COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO UTILITALIA, FP-CGIL, FIT-CISL, Uil Trasporti, FIADEL

Si tratta di piani da 2,3 miliardi di euro su riciclo dei rifiuti e bioeconomia, e da 1,3 miliardi per l’ammodernamento delle flotte aziendali

Sostegno alla circolarità delle risorse, incentivi alla bioeconomia, sostituzione delle flotte aziendali. La presidente di Utilitalia, Michaela Castelli, ha incontrato ieri le organizzazioni di categoria FP-CGIL, FIT-CISL, Uil Trasporti e FIADEL per un confronto sui progetti inerenti il settore ambientale che la Federazione presenterà al Governo e alle istituzioni politiche per ottenere finanziamenti dalle risorse del Recovery fund. Un incontro “positivo e costruttivo”, spiegano i partecipanti, basato su “progetti che possono rilanciare un settore che, nei mesi più difficili dell’emergenza coronavirus, non si è mai fermato grazie all’impegno delle aziende e dei lavoratori. Ora intendiamo ripartire con una strategia che sia il più possibile condivisa tra la Federazione, le imprese e le organizzazioni sindacali, per rendere le aziende di igiene urbana un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile”.

Su un totale di investimenti proposti da Utilitalia pari a 17,4 miliardi di euro, ammonta a 2,3 miliardi di euro il valore dei progetti presentati nell’ambito dell’economia circolare: si va dall’implementazione dei sistemi di raccolta differenziata all’estensione dei sistemi di tariffazione puntuale, fino alla realizzazione di nuovi impianti di riciclo e alla valorizzazione dei fanghi di depurazione. Per quanto riguarda invece la smart mobility, sono stati presentati progetti per 1,3 miliardi per la sostituzione del parco mezzi delle flotte aziendali con veicoli a carburanti alternativi (elettrico, metano, biometano e idrogeno). “La transizione verde e quella digitale – concludono i partecipanti all’incontro – vedranno protagoniste nel prossimo futuro le Utilities, che sono già pronte a sostenere la ripresa; un’accelerazione importante potrà venire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, se si destineranno risorse a questi progetti e si faciliterà la realizzazione degli investimenti per realizzare le infrastrutture necessarie”.

NON SOLO TASSAZIONE SEPARATA!

Con il cedolino del mese corrente, già visualizzabile nell’apposita sezione della intranet dedicata al personale, l’Amministrazione, e per questo vogliamo ringraziare i colleghi della DC Risorse Umane impegnati nella lavorazione delle relative istanze, procederà all’erogazione dei contributi per asili nido, sussidi educativi, assegni di studio e contributi per soggiorni a favore dei figli del personale dell’Istituto in conto 2019, unitamente ai residui dei sussidi straordinari relativi alle cure odontoiatriche e/o ortodontiche effettuate dal personale e dai familiari a carico imputabili all’anno 2018, mentre da novembre dovrebbe iniziare l’erogazione dei sussidi straordinari per motivi di salute dei dipendenti e dei familiari a carico per oneri di competenza del 2019.
Con lo stesso cedolino di ottobre prenderà il via l’operazione di ripristino della tassazione separata sui compensi arretrati 2019 corrisposti in sede di pre-saldo a giugno 2020 ed in sede di quarto acconto dell’incentivo ordinario 2019 a marzo 2020, mentre per l’anno 2018 (compensi erogati nel corso del 2019 ed imputabili all’anno precedente) bisognerà attendere la definizione dell’interlocuzione avviata dall’Istituto con l’Agenzia delle Entrate.
L’operazione sui compensi arretrati 2019 erogati nel corso del 2020, marzo e giugno, avverrà in quattro soluzioni (ottobre, novembre e dicembre più tredicesima mensilità) con l’abbattimento dell’imponibile IRPEF assoggettato a tassazione corrente per un ammontare pari alla tranche mensile dei compensi arretrati sottoposti illo tempore a tassazione corrente e adesso evidenziati nel cedolino come compensi sottoposti a tassazione separata (codice 3R49): il risultato si traduce in un prelievo della tassazione corrente più basso di quello che sarebbe ordinariamente avvenuto (non a caso l’imponibile IRPEF corrente è più basso della normale differenza tra imponibili previdenziali e trattenute previdenziali!). Tutto ciò dimostra la validità di quanto noi abbiamo veicolato nelle scorse settimane al personale circa l’inutilità e la natura meramente strumentale dell’iniziativa di chi ha fatto sottoscrivere ai colleghi diffide e richieste di pagamenti arretrati addirittura per gli ultimi dieci anni, ignorando quanto l’Amministrazione, ed in particolare la DC Risorse Umane, stava già predisponendosi a fare. Infatti l’Istituto procede d’ufficio su tale materia, quindi non servono istanze, e non esistono arretrati al di là di quelli legati ai pagamenti del 2020 in conto 2019 e del 2019 in conto 2018: ricordiamo a qualche finto smemorato, magari oggi in pensione e con scarsa memoria delle dinamiche INPS, che fino a tutto il 2018 l’Amministrazione ha sempre assoggettato a tassazione separata i compensi arretrati riferiti ad annualità precedenti (è sufficiente consultare i cedolini degli anni pregressi, es. agosto 2018 erogazione saldo incentivo 2017, per smentire la comica tesi degli arretrati a dieci anni!).
Resta da definire, come abbiamo scritto, la partita degli arretrati 2018 erogati nel corso del 2019, mentre quella dei compensi 2019 erogati a settembre 2020 ai colleghi funzionari amministrativi addetti al contenzioso dell’invalidità civile (1.800 euro), compensi assoggettati a settembre a tassazione corrente anziché a tassazione separata, viene inserita da questo mese nel calcolo della tranche che abbatte la tassazione IRPEF corrente.

