Pubblichiamo la procedura per la selezione di pilota elicottero emanata dalla Direzione Centrale per la Formazione

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF, in merito alla gestione del personale di soccorso in servizio nelle sedi, visto il perdurare dell’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo l’aggiornamento unitario delle struture Nazionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, sull’iter parlamentare di conversione in legge del bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e il bilancio pluriannale  in merito al triennio 2021-2023

Pubblichiamo la nota unitaria delle struture Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl eUil Pa VVF, con la quale invitano il Direttore Regionale a ripristinare le corrette relazioni sindacali e a farsi carico delle problematiche che attanagliano le lavoratrici, il lavoratori e le intere strurre di sua pertinenza

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF, nella quale richiamano l’attenzione alle corrette relazioni sindacali da parte dell’Amministrazione

Pubblichiamo il comunicato della strutture regionale Fp Cgil VVF Toscana che denuncia gli errori commessi dall’Amministrazione rispetto ad un licenziamento ingiusto,  a nostro avviso, dell’atleta plurimedagliata fino a ieri appartenente alle Fiamme Rosse, Paola Piazzolla.

Il Coordinamento Nazionale Fp CGIL VVF augura alle lavoratrici e ai lavoratori serene feste

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale si richiede un incontro a seguito della nota della DCRU, per definire un accordo negoziale

Militari transitati e indennità di amministrazione

Tanto rumore per nulla!

 

La scelta compiuta dell’organo politico di aumentare l’indennità di amministrazione dei lavoratori civili non deve spaventare il personale ex militare transitato all’impiego civile, ma deve essere considerata come una vittoria di tutti i lavoratori.

La FP CGIL è ben conscia che senza l’adozione di una adeguata misura, lo spostamento di una qualsiasi somma dall’assegno ad personam a favore dell’indennità di amministrazione determinerà la contestuale diminuzione di 1/12 di tale importo sul reddito complessivamente percepito e un conseguente peggioramento delle condizioni economiche e pensionistiche di coloro che percepiscono quell’assegno.

Come noto, il DM 18 aprile 2002, che disciplina il procedimento di transito dai ruoli militari a quelli civili della Difesa, all’articolo 2 comma 8 prevede l’attribuzione di un assegno ad personam al fine di compensare il nuovo trattamento economico con quello goduto da militare.

In forza di questa norma, è del tutto evidente che il reddito maturato dagli ex militari transitati non può essere in alcun modo toccato, se non in presenza di un’altra disposizione di legge che allo stato attuale non esiste e che, semmai, comunque contresteremo, perché l’impegno che la FP CGIL promuove a sostegno delle ragioni e delle istanze dei lavoratori è a beneficio comune.

Pertanto, tralasciando le opportunistiche e teatrali corse in avanti condotte da talune organizzazioni sindacali, che sortiscono il solo effetto di creare confusione tra il personale transitato promettendo di portare all’evidenza dell’organo politico – forse solo per tentare diacquisire facili consensi – eccezioni che sono di fatto irricevibili, perché le norme non sono cambiate, la FP CGIL non appena la legge di bilancio 2021 entrerà in vigore, e sarà confermata quella misura, promuoverà azioni concrete nei confronti di PERSOCIV a tutela delle posizioni di tutto il personale ex militare transitato.

Preme sottolineare che la potenziale problematica riguarda esclusivamente l’ambito tecnico-amministrativo, non quello politico, e che dovrà essere risolta a livello di Direzione Generale del Personale Civile della Difesa, l’unica amministrazione competente a determinare l’importo dell’assegno ad personam degli aventi diritto, in base alle norme vigenti.

Pertanto, non appena sarà concretamente possibile, la FP CGIL inviterà PERSOCIV a procedere alla rideterminazione del nuovo assegno, tenendo conto della concorrenza di quanto riassorbito dall’indennità di amministrazione ai fini del calcolo della tredicesima mensilità e del montante pensionistico, promuovendo, in caso di avviso diverso, ogni utile azione volta a tutelare l’interesse dei lavoratori civili interessati.

Vi terremo come sempre aggiornati dell’evolversi della vicenda.

