Corona virus

Pubblichiamo la nota del capo del Corpo riguardo le celebrazioni di S. Barbara e al differimento della consegna dei diplomi di benemerenza del CNVVF e delle Onorificenze dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana

Governo apra a confronto, servono assunzioni, sicurezza e contratti

“Basta attacchi pretestuosi: siamo responsabili. Il Governo piuttosto apra al confronto con noi”. Così i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, in merito alle reazioni suscitate dalla proclamazione dello sciopero della Pa per il prossimo 9 dicembre.

“Siamo sottoposti alla legge che regola lo sciopero nei servizi essenziali – affermano i quattro dirigenti sindacali -. Forse non tutti sanno, e tra questi la Ministra viste le sue dichiarazioni, che la legge tutela la necessaria continuità assistenziale, quindi non tutti possono scioperare quando si proclama uno sciopero nel settore pubblico. Ai cosiddetti contingenti minimi esclusi dalla legge, cioè il personale che viene precettato per garantire la continuità dei servizi ai cittadini, si sommeranno anche quelli che sono impegnati nell’emergenza Covid e che non faremo astenere dal lavoro, per cui la percentuale degli abilitati ad esercitare il diritto di sciopero si riduce. Il nostro obiettivo non è bloccare i servizi ma esprimere il nostro dissenso”.

La ministra Dadone, proseguono i segretari delle categorie di Cgil, Cisl e Uil, “ha parlato di blocco del Paese esasperando i toni, per coprire la responsabilità della tensione sociale determinata dall’assenza di confronto con le categorie nonostante le nostre reiterate richieste. Quale datore di lavoro rinnova un contratto senza neanche un confronto con il sindacato? È una forzatura di retaggio populista semplificare la vertenza generale sul lavoro pubblico che abbiamo intrapreso da mesi, e che riguarda il piano straordinario di assunzioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rinnovo del contratto per tutti i settori pubblici, ovvero funzioni locali, sanità e funzione centrali, alla mera richiesta di più salario per gli ‘statali’, quasi a volerne dare un’accezione negativa”.

Si tratta di lavoratori, precisano, “che hanno retribuzioni molto diverse e che sono tutt’altro che privilegiati, dai sanitari agli educativi, dalle forze dell’ordine ai lavoratori che in tutte le pubbliche amministrazioni svolgono una funzione essenziale. È proprio questa mancanza di rispetto che ha prodotto la rottura e di certo non è dipeso dal sindacato. Noi non ci fermeremo: non bloccheremo i servizi, assisteremo i cittadini, ma il 9 dicembre protesteremo anche con forme innovative che non compromettano il lavoro e i servizi ma faranno sapere al Governo che su assunzioni, sicurezza e contratti continueremo con le azioni programmate fino a che non ci saranno risposte”, concludono.

‘Esprimiamo stima per il lavoro del Procuratore, ma respingiamo fermamente quanto da lui sostenuto’

“Riteniamo essere gravi le affermazioni del procuratore Gratteri sulla Polizia Penitenziaria, auspichiamo una giusta rettifica”. Così la Fp Cgil Polizia Penitenziaria in merito alle parole del procuratore capo di Catanzaro, pronunciate ieri su La7 ospite di ‘Otto e mezzo’, relativamente al posizionamento di inibitori di cellulari nelle carceri che, secondo Gratteri, ‘provocherebbe la rivolta della Polizia Penitenziaria perché, invece di controllare cosa succede nelle carceri, non potrebbero più giocare con i telefonini’.

“Pur riconoscendo e apprezzando lo spessore istituzionale del magistrato – afferma il coordinatore Nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Stefano Branchi -, non condividiamo assolutamente quanto da lui dichiarato. Si tratta di affermazioni gravi e lesive dell’immagine del corpo di Polizia Penitenziaria, per il nobile e orgoglioso lavoro quotidiano di donne e uomini al servizio dello Stato. I nostri poliziotti penitenziari e le nostre poliziotte penitenziarie garantiscono sicurezza, svolgono attività preventiva, repressiva, di osservazione e trattamento, allo stesso tempo salvano vite umane, in condizioni lavorative sempre più difficili e articolate, specie in questo periodo emergenziale e preoccupante. Certamente non ‘giocando al cellulare’, strumento, tra l’altro, non consentito neanche per uso personale durante il servizio. Auspichiamo e chiediamo una giusta rettifica, così da poter evidenziare meritata nitidezza alla Polizia Penitenziaria”, conclude.

