Al termine di un percorso negoziale breve ma complesso la Fp CGIL, valutato attentamente il testo definitivo proposto alla firma delle OO.SS.
dalla delegazione di parte pubblica, ha ritenuto di non sottoscriverlo in quanto eccessivamente sbilanciato verso interessi datoriali.
Poco aggiunge alla quotidianità dei colleghi, limitandosi a recepire alcuni interventi normativi di matrice legislativa e ministeriale consentendo,quindi, all’agenzia di proseguire con questa modalità organizzativa del lavoro scaricando – anche nel periodo post emergenziale – parte dei costi produttivi  sul singolo lavoratore e incrementando, al tempo stesso, la produttività.
L’esplicita previsione dei divieti di fruizione dei permessi orari nelle giornate di lavoro presso una sede diversa dal proprio ufficio include, limitandosi ad un solo esempio, la fruizione delle due ore giornaliere
derivanti dalla legge 104/1992. In questo caso il lavoratore non potrà chiedere le due ore di congedo e dovrà lavorarne 7.12.
Nonostante lo sforzo sindacale, anche unitario, l’Agenzia ha ottenuto il suo risultato: non strumenti di conciliazione dei tempi vita lavoro che bilanciassero l’esigenza di flessibilità organizzativa del dipendente (senza per questo obbligarlo a rinunciare a istituti contrattuali e normativi importanti) con l’esigenza di erogare servizi, bensì un mix tra uno strumento finalizzato a ridurre il contagio e uno strumento che, recuperando produttività, consente un ridimensionamento dei costi produttivi e, in particolare, quello del lavoro.
Il percorso, concluso giovedì 17 settembre, ha avuto avvio su impulso della Fp CGIL nel corso del mese di luglio, oggetto di un impegno sottoscritto il 5 agosto da tutto il Tavolo negoziale e avviato formalmente l’8 settembre.
L’obiettivo della Fp CGIL era noto ed ha rappresentato la base di tutti i contributi offerti da questa Organizzazione nella elaborazione dei contributi sindacali anche di ispirazione unitaria; cioè quello di definire un “catalogo” di strumenti di conciliazione ampio nel quale le diverse esigenze dei colleghi
potessero trovare soddisfazione: una disciplina non più solo emergenziale dello smart working ed il consolidamento del telelavoro e del co-working.
Era essenziale, per la Fp CGIL, arrivare già con questo accordo ad una disciplina degli strumenti di conciliazione che potesse rappresentare un buon punto di avanzamento in vista dei prossimi appuntamenti negoziali anche, ma non solo, su questo tema.
Abbiamo scritto, non più tardi di fine luglio, che tergiversare era inutile e dannoso. È quanto accaduto: si rinvia ad un “dopo”, ad un nuovo accordo futuro, l’approfondimento di aspetti normativi ed economici legati al ricorso dello smart working, telelavoro e co-working tanto per la fase emergenziale quanto in quella ordinaria.
Sulfurea, quindi, la dichiarata attenzione nei confronti dei colleghi che, in questi mesi, in un contesto emergenziale molto complesso, hanno saputo garantire alla collettività la propria professionalità utilizzando strumenti personali e a proprie spese. Chiedere loro di continuare a sostenere questi costi anche oltre l’emergenza è quantomeno la manifestazione di una mancanza di rispetto.
Invece, come effetto dell’accordo del 17 settembre e comunque fino a nuovo accordo, i colleghi continueranno a mettere a disposizione le proprie dotazioni informatiche personali, rinunceranno a diritti contrattuali, metteranno di tasca propria parte dei costi produttivi: servizio sostitutivo
mensa e utenze.

p. la delegazione
FP CGIL Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini

Al Segretario generale
Al Vice Segretario generale
Al Dirigente generale Gestione Risorse Umane
Al Dirigente generale Affari Generali – Datore Lavoro
Sicurezza
Al Comitato Unico di Garanzia
e, p.c.
Al Servizio Relazioni Sindacali

