Vertenza Tirocinanti: la situazione

Riteniamo opportuno, prima del periodo feriale, fare il punto su questa delicata vertenza alla luce delle prospettive
che si sono aperte con l’approvazione definitiva del Decreto Rilancio e quelle previste dal piano assunzioni
che ci è stato presentato di recente dall’Amministrazione.
Siamo di fronte a tre processi assunzionali:

il primo, quello concernente il bando per l’assunzione di 616 operatori si dovrebbe faticosamente concludere
entro la fine dell’estate, Regioni ritardatarie permettendo. L’esito delle selezioni sinora noto ha messo in evidenza
un risultato nel quale sono emerse criticità per quel che riguarda la penalizzazione che hanno subito
alcuni bacini di tirocinanti provenienti da specifici territori, che si sono visti superare da concorrenti provenienti
da altre regioni. Una procedura perfettamente legittima, ma che ha messo in evidenza le contraddizioni
e le incongruenze di un processo selettivo affidato alla giungla regolamentaria dei CPI sparsi per la penisola.
Valuteremo all’esito complessivo quale sarà la percentuale dei tirocinanti che hanno avuto il riconoscimento
di punteggio aggiuntivo che sarà assorbita e sarà un elemento importante per comprendere quanta platea rimane
esclusa e su cui tarare i due successivi processi previsti;

il secondo, che prevede l’assunzione a tempo determinato biennale di 1000 operatori , diventa pertanto
l’ulteriore snodo fondamentale dell’intera vertenza , per le quantità previste, per la modalità che si dovrà attuare
nella selezione e per le tempistiche di realizzazione. Dobbiamo preliminarmente osservare che, pur
essendo ovviamente la modalità di assunzione a tempo indeterminato l’opzione più desiderabile, se fosse
stata fatta questa scelta i numeri sarebbero stati considerevolmente più ridotti per via della capienza
dell’organico di profilo, verso il quale è peraltro previsto un massiccio passaggio degli ausiliari interni. D’altro
canto l’assunzione biennale diventa una ulteriore tappa della vertenza che dovrà vedere come ulteriore passo
la proroga sino al raggiungimento dei 36 mesi, al fine di poter entrare nelle riserve concorsuali previste
dalla legge Madia. Al momento però le questioni fondamentali rimangono due: la modalità di selezione e la
tempistica di realizzazione. Sulla modalità di selezione abbiamo ricevuto importanti rassicurazioni dall’Amministrazione
circa la volontà di utilizzare l’opzione del colloquio per titoli e idoneità. Sulla base di un bando che
deve costruire la Direzione Generale del Personale sul quale occorre mantenere la massima attenzione ri –
spetto ai titoli che sono identificati dalla norma come utili ed alla loro pesatura. Sapendo però che la scelta
in questo caso dell’Amministrazione è fortemente orientata alla valorizzazione delle esperienze formative
maturate. Invece sulla tempistica, indicata genericamente nel piano assunzioni come 2020/2021, riteniamo
che si debba intervenire subito dopo la ripresa del periodo feriale per sollecitare l’avvio delle procedure nel
più breve tempo possibile, magari definendo come orizzonte per la sua conclusione l’inizio del prossimo
anno.

Il terzo processo, che riguarda 1095 assunzioni a tempo determinato per il massimo di un anno di ausiliari e
operatori, a nostro avviso è stato saggiamente posticipato rispetto all’assunzione dei 1000, poiché sono
emerse le criticità che noi avevamo già rilevato e che riguardano le modalità di selezione che in questo caso
la norma affida ai CPI e la durata che, stante le risorse attualmente stanziate, può a malapena coprire un
periodo di otto mesi. Per tale motivo avevamo tentato di intervenire nell’iter di conversione del Decreto Rilancio,
con una proposta di emendamento che da un lato avrebbe uniformato le procedure a quelle previste per
i 1000 e dall’altro avrebbe garantito uno stanziamento ulteriore di risorse tale da garantire almeno un anno
alla durata del rapporto di lavoro, ponendo le basi per le successive proroghe. La necessità di procedere con
un correttivo normativo è stata riconosciuta dall’Amministrazione nel documento che ci è stato consegnato:
si tratta di comprendere quali indirizzi assume questa modifica normativa e quale dilatazione di tempi questo
comporta, ovvero in quale iter parlamentare di legge sarà inserita.
Questo è lo scenario il più possibile realistico della situazione, in questo momento, e questo serve anche a
noi come compito per le vacanze per valutare insieme ai lavoratori interessati quali iniziative assumere alla
ripresa per proseguire la vertenza e perseguire gli obiettivi di garantire il giusto riconoscimento occupazionale
a chi per anni ha lavorato sotto la forma mascherata del tirocinio. Noi amiamo la concretezza e non ci
piacciono i proclami, ma vogliamo rassicurare, per chi ne ha ancora bisogno, i lavoratori interessati: non verrà
mai meno il nostro impegno continuo e costante sino a quando non sarà raggiunto il risultato auspicato.

