Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Lucia Castellano
Direttore Generale Reggente del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

p.c. Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto

L’aggravarsi della Pandemia da Covid-19 impone alle scriventi Organizzazioni Confederali di aprire una seria riflessione sulla sicurezza dei lavoratori della Giustizia i quali, come è noto, sono chiamati ad assicurare un servizio essenziale per lo Stato nonostante una crisi sanitaria senza precedenti, in atto su tutto il territorio nazionale con picchi in alcune regioni individuate come “rosse” ossia ad alto rischio di contagio (Piemonte, Lombardia, Val D’Aosta e Calabria).

Il peggioramento della situazione, come è noto, ha indotto il Governo ad emanare nuove e più pregnanti norme tra le quali spicca il DPCM 3 novembre 2020 il quale, tra l’altro, afferma:

  • all’art.3 n.4 lett i) che nelle regioni individuate con ordinanza del Ministro della Salute come ad alto rischi di contagio i datori di lavoro pubblici devono collocare in Smart Working tutti i lavoratori ad eccezione di coloro che devono assicurare le attività indifferibili non delocalizzabili (“i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile”);

  • all’art. 5 n.3 che “le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”;

  • all’art. 5 n.4 che “nelle pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, ciascun dirigente:

    1. organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata possibile, e comunque in misura non inferiore a quella prevista dalla legge, del personale preposto alle attività che possono essere svolte secondo tale modalità, compatibilmente con le potenzialità organizzative e l’effettività del servizio erogato;

    1. adotta nei confronti dei dipendenti di cui all’articolo 21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché di norma nei confronti dei lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale.

FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno molto apprezzato il modus agendi del Direttore Generale del personale dell’organizzazione giudiziaria il quale, su input del Capo Dipartimento, ha invitato i dirigenti degli uffici di via Arenula a collocare in Smart Working il maggior numero dei dipendenti, anche assegnando nuovi programmi a chi non fosse già stato a suo tempo destinatario di un progetto, avendo cura di ridurre al minimo la presenza in ufficio (“… il rapporto tra giornate di lavoro in presenza e giornate di lavoro da remoto non potrà essere ordinariamente inferiore a due giorni presso l’Ufficio e tre a distanza, ferma restando la più stretta osservanza di tutte le ben note prescrizioni socio-sanitarie presso la sede di servizio”) e privilegiando ope legis i lavoratori fragili mediante l’assegnazione al lavoro agile full timeanche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale, anche mediante la nostra piattaforma di e-learning”.

Purtroppo la situazione sul territorio nazionale è ben diversa. Negli uffici giudiziari l’applicazione dello smart working procede a rilento e tra mille difficoltà. Nella migliore delle ipotesi solo in taluni uffici c’è stata la concessione di un solo giorno di smart working. Negli altri ancora nulla.

Anche nelle regioni ad alto rischio di contagio i capi degli uffici sembrano ignorare la gravità della situazione, la cogenza della normativa anti-Covid e la circostanza che essi sono datori di lavoro pubblici e che, per tale motivo, in caso di ingiustificata disapplicazione nella vigente normativa emergenziale, anche di natura contrattuale, saranno chiamati a rispondere personalmente di ogni contagio avvenuto in ufficio. Paradigmatica in negativo è la situazione dei lavoratori UNEP immotivatamente esclusi dal lavoro agile per lucida scelta dell’amministrazione centrale e, per tale motivo, obbligati ad operare sul territorio come se la pandemia non fosse in atto: non sono pochi gli ufficiali giudiziari che hanno già contratto l’infezione da Covid-19 nell’esercizio delle loro mansioni.

Non diversa purtroppo è la situazione nell’amministrazione penitenziaria, in quella della giustizia minorile e di comunità. In molti casi l’applicazione dello Smart Working, soprattutto nell’amministrazione penitenziaria, nella migliore delle ipotesi è stata solo di facciata: i lavoratori hanno operato da remoto di regola per un solo giorno a settimana mentre negli altri giorni c’è stato ordinario lavoro on site. Non sono rari i casi in cui lo Smart Working non è stato riconosciuto a nessuno, lavoratori fragili e pendolari compresi.

