PROGRESSIONI VERTICALI: SI VADA AVANTI!

A seguito dell’aumento del numero dei contagi in tutto il Paese legittimo era il timore di una sospensione delle selezioni per le progressioni verticali, che si avvieranno dalla giornata di domani.
Questa ipotesi è stata scongiurata e, ove si fosse materializzata, ci avrebbe visto fortemente contrari. Peraltro, già la bozza del DPCM che circolava ieri sui social faceva salve le procedure concorsuali già autorizzate e avviate; ad eliminare ogni incertezza residua, tale disposizione è stata ora del tutto eliminata dal DPCM emanato poche ore fa.
Non vi è, dunque, alcun dubbio: la procedura “s’ha da fare”, sebbene nel pieno rispetto delle norme di sicurezza contemplate nel Protocollo del 3 giugno, garantendo la sanificazione dei locali e delle postazioni ed evitando assembramenti così come ribadito nei giorni scorsi dai Direttori regionali e dai Direttori di coordinamento metropolitano con specifici messaggi Hermes. Su questo, chiediamo all’Amministrazione – cui va il nostro ringraziamento per lo sforzo organizzativo profuso in queste settimane a livello centrale e periferico – impegno e responsabilità.
Non ci resta che augurare buona fortuna alle colleghe e ai colleghi!

Roma, 25 ottobre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

“L’ennesimo episodio criminale ai danni delle donne e degli uomini della Polizia Locale impegnati a far rispettare la legge”. Così la Fp Cgil in merito a quanto accaduto nella notte a Napoli, esprimendo solidarietà e vicinanza, rivendicando interventi a tutela di questi lavoratori.

La Polizia Locale, osserva la Funzione Pubblica Cgil, “in questa fase di pandemia è stata ed è in prima linea sul territorio per tutelare i cittadini, far rispettare le leggi e le ordinanze emesse da Sindaci e Presidenti di regione impattando, come è avvenuto a Livorno qualche giorno fa e a Napoli questa notte, in reazioni, se non agguati organizzati, che sono veri atti criminali e che possono determinare gravi rischi per gli operatori in servizio. Nel frattempo, questi lavoratori, continuano ad essere gli unici operatori tra le forze di polizia senza alcuna tutela rispetto alle esposizioni ed ai rischi cui vanno incontro”.

La Fp Cgil Nazionale esprime “la propria solidarietà alla Polizia Locale di Napoli, così come a quella di Livorno, e la vicinanza agli operatori fatti oggetto di tali atti criminali e conferma decisamente il proprio impegno a far si che vengano conquistate tutte le tutele assistenziali, infortunistiche e previdenziali a tutt’oggi inesistenti. Allo stesso tempo si fa appello al Governo ed al Parlamento di fornire alle Polizia Locali i mezzi e gli strumenti legislativi che possano garantire e tutelare gli operatori”.

Misure, continua il sindacato, “che possono essere conseguite sia accelerando l’iter della legge di riforma della Polizia Locale ma anche cogliendo l’opportunità del primo decreto utile per inserire e dare soluzione ad alcune priorità come le tutele, l’adeguamento della indennità di vigilanza  al livello di quella per la polizia di stato e prevedere le risorse per assicurare e remunerare i servizi di controllo di pubblica sicurezza e ordine pubblico. Vanno poi approntati interventi immediati in merito alla stabilizzazione dei lavoratori precari, al rifinanziamento dello straordinario per l’emergenza Covid, all’indennità di ordine pubblico, allo sblocco delle risorse per il salario accessorio. Ma bisogna fare presto, le lavoratrici ed i lavoratori delle Polizie Locali non possono più aspettare”, conclude.

Pubblichiamo il comunicato stampa unitario delle Organizzazioni regionale Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF nel quale invitano le Amministrazioni ad effetuare la corretta sorveglianza sanitaria per il personale del Corpo, visto il riacutizzarsi dell’ emerenza sanitaria COVID 19.

NUOVE MISURE DI CONTRASTO AL COVID

Il 22 ottobre si è tenuto un incontro al fine di integrare il protocollo di sicurezza dello scorso settembre e di discutere un accordo specifico sulle fasce di flessibilità, alla luce dell’evolversi della situazione epidemiologica.

Riguardo al primo punto, nella bozza presentataci si prevede, tra l’altro: un forte ampliamento dello smart-working fino ad arrivare alla possibile istituzione dei presidi, in caso di peggioramento del quadro epidemiologico; riduzione della presenza in sede per i lavoratori conviventi con persone immunodepresse; obbligo di riunioni in videoconferenza. Si stabilisce, inoltre, che tali misure dovranno essere condivise in sede locale con le OO.SS.