FPCGIL Coordinamento Nazionale Giustizia                                   FP CGIL Nazionale
Felicia Russo                                                                             Claudio Meloni

Al Direttore Generale ENAC

Al Direttore Centrale Sviluppo Organizzativo

Al Direttore del Personale

E, p.c.
A tutto il personale dell’ENAC
LORO SEDI

Oggetto: Decreto-legge n. 34/2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 77/2020,
art. 263 – Organizzazione del lavoro – Lavoro agile

Con nota n. 72924 del 3 agosto 2020 a firma del Direttore Generale, l’Amministrazione ha diramato le indicazioni organizzative riguardanti la ripresa delle attività in presenza e la conseguente disciplina del lavoro agile.
Il tema era stato già oggetto di confronto nella riunione del 27 luglio scorso, nel corso della quale le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano avuto modo di rappresentare all’Amministrazione la propria contrarietà rispetto ad una interpretazione della norma molto restrittiva che impediva, di fatto, la piena applicazione della stessa e cioè di “organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate di cui al comma 1) lettera b), dell’articolo 87 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 (cosiddetto “Cura Italia”), convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 al cinquanta per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità”*
Se già l’interpretazione di non applicare il criterio della rotazione tra i dipendenti, data in quella sede, appariva piuttosto restrittiva, leggendo la nota a firma del DG sembra quasi che l’intento sia addirittura punitivo, come se il personale dell’ENAC debba dover scontare un pregiudizio negativo nei confronti del lavoro agile da parte dei dirigenti dell’Ente e che si debba perciò tornare a parlare di efficienza solo considerando la timbratura del cartellino.
Infatti, non solo si ribadisce che il 50 % del personale impiegato nelle attività effettuabili da remoto, individuato dai dirigenti, può lavorare in modalità agile (negando quindi la possibilità di una rotazione e con ciò privando il restante 50 % di colleghi della possibilità prevista dalla legge) ma si individuano altre limitazioni che davvero non trovano riscontro né nella norma né nel buon senso.

Senza entrare in questa sede nei dettagli, considerando la normativa vigente, sull’emergenza COVID-19 e le indicazioni fornite dalla Circolare 3/2020 della Ministra della Pubblica Amministrazione, le scriventi OO.SS. considerano gravi e strumentali le interpretazioni unilaterali e non corrette da parte dell’Amministrazione.
Tutto ciò premesso, si richiede la convocazione urgente del tavolo di confronto previsto e raccomandato sia dalla Circolare 3/2020 che dal Protocollo siglato dal Governo con le parti sociali lo scorso 24 luglio per la disciplina del rientro nelle sedi di lavoro, allo scopo di definire le modalità di individuazione del 50% del personale da adibire al lavoro agile e la revisione e aggiornamento del protocollo sottoscritto in data 22/05/2020 e del DVR in relazione alla mutata presenza del personale nelle sedi, nonché la definizione degli istituti contrattuali previsti (erogazione buoni pasto, permessi ed altro).
Inoltre, come concordato nel corso della riunione del 27 luglio u.s., si richiede il coinvolgimento dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione e del Comitato Unico di Garanzia ai sensi dell’art. 6 del CCNL vigente.

Roma, 5 agosto 2020

FP-CGIL            FIT-CISL          UIL-PA          FLP-CIDA
M. Barberis       S. Ingrassia      C. Conti          P. Proietti

La Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale informa che nella Gazzetta della Repubblica Italiana – IV Serie Speciale Concorsi ed Esami – del 1° settembre 2020 sarà pubblicato il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a 11 posti nella qualifica di vice direttore sanitario del ruolo dei direttivi sanitari del C.N.VV.F..
Il suddetto bando sarà pubblicato, nella stessa data, anche sul sito internet www.vigilfuoco.it.

La salute e la sicurezza degli operatori va sempre garantita.

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione per  rappresentare e risolvere le criticità vissute dal personale sommozzatore nel corso dell’espletamento del servizio di elisoccorso.