La realtà purtroppo è che codeste Amministrazioni Centrali, nella colpevole inerzia del Ministro in carica che parla con tutti tranne che con i propri dipendenti ed i loro rappresentanti e che sembra interessato più ad assecondare le istanze di categorie libero professionali che a coniugare la efficienza del servizio da rendere all’utenza con la tutela della salute di tutti gli operatori del diritto, si limitano ad impartire disposizioni che recepiscono la normativa emergenziale vigente e gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali ma omettono di esercitare ogni controllo sull’operato degli uffici anche nel caso di conclamate violazioni che mettono a rischio la salute ed in molti casi la vita stessa dei lavoratori specie nelle regioni ad alto rischio di contagio.

FP CGIL CISL FP e UIL PA ritengono che le Amministrazione Centrali della Giustizia debbano assumersi responsabilità che vadano oltre la mera produzione di circolari e per tale motivo chiedono che sia aperto un tavolo permanente di confronto sull’applicazione negli uffici della normativa di contrasto alla pandemia, compresa quella negoziale sullo Smart Working, previa puntuale trasmissione alle organizzazioni sindacali dei dati completi sulla diffusione del contagio all’interno delle strutture centrali e periferiche della Giustizia, sul modello di quanto già avviene nell’amministrazione penitenziaria. Quest’ultima, infatti, trasmette un report giornaliero alle parti sociali recante il numero dei contagiati distinto per PRAP e strutture.

La richiesta di cui in premessa si pone in coerenza con quanto convenuto nel “Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19”, sottoscritto dalle confederazioni e dalle federazioni di categoria FP CGIL CISL FP e UIL PA con il Ministro della Funzione Pubblica lo scorso 24 luglio e recepito nella Giustizia il successivo 4 agosto. Nello stesso infatti si legge, tra l’altro, che le amministrazioni si impegnano “nella promozione di canali di comunicazione e confronto continuativi con le OO.SS. e le rappresentanze sindacali, al fine di condividere informazioni e azioni relative a quanto previsto dal presente protocollo” e che “le parti, al fine di assicurare l’adeguamento dell’organizzazione dei servizi e del lavoro al rispetto delle norme emanate nel corso dello stato di emergenza sanitaria da Covid-19, dei protocolli e accordi eventualmente sottoscritti nelle singole amministrazioni, nonché di promuovere il confronto sugli aspetti del presente protocollo, anche con riferimento alle ulteriori esigenze che potranno emergere dalle specificità delle attività e del lavoro svolto nelle diverse realtà, monitorano periodicamente l’applicazione dello stesso per realizzare piena efficacia ed effettività delle misure ivi richiamate…”.

La diffusione del contagio anche nella Giustizia rende la situazione oggettivamente grave ed impone a tutti di remare con responsabilità verso la stessa direzione. Il sindacato confederale c’è e, consapevole delle difficoltà che derivano anche dalle specificità dei servizi da assicurare all’utenza, è pronto a fare la sua parte.

Distinti saluti

Roma, 9 novembre 2020

                            FP CGIL                        CISL FP                             UIL PA
Meloni / Prestini                         Marra                                  Amoroso

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: IL RITARDO È GIÀ TROPPO, SI FACCIA IL CONTRATTO ADESSO!

Oggi si è tenuto un incontro con ARAN dedicato alla parte economica del CCNL 2016/2018 della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’ARAN ha ripresentato le medesime proposte già avanzate in passato che prevedono, a partire
dal 2018, un aumento complessivo medio mensile lordo di 125 euro, distribuito su stipendio tabellare
(73 euro), indennità di presidenza (19 euro) e fondo accessorio (33 euro), assicurando così l’impegno “richiesto da Corte dei Conti” di un utilizzo proporzionale delle risorse tra retribuzione fondamentale e accessoria. In aggiunta, Aran ha poi stimato il costo dell’adeguamento dell’incremento dei giorni di ferie e dei permessi orari retribuiti in ragione dell’orario di 38 ore settimanali.

