Corona virus

Pubblichiamo l’informativa pervenuta dall’Ufficio per le Politiche di Tutela della Sicurezza sul Lavoro del personale del Corpo.

Al riguardo, il citato Ufficio ha rappresentato che la nota è “finalizzata all’attivazione di una rilevazione delle esperienze e delle pratiche intraprese dalle strutture dei Vigili del fuoco per fronteggiare e contrastare il contagio da COVID 19, secondo le direttive emanate a livello nazionale e dipartimentale. L’iniziativa, come specificato nella nota, promuove una raccolta, a testimonianza di quanto intrapreso, e nel contempo valorizza le iniziative, “sistematizzando” i contributi in un insieme aperto da mettere a disposizione di tutti tramite i nostri siti istituzionali; si possono, così, individuare utili spunti per nuove modalità di lavoro in condizioni emergenziali e incentivare una riflessione pragmatica su nuove modalità di intervento che, ove possibile, possono utilmente entrare nella programmazione e nella erogazione dei servizi istituzionali. L’iniziativa è stata condivisa con l’Osservatorio permanente per l’emergenza COVID-19”.

EDUCATORI Socio Pedagogici: storica conquista!

Riconosciuto il ruolo nei presidi Socio Sanitari e della Salute

Con la conversione in Legge del decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104, con emendamento a firma dei Senatori Iori, De Petris, Boldrini, Laforgia, Sbrollini, si sancisce il riconoscimento anche nel Sistema Sanitario del ruolo svolto dagli Educatori Socio Pedagogici.
Questa battaglia è stata fortemente portata avanti da tutte le lavoratrici ed i lavoratori inquadrati nel profilo di Educatori Socio Pedagogici a cui siamo stati a fianco come Funzione Pubblica CGIL, che ingiustamente erano posti a margine, spesso anche a rischio del posto di lavoro, in particolare nelle Aziende Sanitarie.
Oggi finalmente, gli Educatori Socio Pedagogici hanno ritrovato la loro dignità di professionisti
riconosciuti anche nel campo della salute.
In coerenza con questo percorso, riteniamo necessario rivedere il percorso di formazione accademica
affinché le peculiarità ad oggi mantenute separate di educatori ad indirizzo Socio Pedagogico ed educatori ad indirizzo Sanitario possano confluire in una figura unica titolata ad esercitare in entrambi i campi.
Auspichiamo inoltre, che il conseguente Decreto del Ministero della Salute, d’intesa con il Ministero dell’Università e della Ricerca, da emanare entro 30 gg dall’entrata in vigore della Legge, faccia definitivamente chiarezza nel complesso mondo dei servizi sociosanitari, sanitari, sociali, socioeducativi e pedagogici.
Oggi, come ieri, la Funzione Pubblica CGIL è al fianco degli Educatori, come di tutti le lavoratrici,
i lavoratori, i professionisti della Sanità.

SMART WORKING: RIUNIONE INTERLOCUTORIA!