 

In data 3 agosto 2020 è proseguito il confronto fra le OO.SS. e l’Amministrazione su:

• IPOTESI ACCORDO STRALCIO CCI 2020 SU INDENNITA (sportello interno e esterno e cassiere principale)
• IPOTESI MODIFICA AL PROTOCOLLO SICUREZZA NAZIONALE COVID19
Sul primo punto, dopo una approfondita discussione, anche relativa alla ipotizzata previsione di una indennità per lo sportello tasse precedentemente non individuata, si era giunti ad una possibile condivisione.
Nell’affrontare invece il punto successivo all’ordine del giorno si sono evidenziate tutte le difficoltà relative alle proposte di modifiche all’attuale protocollo sicurezza le cui evidenti ricadute sull’organizzazione degli uffici , specialmente in periodo feriale,avrebbero richiesto un adeguato approfondimento che però evidentemente confliggeva con i tempi stretti a disposizione che, infatti, non hanno consentito la conclusione di nessun accordo.
Quindi, stante l’approvazione del DL 83/2020 che proroga lo stato di emergenza,il PROTOCOLLO SICUREZZA COVID 19 ACI del 6 maggio 2020 con la sua prima integrazione del 5 giugno 2020 rimane a tutt’oggi in vigore.

FP CGIL ACI                         FP CISL ACI                          UILPA ACI ACP
Derna Figliuolo                    Marco Semprini                        Paola Piccirilli

La mobilitazione per il contratto continua, il 24 e il 31 agosto ancora in piazza

Padroni predoni coi soldi pubblici. Questo lo slogan che ha caratterizzato il presidio, promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, il 5 agosto a Roma delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata in lotta per il rinnovo del contratto. Dopo 14 anni di attesa, e 3 di trattative, sindacati e controparti, Aris e Aiop, avevano raggiunto lo scorso 10 giugno una preintesa per il rinnovo. Ma il 30 luglio, giorno previsto per la ratifica del contratto, le due associazioni si sono tirate indietro. Per queste ragioni il sit-in in piazza Montecitorio. Ma la mobilitazione non si ferma, sono in calendario ad agosto due appuntamenti: il 24 e il 31 agosto unitariamente ancora in piazza per rivendicare il diritto al contratto.
A seguire tutti i materiali della giornata.

Il servizio video di Collettiva con le voci delle lavoratrici e dei lavoratori e il commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sul rinnovo del contratto della Sanità Privata.

Le conclusioni di Serena Sorrentino, segretario generale della Fp Cgil.

La galleria fotografica del presidio.

Oggi siamo stati a Roma, a Montecitorio, insieme alle lavoratrici e i lavoratori della sanità privata, per rivendicare…

Pubblicato da Fp Cgil Nazionale su Mercoledì 5 agosto 2020

 

“Accogliamo positivamente il via libera alla legge riguardante la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie. Una norma che abbiamo voluto fortemente e alla quale abbiamo dato un importante apporto attraverso la presentazione di specifici emendamenti, in gran parte accolti”. Così la Fp Cgil commenta il via libera definitivo da parte del Senato al ddl anti-aggressioni al personale sanitario.

Tra gli emendamenti presentati dal sindacato e accolti, la Fp Cgil cita: “L’ampliamento della platea a tutto il personale esercente l’attività di cura e soccorso, la partecipazione delle organizzazioni sindacali all’osservatorio nazionale, la promozione di formazione specifica, anche al fine di praticare buone prassi e il lavoro in equipe”.

Tuttavia, rileva il sindacato, “non possiamo fare a meno di sottolineare che si è persa l’occasione relativamente alla denuncia di tutte quelle aggressioni che prevedono una lesione inferiore ai 20 giorni di prognosi, pensiamo ad esempio a schiaffi, calci o sputi, per le quali non scatta d’ufficio la denuncia all’autorità giudiziaria e di conseguenza resta sempre in capo al singolo lavoratore la querela personale, esponendolo a eventuali ritorsioni. Chiediamo quindi con forza l’istituzione da parte di tutte le aziende pubbliche e private del registro dei mancati infortuni come già per altro previsto dal decreto legge 81/08 per altre fattispecie”, conclude la Fp Cgil.

“Il grave episodio avvenuto nei mesi scorsi con il furto dei gagliardetti fascisti utilizzati nella marcia su Roma ha stuzzicato la fantasia di un giornalista del quotidiano “Libero”, che si è lanciato in ardite supposizioni sulla natura di questo gesto. Tra le ipotesi che il nostro ha lasciato intravvedere per prima vi sarebbe quella legata ad alcuni episodi di danneggiamenti di statue verificatesi a margine delle manifestazioni che nell’ultimo periodo hanno accompagnato la protesta dei movimenti antirazzisti internazionali. Tra i collegamenti che il giornale propone con questa vicenda vi sarebbe la presenza di ‘una forte componente cigiellina’, interna all’Archivio, che garantirebbe ‘più slancio’ all’Anpi piuttosto che agli ‘esperti di storiografia del regime’. Insomma un vero e proprio complotto politico, che partirebbe da uno scenario internazionale per finire a quello interno. Naturalmente a supporto di questa tesi il fantasioso giornalista non porta nulla di nulla, ma questo non pare preoccuparlo, basta lanciare sospetti e insinuazioni su lavoratori sulla base della loro appartenenza sindacale”. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil.