La nostra organizzazione ha sempre condiviso la richiesta di utilizzare la totalità delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale alla sola retribuzione tabellare.
Per dare una possibilità concreta di mediazione tra le parti, finalizzata a dare finalmente e con oltre due anni di ritardo il ccnl 2016-2018, abbiamo oggi presentato la proposta di utilizzare in forma dedicata le risorse destinate all’incremento del fondo accessorio e dell’incremento dell’indennità di presidenza per dare finalmente soluzione alle questioni più urgenti e che abbiamo già avuto modo di rappresentare in questa lunga trattativa:
– Incremento delle giornate di ferie e delle ore di permesso retribuito in proporzione alla differenza di orario di lavoro che ha caratterizzato la Presidenza del Consiglio dei Ministri nei contratti collettivi precedenti da 36 a 38 ore settimanali;
– Indennità specifica per gli apicali delle due categorie;
– Indennità specifica per le attività di allertamento, monitoraggio e coordinamento delle attività
di protezione civile, rimandando poi alla contrattazione integrativa la definizione dell’istituto della pronta disponibilità.

La FP CGIL ritiene che si debba percorrere ogni strada utile per assicurare al personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri le risorse già previste, e realizzando anche con questo contratto
l’ampliamento dei diritti dei lavoratori e il riconoscimento della qualità del lavoro nel comparto.

 

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Allac.a.
Direttore Generale Musei

Prof. Massimo Osanna

E,p.c.
Segretario Generale del MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

Consigliere
per il Ministro

Prof. GiampaoloD’Andrea

Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa MarinaGiuseppone

Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano

Oggetto: Protocollo sullo smart working – segnalazione disapplicazione

Egregio Direttore Generale,
con nota del 6 novembre 2020 le scriventi OO.SS. hanno segnalato la molteplice emanazione di atti unilaterali da parte di taluni dirigenti che intendono, in spregio alla normativa vigente, disporre la prestazione lavorativa in presenza ben oltre i turni di presidio assegnati a ciascun lavoratore a sito chiuso e senza alcun comprensibile motivo o obbligherebbero il personale a fruire delle ferie residue, in spregio ad ogni previsione contrattuale.
Ancor più grave, a nostro avviso, è che tali dirigenti ignorano completamente le disposizioni governative, ben riprese dalle Circolari del Segretariato Generale e dal Protocollo sullo smart working per cui è necessario garantire “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile”. Ci pare di capire che la ratio alla base di tali atti dei dirigenti sia un discrimine legato all’ inquadramento giuridico di parte del personale – che pure ha la possibilità di svolgere da remoto parte delle attività previste dalle declaratorie professionali
– in netto contrasto con il principio generale di tutela della salute pubblica .
Vista dunque la nota prot. 14814 del 6.11.2020 a firma del Segretario Generale ed attesi “i poteri di direzione, indirizzo, coordinamento e controllo nei confronti degli Istituti” attribuiti alla S.V.siamo a chiedere un urgente intervento presso i sotto indicati uffici perché vengano ritirati gli atti che obbligano alla fruizione delle ferie ovvero che negano la possibilità al personale di aderire al lavoro agile, secondo quanto previsto dal citato Protocollo:
– Direzione regionale musei Campania;
– Direzione regionale musei Basilicata;
– Direzione regionale musei Molise;
– Direzione regionale musei Emilia Romagna;
– Direzione musei di Roma;
– Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Sarà nostra cura inviare ulteriori segnalazioni.
A quanto sopra si aggiunge la necessità di un attento monitoraggio in tutto il sistema Museale al fine di verificare la corretta applicazione delle misure di sicurezza previste, tenendo conto della grave recrudescenza nella diffusione della pandemia e dell’esigenza di una gestione più che mai responsabile dell’emergenza in atto.
In attesa di un suo risolutivo intervento l’occasione è utile per reiterare la richiesta di un incontro, allo stato purtroppo inevasa, al fine di una disanima ed un confronto sulla situazione organizzativa del sistema Museale, alla luce delle note criticità strutturali, e sulle linee programmatiche che intende dare alla sua gestione.