Abbiamo evidenziato la necessità di introdurre alcuni correttivi:
– per il lavoro agile, abbiamo chiesto di fissare la percentuale minima, come previsto dal Decreto Dadone, al 50% per ufficio;
– la possibilità di concludere in smart-working la prestazione svolta in presenza per tutti: personale ispettivo e non ispettivo;
– per i conviventi con persone immunodepresse abbiamo chiesto che sia previsto un rientro non più di un giorno a settimana;
– la regolamentazione dei rientri in ufficio del personale ispettivo, al fine di evitarne la compresenza.

Tutte queste proposte sono state accolte.
Nel protocollo l’Amministrazione si impegna, inoltre, a completare in tempi rapidi la fornitura di pc portatili anche al personale amministrativo e a trovare misure e soluzioni idonee per consentire l’erogazione del buono pasto al personale.

Abbiamo anche segnalato che parrebbe l’INL non sia compreso nell’elenco delle Amministrazioni cui le ASL possono fornire tamponi, test, etc. È necessario, quindi, fare una verifica in tal senso e, nel caso, attivarsi perché l’INL vi rientri. Su questo, l’Amministrazione ha detto che si attiverà presso il Ministero della Salute o le Regioni, per far inserire l’INL in questi elenchi.

Rispetto al secondo punto, la bozza di accordo presentata prevede ulteriori fasce temporali di flessibilità, rispetto a quelle già indicate nel CCNI 2019. In particolare, saranno aumentate le fasce di flessibilità posticipando l’orario di entrata fino ad un massimo di 180 minuti rispetto all’inizio dell’orario di servizio e anticipando l’orario di uscita fino ad un massimo di 120 minuti rispetto al termine dell’orario di lavoro d’obbligo giornaliero. Visto che la bozza prevedeva tale flessibilità solo per gli uffici più grandi, abbiamo chiesto di togliere questo riferimento, considerato che la materia è oggetto di contrattazione integrativa e che in questo modo si pone un limite alla contrattazione di sede. La nostra richiesta è stata accolta.

L’applicazione dell’accordo sarà rimandata alla contrattazione integrativa di sede territoriale.
In allegato vi trasmettiamo il testo definitivo dell’integrazione al protocollo sulla sicurezza e quello dell’accordo sulle fasce di flessibilità.
Considerata la gravissima carenza di personale, abbiamo chiesto di procedere, intanto, alla stabilizzazione del personale comandato. Su questo, l’Amministrazione si è detta disponibile e ha chiarito che si attiverà in tale direzione.

Al termine dell’incontro, abbiamo chiesto di convocare a breve un apposito incontro per avere aggiornamenti sull’iter delle progressioni orizzontali, sullo svolgimento in sicurezza delle selezioni per le PO e per le progressioni verticali e per verificare la possibilità di rimodulare le attività di vigilanza e dei rapporti con l’utenza, senza abdicare ai compiti istituzionali e alla propria mission, ma nel pieno rispetto della salute dei lavoratori.

Roma, 23 ottobre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

‘Rapporto Ca’ Foscari segnala profonda crisi enti’

“Il sistema delle autonomie soffre già da molti anni di una crisi finanziaria che rischia di compromettere gravemente la garanzia di servizi essenziali. Servono interventi urgenti, a partire dall’assunzione di personale”. Così la Fp Cgil commenta quanto emerge dal Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni presentato oggi e che, per il sindacato, “offre uno spaccato drammatico di ciò che denunciamo da tempo”.

Per la Funzione Pubblica Cgil, “se non si interviene subito, molti Enti saranno costretti a chiudere i servizi. Alle condizioni finanziarie drammatiche in cui versano tanti Enti si aggiunge purtroppo una dato drammatico che riguarda la carenza di personale. Negli ultimi dieci anni, infatti, si sono persi centomila lavoratori per effetto dei diversi blocchi delle assunzioni e tardano a mettersi in moto le procedure di selezione anche a causa della crisi sanitaria che stiamo attraversando”.

Per queste ragioni, prosegue, “riteniamo urgente rimuovere con il primo provvedimento utile tutti i vincoli sulle assunzioni che oggi gravano sul sistema e che rischiano di ridurre le capacità assunzionali a causa delle minori entrate che, inevitabilmente, si riscontreranno nel corso del 2020. Servono risorse e personale per rendere efficaci le tante competenze demandate agli enti locali”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo la nota n.0375802.U del 23.10.2020 di cui all’oggetto.

‘Ministro Speranza convochi soggetti coinvolti, tutti devono aiutare ma in sicurezza’

Apprendiamo con grande stupore da indiscrezioni stampa che il Ministero della Salute starebbe valutando di far fare i tamponi a medici di base e farmacisti. Tutti devono dare il proprio contributo nell’affrontare la recrudescenza dell’emergenza pandemica, ma occorre garantire ai professionisti coinvolti stessi livelli di sicurezza, a chi fa il tampone e a chi riceve quella prestazione”. Ad affermarlo sono la segretaria confederale della Cgil Rossana Dettori, e le segretarie generali di Filcams e Fp Cgil, Maria Grazia Gabrielli e Serena Sorrentino.