Il furto, prosegue la nota, “è un grave danno per la memoria storica del nostro paese e siamo certi che gli inquirenti sapranno colpire ed individuare i colpevoli. E, per quanto riguarda tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la democrazia, ed il modo con cui è stata riconquistata nel nostro Paese, siamo certi che il loro interesse è la conservazione e la tutela di tutto quello che ricorda un periodo buio e rovinoso della nostra storia, ad eterna memoria ed insegnamento per le generazioni future. Colpisce molto il tentativo di denigrazione di lavoratori pubblici motivato dalla loro appartenenza sindacale e la dice lunga sui sentimenti democratici dell’estensore di questo articolo e del quotidiano che lo ospita. Noi siamo fieri e orgogliosi di rappresentare lavoratori che hanno solo a cuore l’interesse pubblico, che operano con coscienza, serietà e professionalità per preservare la memoria storica e a questi lavoratori, ed ai lavoratori dell’Archivio Centrale, i primi ad essere colpiti da un gesto che non esitiamo a definire criminale, esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.

“Resta in ogni caso, rispetto a questa vicenda, la forte preoccupazione per lo stato di grave crisi rispetto alle misure di sicurezza che devono essere adottate per la tutela e la conservazione del patrimonio storico documentale del nostro Paese. E questo è solo figlio di scelte sbagliate che hanno depauperato di risorse umane e strumentali, in nome della valorizzazione, un settore fondamentale per le politiche culturali, come quello archivistico. Questo dovrebbe essere il vero punto di dibattito pubblico, ma questo certo non lo possiamo pretendere da un improvvisato detective e da un quotidiano come ‘Libero’”, conclude la Fp Cgil.

Al D.G.P.R. – D.A.P.
dott. Massimo PARISI
Roma

E, per conoscenza Al Vice Capo D.A.P.
cons. Roberto TARTAGLIA
Roma

Alla Direttrice Ufficio IV Relazioni Sindacali – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: mancato pagamento “una tantum” correttivi riordino delle carriere Forze di
Polizia (D.Lgs. n°172 e n°173 del 27/12/2019, pubblicati in G.U. il 05/02/2020).
RICHIESTA CHIARIMENTI ED INTERVENTO.

Egregio Direttore Generale,
corre il doveroso obbligo, da parte di questa Organizzazione Sindacale, stigmatizzare quanto meglio indicato in oggetto.
Sembrerebbe, infatti, che il suddetto pagamento avrebbe avuto luogo nel mese di agosto corrente anno, invece spiace constatare che ciò non è avvenuto, a palese nocumento dei poliziotti penitenziari.
Pertanto, esposto quanto sopra, Voglia la S.V. attivare utili attività accertative in tal senso. A mezzo Uffici competenti, con debite perequazioni alla vacanza in discussione.
Si resta in attesa di cortese riscontro e si inviano distinti saluti.

IL COORDINATORE NAZIONALE
Stefano BRANCHI

Pubblichiamo le note inviate dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito ai passaggi di qualifica a ruolo aperto per il personale del CNVVF

 

A  seguito dell’intervento unitario sulla questione del rientro in sicurezza sui luoghi di lavoro il Segretario Generale ha emanato questa importantissima nota di precisazione agli Uffici, nella quale ricorda la puntuale applicazione di tutte le misure previste dal Protocollo 24 luglio 2020 e la necessità di pieno coinvolgimento delle OO.SS. territoriali, delle RSU e dei RLS nella valutazione delle misure adottate per garantire il rientro in sicurezza dei lavoratori e la tutela di tutte le condizioni di fragilità e quelle derivanti dalla necessità di cura dei figli e dai pendolarismi di media lunga distanza. Nelle more della convocazione di una riunione del tavolo nazionale riteniamo questo un risultato significativo che consente in sede territoriale un controllo effettivo delle disposizioni adottate dai dirigenti e gli opportuni interventi correttivi, ricordando che qualunque inadempienza rilevata, qualora non adeguatamente corretta, va segnalata all’Amministrazione, in particolare al Segretariato Generale, oltre che alle autorità più volte indicate (prefetto, autorità sanitarie e ispettorato funzione pubblica).

Buon lavoro

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale Mibact

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF in merito alla richiesta di una ulteriore squadra a supporto alle esigenze di attività di soccorso

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