Pubblichiamo la nota n. 0396427.U del 6.11.2020 di cui all’oggetto

A seguito della richiesta dell Fp Cgil VVF sul rimborso maggioritario dell’ Irpef  pagato sulle indennità dal personale nautico e smzt negli anni 2016 e ’17, pubblichiamo la nota di risposta della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie con la quale sancisce la legittimità della nostra richiesta a tutela del personale del Corpo 

“Attuare un piano straordinario di assunzioni nella Pa, anche attraverso l’utilizzo delle graduatorie concorsuali, ripristinandone la vigenza in legge di Bilancio”. A rivendicarlo sono la Funzione Pubblica Cgil e il Comitato Nazionale XXVII Ottobre, nato a difesa degli idonei ai concorsi pubblici, in merito al nuovo blocco delle procedure concorsuali previsto dall’ultimo Dpcm.

Una misura, proseguono, “che pone nuovamente all’attenzione il tema della grave carenza organica all’interno delle Pubbliche amministrazioni che, proprio in virtù di un rinnovato percorso assunzionale, mai del tutto avviato, avrebbe avuto la possibilità di poter parzialmente contenere. Da qui la necessità, più volte da noi sostenuta, di attuare un piano straordinario di assunzioni anche attraverso l’utilizzo delle graduatorie concorsuali, ripristinandone la vigenza, come già avvenuto in passato, attraverso apposito provvedimento legislativo all’interno della prossima Legge di Bilancio”.

Misura che miri, inoltre, aggiungono, “ad incrociare domanda e offerta tra le esigenze della varie amministrazioni e i profili presenti all’interno delle predette graduatorie. Sarebbe un provvedimento, a costo zero, di estremo interesse generale e che permetterebbe a tutte le amministrazioni pubbliche di poter continuare a garantire quei servizi essenziali che, di contro, rischierebbero di venire meno”, concludono Fp Cgil e Comitato XXVII Ottobre.

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso e l’Antincendio Boschivo con la quale assegna straordinari per il settore NBCR, per  le misure organizzative urgenti al contrasto dell’emergenza sanitaria in atto

Alla c.a.
Segretario Generale del MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

Consigliere per il Ministro
Prof. Giampaolo D’Andrea

Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano

Direttore Generale Musei
Prof. Massimo Osanna

Oggetto: Riorganizzazione degli uffici del Mibact richiesta incontro urgente

Egregi,
è di oggi una segnalazione dal territorio, che riguarda lo spacchettamento dell’ex Polo Museale del Lazio, dalla quale risulta che la Dirigente dr.ssa Gabrielli, neo Direttrice del Museo autonomo del Vittoriano e Palazzo Venezia, sta imponendo ad una parte dei lavoratori l’immediato trasferimento presso il Museo di Castel S’Angelo che allo stato non risulta essere né adeguatamente capiente né dotato di infrastrutture che consentano la piena operatività. Il tutto senza che si sia proceduto alla individuazione della dotazione organica teorica dei nuovi Uffici e senza che i lavoratori abbiano avuto alcuna possibilità di optare per l’inserimento nei nuovi Uffici. In sostanza una riorganizzazione “fai da te” senza alcuna verifica sulle condizioni logistiche e di sicurezza e senza alcun confronto con le parti sociali, malgrado l’accordo nazionale vigente che regola il confronto.
A prescindere anche dalla decisione unilaterale in materia di organizzazione del lavoro, per la quale si chiede l’immediata sospensione e la contestuale convocazione delle OO.SS. Territoriali, l’episodio si configura come ennesima conferma del fatto che la riorganizzazione portata avanti dal Ministro ha bisogno di condivisione con le parti sociali, in particolare applicando gli accordi ancora vigenti in materia di riorganizzazione e mobilità del personale.
Su questo delicato tema le scriventi hanno più volte invocato l’attivazione di un tavolo tecnico per l’applicazione di criteri che tenessero insieme sia le esigenze dell’Amministrazione che quelle dei lavoratori.
Alla luce della segnalazione di cui sopra ribadiamo la necessità di attivare il più volte citato tavolo tecnico con urgenza indifferibile, precisando che ogni atto unilaterale
sulla materia della riorganizzazione sarà considerato una violazione degli accordi in materia ed oggetto delle iniziative conseguenti.
In attesa di cortese urgente riscontro porgiamo cordiali saluti.