Le farmacie e gli studi privati dei medici di medicina generale, proseguono le dirigenti sindacali, “non sono luoghi contemplati per percorsi differenziati Covid, potrebbero essere messi a rischio professionisti e pazienti, nonché coloro che si recano negli studi medici o nelle farmacie per altre evenienze. Oltretutto il negoziato con le Regioni sul tracciamento rischia di aprire differenziazioni territoriali nelle ordinanze. Avrebbe più senso chiedere a medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e a tutti i professionisti sanitari abilitati, anche privati, di dare la propria disponibilità a potenziare l’effettuazione dei test in luoghi dedicati, sanificati, protetti e, per alcune fasce orarie, dai presidi mobili agli ambulatori nelle aziende territoriali già predisposti nei dipartimenti di prevenzione insieme ad altri professionisti del SSN”.

Secondo Dettori, Gabrielli e Sorrentino, “si potrebbe così allargare anche la campagna vaccinale antinfluenzale. Il nostro intento è di estendere la rete che contrasta l’emergenza ma di farlo in sicurezza e rendendo certi i percorsi assistenziali. Occorre per questo evitare scelte azzardate che avrebbero ricadute ingovernabili, come la chiusura di studi medici per casi Covid che transitano da quegli ambienti o delle stesse farmacie: saremmo a quel punto al caos. Chiediamo al Ministro di convocare tutti i soggetti coinvolti al tavolo e trovare soluzioni condivise”, concludono.

Roma, 22/10/2020

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa
Gen. Pietro Serino

– Al Capo di Stato Maggiore Difesa
Gen. Enzo Vecciarelli

– Al Segretario Generale della Difesa
Gen. Nicolò Falsaperna

– Direzione Generale del Personale Civile
– Dott.ssa Gabriella montemagna

– Ai Capi di Stato Maggiore delle FF AA

Oggetto: Emergenza sanitaria, mense e misure contenimento contagio

Nell’ambito delle misure che tutto il paese è impegnato ad individuare per contenere, anche nei
luoghi di lavoro, il contenimento e la prevenzione del contagio, continuiamo a registrare
nell’ambito del Ministero della Difesa iniziative che appaiono non in linea con questo comune
obiettivo.
L’aumento dei casi di positivi al Covid 19 nell’Arsenale di Taranto e il contemporaneo
intendimento di riaprire, seppur gradualmente, la mensa aziendale, l’inadeguatezza dei servizi
di pulizia, sanificazione e climatizzazione di ambienti e spogliatoi delle mense dell’Arsenale di
La Spezia, i casi accertati alla mensa dell’Accademia Navale di Livorno, le problematiche dello
stesso Palazzo Marina, sono solo le punte più avanzate dei pericoli che si stanno delineando e
che, se non ascoltati per tempo, rischiano di assumere una deriva irreversibile.
E’ evidente che le mense rappresentano dei luoghi di naturale assembramento in cui è difficile
mantenere condizioni di igiene e di sicurezza e tutte le misure di prevenzione assunte risultano
non essere efficaci.
Tanto premesso, al fine di tutelare la salute e la sicurezza del personale tutto, le scriventi
OO.SS. richiedono di valutare, sino al termine dell’emergenza sanitaria, la chiusura delle mense
di servizio del personale civile in tutto il Ministero della Difesa ricorrendo sia agli istituti
normativi più recenti in tema di flessibilità oraria, sia all’attribuzione del buono pasto.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Distinti saluti.

FP CGIL                                      CISL FP                             UIL PA

Francesco Quinti                 Massimo Ferri                  Sandro Colombi
Roberto De Cesaris               Franco Volpi

“Prendiamo atto delle dichiarazioni della ministra De Micheli sulla riforma dell’Enac, ravvisando finalmente la volontà dì mantenere l’ente all’interno dell’art. 1 del D. Lgs. 165\2001. Coerentemente, ci attendiamo ora che avvii un confronto costruttivo e risolutivo con le rappresentanze sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori che lo scorso 16 settembre hanno scioperato e sono scesi in piazza a manifestare contro la trasformazione di Enac in ente pubblico economico, rimettendo al centro della discussione anche le proposte alternative avanzate dal sindacato ma con un approccio istituzionale diverso, scevro da posizioni precostituite e preconfezionate, evitando di agire qualsivoglia scadenza prima del termine del confronto”. Così in una nota Fp Cgil, Fit Cisl, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Usb Pi e Cida.

Pubblichiamo la nota di convocazione con la quale la Direzione Centrale per la Formazione per il Tavolo Tecnicoper la Formazione sospeso per l’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo il nostro resoconto della riunione tenutasi il 21 ottobre scorso con il Sottosegretario On.  Carlo Sibilia

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