A tutto il Personale

Le scriventi OO.SS., con riferimento alla circolare n. 28 del 13 settembre 2020, recante “Misure
organizzative urgenti in attuazione della legislazione emergenziale in relazione alla pandemia da
Coronavirus SARS-CoV-2 (COVID-19). Aggiornamenti”, rappresentano forti criticità derivanti
da modalità applicative e interpretative definite senza alcun coinvolgimento delle parti
sindacali rappresentative del Personale della Corte dei conti.
Pur comprendendo le ragioni d’urgenza, da parte dell’Amministrazione, non si può non sottolineare
quello che a nostro avviso rappresenta una palese disapplicazione del Sistema delle Relazioni
Sindacali.
La circolare, in argomento, disciplina il graduale riavvio in presenza delle attività istituzionali,
nonché l’applicazione di alcuni istituti contrattuali, che avrebbero necessitato di un preventivo
confronto con le Organizzazioni Sindacali, anche alla luce del Protocollo quadro per la
prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza
sanitaria da “COVID-2”, sottoscritto tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione, on. Fabiana
Dadone, e le Organizzazioni Sindacali Nazionali, in data 24 luglio 2020, di cui si allega copia.
Entrando nel merito della succitata circolare n. 28, facciamo presente che:
• Punto 1 lett. b): Non è mai stato avviato un confronto con le Organizzazioni Sindacali
per un approfondimento sulle modalità di attuazione del Lavoro Agile, nonostante le
reiterate richieste da parte sindacale, tanto da creare una contraddizione in termini quando si
parla di “…assicurare, giornalmente, la presenza in sede di almeno il 50% dei dipendenti
assegnati all’Ufficio…” (pag. 2), e, contestualmente, che “in ogni Ufficio della Corte deve
essere presente una percentuale non superiore al 50% del personale assegnato al singolo ufficio” (pag. 13). Così come risulta poco chiara e difforme l’applicazione della stessa in merito alle diverse tipologie di part time, delle quali va tenuto conto per il calcolo delle giornate lavorative in presenza.
• (Punto 4.1) E’ opportuno evidenziare che la prestazione lavorativa in modalità agile non incide sulla natura giuridica del rapporto di lavoro, né sul trattamento economico. Il lavoro agile è da considerare come servizio effettivo, alla stregua di quello reso in presenza ed è utile ai fini degli istituti della carriera, del computo dell’anzianità di servizio, nonché degli istituti relativi al trattamento accessorio, ivi compresi i nuovi trattamenti economici istituiti dall’art. 2-bis del Regolamento autonomo di amministrazione e contabilità.
• (Punto 4.6): Riguardo al differimento dei debiti orari, le scriventi ribadiscono che le decurtazioni stipendiali già disposte dall’Amministrazione, per il mancato recupero del debito orario entro il mese di marzo 2020, non potevano essere applicate per l’impossibilità materiale del Personale ad effettuare il suddetto recupero a causa della chiusura delle Sedi della Corte dei conti dal 12 marzo u.s. per l’emergenza COVID-19. Si chiede, pertanto, di ripetere al Personale quanto indebitamente decurtato, riconoscendo contestualmente la possibilità di recuperare il debito maturato entro il 31 ottobre 2020, previa istanza degli interessati.
• (Punto 5.1 lettere a e b): In merito ai dipendenti che hanno diritto a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, e che già fruiscono della specifica normativa di cui all’art. 3, comma 3 della Legge 104/92, per sé o per un familiare, è da considerare pleonastico ed ultroneo dover presentare nuovamente la certificazione sanitaria, di cui l’Amministrazione è già in possesso. Le scriventi ritengono, inoltre, fondamentale individuare soluzioni adeguate in favore del “Lavoratore fragile” con difficoltà a svolgere il lavoro a distanza, quali ad esempio l’esenzione dal servizio, ex art. 87, comma 3, d.l. 18/2020 (disposizione vigente in quanto non espressamente abrogata dall’art. 263, d.l. 34/2020, pur menzionata nella Circolare n. 3/2020 di Funzione Pubblica, così come segnalato al Ministro competente con nota unitaria delle Federazioni Nazionali CGIL CISL e UIL e di cui si allega copia).
Queste OO.SS. segnalano, inoltre, che i “lavoratori fragili” che, come da indicazione dell’Amministrazione, presenteranno istanza per poter continuare a svolgere la propria prestazione lavorativa in regime di smart working, 5 giorni su 5, non devono essere obbligati a rientrare in ufficio prima di essere sottoposti a visita e, comunque, fino all’esito della stessa.
• (Punto 5.1 lettera c): Si chiede lo stralcio di questa lettera, al fine di evitare rischi interpretativi che darebbero luogo a forme di discriminazione nei confronti del Personale con almeno un figlio minore di 14 anni, avendo fissato al 14 settembre u.s. il termine per lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile, quando per tutto il restante del Personale è il 15 ottobre 2020, termine del periodo emergenziale, ex art. 1, comma 3, del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83.
• Prevedere misure di flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, così come previste dall’art. 263, d.l. 34/2020.
Alla luce di quanto suesposto, si chiede un urgentissimo incontro per affrontare le criticità emerse, nel rispetto dei ruoli, delle responsabilità e del Sistema delle Relazioni Sindacali, anche al fine di avviare un proficuo confronto per addivenire ad un Protocollo di Intesa sulla disciplina del “Lavoro Agile Emergenziale”.
Cordiali saluti.
Roma, 18 settembre 2020