Com’era facilmente prevedibile soprattutto alla luce dell’atteso DPCM in materia di contenimento della diffusione del COVID-19, DPCM che dovrebbe contenere novità anche in materia di smart working, la riunione di ieri del Tavolo nazionale sulle modalità di attuazione del lavoro agile, svoltasi alla presenza anche del Direttore generale, si è risolta in un suo aggiornamento a nuova data. Nonostante ciò la sessione di confronto è risultata utile sia per rappresentare all’Amministrazione le richieste che in tema di smart working le scriventi organizzazioni sindacali da tempo hanno avanzato (previsione dello smart working frazionato, riconoscimento del buono pasto e valorizzazione del lavoro straordinario, rimborso forfettario delle spese di connessione e di dotazione sostenute dagli smart workers, individuazione delle fasce di contattabilità) unitamente all’esigenza di una disciplina condivisa, un accordo tra le parti, che possa “traghettare” lo smart working nella fase transitoria post 15 settembre sino alla definizione del POLA (piano organizzativo del lavoro agile) ad oggi fissata dal legislatore al 31 gennaio 2021.
L’elemento di novità che abbiamo favorevolmente registrato, sulla base di quanto dichiarato dal Direttore generale che ha sottolineato nel suo intervento l’imprescindibilità dell’esecuzione della prestazione lavorativa in presenza fisica per i centri medico-legali, per le attività indifferibili e per l’attività di informazione al pubblico, privilegiando la volontarietà di chi vuole prestare in presenza l’attività lavorativa, è stata l’apertura da parte dell’Amministrazione ad una maggiore flessibilità applicativa del lavoro agile. Abbiamo quindi registrato una nuova impostazione, che intende distaccarsi da rigide e prefissate percentuali per il lavoro agile, superando così il “famoso” 50% che ha determinato un’importante presenza di personale nelle sedi, incompatibile con l’attuale andamento dell’epidemia.
Apprezzando l’impostazione dell’Amministrazione, che riprende quanto da tempo chiediamo a tutela della salute del personale dell’istituto e dei servizi alla cittadinanza, abbiamo anche chiesto: di riconoscere definitivamente lo smart-working al personale ispettivo; una maggiore flessibilità ai Dirigenti territoriali anche in merito alle aperture degli sportelli delle Agenzie Territoriali; ribadito la necessità di definire il diritto alla disconnessione per evitare il ripetersi di situazioni di iperconnessione dei lavoratori; di allargare la sperimentazione avviata a Napoli e Rovigo.
Su quest’ultimo punto, alla luce dell’andamento positivo delle relazioni con il pubblico
,
da remoto, l’Amministrazione ci ha comunicato che la sperimentazione ha nel frattempo coinvolto il Veneto e la Campania e ne ha annunciato l’allargamento a Sardegna, Lombardia e DCM Milano, oltre all’allargamento della consulenza su piattaforma TEAMS – ora prevista solo per gli intermediari – ai cittadini su tutto il territorio nazionale entro fine mese.
In chiusura di riunione, rispondendo alle nostre sollecitazioni sulla problematica del rinnovo delle assegnazioni provvisorie e sulla richiesta di avere i dati relativi alle domande presentate per le progressioni verticali, l’Amministrazione ha comunicato, sul primo punto, di avere avviato dalla scorsa settimana l’adozione dei provvedimenti di assegnazione provvisoria con i pareri positivi dei direttori regionali/direttori di coordinamento metropolitano interessati, mentre sul secondo ha fornito il report allegato al presente comunicato, assicurando anche la massima attenzione per consentire lo svolgimento delle prove selettive in sicurezza, nei tempi già stabiliti dai messaggi Hermes.

Roma, 13 ottobre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFSAL-UNSA
Francesco Viola

FIALP/CISAL
Donato Genchi

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per lì’Emergenza il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito alla formazione del personale del ruolo di specialità Sommozzatore  riguardo l’attività RSSI

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione riguardo l’impiego del personale inquadrato nel ruolo ispettore per scopi formativi di base

Presidenza del Consiglio dei Ministri: prosegue la trattativa per il CCNL.

Oggi si è tenuto in videoconferenza un nuovo incontro con l’ARAN per la trattativa sul rinnovo
del contratto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nello specifico, sono stati trattati i temi relativi all’orario di lavoro. Al riguardo, l’ARAN ha
illustrato per punti la propria proposta, indicando i punti che sono considerati “critici” per la prosecuzione della trattativa. In particolare, rimane da definire l’adeguamento di alcuni istituti contrattuali al contratto di lavoro del comparto, che si articola su 38 ore settimanali; adeguamento che, in alcuni casi, comporta maggiori oneri finanziari.
Le proposte presentate dall’ARAN riguardano, tra l’altro, la durata della pausa pranzo dopo le
6 ore di servizio, le turnazioni e il servizio di reperibilità.
In assenza di una dettagliata proposta scritta, le organizzazioni sindacali si sono riservate di
esprimere un giudizio più approfondito.
La FP CGIL, nell’ottica più volte ribadita di giungere alla definizione di un contratto che il
personale della PCM attende da troppo tempo, ha formulato comunque alcune proposte concrete su
aspetti del contratto che non comportano oneri finanziari.
In particolare:
– il godimento di diverse tipologie di permessi nel corso della stessa giornata, senza soluzione di continuità;
– l’introduzione di elementi utili all’organizzazione del ricorso al lavoro agile, che è un tema ormai ineludibile all’interno della Pubblica Amministrazione;
– l’aumento dei giorni di permesso che non comportano oneri aggiuntivi, in ragione del maggiore orario di lavoro effettuato nella PCM, rispetto a quanto previsto per gli altri comparti;
– la soluzione in sede di CCNL delle situazioni che non possono essere risolte solo con gli strumenti del ricorso a turnazioni o reperibilità, come nel caso dei dipendenti del Dipartimento della protezione civile; al riguardo abbiamo ribadito la necessità di introdurre specifici istituti contrattuali.
Continueremo a lavorare perché si proceda nella trattativa, senza compromessi al ribasso, alibi o ostacoli pretestuosi, per arrivare a definire un contratto degno di questo nome, malgrado le molte
difficoltà, interne ed esterne al comparto, che rendono difficile questo percorso.