Cordiali saluti.

FP CGIL                             CISL FP                                  UIL PA

Claudio Meloni  Giuseppe Nole’ Valentina Di Stefano  Federico Trastulli

 

Al Dipartimento della Funzione Pubblica
Servizio per il trattamento del personale pubblico
e-mail: sepp@governo.it

Ispettorato per la Funzione Pubblica
e-mail: ispettorato@funzionepubblica.it

All’ Osservatorio Nazionale del lavoro agile nelle PP.AA.
e-mail: segreteria.ucd@governo.it

Oggetto: Segnalazione mancata applicazione misure di contenimento pandemia da
COVID-19 nei luoghi di lavoro della P.A.

La presente per segnalare le continue inadempienze registrate e più volte segnalate presso l’ENAC – Ente Nazionale per L’Aviazione Civile – sull’attuazione delle misure previste dal D.P.C.M. 3 novembre u.s. e, in particolare, sul lavoro agile.
Ci riferiamo in particolare alle sedi territoriali aeroportuali e operazioni del predetto Ente, alcune situate in regioni classificate rosse dall’ultimo Decreto, ove nessuna sostanziale modifica è intervenuta nell’organizzazione del lavoro, mentre continuano ad essere ammesse al lavoro agile quote di personale notevolmente inferiori a quelle che potrebbero esservi collocate in ragione delle disposizioni contenute dapprima nel D.L. 34/2020, poi nel Decreto del 19 ottobre della Ministra per la Pubblica Amministrazione e, a seguire, nel D.P.C.M. 24 ottobre, nel D.L. del 28 ottobre e, da ultimo, nel D.P.C.M. 3 novembre u.s.

Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori professionalmente ineccepibili preposti ad attività che possono essere svolte in modalità di lavoro agile, avuto riguardo all’attuale grave situazione sanitaria traversata dal Paese e all’indispensabile esigenza di tutela della loro salute e sicurezza e, più in generale, di quella delle comunità in cui operano, secondo quanto stabilito dall’art. 5 comma 3 del D.P.C.M. 3 novembre 2020.

Gravemente disatteso, in particolare, risulta l’obbligo di limitare nelle sedi situate in regioni caratterizzate da uno scenario di massima gravità e alto rischio – c.d. zone rosse e arancioni stabilite dall’ordinanza del Ministro della Salute -, la presenza nei luoghi di lavoro al solo personale ritenuto necessario ad assicurare le attività indifferibili non effettuabili da remoto.

Onere colpevolmente ignorato dai dirigenti delle sedi territoriali coinvolte, che a tutt’oggi risulta non abbiano ancora determinato e comunicato le attività ritenute indifferibili ai propri dipendenti, negando peraltro ogni tipo di relazione e/o confronto alle rappresentanze sindacali dei lavoratori, come detto esposti a potenziali gravi rischi per la propria salute e quella dei propri familiari.

Di là da quelle responsabilità individuali che potranno essere in seguito eventualmente accertate in sede legale, ciò che l’evidenza rende oggi assolutamente necessario è un urgente intervento di codeste istituzioni sulla predetta Amministrazione volto a determinare e indurre all’immediata applicazione delle norme menzionate in tutti i suoi luoghi di lavoro, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Restiamo in attesa di cortesi urgenti determinazioni.
Cordiali saluti

F.to

FP CGIL         FIT CISL/CISL FP               UIL-PA          CIDA-FC                  USB-PI
M. Barberis               S.Ingrassia                      C. Conti         P. Proietti            D. Mencarelli

Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
Dr. Raffaele Tangorra

Al Direttore Generale della Direzione Generale
PIOB – UPD del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali
Dr.ssa Stefania Cresti

e p.c. Al Dirigente della Div. II della Direzione Generale
PIOB – UPD del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali
Dott.ssa Emanuela Cigala

Oggetto: Richiesta incontro urgente.