Susanna Di Folco   Alessandro Guarente    Fernanda Amidani

COMUNICATO FLASH

– INTESA RAGGIUNTA SUL PROTOCOLLO PER LA RIPRESA DEL
LAVORO IN SICUREZZA E SMART WORKING –

Si è svolto stamane, di seguito alla riunione preliminare tenuta ieri – nella
quale ci era stata inizialmente consegnata una prima ipotesi di accordo da noi
ritenuta inadeguata a garantire il diritto al rientro in sicurezza delle lavoratrici e dei
lavoratori nelle proprie sedi di servizio, e assicurare l’accesso al lavoro agile e agli
altri istituti contrattuali in maniera strutturata e fruibile per tutti – il secondo e,
almeno per quanto ci riguarda, definitivo incontro tra le parti sul tema.
Conclusivo perché la delegazione di Sport e Salute, venendo incontro alle
legittime richieste avanzate dalla scriventi OO.SS., ha dimostrato di saper
interpretare con intelligenza il proprio ruolo, riuscendo a modulare ed armonizzare
il testo dell’accordo sulla base delle diverse esigenze in campo, ovvero
contemperando la necessità di accompagnare il graduale rientro delle lavoratrici e
dei lavoratori in sicurezza con l’affermazione tangibile del principio di attuazione
del lavoro agile per ogni federazione e datore di lavoro, da stabilire in percentuale
attraverso il dialogo tra questi ultimi e la parte sindacale locale.
In ragione di quanto sopra, e con riserva di pubblicazione dell’intesa non
appena ci verrà resa disponibile, vi comunichiamo che le scriventi OO.SS. hanno
dichiarato al vertice di Sport e Salute la propria disponibilità alla sottoscrizione
dell’accordo già in data odierna, al fine di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori il
diritto al rientro in sicurezza e ad avvalersi dei contenuti dell’intesa raggiunta oggi
già da lunedì 21 settembre prossimo, data in cui scadrebbe la precedente lasciando
di fatto senza tutele tutto il personale.

FP CGIL                           CISL FP                        UILPA                     CISAL FIALP
Francesco Quinti               Alessandro Bruni            Paolo Liberati            Dino Carola

Roma, 18 settembre 2020

Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati – D.O.G
Dott.ssa Alessandra CATALDI
Roma

Direzione generale del personale e delle risorse – D.A.P.
Dott. Massimo PARISI
Roma

E, per conoscenza Alla Direttrice Ufficio IV Relazioni Sindacali – D.A.P.
Dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: Corso di formazione sulla cyber security – livello base, per il personale della Giustizia.
Come noto di recente sono state avviate le sessioni formative per il personale Giustizia in merito alle politiche della sicurezza dei sistemi informatici.
Fondamentale per l’iscrizione al corso è avere l’e-mail istituzionale che purtroppo non tutto il personale appartenente al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria possiede. Inoltre, non tutti gli istituti penitenziari hanno la possibilità di mettere a disposizione più di una postazione contemporaneamente per consentire a tutti i richiedenti di seguire il corso o ancora non tutto il personale ha a disposizione nella propria dimora un collegamento stabile per il corso.
Per ovviare a queste problematiche, la Fp Cgil, conscia dell’importanza dello sviluppo della cultura della sicurezza informatica in tutto il personale, chiede la possibilità che attraverso un solo indirizzo e-mail istituzionale, in locali messi a disposizione dalla Direzione dell’istituto, possano partecipare al corso più persone contemporaneamente. La Direzione, dal canto suo, provvederà a comunicare l’elenco nominativo dei partecipanti affinché tutti possano ricevere l’attestato di partecipazione.
Certi di un celere riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

L’INPS È UN ENTE NAZIONALE O NO?