Roma, 22 ottobre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Come Fp Cgil continueremo a svolgere, nelle forme attualmente consentite, assemblee di informazione e consultazione sull’ipotesi di CCNL che non abbiamo sottoscritto; continueremo a fare esprimere liberamente e democraticamente le lavoratrici e i lavoratori.

Apprendiamo in queste ore di pressioni e atteggiamenti pesantemente inopportuni operati dalle parti sottoscrittrici della preintesa.

Apprendiamo anche di consultazioni “individuali” che, in contesti in cui i datori di lavoro dovessero non mantenere un approccio rispettoso nei confronti di chi ha un’opinione diversa, rischiano di produrre pericolosi fenomeni di “tracciamento” del dissenso.

In queste ore crescono le manifestazioni di dissenso, le raccolte di firme, che attestano come le nostre obiezioni alla preintesa vengano considerate giuste dalle lavoratrici e i lavoratori.

In diverse realtà le lavoratrici e i lavoratori scelgono di iscriversi alla Fp Cgil e di rivolgersi alle nostre strutture.

Per quanto ci riguarda la preintesa è sbagliata, va cambiata e non la sottoscriveremo, continuando a batterci e attivandoci in tutte le sedi, anche giudiziali, per garantire la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo.

FIRMA LA PETIZIONE

NO al nuovo contratto Avis, dobbiamo migliorarlo!

 

La prossima settimana avrà luogo la settimana di mobilitazione europea per la sanità e l’assistenza, oltre la pandemia.

La Federazione Europea dei sindacati del servizio pubblico, EPSU, ha organizzato questa settimana di mobilitazione per sensibilizzare le Istituzioni Europee sulle gravi problematiche che si sono presentate e, purtroppo, continuano a verificarsi in presenza della seconda ondata e che vedono il personale sanitario e sociosanitario sotto grande stress in tutta Europa. I tre punti principali della mobilitazione sono: sicurezza sul lavoro per operatori sanitari e sociosanitari, migliori condizioni di lavoro e accesso rapido alle cure; organici sufficienti e lavoro stabile per garantire un servizio sanitario pubblico efficiente ed in grado di affrontare le emergenze; innalzamento delle retribuzioni e refforzamento della contrattazione collettiva; richiesta alla UE di riportare il finanziamento per il programma EU4health ad almeno nove miliardi di euro e di esortare tutti i paesi affinché i bilanci pubblici ripsondano in modo adeguato alle esigenze dei sistemi sanitari e socio-assistenziali.