Cari saluti

FP CGIL Nazionale

Francesco Quinti

Roberto De Cesaris

Roma, 23 dicembre 2020

Al Ministero della Difesa

Direttore generale del Personale civile

Dr.ssa Gabriella Montemagno

 

All’Ufficio di diretta collaborazione del

Ministro della Difesa

 

OGGETTO: domande di quantificazione del TFR ai fini della cessione ex Dl 4/2019.

 

Egregi,

 

come noto da circa un mese a questa parte è finalmente possibile accedere al modulo INPS per la domanda di quantificazione del TFR ai fini della cessione prevista dal Dl n. 4/2019.

Ora, sappiamo che l’INPS inoltra la domanda ricevuta al datore di lavoro che, nel nostro caso, viene identificato con il Ministro della Difesa pro tempore, all’indirizzo PEC udc@postacert.difesa.it, e che l’Ufficio di diretta collaborazione del Ministro dopo averla ricevuta dovrebbe tempestivamente inoltrarla all’ufficio competente – si presume possa essere il IV Reparto, 10^ divisione di codesta direzione generale – per ottenere i dati giuridici ed economici ritenuti necessari ai fini del calcolo della prestazione.

Quello stesso Istituto dovrà poi produrre, al termine del giro di corrispondenza e comunque entro 90 giorni dalla presentazione della domanda del lavoratore interessato, idonea certificazione che, però, il mancato aggiornamento della posizione entro i tempi stabiliti metterebbe a forte rischio, al punto da impedire la cessione del TFR maturato dal richiedente.

Nei fatti ciò è già accaduto, purtroppo, perché a quanto ci risulta la domanda presentata da un ex dipendente civile della difesa e protocollata dall’INPS in data 24 novembre u.s., addirittura non risulta ancora acquisita al protocollo del predetto Ufficio di diretta collaborazione.

Al fine di evitare che si riproponga quanto già accaduto in danno di quel lavoratore, la scrivente Organizzazione sindacale invita codesta Direzione generale e Ufficio di diretta collaborazione a promuovere una sollecita iniziativa volta a snellire la procedura menzionata, avendo cura di indicare all’INPS a quale ufficio destinare le domande fatte pervenire dai lavoratori e, al tempo stesso, di sollecitare l’ufficio preposto a dare tempestivo riscontro alla richiesta dell’INPS.

Si resta in attesa di cortese urgente riscontro

FP CGIL Nazionale

Francesco Quinti

Roberto De Cesaris

PCM. Sfuma il Contratto 2016/2018: un danno per le lavoratrici e i lavoratori.

 

Come previsto è continuata, ieri e oggi, la trattativa tra le organizzazioni sindacali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’ARAN.

L’Agenzia di rappresentanza ha presentato il testo di una ipotesi di contratto collettivo in tutte le sue parti comprese le tabelle economiche (che alleghiamo) per la distribuzione delle risorse complessivamente disponibili.

Il testo, frutto della trattativa che dura da oltre due anni ormai, presenta le seguenti norme di innovazione rispetto ai precedenti contratti.

Nel sistema di relazioni sindacali si sono introdotti gli strumenti di partecipazione delle organizzazioni sindacali alle scelte dell’amministrazione che, per legge, non possono essere assoggettate alla contrattazione integrativa (informazione, confronto, organismo paritetico per l’innovazione) e, in più, si è finalmente riconosciuto ruolo e funzione alla Rappresentanza Sindacale Unitaria eletta da tutte le lavoratrici e i lavoratori, finora prevalentemente esclusa dalla contrattazione integrativa per una presunta supremazia delle OO.SS. che esaurivano ogni confronto in una unica sede negoziale ad esse riservata.

In più, relativamente alle materie di contrattazione integrativa si è previsto che a livello di RSU si potranno definire “indennità correlate alle condizioni di lavoro a particolari o gravose articolazioni dell’orario di lavoro – ivi inclusa la concreta disponibilità ad una estensione dell’orario di lavoro – alla reperibilità collegata a servizi che richiedono interventi di urgenza o di cui deve essere necessariamente assicurata la continuità, a specifiche responsabilità e professionalità richieste per lo svolgimento delle attività, alla piena flessibilità organizzativa”. Una formulazione, per noi, utile a dare risposta certa e strutturale, tra le altre, alle attività di coordinamento e monitoraggio dell’allertamento.