A seguito dell’emanazione delle nuove norme adottate dal Governo, in considerazione dell’aggravamento della pandemia, queste OO.SS. chiedono un incontro urgente al fine di definire i tempi, modi e la durata dello smart working. In particolare si chiede di fare finalmente chiarezza sulla mancata erogazione dei buoni pasto.
Si rimane in attesa di un sollecito riscontro

FP CGIL
Giuseppe Palumbo Francesca Valentini

CISL FP
Michele Cavo Marco Sozzi

UIL PA
Bruno Di Cuia Orlando Grimaldi

“L’avvio della ricognizione delle graduatorie concorsuali vigenti, messa in atto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, è un primo passo importante verso la parziale soluzione delle gravi carenze organiche all’interno della macchina pubblica”. Così la Funzione Pubblica Cgil e il Comitato Nazionale XXVII Ottobre, che rappresenta vincitori e idonei di concorso pubblico, aggiungendo che: “Come avevamo chiesto precedentemente, sarà fondamentale censire anche i profili necessari alle varie Amministrazioni e procedere al recupero delle graduatorie scadute: solamente così l’operazione messa in atto avrà un senso”, concludono.

Roma 7 novembre 2020

Oggi l’Amministrazione ha emanato la direttiva n.14 che recepisce la nuova
normativa dettata in materia di smartworking nella PA dal DPCM del 3 novembre 220.
Le scriventi OO.SS sono state convocate per lunedì 9 novembre alle ore 14 per una
riunione avente ad oggetto “ modifica/ integrazione protocollo condiviso di regolazione
delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid- 19 negli
ambienti di lavoro”.

Considerato l’urgenza dell’applicazione della nuova normativa in tutti gli uffici,
soprattutto di quelli nelle zone a maggior rischio, si rende necessario avviare anche a
livello territoriale con urgenza la contrattazione locale tra le organizzazioni sindacali
territoriali, RSU e dirigenza locale in merito ai criteri con i quali dare attuazione nei singoli
uffici alla nuova normativa e la verifica della compatibilità dei protocolli già firmati alle
nuove disposizioni in materia di smartworking in particolare di quelli stipulati in attuazione
del Protocollo nazionale del 16 settembre che stabiliva condizioni che risultano ormai
superate dalla normativa e dalle direttive interne .

Ricordiamo che il DPCM prevede regole diverse a seconda della qualificazione
della regione come zona rossa arancione e gialla.
Nelle zone rosse la presenza del personale deve essere limitata a quella
necessaria allo svolgimento esclusivamente delle attività indifferibili e che richiedono
necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il
personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile.
Nelle altre zone in ogni caso dovranno essere assicurate le percentuali più elevate
possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e
l’effettività del servizio erogato garantendo almeno il 50% di lavoro in smartworking.
Ricordiamo inoltre che il D.M della Funzione pubblica del 19 ottobre 2020 per
l’accesso allo smart working individua come criteri di priorità le seguenti condizioni:
– condizioni di salute del dipendente e dei componenti del nucleo
familiare di questi;
– presenza nel medesimo nucleo di figli minori di quattordici anni;
– distanza tra la zona di residenza o di domicilio e la sede di lavoro,
nonché del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi
tempi di percorrenza.

Pertanto tali criteri dovranno essere tenuti in considerazione nella applicazione
dello smartworking e organizzazione delle rotazioni oltre alle disposizioni normative in
materia di tutela dei lavoratori “fragili” e dei lavoratori dipendenti disabili o che abbiano nel
proprio nucleo familiare una persona con disabilita’ con legge n. 104 art.3 comma 3 .
Ricordiamo , infine che, la legge 13 ottobre 2020, n. 126 e successive integrazioni e
modificazioni, stabilisce il diritto di essere collocati in smart working per i genitori con figli
in età scolare fino a 16 anni in caso di chiusura di scuole e/o di quarantena; se si è
assegnati ad una mansione non idonea allo smart working è previsto il diritto all’
aspettativa retribuita al 50% se si hanno figli fino all’età di 14 anni e senza retribuzione per
i figli di età compresa tra i 14 e 16 anni.