 

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

On.le Alfonso Bonafede
Ministro della Giustizia

Sig. Ministro,
L’accordo sottoscritto il 26 aprile 2017 dal Ministro in carica e recepito in un decreto ministeriale, ha previsto in favore dei lavoratori della Giustizia progressioni economiche (due procedure) e, per i lavoratori della Organizzazione Giudiziaria, progressioni giuridiche, tra le aree (transito degli ausiliari in area seconda, passaggio dei contabili, degli assistenti informatici e linguistici in area terza nonché lo scorrimento integrale delle graduatorie formate ex art. 21 quater L. 132/15 per funzionari giudiziari e per funzionari NEP) e nelle aree attraverso l’istituto della flessibilità (cambi id profilo). Sin dal suo insediamento, in più occasioni, anche pubbliche, con riferimento al cennato accordo lei ha ribadito la volontà di mantenere gli impegni assunti dal suo predecessore nei confronti dei lavoratori.
Per tale motivo nella riunione tenuta con Lei circa un anno fa venne concordato di definire un nuovo cronoprogramma volto a conseguire la completa attuazione dell’accordo del 2017 nonché la ripresa delle relazioni sindacali. La riapertura del confronto ha consentito il raggiungimento di alcuni risultati: un primo, parziale, scorrimento della graduatoria ex 21 quater, un importante accordo sulla mobilità volontaria dei lavoratori e, da ultimo, l’accordo raggiunto in sede tecnica sulla regolamentazione del lavoro agile in fase Covid al DOG, per il quale stiamo sollecitando la convocazione del tavolo politico per la conclusione di questo iter, particolarmente urgente in considerazione della ripresa del fenomeno pandemico. Risultati che noi certamente riteniamo importanti anche dal punto di vista del metodo di confronto adottato, ma che certamente non possono rendere soddisfacente l’impegno congiunto assunto con Lei, considerate le questioni che ancora risultano irrisolte, che sono ancora molte e importanti, a partire dall’attuazione completa dei processi di riqualificazione del personale, con particolare riferimento ai lavoratori ancora in attesa del riconoscimento al diritto al passaggio giuridico, verticale degli ausiliari, dei contabili, degli assistenti informatici e linguistici, orizzontale degli operatori e degli assistenti giudiziari, dei conducenti di automezzi e dei funzionari giudiziari nonché la programmazione concreta dell’integrale scorrimento delle graduatorie 21 quater dei cancellieri esperti e degli Ufficiali Giudiziari con esaurimento della figura professionale dell’ufficiale giudiziario in area seconda. Tutti i lavoratori che ad oggi appaiono esclusi da qualunque opportunità di miglioramento professionale, malgrado l’impegno qualificato profuso anche in una fase complessa come quella attuale.
Accanto a questo è opportuno sottolineare le questioni che riguardano gli altri Dipartimenti – DAP e DGCM – quali la revisione al rialzo dei fabbisogni professionali dopo i tagli agli organici subiti nel corso degli anni (al momento è in atto per il DGCM la mera revisione delle piante organiche a parità di personale sulla quale abbiamo avuto modo di esprimere forti perplessità in ordine alle possibili gravi ricadute sui servizi centrali e periferici), la forte carenza che si registra nella logistica e nella
dotazione di risorse umane e strumentali, il confronto finalizzato all’estensione del protocollo sul lavoro agile in fase Covid anche al personale del comparto funzioni centrali, che incomprensibilmente non viene ancora attivato, l’avvio delle procedure ex 21 quater anche nei due Dipartimenti in questione al fine di evitare ulteriori ed inutili mortificazioni al personale interessato.
Così come è ineludibile una revisione al rialzo dei fabbisogni professionali degli Archivi Notarili nei termini di un ampliamento della dotazione organica (l’amministrazione degli Archivi Notarili è stata una delle amministrazioni della Giustizia che ha subito il taglio della dotazione organica prevista dalle leggi sulla spending review) e della riqualificazione professionale dei lavoratori a partire dal transito degli ausiliari in area seconda.
A cui si aggiunge la necessità di riprendere al più presto il confronto in tutti i Dipartimenti per definire gli accordi relativi alle nuove progressioni economiche del personale.
Inoltre appare opportuno un necessario approfondimento riguardo gli aspetti connessi alla programmazione assunzionale nei tre Dipartimenti e negli Archivi Notarili riferita al triennio 2020/2022 ed allo stato attuativo delle assunzioni autorizzate ed in parte avviate.
Resta impregiudicata la vertenza UNEP rispetto alla quale CGIL CISL e UIL Le hanno inoltrato una specifica richiesta di incontro che, allo stato, non ha avuto alcun esito. Forte è il malcontento tra questi lavoratori per la mancata attuazione dell’art. 492 bis cpc, del progetto tablet e della esclusione delle attività degli uffici NEP dall’accordo sullo Smart Working emergenziale in via di definizione.
Infine è opportuno chiarire, al di là degli annunci, quali sono le reali iniziative che l’amministrazione ha adottato o intende adottare per rifinanziare il Fondo Unico di Amministrazione al fine di incrementare il salario accessorio dei lavoratori e consentire ulteriori progressioni economiche.
Per i motivi sopra esposti Le chiediamo un incontro utile ad approfondire le problematiche segnalate e per definire un nuovo patto programmatico così come concordato nella riunione del 6 novembre scorso.
Nel restare in attesa di urgente riscontro le porgiamo distinti saluti