Tutte le informazioni su come chiedere l’anticipo della liquidazione

Dopo 22 mesi si chiude il cerchio per richiedere l’anticipo del Tfs/Tfr. A circa due anni dalla approvazione dei diversi atti legislativi, con la circolare dell’INPS n 130, si potrà finalmente procedere a richiedere la certificazione al proprio Ente erogatore (generalmente si tratta dell’Inps) per ottenere l’anticipo del Tfs/Tfr. L’importo massimo erogabile è 45 mila euro. La norma è applicabile esclusivamente ai dipendenti pubblici che accedono o che hanno avuto accesso, prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 4/2019, con la Pensione Anticipata, di Vecchiaia o nella cosiddetta quota 100.

Dopo l’approvazione del regolamento e dell’accordo quadro tra il Ministero del Lavoro e l’ABI, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 settembre, che ha tra le altre cose fissato il tasso d’interesse e le condizioni che disciplineranno il prestito, si potrà presentare la domanda di certificazione all’Inps, anche tramite il Patronato.

Le procedure per ottenere l’anticipo del trattamento di liquidazione sono indicate nella nostra guida “Tre opportunità per anticipare pensione e liquidazione”

La Circolare che riassume le regole previste dalle disposizioni legislative, fornisce alcune precisazioni in modo particolare sulla tempistica per ottenere il prestito “La Struttura territoriale competente deve provvedere a rilasciare la certificazione all’utente entro il termine di 90 giorni dalla data della domanda (cfr. l’art. 5, comma 2, del D.P.C.M. n.51/2020), rendendola disponibile per l’utente nell’Area riservata del cittadino del Portale INPS”.

Dopo il rilascio della certificazione dell’INPS, i pensionati, potranno utilizzarla a tale fine anche decorsi i 15 giorni lavorativi dal rilascio della stessa. “A decorrere dalla data di pubblicazione della presente circolare, la Struttura territoriale competente dovrà obbligatoriamente effettuare, entro il termine di 30 giorni, dalla notifica dell’avvenuta conclusione del contratto, le verifiche necessarie a confermare o modificare la somma precedentemente certificata. Le risultanze di tale verifica dovranno essere comunicate all’istituto bancario/finanziario attraverso la conferma della avvenuta notifica del contratto di cessione (c.d. presa d’atto)”.

Infine, nella piattaforma del Dipartimento della Funzione Pubblica, si potranno consultare tutte le regole, le procedure da attivare e gli istituti di Credito accreditati, attualmente 9, per la stipula del Contratto di anticipo del TFS-TFR.

Dovremmo essere arrivati all’atto finale, purtroppo visto il lungo tempo trascorso molte lavoratrici e lavoratori non avranno più interesse a richiedere l’anticipo della propria liquidazione, inoltre la norma esclude dal diritto i lavoratori che utilizzano l’uscita come Precoci, Opzione Donna e ApeSocial. Con l’applicazione del DL si accorciano le distanze, per garantire maggior equità, tra le tante diseguaglianze tra i Lavoratori Pubblici e i Lavoratori privati.

Come Fp Cgil ribadiamo il nostro impegno per ottenere nuove regole per tutti i lavoratori pubblici.

Hai contratto il Covid-19 sul lavoro?
È un infortunio ed essere tutelato è un tuo diritto.

Inail considera alcune tipologie di lavoro ad elevato rischio di contagio. Per tutti questi casi vale la presunzione semplice di origine professionale, si presume cioè che il virus sia stato contratto in occasione di lavoro: professionisti sanitari, tutti, tecnico-sanitari e socio-sanitari e tutte le professioni che sono a diretto contatto con l’utenza in ambienti sanitari o a elevato rischio di contagio.

In tutti gli altri casi, se si ritiene di aver contratto il virus in occasione di lavoro, serve un accertamento medico-legale e l’onere della prova è a carico del lavoratore.

Il datore di lavoro, pubblico o privato, ha l’obbligo di denunciare l’infortunio

Il medico ha l’obbligo di trasmettere il certificato che attesti l’infortunio.

Tu puoi rivolgerti alla Funzione Pubblica Cgil e al Patronato Inca Cgil del tuo territorio per saperne di più ed essere tutelata/o.