Nonostante le disposizioni chiare emanate dall’amministrazione con il messaggio Hermes 3013 in merito ai colleghi che hanno presentato richieste di assegnazioni temporanee, registriamo comportamenti difformi di qualche direttore regionale che avanza interpretazione in contrasto con le disposizioni del capo del personale, disponendo il rientro dei colleghi nelle Sedi.
Ricordiamo che questi lavoratori sono in smart-working fino al 15 ottobre, e diffidiamo i direttori dal fare scelte non in linea con il messaggio Hermes n. 3013, chiedendo di ritirare il richiamo in servizio inviato alle lavoratrici e lavoratori in oggetto.
Nel frattempo, è urgente un intervento della Direzione Centrale Risorse Umane per garantire il rispetto delle disposizioni impartite ed evitare che queste siano vanificate da interpretazioni dei territori.
Roma, 18 settembre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

FIALP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Roma 17 settembre 2020

Ieri è stata firmata la seconda integrazione al Protocollo di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro. E’ stato necessario adeguare il protocollo alle nuove norme sullo smartworking nel pubblico impiego e alle diverse disposizioni in materia di lavoro e sicurezza entrate in vigore. Fino al 31 dicembre 2020 la prestazione lavorativa per tutto il personale sarà svolta per il 50% in smartworking e per il 50% in presenza calcolata su base mese, con la possibilità di compensazione. E’, infatti, prevista la possibilità per i dipendenti che vogliono svolgere in presenza una percentuale maggiore di giornate lavorative di farne richiesta al direttore. A compensazione di queste maggiori giornate di presenza prestate , il direttore, compatibilmente con le esigenze dell’ufficio, potrà autorizzare un numero maggiore di giornate di smartworking ai dipendenti che ne facciano richiesta per motivi personali e familiari. La percentuale massima di personale che potrà essere presente in ufficio giornalmente è calcolata al 50% della dotazione complessiva dell’ufficio tolti i lavoratori “fragili”. Al numero di presenze massime così calcolate si potranno aggiungere il RUT/Vicario e i dipendenti assegnati logisticamente all’ufficio (reti, delocalizzati ecc.) E’ assicurata la tutela fino a fine dello stato di emergenza ( ad oggi 15 ottobre) per i dipendenti “fragili” così’ come previsto dalle normative in vigore, con il diritto a rimanere in smartworking al 100%. Volontariamente gli stessi possono tuttavia rientrare in presenza facendo richiesta al medico competente per l’autorizzazione. Sempre fino a fine emergenza hanno diritto a rimanere in smartworking al 100% anche i dipendenti destinatari della l. 104 art. 3 comma 3 oppure che assistono familiari appartenenti al proprio nucleo familiare (conviventi) con l.104 art. 3 comma 3 oppure immunodepressi. Anche questi dipendenti possono rientrare nelle turnazioni in presenza su base volontaria. Abbiamo mantenuto una tutela anche per i genitori con figli fino a 14 anni che potranno avere lo smartworking garantito per il periodo di eventuale chiusura della scuola o della singola classe La stessa tutela è garantita per tutti coloro che si trovassero ad avere un convivente posto in quarantena, dalle autorità sanitarie, e per tutto il periodo della stessa. La contrattazione territoriale, prevista in vari punti del protocollo, dovrà stabilire i criteri della rotazione equamente distribuita, e pertanto l’applicazione delle nuove regole partirà non appena firmati i protocolli territoriali. La contrattazione dovrà rivedere le fasce per l’accesso all’ufficio di coloro che nella giornata di lavoro agile abbiano necessità di rientrare in ufficio per proprie esigenze lavorative. La contrattazione territoriale dovrà anche stabilire le modalità di apertura degli sportelli. E’ prevista l’apertura giornaliera di 1 sportello PRA con un massimo di 5 appuntamenti per 5 giorni alla settimana, ma la contrattazione territoriale potrà definire modalità diverse, tenuto conto delle criticità dei diversi territori, o un numero maggiore di sportelli laddove possibile.