 

FP CGIL                        CISL FP                        UIL PA
Oliverio                     Marinelli                              Bordini

Queste sono le nostre proposte per il Servizio Socio-sanitario nazionale: un vero e proprio new deal per la salute, un piano di riforma che nasce dalle esperienze registrate durante la prima fase della pandemia, gestita con difficoltà preesistenti, e in vista delle risorse che arriveranno e che non dovranno lasciare in eredità le stesse patologie conosciute.

Scopri le nostre proposte

Hai anche tu delle proposte per migliorare il Servizio socio-sanitario nazionale? Facci conoscere le tue idee. Scrivici a sanita@fpcgil.it

Scopri cosa è accaduto in piazza sabato 10 ottobre, alla presenza del ministro Speranza.

REASSESSMENT DEL MODELLO DI SERVIZIO: NON E’ TEMPO DI UN’ENNESIMA RIORGANIZZAZIONE, MA DI RASSICURAZIONE!

Avvio della sperimentazione della rivisitazione del modello di erogazione dei servizi dell’Istituto e avvio, sempre sperimentale, della rilevazione delle competenze del personale, sono stati i due argomenti all’ordine del giorno degli Organismi paritetici per l’innovazione del Comparto Funzioni Centrali e dell’Area Funzioni Centrali riunitisi nell’arco della giornata di venerdì 9 ottobre.
Sul primo punto, senza entrare nel merito dei documenti consegnati dall’Amministrazione che replicano, salvo il refuso della vigilanza ispettiva non menzionata negli elaborati trasmessi, i contenuti di quanto già dibattuto lo scorso anno, sempre in sede di O.P.I., sulla ridefinizione del modello di servizio, abbiamo evidenziato l’inopportunità, nel contesto attuale, di sperimentare il nuovo modello di servizio quando tutte le sedi, comprese le tre individuate per la fase sperimentale, ossia Caserta e Livorno con l’aggiunta, comunicata in corso di seduta, della sede di Cosenza (il classico coniglio dal cilindro!), sono alle prese con una realtà lavorativa fortemente condizionata dal Covid-19 che determina una parziale presenza fisica negli uffici.
Utilizzando una metafora calcistica, l’esperienza ci insegna che quando un allenatore vuole applicare un nuovo modulo di gioco all’interno di una squadra, precondizione è la piena disponibilità dell’intera rosa dei componenti dell’equipe, altrimenti si rischia di disegnare un modulo operativo che non porterà alcun risultato, mancando l’integrale, diretto ed operativo coinvolgimento dei protagonisti.
Fuor di metafora, riteniamo che l’emergenza sanitaria in atto, ogni giorno sempre più grave e drammatica, che determina continue chiusure dei locali dell’Istituto, conseguenziale attività di sanificazione, quarantene imposte al personale che ha avuto contatti con persone risultate positive al Covid-19, un uso straordinario dello smart working che determina una presenza comunque ridotta del personale negli uffici, una preoccupazione diffusa in tutto il personale sull’emergenzialità sanitaria della situazione complessiva, non rappresenti un buon viatico per sperimentare il nuovo modello di servizio, la cui riuscita rischia proprio di essere falsata dalla mancata disponibilità di tutti gli attori in campo.
Il differimento a tempi migliori, senza disperdere il lavoro fin qui fatto, non è una richiesta dilatoria, come qualche rappresentante dell’Amministrazione si è affrettato ad etichettarla in corso di riunione, ma rappresenta una scelta di buon senso che nasce da una semplice constatazione della realtà (il persistere dell’emergenza sanitaria, le sedi impegnate nell’erogazione dei prodotti Covid-19, l’assenza dell’indispensabile supporto di un’adeguata e specifica piattaforma informatica …), realtà che alcuni non vogliono o fanno finta di non vedere!