Scarica in basso il volantino e, per sapere come accedere alle tutele Inail, rivolgiti al tuo delegato Fp Cgil o al patronato Inca Cgil più vicino, oppure scrivi a tutela.covid@inca.it

Pubblichiamo la nota di chiarimento della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito all’utilizzo del supporto SIPEC

La nuova versione del Protocollo Condiviso Vigente di Regolazione delle Misure per il
Contrasto della Diffusione del Virus Covid 19 negli Ambienti di Lavoro è stata definita
durante la riunione di ieri 16 novembre 2020.

Il nuovo protocollo applica alla realtà ACI le norme recentemente emanate (in primis il
DPCM del 3 novembre u.s.) e le coordina con le precedenti disposizioni ancora vigenti,
assicurando le massime garanzie ai lavoratori a tutela della salute
Con esso si applicano in ACI le norme recentemente emanate (in primis il DPCM del 3
novembre u.s.) e di coordinarle con le precedenti disposizioni ancora vigenti, allo scopo di
contemperare le cd. “esigenze di servizio” con quelle di tutela della salute dei lavoratori
ACI nonché della clientela e di tutti coloro che hanno accesso alle sedi dell’Ente (es:
fornitori, addetti alle pulizie, ecc.).

La principale novità di impianto del documento consiste nella previsione di una
disciplina differenziata da applicare negli uffici – in coerenza con la divisione dell’Italia in
“zone” che, mediante diverso colore, indicano il rischio epidemiologico in atto (rosso = alto
rischio – arancione = rischio medio alto – giallo = rischio medio).

UFFICI ACI DELLE REGIONI/ZONE ROSSE :
Negli Uffici Aci presenti in queste zone trovano immediata applicazione le
contrattazioni territoriali di terzo livello derivanti dall’attuazione del Protocollo condiviso di
regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-
19 negli ambienti di lavoro del 6 maggio 2020.
Infatti, la 1a versione del Protocollo ACI prevedeva anche l’individuazione delle cd.
“attività indifferibili da rendere in presenza” e, pertanto, appare assolutamente coerente
con quanto previsto dal citato ultimo DPCM del 3 novembre u.s.
Per tutte le Sedi Aci ubicate nelle regioni/zone rosse non vi è quindi necessità di una
nuova contrattazione territoriale di Sede.

UFFICI ACI DELLE REGIONI/ZONE ARANCIONI :
Negli Uffici Aci presenti i queste zone trovano immediata applicazione le contrattazioni
territoriali di terzo livello vigenti a seguito dell’attuazione della prima integrazione/modifica
del Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della
diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro del 5 giugno 2020.
Anche per tutte le Sedi Aci ubicate nelle regioni/zone arancioni, quindi, non vi è necessità
di una nuova contrattazione territoriale di Sede.

UFFICI ACI DELLE REGIONI/ZONE GIALLE :
Per tutti gli Uffici dell’Ente (compresa la Sede Centrale ACI) ubicati nelle zone gialle è
invece necessario procedere alla contrattazione territoriale di sede (cd. contrattazione di
3° livello), allo scopo di applicare quanto previsto dall’allegato protocollo.
Viene confermato il limite massimo di presenza fisica nelle Sedi dell’Ente ( pari al 50%
del forza in ruolo dell’ufficio escluso i “fragili” )
La contrattazione territoriale dovrà definire la percentuale di smartworking da assicurare
che deve essere la più elevata possibile e comunque pari almeno al 50% delle giornate
lavorative mensili nonché i criteri di rotazione . Si dovrà tenere conto dei criteri indicati dal
DM della Funzione pubblica del 19 ottobre 20202 ovvero delle condizioni di salute del
dipendente e dei componenti del nucleo familiare di questi, della presenza nel medesimo
nucleo di figli minori di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di
domicilio e la sede di lavoro, nonché del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto
utilizzati e dei relativi tempi di percorrenza.
I dipendenti già dichiarati fragili hanno diritto a prestare la proprio attività lavorativa in
modalità agile; qualora gli stessi intendano rientrare in servizio in presenza, sono tenuti a
presentare formale richiesta da inoltrare al Medico competente per una sua valutazione.
Rimangono in smartworking totale , salvo diversa volonta’, anche i lavoratori dipendenti
disabili nelle condizioni di cui all’art. 3, comma 3, della L. .104 o che abbiano nel proprio
nucleo familiare una persona con disabilità nelle condizioni di cui all’art. 3, comma 3, della
L. n. 104.