 

FP CGIL                                         CISL FP                                           UIL PA
Claudio Meloni       Giuseppe Nole’ Valentina Di Stefano                 Federico Trastulli

NON RISPETTATO LO SPIRITO DEL DECRETO!

Se c’è un elemento qualificante il DPCM dello scorso 3 novembre a doppia firma, quella del Presidente del Consiglio dei Ministri e quella del Ministro della Salute, questo è sicuramente rappresentato dalla volontà del decisore politico di scoraggiare la mobilità delle persone: divieti e raccomandazioni ad evitare gli spostamenti, se non motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità, per esigenze di studio o per motivi di salute, caratterizzano il testo del decreto con differenti steps di intensità in ragione degli scenari di gravità e dei livelli di rischio delle aree del territorio nazionale ( Regioni in “codice rosso”, “arancione” e “giallo”). A questo elemento si aggiunge, non quale misura di organizzazione del lavoro in questa fase, bensì come strumento di tutela della salute pubblica e negli ambienti di lavoro, sulla scia dei precedenti decreti di ottobre, la raccomandazione, rivolta ai datori di lavoro pubblici e privati, ad un ricorso massiccio allo smart working che, di fatto, nella nuova fase emergenziale diventa una delle modalità ordinarie di esecuzione della prestazione lavorativa incentivata dal decisore politico e già qualificata come tale dall’articolo 1 del “DM Dadone” dello scorso 19 ottobre.
Ebbene, nonostante tali premesse e la dichiarata volontà del Governo di frenare la mobilità per deflazionare la diffusione del COVID-19, è come se il DPCM del 3 novembre non esistesse per l’INPS! È questa la considerazione che sorge spontanea al termine della riunione di eri pomeriggio del Tavolo nazionale, riunione convocata su nostra richiesta per fare il punto sulle modalità applicative in Istituto del DPCM del 3.11.2020, e nel corso della quale l’Amministrazione ha di fatto, a parte qualche timida apertura espressa in termini di monitoraggio sull’afflusso del pubblico agli sportelli e di approfondimenti tecnico-normativi sugli istituti economici da estendere allo smart working, respinto le nostre richieste di elementare buon senso.

SPORTELLI AL PUBBLICO
Nonostante il divieto o la raccomandazione, a seconda dei territori, ad evitare gli spostamenti delle persone, l’Istituto mantiene il servizio di informazione al pubblico in presenza fisica su tutto il territorio nazionale, comprese le Regioni in “codice rosso” (sic!), incentivando in questo modo quella mobilità che il Governo vuole frenare. Abbiamo fatto presente che, in considerazione della vigenza del DPCM (ad oggi le sue misure dispiegano un’efficacia temporale circoscritta al 3 dicembre 2020), sarebbe stato non solo opportuna, ma soprattutto aderente allo spirito del provvedimento governativo, la sospensione degli sportelli in modalità fisica su tutto il territorio nazionale trasferendo la relazione con il pubblico sulla forma remota (sportello telefonico provinciale, prenotazione con chiamata in anticipo da parte dell’operatore INPS, estensione della sperimentazione del web meeting sullo sportello di primo livello, ecc.) che, lo ricordiamo, ha permesso all’INPS, in pieno lockdown, di mantenere il rapporto con la sua utenza, maturando una non trascurabile esperienza oggi utilissima nella nuova fase emergenziale. Persino i Centri Medico-Legali, ad eccezione delle visite non surrogabili con esame documentale delle condizioni di salute di chi chiede prestazioni ad esse collegate, possono operare prescindendo dalla presenza fisica del personale.
Qual è stata la risposta dell’Amministrazione? Un muro di gomma. L’unica apertura, a fronte
della nostra obiezione che gli sportelli aperti al pubblico in presenza fisica, sarebbero rimasti deserti con conseguente dispendio di energie, persone e risorse economiche visto il divieto o la raccomandazione ad evitare la mobilità, è stata l’impegno a monitorare l’afflusso fisico per verificare l’utilità della misura! Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere il futuro, ma a naso, confidando nel buon senso delle persone, crediamo che nessuno sarà “smanioso”, di presentarsi fisicamente agli sportelli dell’INPS avendo altre modalità di interfaccia con il nostro Istituto (addirittura nelle Regioni a “codice rosso”, stante il divieto di mobilità all’interno dello stesso Comune, si configurerebbe come violazione del DPCM e quindi inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall’autorità pubblica, un reato sanzionato dall’art. 650 del Codice Penale, non essendo la visita agli sportelli dell’Istituto ascrivibile né alla mobilità per lavoro né tanto meno a quella per salute o necessità).