Strettamente collegato con la sperimentazione del modello di servizio, anzi ne dovrebbe costituire, dal punto di vista logico, il prodromo (elemento questo che rafforza la nostra richiesta di rinviare a tempi migliori la sperimentazione del nuovo modello di servizio, in quanto la mappatura delle competenze diventa centrale in qualunque organizzazione, soprattutto quando si vogliono innovare i modelli operativi), è l’altro tema dell’avvio della rilevazione delle competenze, tema sempre preannunciato in INPS, ma mai realizzato visto che ancora oggi si parla e si scrive in termini di sperimentazione!
Altro prodomo, indispensabile, è la realizzazione di una piattaforma informatica che sia da supporto al nuovo modello di servizio che si vuole sperimentare, piattaforma che a detta della stessa Amministrazione è “pronta solo in parte in quanto si conta di rilasciare in prosieguo utilità che si stanno ancora definendo e approntando”.
Alla luce quindi delle considerazioni esposte, riaffermiamo che far partire adesso un nuovo modello di servizio, che al di là di come è stato presentato, è di vasta portata poiché coinvolge più del 70 % delle lavorazioni di Sede, non è opportuno e non ha un senso: il personale dell’Istituto, che si è dimostrato all’altezza degli impegnativi compiti affidati dal legislatore, checché ne dicano e ne scrivano commentatori interessati ad altro, in questa fase non ha bisogno di un’ennesima riorganizzazione, bensì di rassicurazioni!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
Fabrizio Ottavi

CISL FP
Paolo Scilinguo
Paola De Vita

CONFSAL-UNSA
Francesco Viola
Piergiuseppe Ciaraldi

FIALP/CISAL
Donato Genchi

CIDA
Lucio Paladino

Roma 12 ottobre 2020

Alla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti

Onorevole Dott.ssa Paola De Micheli

segreteria.ministro@mit.gov.it

Al Capo di Gabinetto

Dott. Alberto Stancanelli

segr.capogabinetto@mit.gov.it

e p. c. Al Direttore Generale del Personale e degli Affari generali

Avv. Marco Guardabassi

segr.capopersonale@mit.gov.it

e p. c. Al Capo Dipartimento per i Trasporti, la navigazione,

gli affari generali ed il personale

Dott.ssa Speranzina De Matteo

dtt.segr@mit.gov.it

e p. c. Al Capo Dipartimento per le Infrastrutture, i sistemi

informativi e statistici

Ing. Pietro Baratono

segr.dipinfra@mit.gov.it

e p. c. Al Comandante Generale delle Capitanerie di Porto

Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino

cgcp@pec.mit.gov.it

e p.c. Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Ing. Massimo Sessa

segr_particolare.csp@mit.gov.it  

Oggetto : Richiesta di incontro

Martedi scorso è pervenuta la convocazione dell’Amministrazione che fissava, per il giorno 8 ottobre, un incontro sulla circolare emessa in data 5 ottobre, riguardante “precisazioni in materia di lavoro agile”. Gli esiti dell’incontro sono stati francamente deludenti: si insiste nel voler proseguire sulla strada delle decisioni unilaterali che ci vengono, di fatto, solo comunicate. Di fronte a tale atteggiamento, non possiamo che ribadire la nostra convinzione che si tratti un modo di procedere non direzionato verso corrette relazioni sindacali.

Numerose volte abbiamo fatto presente che le materie trattate non possono essere oggetto solo di elaborazione dell’Amministrazione che, nel caso di specie, si sono anche rivelate prive di fondamento giuridico: l’errata interpretazione delle norme da noi, purtroppo inutilmente, immediatamente rilevata, ha portato alla circolare del 6 agosto; solo adesso, si scopre, a seguito di parere della Funzione Pubblica, che quella circolare era sbagliata.

Peccato che il danno, intanto, sia stato creato: a semplice titolo di esempio si segnalano casi in cui, ancora oggi, si afferma che si sono emanati ordini di servizio che diventa difficile revocare (sic!) ed altri nei quali, posto che non ci sono più le disposizioni emanate, che facevano riferimento a graduatorie con il limite del personale ammesso al lavoro agile nella misura del 50%, si resta in attesa di conoscere in che modo procedere: con la conseguenza che abbiamo lavoratori che, in tutta evidenza, vengono trattati in modo disomogeneo a seconda delle situazioni.

Ricordiamo con orgoglio come il Mit sia stata la prima amministrazione ad adottare un protocollo di sicurezza; ebbene, per una singolare legge del contrappasso, corriamo il rischio di essere l’unica che non avrà protocollo condiviso relativo a quello del cd “Rientro in sicurezza”, nonostante ciò sia previsto dall’omonimo protocollo firmato da tutte le OO.SS. e dal Ministro Dadone in data 24 luglio.

Sinceramente, non riusciamo a comprendere come mai l’amministrazione che , nella fase più acuta e difficile della pandemia, si è preoccupata di redigere con sollecitudine con le OO.SS. un atto per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e che aveva anche il pregio di riorganizzare il lavoro alla luce delle disposizioni imposte dalle norme ( il cd smart working emergenziale), oggi, invece, adotti questo atteggiamento di chiusura rifiutandosi, non di raggiungere un accordo, ma neanche di provare ad arrivarci, in un periodo che, purtroppo, vede la pandemia riconquistare terreno. Chiusura che abbiamo fortemente avvertito quando, nei giorni precedenti alla riunione di oggi, non ci è stata fornita, anche laddove richiesta, copia del citato parere della Funzione Pubblica.

In via del tutto incidentale, si segnala come questa sia la prima volta in cui si viene convocati a ragionare di qualcosa che è nella sola disponibilità dell’amministrazione: troviamo paradossale, per essere eufemistici, questo modo di intendere le relazioni sindacali che, invece, debbono essere “improntate al dialogo costruttivo e trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti” (art. 3, c. 1 CCNL Funzioni Centrali), per tacere dell’obbligo di informazione ex art. 4, c. 2 del citato CCNL che consiste “nella trasmissione di dati ed elementi conoscitivi, da parte dell’amministrazione, ai soggetti sindacali, al fine di consentire loro di prendere conoscenza della questione trattata ed esaminarla”; e ancora, sempre ai sensi del citato CCNL, che all’articolo 4, c. 4, stabilisce come siano “oggetto di informazione tutte le materie per le quali i successivi articoli 5 e 7 prevedano il confronto o la contrattazione integrativa, costituendone presupposto per la loro attivazione”.

L’adozione dello smart working, voluta dal legislatore ex articolo 263 L. 77/2020, implica obbligatoriamente un cambiamento organizzativo a cui le pubbliche amministrazioni non possono sottrarsi: e, infatti, il citato Protocollo del 24 luglio 2020 prevede che ad esso “le singole Amministrazioni dovranno adeguarsi, ferme restando le specifiche disposizioni adottate nel rispetto della propria autonomia, anche attraverso l’adozione di protocolli di sicurezza specifici” e ancora “ che, nelle more di una definizione contrattuale specifica del rapporto di lavoro agile, le amministrazioni attivano il confronto con i soggetti sindacali ai sensi della disciplina contrattuale vigente, al fine di contemperare l’esigenza del pieno riavvio delle attività amministrative, produttive e commerciali e dell’erogazione dei servizi all’utenza, con la necessita di fronteggiare le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica e all’evolversi del suo contesto, anche prevedendo la coerente applicazione degli istituti del rapporto di lavoro previsti dai CCNL vigenti alle attività di lavoro in forma agile”. Non è un caso che quasi tutte le amministrazioni centrali stiano condividendo protocolli di rientro: gli ultimi, in ordine cronologico, al Ministero dell’Interno, al Ministero della Difesa, al Consiglio di Stato, all’Avvocatura di Stato, alla Corte dei Conti.

Da noi, a tutt’oggi, non riusciamo neanche ad avere contezza di quelle che sono le cd. attività smartabili, nonostante si sia convenuto, con le scriventi OO.SS., in una riunione del 17 settembre, sulla necessità di individuarle da parte dei rispettivi Capi Dipartimento e nonostante sia stata emanata una circolare in tal senso, l’ormai lontanissimo 18 settembre .

Siamo all’immobilismo più totale nel quale si evidenzia solo un atteggiamento che vorrebbe sembrare di disponibilità ma che, nei fatti, sta continuando a produrre solo atti unilaterali che non hanno neanche il pregio di dare disposizioni univoche ed uniformi ai dirigenti che, quelle disposizioni, sono chiamati ad attuare.

Per quanto ci riguarda, intendiamo porre in essere ogni iniziativa volta a tutelare il “rientro in sicurezza” dei lavoratori; il nostro obiettivo sarà quello di arrivare alla condivisione di un protocollo che abbia il pregio di dare, da una parte la sicurezza che ciascun lavoratore deve avere nel momento in cui si reca sul proprio posto di lavoro, dall’altra dare certezze circa le modalità di svolgimento dello smart working, con tutto quello che ne deriva dal punto di vista della regolamentazione dello stesso.

Quello che non possiamo permetterci è la deriva di una amministrazione che pensa che il contratto nazionale di lavoro sia solo un esercizio di stile più o meno riuscito.

Per quanto detto, le scriventi OO.SS. chiedono un incontro urgente all’Onorevole Ministro al fine di rappresentare la situazione descritta.

           FP CGIL               CISL FP            UIL PA      CONFINTESA      CONFSALUNSA     FLP      USB
Camardella                  De Vivo           Lichinchi           Crocchiolo           Cipolla           Caiazza Piangatelli
Sabbatella                      Casamassima    Carino             Lobrisco                               Campopiano    De Mellis

Ministero dell’Interno
Se l’orario deve essere flessibile, che lo sia davvero

Con le circolari 58631/2020 e 58641/2020 della Direzione Centrale per le Politiche del Personale
dell’Amministrazione Civile è stato trasmesso a tutti gli uffici del Ministero dell’Interno il protocollo
di accordo integrativo per la prevenzione e sicurezza in materia di emergenza sanitaria da Covid
19.
Nelle pieghe della circolare si rinviene un capoverso che definisce unilateralmente che “per effetto
della distribuzione flessibile del tempo di lavoro, nelle giornate di smart working non
sono configurabili né prestazioni straordinarie, né prestazioni notturne o festive e il dipendente
non ha diritto all’erogazione dei buoni pasto”.
Vogliamo che sia chiaro che questa affermazione esprime una posizione che è esclusivamente
dell’amministrazione, alla quale abbiamo più volte richiesto un confronto, che non è mai
stato concesso, proprio sulla regolamentazione dello Smart Working, proponendo anche una serie
di rivendicazioni tra cui l’identificazione delle condizioni di maturazione del diritto al buono
pasto per i lavoratori in modalità agile. Anche a seguito della totale chiusura dell’Amministrazione
rispetto alla discussione su questi punti abbiamo ritenuto indispensabile inserire sull’argomento
una nota a verbale proprio al Protocollo integrativo.
Con questa circolare il Ministero dell’Interno dimostra con tutta evidenza che non ha nessuna
intenzione di aprire un confronto sulla regolamentazione dello Smart Working nel periodo
emergenziale (che prescinde dall’accordo individuale previsto dalla normativa in materia), ponendo
di fatto le condizioni affinché i propri dipendenti siano meno tutelati rispetto a quelli di altre
pubbliche amministrazioni in cui questo confronto è stato aperto ed ha portato, in molti casi, alla
sottoscrizioni di accordi.
Come FP CGIL continueremo a pressare l’amministrazione in tutte le sedi affinché receda da un
atteggiamento di tale arroganza. Nel frattempo, raccomandiamo alle nostre strutture territoriale
e a tutti i lavoratori di attenersi con cura alla “distribuzione flessibile dell’orario” invocata a
giustificazione della mancata corresponsione del buono pasto o del mancato riconoscimento di
eventuali altri istituti previsti dal CCNL.
Il Ministero dell’Interno, come tutte le amministrazioni, dovrà esplicitare come e dove la flessibilità
è funzionale e dove, invece, è necessaria una articolazione più rigida, ed applicare di conseguenza
le previsioni contrattuali previste nell’uno e nell’altro caso.

 

FP CGIL Nazionale
Andreoli/Benvenuto

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