Per quanto riguarda i buoni pasto l’amministrazione ha ribadito la propria posizione e, pur mostrando una apertura, ha ricordato che la materia non è oggetto di contrattazione cosi come previsto dalle circolari ministeriali . Tuttavia ha invitato le OO.SS a presentare le proprie proposte impegnandosi a dare una risposta definitiva concordata con i Vertici dell’ente entro la fine del mese. Le scriventi OO.SS. hanno rinnovato le loro richieste in ordine ad una applicazione di tutti gli istituti contrattuali, compreso il buono pasto, al lavoro agile considerato che lo stesso per il periodo emergenziale ha costituito modalità ordinaria di lavoro esclusiva .Hanno richiesto comunque di estenderne l’erogazione , tenendo conto delle previsioni delle giornate di SW indicate dai protocolli nazionali sottoscritti nell’ente, almeno fino al 31 dicembre 2020 data che la legge prevede come termine dello smart working come modalità ordinaria di lavoro. In ordine alle proposte dell’amministrazione abbiamo fatto presente che l’erogazione dei buoni pasto dovrebbe almeno essere retroattivata alla data in cui gli uffici hanno ripristinato l’attività in presenza (metà maggio) .Inoltre, per quanto riguarda la proposta di erogazione di una indennità forfettaria per i 2 mesi precedenti , abbiamo chiesto che venga prevista una cifra tale da reintegrare almeno la parte del buono pasto che costituiva l’aumento successivo al taglio del salario accessorio del 2010. Successivamente ci si potrà confrontare sulle condizioni e modalità della verifica delle ore di lavoro prestate seppure in SW per il riconoscimento del buono pasto cosi come contrattato in altre amministrazioni. Dal primo gennaio 2021 quando le amministrazioni dovranno per legge approntare il Piano di lavoro agile ci si potrà confrontare su una più compiuta disciplina dello smartworking che riguardi tutti gli aspetti legati a questa tipologia di lavoro comprese le condizioni per il pagamento del buono pasto. Le Federazioni CGIL CISL e UIL stanno predisponendo una piattaforma di proposte che porteremo avanti in tutte le amministrazioni volta a tutelare e garantire i diritti dei lavoratori anche in questa fase che vedrà prevalere una nuova modalità di lavoro agile. Essa potrà costituire una reale innovazione e un vero avanzamento nella pubblica amministrazione solamente se adeguatamente regolamentata . Con le nostre proposte in Aci siamo riusciti a raggiungere una intesa che in termini di tutela dei lavoratori è forse una delle più avanzate in un momento nel quale altre amministrazioni che sembravano più illuminate stanno procedendo con atti unilaterali adottati senza il minimo confronto con le OO. SS. andando a rivedere, già dal 15 settembre u.s. istituti che sembravano consolidati.

FP CGIL ACI                           FP CISL ACI                               UILPA ACI ACP
D. Figliuolo                            M. Semprini                                  Paola Piccirilli

Roma, 18 settembre 2020

Al Capo di Gabinetto del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dott.ssa Valeria CAPONE

p.c.

Al Segretario Generale del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dr. Raffaele Tangorra

p.c.
Al Direttore Generale della Direzione Generale
PIOB – UPD del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dr.ssa Stefania Cresti

Oggetto:Rientro in sede del personale – richiesta incontro urgente

Gentile Capo di Gabinetto come già reso noto, con il comunicato ai lavoratori che si allega, il giorno 14 le scriventi OO.SS., hanno avuto un incontro con l’Amministrazione durante il quale non si è ravvisata da parte della stessa nessuna volontà di contrattazione con le rappresentanze sindacale. In tale occasione, l’amministrazione, si è limitata ad illustrare le decisioni prese dalla conferenza dei direttori generali, che alle rappresentanze sindacali sono risultate una imposizione inaccettabile e non condivisibile, relativamente al piano di rientro in sede del personale amministrativo. Va detto che le scriventi organizzazioni, su tali questioni, avevano già avanzato esplicita richiesta di confronto, sia durante l’ultima riunione dell’Organismo paritetico per l’innovazione, sia durante il precedente confronto sindacale tenuto in occasione della riunione sulle tipologie di orario di lavoro e sulla flessibilità. Per ragioni che sfuggono alle scriventi OO.SS. i rappresentanti dell’amministrazione si sono in seguito sottratti al confronto, decidendo di decretare unilateralmente le sorti dei suoi lavoratori Nel merito, CGIL CISL e UIL ritengono le scelte adottate pericolose e in controtendenza rispetto all’attuale contesto dove il corso dell’emergenza pandemiologica Covid-19 sta facendo registrare, già dal mese di agosto e in questa prima metà di settembre, un preoccupante aumento dei contagi che rischia di compromettere i sacrifici fatti durante il lock down.
Il rientro massivo del personale, che per taluni lavoratori sarà di 4 giorni la settimana, rischia di compromettere l’applicazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro così come delineate nel Protocollo sottoscritto lo scorso 30 luglio. CGIL CISL e UIL in questa amministrazione hanno costantemente incentrato la loro azione sindacale sul rafforzamento del confronto e della partecipazione su tutte le tematiche di comune interesse, nel rispetto della distinzione dei ruoli e delle responsabilità tra parte pubblica e parte sindacale. In considerazione della totale chiusura registrata nell’ultima riunione si chiede pertanto un incontro urgente con Lei, al fine di ripristinare corrette relazioni sindacali e riavviare un proficuo confronto nell’interesse della salute e sicurezza dei lavoratori. Considerata l’urgenza delle questioni poste e l’attuale situazione di emergenza, CGIL CISL e UIL comunicano sin d’ora che in caso di negativo riscontro si riterranno libere di adottare ogni ulteriore iniziativa a tutela dei lavoratori che rappresentano. Distinti saluti.

FP CGIL                                  CISL FP                                       UIL PA

Giuseppe Palumbo            Michele Cavo – Marco Sozzi            Bruno Di Cuia – Orlando Grimaldi

SMART WORKING E BUONO PASTO: DUE TERMINI CONCILIABILI!

Sul tema della compatibilità e quindi della conciliabilità del lavoro agile con l’erogazione del buono pasto siamo già intervenuti lo scorso 19 marzo, all’indomani della decretazione del lockdown da parte del Governo, chiedendo per primi che l’Amministrazione procedesse all’erogazione dei buoni pasto nei confronti del personale impegnato nell’attività lavorativa in modalità smart working. All’epoca quella nostra richiesta, motivata sulla base di un’attenta analisi della direttiva n.3/2017 del Dipartimento della Funzione Pubblica-Presidenza del Consiglio dei Ministri, direttiva che offre “copertura giuridica” alle Pubbliche Amministrazioni che erogano il buono pasto agli smart workers, fece “storcere il naso”, salvo successiva ed entusiastica adesione, a qualche nostro collega, ma indusse l’Amministrazione ad una riflessione sull’argomento, riflessione che, anche a seguito della circolare della funzione pubblica (Paragrafo 2. della Circolare n.2/2020), si concluse con l’autorizzazione ad erogare i buoni pasto sin dall’avvio dello smart working emergenziale.
Con una decisione che le scriventi organizzazioni sindacali non condividono ed hanno già contestato non solo in sede di confronto sulla bozza di messaggio Hermes n.3295, ma anche con precedenti comunicati, oggi l’Amministrazione decide che nella Fase “3” dell’emergenza sanitaria, a decorrere dal 15 settembre, il buono pasto non sia erogato ai lavoratori in smart working sulla base dell’assunto che essendo il lavoro agile volontario e non imposto dal datore di lavoro i colleghi non avrebbero diritto al buono pasto cui possono accedere seguendo la tradizionale modalità di lavoro in presenza fisica!
A parte il messaggio velatamente ricattatorio sotteso ad una simile posizione, della serie ti accordo il buono pasto se vieni in presenza fisica altrimenti perdi 140 euro mensili in termini economici (il controvalore mensile dei buoni pasto), vogliamo ricordare all’Amministrazione che lo smart working disciplinato dal legislatore con effetto 15.09.2020, come abbiamo già sostenuto in riunione senza essere smentiti, non è quello ordinario delle Leggi n.124/2015 e n.81/2017 visto che si prescinde dall’accordo individuale come recita l’art.263 della Legge n.77/2020, ma resta sempre una forma emergenziale. Queste nostre considerazioni sono avvalorate dal fatto che altre Amministrazioni, es. il Ministero del Lavoro, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il Ministero della Salute e l’Agenzia delle Entrate, hanno nel caso del Ministero del Lavoro e dell’INL accordato il buono pasto agli smart-workers in questa fase, oppure, senza chiudere al confronto con le OO.SS., si sono riservate di fare degli approfondimenti, rinviando ad un separato accordo (Ministero della Salute – Protocollo del 14.09.2020) oppure ad una verifica con gli organi di controllo (Agenzia delle Entrate – Protocollo del 17.09.2020) la decisione.
Tutto ciò dimostra che se c’è la volontà non esistono preclusioni di carattere giuridico, quelle preclusioni che rischiano di vanificare l’applicazione di una nuova modalità di esecuzione della prestazione lavorativa rispetto alla quale noi abbiamo fatto il salto culturale, ma l’Amministrazione arranca: segno che c’è ancora molta strada da percorrere nonostante i proclami dei decisori politici!

Roma, 18 settembre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

FIALP/CISAL
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

A valle del percorso negoziale concluso in data 17 settembre 2020, visto il testo
proposto alla sottoscrizione dalla Parte datoriale alle Organizzazioni sindacali, la Fp Cgil
ritiene che non sussistano motivi sufficienti a sottoscrivere l’accordo.
In particolare, il mancato recepimento da parte datoriale della proposta di
applicazione delle tutele contrattuali (giustificativi di assenza, ad esempio), delle tutele
normative (fruizione dei permessi a ore come nel caso della 104/1992) e, dopo sei mesi di
rinvii, non aver ancora riconosciuto il diritto dei lavoratori ad ottenere il rimborso dei
costi delle utenze ed il diritto alla fruizione del buono pasto quando si rende la
prestazione lavorativa in Smart Working, non consentono a questa Organizzazione di
convergere su di esso.
Con questo accordo, sulle questioni economiche in particolare, l’Agenzia ci
propone un ulteriore rinvio e ci chiede una “delega in bianco” senza fornire alcun
elemento che giustifichi tale fiducia.
Viene confermato l’orientamento dell’Agenzia di scaricare costi sui dipendenti
(anche per l’utilizzo degli strumenti e delle dotazioni informatiche personali) e
conseguire risparmi mantenendo e talora aumentando la produttività ed efficienza della
propria organizzazione.
Viene disattesa, inoltre, la possibilità che gli istituti di conciliazione rispondano ad
una più generale finalità di offrire una soluzione al divario stipendiale di genere e, non da
ultimo, che l’adozione di questi strumenti non abbiano come conseguenza, nel medio
periodo, un piano di dismissione degli spazi e di arretramento nel territorio.
Il continuo rinvio ad una ulteriore e futura sessione negoziale, per affrontare
questioni aperte e di fondamentale interesse per i lavoratori, non può e non deve
diventare la regola negoziale applicata in Agenzia delle Entrate, rappresentando un
vantaggio esclusivo a favore della parte datoriale.

18 settembre 2020

Delegazione trattante
FP CGIL Agenzia delle Entrate
Daniele Gamberini

Pubblichiamo la nota relativa all’autorizzazione dell’utilizzo dei buoni pasto…

COMUNICATO

Un primo risultato, il nostro lavoro su smart working e sicurezza continua

Si è tenuto nel pomeriggio di ieri l’incontro da noi richiesto a seguito dell’emanazione della circolare di regolamentazione dello smart working del 6 agosto scorso. Come tutti i lavoratori sanno, abbiamo sempre sostenuto che, su queste materie, l’amministrazione non può procedere con atti unilaterali, regolamentando alcuni istituti previsti dal CCNL come oggetto di contrattazione e confronto. Il Capo del Personale, dott. Guardabassi, che ha assunto l’incarico solo la settimana scorsa, ci ha comunicato che intende rivedere la circolare perché, a seguito di interlocuzioni informali con il Dipartimento della Funzione Pubblica, ha avuto conferma che l’interpretazione data dal MIT all’art.263 della legge 77/2020 non è corretta. Infatti, come noi abbiamo sempre affermato, il 50% è una soglia minima di personale da autorizzare allo svolgimento del lavoro agile. Alla ricezione del parere dalla Funzione Pubblica saremo riconvocati per continuare la discussione per arrivare auspicabilmente a un accordo; nel frattempo si è convenuto di non sospendere la circolare in vigore, per non creare ulteriore confusione negli uffici nei quali già regna molta incertezza. In ogni caso, dall’immediato, come da noi richiesto, i lavoratori fragili saranno considerati aggiuntivi rispetto al 50%.
Inoltre, abbiamo chiesto e ottenuto, che le cosiddette attività smartabili siano individuate dai Capi Dipartimento delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, al fine di garantire omogeneità di trattamento a tutto il personale sull’intero territorio nazionale. Abbiamo affrontato,poi, la questione relativa all’erogazione del buono pasto nelle giornate di lavoro agile, già prevista dal protocollo applicativo del 22 aprile, su cui è intervenuta la circolare del 8/6/2020 che ha determinato la sospensione dello stesso: abbiamo ribadito che, a nostro modo di vedere, l’Amministrazione è tenuta a corrispondere il buono pasto avendo con noi sottoscritto un accordo che non può essere disdettato tramite una semplice circolare. Da ultimo, come previsto dal citato art.263 terzo comma, ci siamo soffermati sulla necessità che l’amministrazione assicuri adeguate forme di aggiornamento professionale ai dirigenti che dovranno gestire i lavoratori con questa nuova modalità di lavoro.
Alla fine della riunione abbiamo ricordato le questioni del Regolamento incentivi da noi già firmato nel
mese di ottobre 2018, dei bandi per i passaggi di area e degli addetti/assistenti (art.20 bis Legge 120 /2020).
Su tali questioni abbiamo sollecitato un incontro urgente da svolgersi nel più breve tempo possibile.

La Coordinatrice Fp Cgil Mit                                                    p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                                                         Paolo Camardella

Prot. CS 123/2020

Roma, li 17 settembre 2020

Al Capo D.A.P.
pres. dott. Bernardo PETRALIA
Roma
capodipartimento.dap@giustizia.it
prot.dap@giustiziacert.it

E, per conoscenza Al Capo Ufficio Stampa
e Portavoce del Ministro della Giustizia
dott. Paolo FANTAUZZI
Roma
ufficio.stampa@giustizia.it

Oggetto: immagine del Corpo di Polizia Penitenziaria. Richiesta intervento.

Pregiatissimo Presidente,
nell’apprendere da alcune testate giornalistiche, di rilievo territoriale e nazionale, circa l’imponente indagine giudiziaria che ha portato l’arresto di alcuni poliziotti penitenziari, e non solo, per presunti favoreggiamenti ai detenuti, vedendo coinvolto l’Istituto romano di Rebibbia, la FP CGIL non può esimersi dall’evidenziare alcuni discutibili tratti esposti nelle diffusioni mediatiche che, inequivocabilmente, vanno a ledere l’indiscussa e nitida immagine del nostro prestigioso Corpo: donne ed uomini che offrono quotidianamente il loro encomiabile servizio a salvaguardia delle istituzioni; a giusto corollario, basti far luce sulle recenti operazioni condotte dalla Polizia Penitenziaria all’interno e all’esterno degli Istituti della Repubblica, ciò che anche Ella ha potuto constatare sin dall’inizio del mandato istituzionale.
La nostra realtà è circoscritta da fedeltà e senso del dovere, senza tralasciare i negativi casi isolati che meritano le relative conseguenze.
Non intendiamo, pertanto, intervenire con disadorne retoriche che, in qualche modo potrebbero apparire futili e fuori luogo, ma ci preme distanziarci su alcune esternazioni quali leve di strumentalizzazioni ed enfatizzazioni sociali.
Nell’affidarci agli scrupolosi accertamenti ed approfondimenti investigativi, nonché al lavoro di tutta la Magistratura competente, con la presente al fine di chiederLe opportuni interventi con l’Ufficio Stampa del sig. Ministro, che legge per conoscenza, affinché venga reso pubblico il “nobile e silenzioso” operato delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori.
Con sensi di stima.

IL COORDINATORE NAZIONALE
Stefano BRANCHI

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