Nella parte normativa, tra le innovazioni più importanti:

  • l’estensione di tutti gli istituti finora previsti in favore dei coniugi anche ai soggetti delle Unioni Civili, il congedo straordinario per le donne vittime di violenza di genere;
  • 19 ore di permessi retribuiti per motivi personali e familiari;
  • 20 ore di permessi per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici;
  • la parificazione delle assenze dovute all’emergenza Covid (malattia o in quarantena con sorveglianza attiva, o in permanenza domiciliare fiduciaria) a quelle per ricoveri ospedalieri con esclusione dal periodo di comporto (periodo superato il quale si perde il diritto alla conservazione del posto di lavoro);
  • l’esclusione dal computo delle assenze per malattia, per i lavoratori con gravi patologie richiedenti terapie salvavita, sia dei giorni per sottoporsi alle terapie sia le assenze derivanti da effetti collaterali, senza limiti di tempo;
  • l’incremento da 30 a 60 minuti per raggiungere il posto di lavoro in caso di richiamo da reperibilità.

Sulla parte economica il contratto porterebbe benefici medi complessivamente pari a 126 euro al mese (x 13) pro capite. Così ripartiti: 83 euro medi sul tabellare; 10 euro sull’indennità di presidenza; 27,11 euro sul fondo di contrattazione integrativa.

Per il periodo 1.1.2016/31.12.2020 gli arretrati derivanti ammonterebbero a circa 5.387 euro medi. Infine, a decorrere dal 2020, una quota dell’indennità di presidenza, per un valore medio di circa 456 euro/mese verrebbe conglobata nella retribuzione tabellare unitamente all’indennità di vacanza contrattuale già corrisposta dal 2010 in avanti. Così come, dagli stanziamenti della legge di bilancio 2020 (5 milioni) deriverebbero ulteriori 146 euro medi mensili e dalla riduzione della spesa per straordinari ancora 43 euro medi mensili, da ripartire con la contrattazione integrativa.

Infine, l’ipotesi di accordo prevede l’istituzione di due nuove fasce economiche (A – F10 e B – F10) per mettere in condizione la contrattazione integrativa di dare finalmente sviluppo economico a chi è apicale di categoria da lungo tempo.

Purtroppo, l’ipotesi di accordo non ha trovato la condivisione di tutte le organizzazioni sindacali. In particolare hanno dichiarato la contrarietà a questa intesa Snaprecom, Sipre e Ugl impedendo così di dare finalmente il contratto collettivo di lavoro alle lavoratrici e ai lavoratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri che vedono le loro retribuzioni ferme dal 31.12.2009.

Come Funzione Pubblica CGIL, abbiamo confermato ancora una volta che i lavoratori hanno diritto al contratto; che i contratti non sono mai di una sola parte ma di tutte e tutti e rappresentano il frutto di mediazioni tra tutte le parti al tavolo. Anche noi vediamo risolte solo parzialmente alcune nostre richieste e per nulla accolte tante altre ma continuiamo a ritenere inaccettabile la conclusione negativa del negoziato: equivale a negare il diritto al contratto per le lavoratrici e i lavoratori della presidenza del consiglio realizzando per gli stessi un grave danno, normativo ed economico. E come organizzazione ce ne sentiamo comunque responsabili, sia pure in quota parte per il nostro tasso di rappresentatività. Analogamente non possiamo tacere le responsabilità di altri, sicuramente più rappresentativi, che hanno continuato a porre questioni giuste e legittime assieme a questioni che non possono, per legge, trovare soluzione in questa trattativa.

Non sappiamo se nel corso delle imminenti feste natalizie almeno parte delle organizzazioni oggi non disponibili cambieranno opinione. Di certo sappiamo che da questo momento in avanti nessuno più potrà arrogarsi dentro la Presidenza il diritto di agire la contrattazione in esclusiva negando la titolarità ad altri. Anche per questo continueremo in ogni modo a rivendicare il nostro diritto a rappresentare le lavoratrici e i lavoratori.

