata di oggi l’incontro con il Capo di Gabinetto, dott. Alberto Stancanelli, che ha illustrato sinteticamente le motivazioni che hanno portato alla scelta di ampliare il numero dei Dipartimenti da due a tre.
In premessa abbiamo sottolineato, ancora una volta, che l’idea di una riorganizzazione non è una priorità, soprattutto quando non intervenga con decisione in alcuni nodi fondamentali, quali una maggior integrazione funzionale e strutturale delle diverse anime del ministero (opere pubbliche e trasporti), nonché un più capillare presidio dei territori. L’aspetto che ci preoccupa con urgenza è la mancanza di personale, soprattutto in periferia. Se non si pone rimedio con immediatezza, questa situazione porterà alla chiusura di sedi di motorizzazioni e provveditorati. Non si è potuto fare a meno di notare che nella tabella relativa alla dotazione organica complessiva, allegata alla bozza, invece che un incremento vi è un’ulteriore riduzione nel numero dei dirigenti di seconda fascia. La situazione appare ancora più grave se confrontata con le effettive presenze: al 31/12/2018 erano presenti solo 152 unità. Anche per il personale delle aree vi è, rispetto alla dotazione organica prevista (7713), una presenza di sole 7018 unità (dati 31/12/2018). Abbiamo sollecitato quanto già chiesto lo scorso anno, un piano straordinario di assunzioni per rilanciare il ruolo istituzionale del MIT e chiesto che il Ministero destini le risorse disponibili prioritariamente per tale finalità. E’ necessario mettere in atto ogni opportuna iniziativa in seno al Governo affinché questo diventi un tema prioritario e non più rinviabile, abbiamo quindi rappresentato l’urgenza che, prima della pausa estiva, sia pubblicato il bando per le progressioni tra le aree e che si trovi una soluzione normativa idonea per la progressione di area degli esaminatori e dei tecnici delle motorizzazioni e dei geometri dei provveditorati, che di fatto svolgono mansioni di alta professionalità, attinenti alla terza area nonché il transito degli addetti già abilitati alla funzione di esaminatore nel profilo di assistente.
Il progetto di riorganizzazione, inoltre, non sembra investire le strutture territoriali, lasciando irrisolta la problematica da noi sollevata più volte: l’articolazione delle Direzioni Generali Territoriali e dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, con il presidio di vastissime aree, non può assicurare la gestione di tutte le attività affidate sul territorio. Vi sono direzioni che hanno competenza in regioni diverse accorpate secondo una incomprensibile logica. Abbiamo sollecitato nuovamente che è ormai inderogabile rivedere.
Tra gli uffici periferici è improcrastinabile chiarire nella nuova organizzazione che le Direzioni Marittime e le Capitanerie di Porto sono strutture periferiche del MIT e che i civili che operano dipendono funzionalmente dal Ministero.
Abbiamo quindi ribadito che l’articolazione in tre dipartimenti proposta non ci convince del tutto. Apprezzabile sicuramente è il tentativo di creare condizioni organizzative uniformi per lo sviluppo delle reti stradali, autostradali e ferroviarie mantenendo una separazione con la gestione del servizio che resta in capo al Dipartimento Trasporti e Navigazione. Il terzo dipartimento avrebbe un senso, a nostro avviso, se riuscisse trasversalmente a garantire programmazione, sviluppo del territorio e innovazione. Un fattore
prioritario è l’obiettivo di superare la tradizionale bipartizione che deriva dall’unione dei Ministeri Lavori Pubblici e Trasporti e Navigazione per favorire le sinergie esistenti tra i Trasporti e le Infrastrutture, diversamente il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non avrebbe alcuna ragione di esserci. In questo senso la creazione di un terzo dipartimento può rappresentare un piccolo passo anche se decisamente troppo timido.
Permangono, inoltre, numerose criticità nella bozza inviata, solo a titolo esemplificativo e non esaustivo se ne riportano di seguito alcune:
1) alla Direzione generale per la regolazione contratti pubblici si annette la vigilanza sulle grandi opere e non si fa menzione né della struttura tecnica di missione né del Servizio Alta Sorveglianza Grandi Opere (SASGO), istituito nel 2002, che si avvale di personale esterno appartenente all’arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza;
2) l’attività relativa ai decreti interdittivi per il contrasto al lavoro nero dovrebbe essere prevista nella Direzione Generale Contratti Pubblici e Vigilanza sulle Grandi Opere e non nella Direzione Generale per le Strade e Autostrade;
3) dovrebbero essere chiaramente definiti i rapporti tra Agenzia del Demanio/Provveditorati;
4) si dovrebbe riconsiderare l’attuale organizzazione periferica della Direzione Dighe che prevede che gli uffici periferici dipendono funzionalmente dalla Direzione ma sono incardinati nei Provveditorati;
5) in riferimento alle competenze della DG per Trasporto Pubblico Locale, la mobilità pubblica sostenibile e gli interventi nel settore del trasporto ferroviario regionale, si rende necessario evidenziare che il concetto di ”collaborazione” con la neo struttura ANSFISA può inevitabilmente creare problemi nell’individuare chi fa cosa. Trattandosi di sicurezza dei sistemi di trasporto è opportuno dettagliare le competenze di ognuno e segnare confini netti non solo di competenze ma anche di conseguenti responsabilità anche in relazione allo svolgimento delle future attività ed alla allocazione del personale nei rispettivi ambiti;
6) nella Direzione Digitalizzazione, Sistemi Informativi e Statistici non vi è alcun accenno agli sviluppi della “Progettazione BIM “Building Information Modeling – in italiano Modellizzazione delle Informazioni di Costruzione, un metodo per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite aiuto di un software. Dal 02/01/2019 è in vigore l’obbligo all’utilizzo del BIM per le opere pubbliche di importo pari o superiore a 100 milioni di euro; successivamente tutte le opere dovranno essere progettate con tale modello ed è inoltre prevista l’attuazione di un piano di formazione del Personale.
Abbiamo infine sollecitato la risoluzione delle problematiche per il decreto per l’erogazione degli incentivi al personale tecnico di cui all’art.113 del codice degli appalti, l’emanazione di un nuovo decreto riguardante l’individuazione dei datori di lavoro che, in particolare nel settore trasporti, presenta anomalie e disfunzioni individuando datori di lavoro differenti da chi ha la potestà di spesa, il chiarimento definitivo da parte del MEF in relazione all’ipotesi di accordo per le progressioni orizzontali tra le fasce economiche.
Il Capo di Gabinetto ha raccolto tutte le osservazioni ed ha chiuso la riunione comunicando che terrà conto delle indicazioni pervenute.