SMART WORKING
Sullo smart working abbiamo ribadito per l‘ennesima volta la volontà di addivenire ad un accordo che disciplini, nella fase emergenziale in atto, tale modalità di lavoro per “traghettarci” verso il P.O.L.A. (Piano Organizzativo del Lavoro Agile), un accordo che regoli istituti normativi ed economici (buono pasto, straordinario, diritto alla disconnessione, fasce di contattabilità, in questa fase emergenziale) dando al lavoro agile pari dignità giuridica ed economica rispetto al lavoro reso in presenza fisica. Sulla scia dei precedenti decreti di ottobre, il DPCM del 3 novembre incentiva il ricorso allo smart working tanto che le pubbliche amministrazioni “assicurano percentuali più elevate possibili di lavoro agile compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato … garantendo almeno la percentuale (il 50%) di cui all’articolo 263, comma 1, del DL n.34/2020”.
Sul tema, al di là di un generico impegno ad approfondire sotto il profilo tecnico-normativo le nostre reiterate richieste, permane, di fatto, ad oggi una posizione non dialogante da parte dell’Amministrazione, trincerata dietro interpretazioni non condivisibili suscettibili di essere superate nell’ambito di quel confronto serrato che, a nostro avviso, deve portare ad un accordo collocando lo smart working nel suo alveo naturale qual è la contrattazione collettiva di lavoro.

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Occupazione straordinaria nei Beni Culturali: una risposta concreta al falso volontariato

Resoconto dell’audizione con la Commissione Istruzione del Senato su volontariato e professioni nei beni culturali.