Alle lavoratrici e i lavoratori i nostri migliori auguri per un sereno Natale e un migliore anno 2021.

Il Segretario Nazionale

Florindo Oliverio

Roma, 22 dicembre 2020

Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro della Salute

Al Dr. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale Ministero della Salute

Al Dr. Giuseppe Celotto
Direttore generale del Personale
dell’Organizzazione e del Bilancio

e, p.c. All’Ufficio Relazioni Sindacali

OGGETTO: Mancata iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento . D.M. 9 agosto 2019 .
Personale USMAF SASN e PIF del Ministero della Salute .
Assistente di prevenzione e sanità e Funzionario tecnico della prevenzione.

Queste OO. SS. in data 11 novembre u.s., con una nota di pari oggetto (all.1)hanno portato all’attenzione delle SS.LL., per l’ennesima volta, la annosa questione del corretto espletamento della attività di istituto svolta dal personale presso uffici USMAF- SASN, PIF e centrali del Ministero della Salute inquadrato nei profili di Assistente di prevenzione e sanità e di Funzionario tecnico della prevenzione.
Al fine di aderire a quanto previsto dal D.M. 9 agosto 2019, gli Assistenti di prevenzione e sanità e i Funzionari tecnici della prevenzione hanno presentato le previste istanze di iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento presso gli Ordini dei Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle Professioni sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, per continuare ad espletare, con piena dignità professionale, tutti i compiti svolti in nome e per conto dell’amministrazione da venti anni a questa parte.
Con la nota sopracitata queste OO.SS. hanno segnalato la precisa volontà dei responsabili degli Albi professionali dei Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e Luoghi di lavoro di non iscrivere gli Assistenti di prevenzione e sanità e i Funzionari tecnici della prevenzione dipendenti dal Ministero della Salute negli elenchi speciali ad esaurimento di cui al D.M. 9 agosto 2019, emergente da un documento recante le “Istruzioni Operative per l’iscrizione all’Albo ed all’Elenco Speciale ad esaurimento dei Tecnici della Prevenzione negli Ambienti e Luoghi di Lavoro”.
Codesta amministrazione ha risposto con la nota del 16 novembre u.s., prot. n. 37125, (all.2) rassicurando le scriventi OO. SS. comunicando di aver “fornito a suo tempo – in riscontro ad apposita richiesta della federazione –tutte le informazioni utili per il buon esito delle domande di iscrizione del personale del Ministero ai predetti elenchi, in quanto in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente”.
Al riguardo, si segnala che i lavoratori del Ministero della Salute inquadrati nei profili di Assistente di prevenzione e sanità e di Funzionario tecnico della prevenzione, proprio in questi giorni stanno ricevendo i dinieghi alle istanze di iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento di cui al D.M. 9 agosto 2019 .
Questi immotivati provvedimenti, contrari a tutti i principi, i criteri e le modalità previsti dal D.M. 9 agosto 2020, per la fattispecie in esame, all’art.1, comma 2, punti 1 e 2, hanno completamente disorientato i lavoratori che stanno valutando, anche tramite le scriventi OO.SS., eventuali ricorsi alla magistratura amministrativa a tutela dei propri diritti .
Va segnalato, inoltre, il differente atteggiamento dei vari dirigenti degli Uffici o delle UU.TT. : alcuni hanno di fatto demansionato i lavoratori relegandoli allo svolgimento di funzioni effimere; altri continuano a far espletare ai lavoratori i compiti di istituto come se nulla fosse accaduto .
Tutto questo si riflette, inevitabilmente, sull’andamento operativo degli Uffici preposti a dei controlli sanitari importanti e delicati.
Pertanto, si rinnova ancora una volta la richiesta alle SS.LL. di un concreto intervento a tutela della professionalità dei lavoratori del Ministero della Salute inquadrati nei profili di Assistente di prevenzione e sanità e di Funzionario tecnico della prevenzione e della conseguente operatività degli USMAF e dei PIF, per evitare una evidente ingiustizia motivata solo da anacronistiche pulsioni corporativistiche già denunciate in passato.

Si resta in attesa di un cortese riscontro.

FP CGIL
Lupi
CISL FP
Garroni

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