FP CGIL                  CISL FP                       UIL PA
Camardella             De Vivo                     Lichinchi
Sabbatella              Casamassima              Carino

LA DIREZIONE GIUSTA

Le assemblee nazionali del 6, 7, 8 e 9 luglio scorso e il ritrovato dialogo con l’Amministrazione dopo il tavolo di monitoraggio, portano finalmente i primi frutti concreti.

Dopo il messaggio 2810 sui servizi informativi di primo livello, che ha fatto timidi passi in avanti verso la direzione tracciata dall’accordo del 3 giugno scorso e, in particolare dalla lettera i), con cui l’Amministrazione si obbliga a individuare “soluzioni organizzative in grado di erogare da remoto i propri servizi e svolgere le attività attraverso canali telefonici e piattaforme di condivisione”, un altro passo è stato fatto con l’avvio, a partire da oggi, della sperimentazione dei servizi di primo livello, in via esclusivamente telematica, su Napoli e Rovigo.

Ulteriore importante novità – annunciata con la Circolare 87 del 17 luglio – è il progressivo abbandono del PIN, in favore del sistema SPID. Come avevamo denunciato più volte al tavolo nazionale, le richieste relative al PIN erano tra quelle più frequentemente effettuate dai cittadini agli sportelli dell’Istituto. Per questo, aver deciso che a partire dal prossimo 1° ottobre l’INPS non rilascerà più il PIN ed avvierà una campagna di informazione alla cittadinanza in tal senso, per comunicarne la graduale sostituzione con lo SPID, significa ridurre di molto – diverse centinaia di migliaia di persone – l’afflusso agli sportelli delle Sedi, ma anche finalmente andare verso quell’innovazione tecnologica nel rapporto con i cittadini che avevamo chiesto a gran voce e su cui l’Istituto si era impegnato con l’accordo del 3 giugno.

Finalmente parte anche quella che abbiamo definito “operazione verità”, ossia una campagna informativa verso l’esterno che metta in risalto – attraverso la propria dirigenza – tutto il lavoro svolto dalle colleghe e dai colleghi durante questi mesi di lockdown.

Ci si sta incamminando verso la direzione giusta, quindi, a dimostrazione che avevamo ragione noi a denunciare la violazione dell’accordo e che avevamo ragione noi nel ritenere che l’INPS si trovasse dinanzi a una svolta epocale e che, se non l’avesse colta, avrebbe finito con il penalizzare il proprio ruolo nel panorama della Pubblica Amministrazione.

Quel che ora chiediamo, prima della pausa estiva, è la riconvocazione di un nuovo tavolo, per fare il punto sulla situazione delle Sedi, per avere dei primi dati sull’andamento della sperimentazione in corso – al fine di valutare un ampliamento del numero di Sedi coinvolte, come già da noi richiesto – ma anche per aprire una discussione sul lavoro agile.

E’ noto, infatti, che nei giorni scorsi il cd. “D.L. Rilancio” è stato definitivamente convertito in Legge e che l’art. 263, in particolare, prevede l’estensione del cosiddetto “Lavoro Agile” sino al 31 dicembre prossimo, prevedendo al tempo stesso che tale modalità lavorativa sarà considerata ordinaria nella PA solo fino al 15 settembre.

Cosa succederà, quindi, a partire dal 16 settembre? Si tornerà a lavorare tutti come prima? Anche in questo caso, noi crediamo che l’epidemia abbia offerto all’Amministrazione l’occasione di poter ammodernare in modo strutturale il rapporto di lavoro dei propri dipendenti.

Per questo, riteniamo che la convocazione rapida di un tavolo che discuta e concordi anzitutto sull’individuazione delle attività lavorabili in modalità agile sia un momento propedeutico essenziale al successivo accordo complessivo sulle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile.

Aspettiamo, quindi, una convocazione su questi temi.

Roma, 20 luglio 2020

FP CGIL

Matteo Ariano

Antonella Trevisani

CISL FP

Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP

Francesco Viola

CONFSAL-UNSA

Piergiuseppe Ciaraldi

Sergio Peppetti

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