Un piano di occupazione straordinaria negli Enti pubblici e una adeguata revisione del fabbisogno professionale interno al Mibact può essere una risposta efficace all’utilizzo scorretto del volontariato.
È quanto abbiamo dichiarato ieri nel corso dell’audizione presso la Commissione Istruzione del Senato sul tema del volontariato e delle professioni nei beni culturali che abbiamo tenuto insieme a CISL e UIL.
Nessuno ha inteso mettere in discussione il valore sociale del volontariato anche in un settore come quello che riguarda i beni e le attività culturali, ma abbiamo rilevato come il problema che registra l’invasività sempre maggiore del volontariato in sostituzione e non solo a supporto del personale di ruolo è soprattutto conseguente alle deficienze strutturali negli organici del Ministero e più in generale negli Enti pubblici che concorrono alla tutela ed alla promozione del patrimonio culturale.
Per questo abbiamo rivendicato con forza la necessaria adozione di misure che mirino alla copertura integrale delle previsioni organiche nel medio periodo, ovvero nella prossima programmazione triennale 2021/2023 del piano assunzionale, fornendo cifre e numeri sia sull’attuale situazione di grave carenza degli organici che su quella, ancora più drammatica, che riguarda il dato tendenziale previsto alla fine del prossimo anno. Ed abbiamo chiesto l’utilizzo, a partire dalla prossima legge di bilancio, di risorse straordinarie finalizzate a tale scopo.
Accanto a questo abbiamo posto con forza la necessità che si adotti il piano di revisione dei fabbisogni professionali previsto dalla legge Madia e rimasto sulla carta. Un piano che riconosca la specialità di tutte le professioni e attività che riguardano il mondo dei beni culturali, intrecciandosi con le questioni professionali poste alla Commissione dalle Associazioni tecnico/professionali e culturali di settore, che riqualifichi il lavoro adeguandolo ai processi di innovazione organizzativa e tecnologica e riconosca l’apporto ai cicli interni delle nuove professioni che si stanno determinando a seguito dei processi formativi e delle concrete esigenze dell’organizzazione del lavoro. Anche utilizzando lo strumento della revisione nella distribuzione all’interno delle aree funzionali delle previsioni dei fabbisogni teorici e della rivisitazione dei contenuti professionali dei profili presenti nell’organizzazione ministeriale.
Queste considerazioni che abbiamo suggerito in termini propositivi alla Commissione, autrice di un pregevole lavoro di approfondimento su un tema così delicato e complesso, certamente avrebbero il merito di limitare in modo corposo il ricorso a forme spurie di lavoro nascosto ma non di escluderlo. Per tale motivo, a fronte del quesito posto dalla Commissione circa la necessità di un intervento normativo specifico sul volontariato nei beni culturali, abbiamo risposto che a nostro avviso questo sarebbe auspicabile per definirne competenze e ambiti specifici di possibile intervento ed anche tramite la previsione di un sistema sanzionatorio verso le distorsioni nell’utilizzo del volontariato che riguardi sia le responsabilità datoriali pubbliche che quelle private. Il tutto nell’ambito di meccanismi certi che devono regolare il mercato del lavoro, sottraendole alle logiche del massimo ribasso e dello sfruttamento che purtroppo, e come è stato rilevato non solo da noi sindacati, concorrono alla profonda mortificazione del lavoro in un settore fondamentale per il nostro Paese.
Vedremo presto se e come tali considerazioni e proposte saranno state prese in concretamente in considerazione nel prosieguo dei lavori della Commissione e nelle iniziative legislative conseguenti, ma registriamo come dato positivo un interesse reale del Parlamento a indagare e valutare le cause di un fenomeno che intacca la dignità del lavoro e svuota i principi stessi che devono animare il volontariato sociale.

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito all’emergenza sanitaria in atto riguardo l’organizzazione e l’ autorizzazione all’esecuzione del tampone antigenico rapido (TAR) su base volontaria per il personale in servizio nei compendi di Capannelle, Montelibretti e dell’Istituto Superiore Antincendi.

Pubblichiamo il protocollo di intesa tra il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza in materia di collaborazione tra nelle emergenze di Protezione civile

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito al termine delle candidature per le benemerenze degli eventi 2018

Al Segretario generale
Al Vice Segretario generale
Al Cons. Sergio Gasparrini
Al Dirigente generale Risorse Umane
LORO SEDI

e, p.c.

Al Servizio Relazioni Sindacali
Al Personale della Corte dei conti

Oggetto: Richiesta incontro urgente PEO 2020, a seguito del dPCM 3
novembre 2020.

A seguito della recrudescenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e all’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 novembre 2020, recante all’art. 1 “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”, ed in particolare alla misura prevista dal
comma 9, lettera z) “è sospeso lo svolgimento delle prove selettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione dall’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui
la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, …” le scriventi OO.SS.