A causa delle limitazioni dovute alla pandemia sarà una mobilitazione soprattutto social, con materiali fotografici e video; culminerà il 29 ottobre, giornata di mobilitazione sostenuta dalle federazioni e confederazioni globali (PSI e ITUC), sarà la giornata principale della settimana di azione, e ci sarà una dimostrazione simbolica a Bruxelles che condivideremo in streaming sulla nostra pagina Facebook di FPCGIL Internazionale.

In allegato l’appello prodotto da Epsu, tradotto in italiano con i punti principali.

I materiali sono inoltre scaricabili, con i banner per twitter, facebook e instagram tradotti anche in italiano, al seguente link

https://epsu.org/article/european-health-action-week.

Per seguire le azioni durante la settimana di mobilitazione su fb e instagram:

https://www.facebook.com/EPSUnions/, https://www.instagram.com/epsunions/

In questo momento difficile il coordinamento tra i sindacati europei, la sensibilizzazione delle Istituzioni  e la difesa dei sistemi pubblici in tutta Europa sono necessari ed importanti per rafforzare la nostra azione.

Buon lavoro.

 

Nicoletta Grieco

Head of International Department FPCGIL

Pa: Cgil Cisl Uil, Dadone sbaglia, servono risorse per contratti e assunzioni
Prosegue stato di agitazione, Ministra punti su contrattazione e dialogo
Roma, 22 ottobre – “La ministra Dadone sbaglia. Le mancate assunzioni e le risorse insufficienti per rinnovare i contratti limitano l’operatività e la funzionalità di servizi pubblici che sono fondamentali per le persone e la tutela della salute, della sicurezza e della legalità (anche fiscale e previdenziale) del nostro paese ”. Questa la replica di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa all’intervista rilasciata dalla titolare del dicastero della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, aggiungendo che: “Forse la ministra sottovaluta che quando parliamo di contratti, stiamo parlando anche di quei medici, infermieri, educatrici, agenti di polizia locale, assistenti sociali, amministrativi, dipendenti degli enti previdenziali, delle agenzie, degli amministrativi, dei tecnici e di tutte quelle professionalità che in questi mesi non hanno mai fatto venir meno il loro contributo al buon funzionamento e alla gestione dell’emergenza. Ci saremmo aspettati più attenzione nei confronti di chi in queste ore sta lottando per salvare il paese”.
Per le categorie di Cgil, Cisl e Uil, “abnorme casomai è la distanza tra i proclami di questi mesi e le misure che poi il governo ha messo in campo nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Non ci sono risorse per l’innovazione, per il potenziamento dei servizi, non c’è garanzia di stabilizzazione per i precari, non ci sono le condizioni per sbloccare la contrattazione decentrata. Quando la ministra afferma che nel suo Decreto ministeriale non ha interferito con la contrattazione, ma anzi ha addirittura previsto che le amministrazioni possano confrontarsi con i sindacati, commette un atto di rilegificazione di materie che oggi sono titolarità della contrattazione. Intanto con il DM  è stato superato unilateralmente il contratto individuale di smart working che era previsto dalla legge 81/17, in più si dà il potere al dirigente di decidere su materie che sono oggetto della contrattazione collettiva, come la flessibilità degli orari o il lavoro agile. Ci domandiamo, a tal proposito, con quale autorità un dirigente possa decidere quali siano i lavoratori fragili da tutelare”.
Quanto alle risorse economiche per il rinnovo dei contratti, proseguono i sindacati dei servizi pubblici, “qui siamo veramente alla farsa: la ministra dichiara che sono stati garantiti più soldi che in passato. L’errore sta nel fatto che le cifre vengono lette in valore assoluto, mentre bisogna guardare l’impatto che hanno sulle retribuzioni. La ministra, o meglio i suoi collaboratori, dovrebbero fare meglio i conti. A oggi i lavoratori pubblici percepiscono già un elemento perequativo, che è un elemento distinto della retribuzione, e l’indennità di vacanza contrattuale. Queste somme, circa 37 euro, devono essere considerate nello stanziamento e quindi non costituiscono risorse aggiuntive per il rinnovo dei contratti che, a differenza della tornata contrattuale 2016 -2018, dovranno utilizzare gran parte di quanto stanziato anche per riscrivere il sistema di classificazione e inquadramento professionale e per rifinanziare i fondi per garantire il pagamento delle indennità a chi lavora . In pratica, la media di incrementi contrattuali si aggira intorno agli 83 euro lordi, che sono al di sotto di quanto previsto dal contratto 2016-2018, ma anche molto lontani dall’aspettativa dei lavoratori. Lo dica la ministra agli infermieri e al personale sanitario che l’indennità per la terapia intensiva  rimarrà di 4,16 euro al giorno e non potrà essere incrementata né rivalutata perché lei ha deciso che le risorse che ha stanziato il governo sono congrue e sufficienti. Non saremo certo noi a dirlo ai lavoratori”.
Per queste ragioni, osservano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, “chiediamo rispetto per le lavoratrici e i lavoratori pubblici, e soprattutto chiediamo sicurezza nei luoghi di lavoro. Questi i motivi che ci portano a proclamare lo stato di agitazione. In questi mesi, al netto di qualche intervista o dichiarazione fatta, non abbiamo ravvisato quegli elementi di innovazione che dovrebbero caratterizzare questa grande stagione di emergenza ma anche di riorganizzazione della Pubblica amministrazione. Per questo, non solo confermiamo le ragioni che ci hanno portato allo stato di agitazione, ma continueremo a discutere con i lavoratori sui contratti, sulle assunzioni e sulle nuove procedure di reclutamento, che consentano al personale di arrivare in tempi celerissimi nelle amministrazioni per potenziare e migliorare i servizi ai cittadini, sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, a difesa non solo dei lavoratori stessi ma anche degli utenti che accedono ai servizi. Probabilmente la ministra Dadone dovrebbe ragionare sull’esigenza di rompere definitivamente con oltre vent’anni di delegittimazione del lavoro pubblico e soprattutto di relegazione ad un ruolo marginale della contrattazione, e pensare che le riforme e i processi di riorganizzazione, così come i contratti, si fanno con i lavoratori e con i sindacati, non contro chi rappresenta il lavoro”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.

Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli
Dott. Marcello Minenna

E p.c.
Al Direttore Centrale del Personale
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Dott. Rocco Flore

Oggetto: EMERGENZA COVID 19 – Nuovo accordo sullo Smart Working

Le scriventi OO.SS. registrano purtroppo un aggravamento della situazione
epidemiologica di contagio del COVID 19 che colpisce in particolar modo alcune
Regioni del nostro Paese.
Dobbiamo inoltre registrare che sempre più vi sono casi di contagio all’interno
degli Uffici dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Prendendo atto positivamente della convocazione sull’argomento prevista per il 23
p.v., fermo restando la proroga dei termini di quanto stabilito già dall’accordo del
03 agosto 2020, riterremmo utile, anche alla luce dell’ultimo DM del Ministro
Dadone, inserire in una nuova intesa la possibilità da parte dei Direttori delle
Direzioni Territoriali, d’intesa con le OO.SS. regionali, di rimodulare le attività
necessarie in presenza in funzione della gravità dell’evolversi dell’emergenza che
sempre più si muove a macchia di leopardo sul territorio nazionale e di
conseguenza necessita da parte nostra di un adeguamento organizzativo e aumento
delle percentuali di SMART WORKING, riconoscendo anche alla LIUA del 13
agosto 2020 un valore indicativo di massima, per diminuire il rischio di contagio
dei colleghi, specie per quelle realtà metropolitane che sono maggiormente
sottoposte, come raccomandato del DM, a fenomeni di pendolarismo con i mezzi
pubblici.
Inoltre, come già rappresentato nella scorsa riunione, riteniamo inevitabile inserire
una clausola di salvaguardia per il personale, a prescindere dal ruolo, genitore di
figli minori di 14 anni per le problematiche connesse alla frequentazione delle
scuole comprese le circostanze di isolamento per contagio e quelle connesse alla
diversificazione nella giornata degli orari di frequentazione delle lezioni (sia in
presenza che on-line).
Considerato che ci risulta ad oggi una richiesta da parte di una sigla sindacale di
rinvio dell’incontro, vista l’urgenza sulla materia da trattare, queste OO.SS. si
rendono disponibili, qualora fosse accolta la richiesta, ad effettuare l’incontro già
Lunedì 26 ottobre 2020.
Certi di una Sua sensibilità al riguardo, si resta in attesa di cortese riscontro e si
porgono cordiali saluti.

Roma 22 ottobre 2020

FPCGIL               CISLFP                    UILPA                    CONFSAL UNSA
Iervolino               Fanfani               Procopio                       Veltri

MI MUR

Proseguono gli incontri: progressioni economiche, Smart Working, misure di sicurezza COVID 19.

Come concordato durante l’incontro della scorsa settimana si è svolto oggi, 22 ottobre 2020, l’incontro in videoconferenza avente all’ordine del giorno il confronto su progressioni economiche orizzontali, Smart Working e l’attuazione delle misure di sicurezza nella gestione del personale connesse all’emergenza sanitaria alla luce del Dpcm 18 ottobre 2020 e del Decreto del Ministro per la pubblica amministrazione del 19 ottobre 2020.
Relativamente al primo argomento, l’amministrazione ha confermato l’impossibilità di avviare per il 2020 una ulteriore procedura di sviluppo economico a causa dei vincoli posti dalle amministrazioni di controllo. Si è tuttavia impegnata a sottoscrivere entro il 2020 un accordo per la programmazione delle progressioni con decorrenza 1/01/2021 e per il relativo stanziamento. Visto che le risorse sui fondi per l’anno 2021 saranno attribuite distintamente ai due Ministeri abbiamo richiesto per il prossimo incontro la presenza anche dei rappresentanti del MUR affinché dette procedure vengano previste in maniera
omogenea tra i due Ministeri, trattandosi del completamento di un percorso iniziato nel 2016. Nostro obiettivo è quello di garantire che il prossimo accordo coinvolga tutti coloro che non sono ancora stati destinatari di alcun passaggio dal 2016.
Sull’argomento Smart Working e misure di sicurezza per il personale l’amministrazione ha annunciato l’intenzione di emanare una circolare agli uffici per dare delle indicazioni generali sull’applicazione delle novità contenute in particolare nel decreto Ministeriale del 19 ottobre 2020.
Sul punto abbiamo proposto di sottoscrivere un apposito accordo in cui:
– definire a livello centrale la mappatura delle attività
– ridefinire il tema della dei lavoratori fragili e del personale conviventi con persone
immunodepresse per limitarne al massimo la presenza in ufficio;
– introdurre il divieto di riunioni in presenza;
– specificare la possibilità di terminare in sw la giornata in presenza;
– individuare la percentuale più elevata possibile di lavoro agile per il personale;
– affrontare il tema dei buoni pasto e delle tutele contrattuali dei lavoratori per le giornate in smart working
– introdurre ulteriori fasce temporali di flessibilità in entrata ed in uscita;
– attivare tavoli di confronto decentrati per l’attuazione delle nuove misure.
L’amministrazione non si è sottratta ad una ipotesi di confronto su questo tema, aggiornando l’incontro alla prossima settimana e richiedendo alle OO.SS. di inviare osservazioni e proposte sull’argomento.
Si è riservata tuttavia, nelle more della definizione di un accordo specifico, di emanare agli uffici una nota esplicativa sui contenuti del DM 19 ottobre 2020.
Vi terremo come sempre informati sui prossimi sviluppi.

Roma 22 ottobre 2020

FP CGIL                                                          FP CISL
Anna Andreoli/Davide Perrelli/Carmen di Santo                    Michele Cavo

“La proposta di riforma della medicina territoriale presentata dalla Fnomceo è sbagliata e non la condividiamo”. Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, motivando così il giudizio: “Perché il rapporto di lavoro convenzionato dei professionisti è in contrasto con qualsiasi programma serio di prossimità e di presa in carico multiprofessionale della cittadinanza”.

Una proposta, prosegue il dirigente sindacale, “venuta fuori dal cilindro della Fnomceo per adattare magicamente gli attuali rapporti di lavoro libero professionali in convenzione dei medici di medicina generale, con le profonde esigenze riorganizzative dell’assistenza territoriale; una proposta dalla quale scompare, sempre magicamente, la figura della psicologo di comunità. Microteam multiprofessionali libero professionali: un assurdo anche linguistico che rappresenta la massima frammentazione del sistema e che rischia l’ingovernabilità a danno dei cittadini”. Inoltre, continua, “grave che non si vogliano vedere i limiti della medicina generale e della specialistica ambulatoriale in convenzione, evidenziati nella drammatica situazione della pandemia in cui il rapporto privatistico degli studi dei medici convenzionati ha mostrato tutti i limiti nell’impossibilità di gestione e di coordinamento nella presa in carico precoce delle persone, ma anche nella tutela dei medici che in quanto liberi professionisti si sono ritrovati soli, senza protocolli, senza punti di riferimento e senza protezioni, abbandonati dal sistema”.

La Fp Cgil, aggiunge Filippi, “ha chiaramente evidenziato nelle proposte messe in campo nella mobilitazione recentemente avviata che per riformare l’assistenza territoriale in una prospettiva di prossimità serve una profonda revisione delle cure primarie a partire dai rapporti di lavoro dei medici che devono rientrare in un perimetro di garanzia di diritti dei cittadini e di tutela del lavoratori. Inoltre è inaccettabile che l’Ordine, che dovrebbe avere l’esclusivo mandato di garanzia della professionalità, della deontologia e dell’etica, si occupi di politiche sanitarie, peraltro con il benestare del Ministero della Salute e della politica, così maldestramente da rappresentare esclusivamente gli interessi di quella parte dei professionisti iscritti che oggi vogliono lavorare in convenzione”. Per queste ragioni, Filippi conclude: “Intervenga il Ministero della Salute Speranza per ristabilire la correttezza delle relazioni sindacali a garanzia della rappresentanza di lavoratori e cittadini, auspichiamo che la politica distingua tra interessi di parte e interessi generali e che nella discussione sulla riorganizzazione della medicina territoriale al centro ci sia la qualità della cura e non la tutela di alcune rappresentanze corporative”.

Le lavoratrici e i lavoratori di tutte le amministrazioni si mobilitano contro le scelte sbagliate del Ministro Dadone.
Il decreto del Ministero della Pa del 19 ottobre è l’ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego.
Un decreto sbagliato e illusorio che peggiora le condizioni di chi lavora.
Serve un accordo quadro per dare certezza ai diritti di chi lavora da remoto.
Per questo proclamiamo lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di tutte le amministrazioni e annunciamo iniziative di mobilitazione perché si ripristini, a tutti i livelli, un normale rapporto tra chi rappresenta le amministrazioni e le rappresentanze dei lavoratori.

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Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali  Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF nella quale chiedono l’organizzazione del soccorso per la sede di Corleone, visto il perdurare dello stato di emergenza sanitaria

Pubblichiamo la nota delle organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF  con la quale chiedono un’ attenta organizzazione del lavoro nel rispetto delle lavoratrici e i lavoratori a tutela della salute, visto il perdurare dell’emergenza sanitaria

Al Ministro della Giustizia
On. Alfonso Bonafede

Egregio Ministro,
qualche giorno fa le agenzie di stampa hanno riferito la notizia del rinvio a giudizio di due dirigenti penitenziarie, una direttrice di un istituto della capitale e l’altra direttrice di uno degli Uffici della Direzione generale detenuti incaricata del coordinamento delle relazioni tra le REMS ed il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.
Sulla vicenda specifica confidiamo nel lavoro della magistratura e nella possibilità che si chiarisca l’intera vicenda anche in relazione agli ambiti di responsabilità attribuiti alle due dirigenti
penitenziarie.
Si tratta di una vicenda questa che si aggiunge ad altre dolorose storie che molto spesso trovano nel dirigente penitenziario il capro espiatorio privilegiato. La responsabilità oggettiva quale culpa in vigilando si estende fino ad ipotizzare che il dirigente possa vedere e prevedere oltre ogni limite il verificarsi degli eventi.
Una figura professionale, quella del dirigente penitenziario, introdotta già nella riforma del 1845 che poneva a capo dell’istituto di pena un direttore al quale era attribuita la totalità dei poteri di gestione degli istituti e quindi su di lui, per questa ragione, gravava una grande responsabilità.
Nella riforma del 1975 è la legge ordinamentale che declina tutte le responsabilità attribuite al Direttore dell’istituto penitenziario, alle quali si aggiungono quelle derivanti, dalle norme sulla contabilità generale dello Stato, quelle relative alla sicurezza dei luoghi di lavoro, della salubrità ed igiene degli ambienti, delle condizioni detentive, della gestione del personale.
Si tratta di una figura dirigenziale a tutto tondo che solo nel 2005 con la legge che istituisce la dirigenza penitenziaria trova una sua prima definizione normativa. Nel 2006 il decreto legislativo che detta la disciplina ordinamentale della carriera dirigenziale penitenziaria lascia il lavoro a metà.
Il rinvio agli accordi negoziali per la definizione degli aspetti giuridici ed economici del rapporto d’impiego del personale della carriera dirigenziale ad oggi non è stato mai attuato.
La dirigenza penitenziaria quindi è una e forse l’unica delle dirigenze di diritto pubblico che non ha ancora ottenuto una disciplina organica del rapporto di lavoro.
Il procedimento negoziale sino ad oggi mai avviato lascia nel limbo circa 286 dirigenti. Con l’organico insufficiente (da 23 anni non viene bandito un concorso pubblico per le nuove assunzioni) a coprire le sedi penitenziarie presenti nel territorio nazionale, molti di questi dirigenti sono assegnati d’ufficio alla direzione di due e a volte anche tre istituti penitenziari contemporaneamente senza alcuna tutela e retribuzione aggiuntiva.
L’assenza di contratto si protrae da 14 anni.
La mancata definizione del perimetro contrattuale in grado di disciplinare la cornice giuridica del ruolo della dirigenza penitenziaria ha eroso il sistema delle tutele di questi lavoratori dirigenti impegnati in prima linea nella gestione della esecuzione delle pene.
La stagione negoziale non va più rinviata, lo scorso 4 giugno con un DPCM, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha individuato la delegazione sindacale che partecipa al procedimento negoziale per la definizione dell’accordo relativo al triennio normativo ed economico 2019/2021, riguardante il personale della carriera dirigenziale penitenziaria, non possiamo far cadere nel vuoto questa opportunità.
Non è più sufficiente la modalità tradizionalmente adottata di negoziare la concessione di alcuni “bonus” a margine della contrattazione riservata al comparto sicurezza per la dirigenza della Polizia di Stato. Non è più tempo di analogie contrattuali con le altre dirigenze del comparto sicurezza.
E’ necessario un riconoscimento specifico del ruolo di una categoria di dirigenza che da sempre assicura nel rispetto delle garanzie costituzionali l’esecuzione delle pene detentive assumendosi la responsabilità delle scelte che assume nell’ambito della sicurezza, del trattamento riservato alle persone ristrette e della gestione amministrativo contabile degli istituti penitenziari.
Per quanto sopra esposto la Fp CGIL le chiede di sollecitare al Ministro per la Pubblica Amministrazione l’avvio delle procedure negoziali per la definizione dell’accordo relativo al triennio normativo ed economico 2019/2021, riguardante il personale della carriera dirigenziale penitenziaria,e contestualmente di convocare un incontro con le organizzazioni sindacali rappresentative del suddetto personale per discutere delle principali criticità del settore.
Distinti saluti.

La coordinatrice nazionale Fp Cgil                                Il Segretario nazionale Fp Cgil
Carla Ciavarella                                                              Florindo Oliverio

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