Appare chiaro che nella situazione emergenziale in cui purtroppo ci troviamo
occorre dare massima applicazione in tutti i nostri uffici alle chiare disposizioni
governative, cercando di massimizzare la percentuale di SW e/o ridurre al minimo la
presenza in ufficio, tenuto anche conto dei vari divieti allo spostamento e della difficoltà
nella mobilità dovuta alla riduzione della portata del trasporto pubblico, sia per i dipendenti
sia per l’utenza.

L’applicazione delle misure è necessaria alla tutela della salute di tutti che deve
essere la priorità in questo momento.
Rimaniamo a disposizione per ogni eventuale altro chiarimento e/o supporto.

FP CGIL ACI                                FP CISL ACI                        UILPA ACI ACP
D. Figliuolo                                 M. Semprini                             P. Piccirilli

Corona virus

A seguito del DPCM del 03 novembre 2020 pubblichiamo ulteriori disposizioni, impartite dal Ministero dell’Interno al contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID 19

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF e Uil Fp VVF in merito alle misure organizzative delle squadre di soccorso e  lo screening per le lavoratrici e i lavoratori, al contrasto dell’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo la sollecita nota di risposta del Segretariato Generale alla nostra nota unitaria di stamattina, che invita le Direzioni Generali a verificare la puntuale applicazione delle direttive e del protocollo di intesa sullo smart working emergenziale, con particolare riferimento alle zone maggiormente colpite dalle misure restrittive. Uno strumento aggiuntivo per le opportune pressioni verso i dirigenti riottosi verso l’adozione delle misure previste, purtroppo ancora tanti, con l’invito a proseguire nell’attività di controllo e monitoraggio nella fase delicata di chiusura al pubblico dei luoghi della cultura.
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale Mibact

Carceri: Fp Cgil, bene Bonafede su scelta nuovo dirigente detenuti
Un segnale di attenzione alle nostre richieste da parte del Ministro

Roma, 6 novembre –  “Con soddisfazione salutiamo il nuovo Dirigente generale dei detenuti, Gianfranco De Gesu, un dirigente penitenziario che nella sua lunga carriera ha dimostrato competenza e professionalità. Riconoscere, dopo decenni, l’autorevolezza della dirigenza penitenziaria, lo consideriamo un importante segnale di attenzione da parte del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede”. Così la Fp Cgil Polizia Penitenziaria commenta l’insediamento del nuovo Dirigente generale detenuti e trattamento, dopo aver suggerito proprio al ministro, lo scorso giugno, di volgere lo sguardo alla dirigenza penitenziaria per la nomina.

“Siamo certi che De Gesu, per il percorso curriculare fatto, potrà restituire a quella direzione generale la possibilità di affrontare e risolvere le complessità per il buon andamento di tutti i distretti penitenziari del territorio. I direttori degli uffici e il personale in servizio meritano una leadership nella quale riconoscersi e dalla quale essere guidati con autorevolezza e determinazione per la tutela del lavoro di tutti”, conclude.

🔸 Cambiamenti climatici e Covid-19: dallo spillover alle zoonosi

Rivolto a tutte le professioni (non accreditato per assistenti sociali).
Attivo dal 16 novembre 2020 al 31 marzo 2021 su www.proteoformazione2.it/moodle
26 crediti
Costo: gratuito per gli iscritti Cgil, € 30,00 per i non iscritti.

I governi di tutto il mondo si stanno impegnando a gestire gli esiti sanitari ed economici della pandemia ma non le sue cause. In questo corso si cercherà di fornire una panoramica sui legami finora individuati tra cambiamento climatico e salute attraverso l’individuazione di un filo conduttore tra le pandemie finora esperite e l’inquinamento ambientale, cercando di fornire una visione il più possibile sistemica e comprensiva di quanto sta accadendo.


Formazione, da Fp Cgil offerta Ecm/Conas di 150 crediti nel prossimo triennio

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto