Al Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
Dott.ssa Valeria CAPONE

p.c.

Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
Dr. Raffaele Tangorra

p.c.

Al Direttore Generale della Direzione Generale
PIOB – UPD del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dr.ssa Stefania Cresti

Oggetto:Rientro in sede del personale – Sollecito richiesta incontro urgente

Il 18 settembre scorso le scriventi organizzazioni sindacali hanno invitato l’amministrazione a voler fissare con urgenza un incontro finalizzato a rivedere le scelte adottate dalla conferenza dei direttori generali in ordine alla regolamentazione del rientro in sede del personale amministrativo. Lo abbiamo chiesto con urgenza ancor prima di venire a conoscenza del caso covid che si è palesato nella sede di Via Veneto. Sul punto non possiamo non dire che negli ultimi giorni la sede di Via Veneto sembrava tornata quella di un anno fa, quella che passato il periodo feriale di agosto, attraverso il rientro massimo del personale, riempiva di nuovo ogni ambiente di lavoro, ogni stanza, ogni spazio. Lo abbiamo detto a chiare lettere e lo ribadiamo ancora: CGIL CISL e UIL ritengono sbagliate le scelte organizzative adottate dall’amministrazione per la gestione del rientro in sede del personale, ritengono le stesse pericolose, inadatte al contesto pandemiologico in corso dove i contagi anziché diminuire aumentano giorno dopo giorno e per tale motivo insistono nel richiedere la convocazione urgente del tavolo di confronto e di contrattazione. Stigmatizzano l’atteggiamento dell’amministrazione per aver celato attraverso un rigoroso silenzio quanto accaduto nella sede di Via Veneto a proposito del contagio di cui sopra. Nessuna informativa è stata diramata né ai lavoratori, né alle rappresentanze sindacali ivi compresi gli RLS.
Tale condotta non può essere sottaciuta da parte delle scriventi organizzazioni e per tale motivo come prima azione a tutela dei lavoratori, in assenza di un riscontro immediato alla presente, sospenderanno le relazioni sindacali con l’amministrazione. Distinti saluti.

FP CGIL  Giuseppe Palumbo

CISL FP  Michele Cavo – Marco Sozzi

UIL PA  Bruno Di Cuia – Orlando Grimaldi

Pubblichiamo la nota della struttura territoriale Fp Cgil VVF, con la quale ribadisce il palese contraddittorio su quanto concordato e stabilito riguardo il dispositivo di soccorso, a discapito del soccorso alla cittadinanza e sulla sicurezza degli operatori

SMART WORKING : A QUANDO L’ACCORDO PER LA
DISCIPLINA DELLA FASE TRANSITORIA?

Le scriventi organizzazioni sindacali, all’indomani della sottoscrizione, avvenuta il 3 giugno scorso, dell’accordo sulle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro (le misure di prevenzione, lo ricordiamo a qualche falso smemorato, non annullano i rischi di contagio, ma lo possono solo attenuare e ridurre come ricordano gli esperti!) consapevoli che lo smart working avrebbe dovuto rappresentare la necessaria misura di affiancamento e di accompagnamento alla graduale e progressiva ripresa delle attività lavorative nelle modalità tradizionali in modo da consolidarsi per il futuro come modalità di esecuzione della prestazione lavorativa con pari dignità giuridica ed economica rispetto alla modalità in presenza fisica, hanno chiesto ripetutamente all’Amministrazione in questi mesi di discutere e definire, congiuntamente, una nuova disciplina per regolare il lavoro agile nell’attuale fase transitoria dell’emergenza sanitaria.
Nonostante i solleciti, mentre altre Amministrazioni Pubbliche hanno definito protocolli d’intesa che regolano nell’attuale fase transitoria l’applicazione dello smart working, in INPS tutto tace, o, meglio, si preferisce mettere dei paletti alla fruizione del lavoro agile rendendolo “indigeribile” attraverso misure, vedi il diniego al riconoscimento del buono pasto oppure il divieto di completare in smart working la giornata lavorativa avviata in modalità fisica, precludendo di fatto in INPS lo smart working frazionato da noi chiesto sin dal febbraio 2019, che ne disincentivano l’applicazione su larga scala.
In uno dei nostri ultimi comunicati invitavamo l’Amministrazione a fare il salto culturale, non quello imposto dai DPCM nel corso dell’emergenza sanitaria del lockdown e per ciò stesso forzato, abbracciando in modo convinto, al di là della mera osservanza della norma, l’idea dello smart working come modalità lavorativa avente pari dignità rispetto a quella tradizionale.
L’occasione oggi è offerta dalla necessità, nella nuova fase, di normare, non con atti unilaterali, bensì attraverso momenti di confronto e di condivisione, lo smart working che nel nostro Istituto ha dato un’ottima prova di sé: noi ci siamo e abbiamo le nostre proposte e le nostre idee già illustrate in tempi non sospetti all’Amministrazione. Aspettiamo un segno di riscontro da parte dell’INPS!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

FIALP/CISAL
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

FP CGIL, CISL FP e UIL PA per una soluzione immediata per gli ausiliari!
Diciamo no alle strumentalizzazioni!

A fronte delle proteste legittime degli ausiliari occorre trovare da subito una soluzione che dovrà vedere come obiettivo prioritario l’emanazione di un bando che consenta il progressivo svuotamento della prima area. Strumentalizzazioni come quelle a cui stiamo assistendo in questi giorni da parte di alcune organizzazioni sindacali servono solo a fare confusione e creare divisioni inutili e controproducenti tra lavoratori.
Sul punto è bene fare chiarezza anche al fine di evitare che queste strumentalizzazioni, inutili ai fini del risultato, finiscano di produrre l’effetto opposto di rinviare ulteriormente una tematica che è per noi invece ineludibile.
Il transito in area seconda degli ausiliari, così come quello in area terza delle altre figure professionali, è soggetto alla regola costituzionale della riserva dei posti all’esterno del 50%. Ciò significa che dei posti disponibili in area seconda la metà può essere coperto da personale interno, ossia proveniente dalla prima area, la metà deve essere coperto da personale esterno ossia reclutato mediante pubblico concorso. Tale regola, in quanto prevista dalla costituzione, è inderogabile come certificato dalla costante giurisprudenza ossia da decine e decine di sentenze della magistratura anche amministrativa. Le assunzioni mediante concorso, pertanto, non pregiudicano i lavoratori interni in quanto vanno a coprire solo i posti riservati all’accesso dall’esterno (ossia il 50%). Esse, viceversa, costituiscono anzi il presupposto perché il passaggio dall’interno possa avvenire perché l’amministrazione è tenuta a coprire l’altro 50% dei posti con procedura riservata ai lavoratori interni ossia in questo caso agli ausiliari.
Partendo da tale dato normativo, CGIL CISL e UIL, atteso che sono stati pubblicati dei bandi di selezione per 616 operatori e 109 conducenti di automezzi, hanno già provveduto a richiedere senza ulteriore indugio l’avvio immediato della procedura per il transito in prima battuta di almeno 725 ausiliari in area seconda nella figura dell’operatore giudiziario. Su questo punto, pur prendendo atto dell’impegno assunto dal Direttore Generale dr. Leopizzi rispetto ad una breve tempistica per l’emanazione del bando, non possiamo non registrare ritardi pesanti da parte dell’Amministrazione. Non a caso la questione dei passaggi dalla prima alla seconda area è e rimane uno dei punti centrali della vertenza che ci ha portato alla proclamazione dello sciopero.
Per CGIL CISL e UIL la pubblicazione con urgenza del bando per il passaggio degli ausiliari è pertanto una priorità assoluta: ad oggi non ci sono ostacoli di natura giuridica e di natura economica che impediscano all’amministrazione giudiziaria di emanare anche domani un bando aperto a tutti i lavoratori interessati per il passaggio in area seconda di almeno 725 ausiliari mantenendo le graduatorie aperte sì da consentire, mediante lo scorrimento delle stesse, il progressivo svuotamento della figura così come previsto dall’accordo del 26 aprile 2017. Un processo che deve andare di pari passo con la revisione dei profili che, conseguentemente ai processi di digitalizzazione in atto, deve rivederne i contenuti
professionali per renderli adeguati alle sfide proposte dall’innovazione tecnologica e organizzativa. E la riqualificazione di questi lavoratori è un tassello fondamentale.
Per questi motivi riproporremo in sede politica, tramite una specifica richiesta di incontro al Ministro, il tema, unitamente agli altri ancora irrisolti e che riguardano la mancata pubblicazione dei bandi per le figure professionali inizialmente escluse dal 21 quater, assistenti informatici e linguistici, la realizzazione dei cambi di profilo all’interno della seconda area e della terza area e lo scorrimento integrale delle graduatorie per funzionario NEP e per funzionario giudiziario ex art.21 quater cit..
Vi terremo informati sugli sviluppi.

Roma, 22 settembre 2020

FP CGIL                CISL FP                 UIL PA
Russo                    Marra                       Amoroso

Pubblichiamo la nota della Direzione centrale per le Risorse Umane in merito alla mobilità del personale del ruolo operatore e Assistente

RICHIESTA AUDIZIONE AI SENATORI COMPONENTI LE COMMISSIONI:

Commissione speciale atti urgenti del Governo
1^ Affari Costituzionali
5^ Bilancio
6^ Finanze e tesoro
11^ Lavoro pubblico e privato
14^ Politiche dell’Unione europea

Egregi Senatori,
le lavoratrici e i lavoratori dell’ENAC – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile – hanno
chiesto alle scriventi rappresentanze sindacali nazionali di portare alla Vostra cortese attenzione la
loro ferma, preoccupata e motivata contrarietà al progetto politico di trasformazione dell’ente in
soggetto di diritto privato, quale sarebbe l’Ente Pubblico Economico, come testimonia l’allegato
emendamento prodotto all’A.S. 1925 dai senatori Santillo, Lupo e Puglia del M5S.
Stiamo parlando di un Ente pubblico posto sotto l’egida dello Stato che oggi, nello
svolgimento della propria rilevante attività istituzionale di regolazione e di controllo del settore
aereo, promuove lo sviluppo dell’aviazione civile del paese garantendo agli utenti e alle imprese la
sicurezza dei voli, la tutela dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa competitività nel rispetto
dell’ambiente. Organismo responsabile della corretta applicazione dei regolamenti comunitari in
materia di Diritti del passeggero, ha – come noto – il potere di irrogare sanzioni amministrative nei
confronti dei soggetti inadempienti e per assicurare il rispetto degli standard qualitativi e dei diritti
del passeggero l’ENAC monitora e verifica costantemente i parametri di qualità dei servizi
aeroportuali e del trasporto aereo, anche attraverso le attività di certificazione, formazione e
riqualificazione professionale del personale dipendente.
Privatizzarlo e trasformarlo in soggetto privato significherebbe doverlo poi iscrivere al
registro delle imprese e collocarlo sul libero mercato per inseguire il profitto, facendogli perdere la
capacità di esercitare con le dovute garanzie di indipendenza, imparzialità e trasparenza quei poteri
autoritativi pubblici in materia di regolazione, vigilanza, controllo del trasporto aereo e sicurezza
del volo che gli sono stati affidati dal decreto legislativo n. 250/97. Un progetto che appare oscuro
anche nelle sue effettive finalità, non rinvenibili nell’articolato dell’emendamento proposto, che a
nostro avviso non porterebbe alcun reale vantaggio al sistema paese, anzi, specie in un momento
storico in cui si tenta di nazionalizzare Alitalia e si chiede maggior controllo da parte dei
concessionari pubblici.
Contro questo progetto abbiamo presentato circa un anno fa al Ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti e al Presidente dell’ENAC delle valide proposte alternative – in particolare
l’Istituzione di un Autority nazionale, come del resto hanno già fatto in altri grandi paesi europei
come la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e la Spagna – che, nel consentire un rafforzamento
dell’Ente sotto tutti gli aspetti, lo manterrebbe all’interno del perimetro delle amministrazioni dello
Stato. Idee mai volutamente trattate e discusse al tavolo di confronto, alle quali si è sempre
unicamente preferita l’imposizione ferma e ultra determinata del piano deciso da quegli attori
istituzionali, completamente refrattari al dialogo e al rispetto delle prerogative sindacali e dei diritti
dei lavoratori coinvolti, loro malgrado.
L’ENAC non è un operatore economico, ma l’Autorità nazionale di regolazione, vigilanza e
controllo del settore aereo, e la sua mission non può che essere svolta da un ente pubblico dello
Stato che ne garantisce le funzioni in ragione della difesa dei diritti e della sicurezza dell’intera
collettività.
I lavoratori e le lavoratrici dell’ENAC vogliono difendere il futuro proprio e quello
dell’Ente, che rappresenta un’eccellenza nel panorama delle Autorità del trasporto aereo a livello
europeo e internazionale, e intendono farlo esprimendo l’orgoglio e la consapevolezza di lavorare
nell’interesse della comunità, al servizio esclusivo del Paese come previsto dalla Costituzione.
Per questo sono scesi in piazza numerosi il giorno 16 settembre u.s. sotto il Ministero delle
Infrastrutture aderendo allo sciopero nazionale proclamato dalla scriventi organizzazioni sindacali,
al quale ha partecipato oltre il 60% del personale dipendente ENAC impegnato sull’intero territorio
nazionale, per difendere il diritto dei cittadini a volare in modo sicuro.
La richiesta di audizione che inviamo alla vostra attenzione nasce proprio per questa
ragione, per favorire l’ascolto delle ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, delle proposte
alternative prodotte dal Sindacato per rilanciare il ruolo strategico dell’ENAC, senza condannarlo e
consegnarlo alle logiche d’impresa.
Restiamo in attesa.
Con viva cordialità

Roma, 22.09.2020

FP CGIL               FIT CISL             CISL FP                  UIL PA          FLP                 CIDA             USB PI
F. Oliverio            M. Mascia            A. Marinelli   S. Colombi   M. Carlomagno G. Rembado  D. Mencarelli

Roma, 21 Settembre 2020

QUANDO IL TEMPO RAPPRESENTA UNA VARIABILE INCOSTANTE….

Al Direttore Generale del Personale Civile Difesa
Dr.ssa Gabriella Montemagno

e,p.c.

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa
Gen. Pietro Serino

Riscontrando la nota di sollecito inviata lo scorso 14 Luglio dalle scriventi OO.SS.
codesta Direzione generale affermava testualmente, nella risposta trasmessa il successivo
20 Luglio: “In merito alla richiesta avanzata da codeste OO.SS. con la lettera a riferimento, si
rappresenta che questa Amministrazione sta ponendo in essere tutte le attività necessarie
all’apertura del tavolo di contrattazione per la distribuzione del FRD 2020 in tempi brevi.
L’emanazione della circolare per la ripresa della ricognizione di PPL, Turni e Reperibilità, sospesa a
causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, è propedeutica all’acquisizione dei dati necessari per
procedere quanto prima alla convocazione del suddetto tavolo, per consentire all’Amministrazione
di elaborare un’ipotesi di Accordo il più equo e favorevole possibile ai dipendenti civili dell’A.D.
Un “QUANTO PRIMA” molto particolare, considerato che sono trascorsi ben due
mesi da quella comunicazione, mentre il tempo rimasto a disposizione per affrontare
quegli argomenti e riuscire a definirli entro la fine dell’anno è ormai estremamente esiguo,
per esclusiva responsabilità dell’A.D.
Appare quindi davvero singolare che nella convocazione pervenuta in data odierna
a queste OO.SS. Nazionali per trattare gli argomenti sopracitati si sia deciso di limitare il
tempo a disposizione nella misura di un ora e mezza quando, a solo titolo di esempio, altre
amministrazioni hanno dedicato intere giornate, stante l’importanza e la delicatezza dei
temi.
Si chiede quindi la modifica della convocazione nella quale chiediamo sia indicato
un tempo congruo all’importanza degli argomenti da trattare

FP CGIL                               CISL FP                                    UIL PA
Francesco Quinti              Massimo Ferri                    Sandro Colombi
Roberto De Cesaris             Franco Volpi

Pubblichiamo l’informativa dell’Ufficio per le Politiche di Tutela della Sicurezza sul Lavoro del Personale del Corpo, finalizzata a definire un sistema di gestione della Sicurezza sul lavoro, che sarà testato presso un numero limitato di sedi

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito alle distribuzioni economiche previste dal decreto per la semplificazione e l’innovo digitale

Pubblichiamo la Circolare SAF e i relatvi allegati, emanata dalla Direzione Centrale per la Formazione

All’Avv. Vito COZZOLI
Presidente/AD Sport e Salute
Spa

p.c. Al Dr. Riccardo MELONI
Direttore Risorse Umane Sport
e Salute Spa

Al Dr. Giuseppe TROIANI
Responsabile Relazioni
Sindacali Sport e Salute Spa
LL.SS.

Gent.le Presidente,
come sa, venerdì scorso è stato faticosamente raggiunto, tra la delegazione di parte
datoriale e quelle di parte sindacale, un nuovo accordo in materia di misure gestionali per la
progressiva ripresa delle attività di Sport e Salute Spa e delle Federazioni Sportive Nazionali. Salvo
proroghe, l’accordo produrrà effetti da oggi fino al 15/10 p.v.
In continuità con quella del 15/5 c.a., l’intesa del 18/9 u.s. persegue, attraverso il
contestuale ricorso al lavoro in presenza ed al lavoro agile, l’obiettivo di contemperare l’esigenza
di una graduale ripresa delle attività produttive con quella di consentire alle lavoratrici ed ai
lavoratori un rientro in servizio in piena sicurezza.
In particolare, l’accordo del 18/9 u.s. stabilisce che, in relazione alla ripartenza delle
attività, il lavoro in presenza possa essere progressivamente incrementato a condizione che
continuino ad essere osservate le misure concernenti salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
individuate con l’accordo del 12/5 c.a. La percentuale di lavoratori in presenza, da definire in ogni
realtà del Comparto nell’ambito del dialogo tra le parti, va quindi integrata con il ricorso al lavoro
agile che resta la principale leva su cui agire per scongiurare rischi di contagio negli ambienti di
lavoro. Oltre a fissare questa regola di carattere generale, l’intesa del 18/9 individua anche una
serie di condizioni di stato cui riconoscere più elevati livelli di tutela.
Il punto di equilibrio tra posizioni inizialmente molto distanti raggiunto con la stipula della
più volte citata intesa del 18/9 u.s. rischia però ora di esser messo in discussione da iniziative
unilaterali che, secondo quanto risulta alle scriventi, taluni datori di lavoro hanno ritenuto di dover
assumere non appena ricevuta la notizia della sottoscrizione dell’accordo. In alcune realtà infatti,
come ad es. in FGCI, sono state unilateralmente impartite al personale istruzioni operative frutto
di una interpretazione non corretta delle disposizioni pattiziamente definite; istruzioni operative
che, ad es., nel richiedere al personale di debitamente motivare e documentare, le istanze di
esecuzione della prestazione lavorativa in modalità agile sembrano perseguire l’obiettivo di
limitare alle sole condizioni di stato indicate nell’accordo le fattispecie di accoglimento delle
relative richieste. Così come appaiono lontane da una corretta interpretazione delle disposizioni
contrattuali le indicazioni che confermano la ripresa delle attività in presenza o quelle che
impongono ai dipendenti con particolari esigenze familiari e logistiche di avvalersi di istituti quali
ferie, permessi ex art. 37, permessi a recupero, banca delle ore, ecc…
Tutto ciò premesso, le scriventi chiedono che, previo confronto con le OO.SS. firmatarie, i
contenuti dell’accordo sottoscritto formino oggetto di una specifica circolare interpretativa da
trasmettere con urgenza a tutti i datori di lavoro. Chiedono altresì un Suo autorevole intervento
rivolto a far sì che, in tutte le realtà, l’individuazione della percentuale di personale da collocare in
lavoro agile avvenga nell’ambito di quel dialogo tra le parti cui l’art. 1, c. 3 dell’accordo del 18/9
u.s. fa esplicito riferimento. In mancanza, le scriventi si vedranno costrette a mettere in campo
tutti gli strumenti utili a far in modo che nessuno possa più mettere in dubbio il principio in base al
quale gli accordi sottoscritti al tavolo negoziale nazionale vanno rispettati. Da tutti.

Roma, 21 settembre 2020

FP CGIL                          CISL FP                              UILPA                             CISAL FIALP
Francesco Quinti              Alessandro Bruni               Paolo Liberati                       Dino Carola

COMUNICATO A TUTTO IL PERSONALE

Come da nota in calce, vi comunichiamo che giovedì 24 settembre alle ore 11:00, in
video conferenza, le Organizzazioni Sindacali sono state convocate per la
Sottoscrizione dell’Accordo Definitivo per le PEO 2020.
Il Segretario generale convoca le Organizzazioni sindacali in indirizzo, per il giorno giovedì
24 settembre 2020, ore 11:00, tramite la piattaforma Teams “Contrattazione Corte dei
conti”, cui seguirà invito sul calendario per la partecipazione, con il seguente ordine del
giorno:
• Sottoscrizione dell’Accordo definitivo per le progressioni economiche finanziate con il
Fondo risorse decentrate dell’anno 2020
Sarete prontamente informati sull’esito dell’incontro.

Roma, 21 settembre 2020

Susanna Di Folco          Alessandro Guarente             Fernanda Amidani

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