chiedono

un incontro urgente al fine di salvaguardare le procedure per le PEO 2020, disciplinate dall’Accordo sottoscritto definitivamente in data 24 settembre 2020.
A tal riguardo, queste OO.SS. chiedono che la prova automatizzata, di cui all’art. 5 del citato Accordo, sia espletata da remoto in modalità telematica. Tale soluzione, prettamente tecnologica, consentirebbe di
garantire la partecipazione a tutto il personale, avente fatto istanza, compreso chi, per ragioni di pandemia, fosse posto in misura di isolamento o di quarantena, e di rispettare pedissequamente i termini dell’Accordo.
Inoltre, così si darebbe certezza di partecipazione anche a tutto il personale ”Fragile”, il quale non sarebbe più obbligato a dotarsi di certificazione medica, rilasciata dal proprio medico di base, per svolgere la prova di esame in presenza, come prevede la circolare n. 30 del 9 ottobre 2020.
Altre soluzioni, tra cui quella basata esclusivamente su basi curriculari, sarebbe possibile da realizzare, solo laddove non venisse messo in discussione l’espletamento delle Progressioni Economiche Orizzontali per l’anno 2020.
Riguardo ad altre criticità che attanagliano le PEO 2020, troviamo certamente la mancata attribuzione del punteggio di valutazione per coloro che prestino servizio presso altre amministrazioni in cui non è prevista la valutazione. Per questa tipologia di personale si ritiene congruo che siano considerati i periodi di valutazione disponibili fino a concorrenza del periodo necessario, alla stregua di quanto già stabilito dall’Amministrazione per il personale non valutato per l’assenza prolungata dal servizio (vedi FAQ n. 4 – PEO 2020).
Inoltre, queste OO.SS. ritengono inaccettabile quanto imposto dall’Amministrazione, alla contrattazione di raccordo per il personale del ruolo locale della Corte dei conti di Bolzano (vedi allegato), di escludere dalla riqualificazione l’unico dipendente di Area III, per il solo scopo di applicare il limite del 50% degli aventi diritto. Un limite già frutto di meri orientamenti del Dipartimento della Funzione Pubblica e della Ragioneria generale dello Stato, volti a salvaguardare un principio generale della norma, ma certamente non di perpetrare un accanimento nei confronti di un lavoratore, che ha “l’unica colpa” di essere l’unico di Area III a concorrere per la riqualificazione. Buon senso avrebbe voluto far concorrere tutto il personale avente diritto di Bolzano, sia di Area II, che di Area III, per le n. 2 progressioni economiche disponibili, attribuendo la fascia superiore a quel personale che, a seguito delle procedure di selezione, avesse acquisito il maggior punteggio complessivo, sulla base dei criteri stabiliti dall’art. 5 dell’Accordo PEO 2020 del 24 settembre 2020.
Infine, il personale è in attesa del tanto auspicato “simulatore” della prova pratica, valido strumento di esercitazione, su cui l’Amministrazione ha dato certezza, ma che ancora non risulta pubblicato sulla Intranet.
In attesa di una urgente convocazione, si inviano cordiali saluti.

Roma, 5 Novembre 2020

Susanna Di Folco            Alessandro Guarente                   Fernanda Amidani

Capo dipartimento DAG
Direttore generale
Cons. Valeria Vaccaro

Dirigente DP
Dott.ssa Monica Perrella

p.c.

Ufficio Relazioni sindacali
Dott. Michele Nardone

Oggetto: Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 3 Novembre – Azioni conseguenti
– richiesta convocazione

Nell’ambito delle misure volte a contenere il rischio contagio, con il DPCM recentemente
firmato, vengono raccomandate “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile,
compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato”.
Al fine di contestualizzare quanto sopra richiamato nel più largo schema di raccomandazioni
generali, siamo a chiedere a codesto Ente di convocare le organizzazioni sindacali
per definire congiuntamente le modalità di adeguamento al citato DPCM attraverso
il più ampio ricorso al lavoro agile fino alla completa remotizzazione delle attività ammini –
strative individuando, inoltre, ulteriori e più puntuali garanzie a favore dei dipendenti oltre a
quelle convenute nel corso degli ultimi incontri sindacali.

FP CGIL Nazionale
Americo Fimiani
Daniele Gamberini

 

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