L’Amministrazione ha voluto garantire il servizio al pubblico tramite gli sportelli PRA .
Per contemperare tale esigenza con la indicazione normativa di garantire il massimo dello
smartworking anche nella zona gialla , è previsto per gli sportelli PRA un numero minimo
e massimo di appuntamenti che gli uffici devono garantire. Il numero degli appuntamenti è
diverso a seconda del numero di dipendenti assegnati agli uffici territoriali.
E’ demandata in ogni caso alla contrattazione di terzo livello la definizione dei criteri di
apertura degli sportelli.

In presenza di criticità che non consentono il rispetto del numero minimo di appuntamenti
previsti, le stesse potranno essere evidenziate nella contrattazione territoriale anche allo
scopo di intervenire con proposte migliorative in termini di organizzazione.
Chiaramente, la situazione è dinamica, in quanto legata all’andamento dell’epidemia e,
quindi, è ben possibile che uno o più Uffici Territoriali ACI transitino da una zona di un
determinato colore ad altro colore, seguendo le eventuali disposizioni / delibere assunte in
sede nazionale o locale. In tale eventualità, vanno seguite dagli Uffici Territoriali ACI (in
modo altrettanto dinamico) le disposizioni sopra sintetizzate.

Le Organizzazioni Sindacali scriventi ritengono il protocollo firmato un utile strumento per
organizzare adeguatamente il lavoro negli uffici garantendo nel contempo il rispetto delle
condizioni di prevenzione e sicurezza della salute sui luoghi di lavoro. Consente, infatti,
un facile adeguamento della organizzazione in caso di modifiche della qualificazione delle
zone e assicura comunque la maggior tutela anche nelle zone gialle dove sarà la
contrattazione territoriale a definire la maggiore percentuale possibile di smartworking
considerate le condizioni e peculiarità del singolo ufficio. Solo attraverso il proficuo
confronto fra le parti, improntato a principi di correttezza ma anche ,data la situazione, di
ragionevole prudenza, sarà possibile giungere ad una soluzione soddisfacente che
contemperi veramente nel concreto le esigenze di garanzia dei servizi e quelle di
salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini tutti.

A margine della riunione abbiamo chiesto all’Amministrazione di avere una risposta
definitiva sui buoni pasto in smartworking e, visto che nella prossima settimana dovremmo
avere delle riunioni per il CCI 2019, di inserire al primo punto del prossimo incontro
questa questione.

 

 FP CGIL ACI
D. Figliuolo

FP CISL ACI
M. Semprini

UILPA ACI
P. Piccirilli

CONFSAL UNSA ACI
A.G. Cappelli

Assumere gli idonei per rispondere alle gravi carenze di organico nella Pa ora è possibile.
Tutte le amministrazioni del comparto delle Funzioni Centrali, per una disposizione del dipartimento della Funzione Pubblica, dovranno comunicare entro il 30 novembre le graduatorie concorsuali vigenti per il reclutamento di personale dirigenziale e non dirigenziale a tempo indeterminato.
Una prima risposta che può determinare un parziale recupero delle gravi carenze di organico che segnano le Pa da oltre 10 anni, tra tagli e blocco delle assunzioni, passando per gli effetti di quota 100 e legge Fornero.
Ora il governo dovrà dare concreto seguito permettendo l’effettiva assunzione con più risorse nella legge di bilancio: le assunzioni finora previste sono ancora insufficienti e non danno risposta a tutte le amministrazioni in sofferenza.
Sostieni questa battaglia, iscriviti alla Fp Cgil per difendere i tuoi diritti.

Stabilizzazione lavoratori Genio Campale, esiti seconda riunione

Si è tenuto oggi il secondo incontro con la Direzione generale di Persociv sul tema in oggetto.
Nell’ambito della discussione, come richiesto dalla FP CGIL nella precedente riunione, è stata data comunicazione dell’inserimento nei bandi in corso di emanazione di due ulteriori criteri di valutazione: l’attuale carico famigliare del lavoratore e la tutela dovuta nei riguardi dell’eventuale invalidità civile dichiarata.

Il confronto poi si è concentrato sullo spinoso tema delle destinazioni di servizio fornite dall’Amministrazione (tra l’altro solo per il bando per la II Area – F1) che ha visto un iniziale irrigidimento della posizione tenuta dal Direttore Generale, cui la FP CGIL ha risposto con fermezza: non è possibile prendere in considerazione proposte di assegnazione disperse su tutto il territorio nazionale, distanti centinaia di chilometri dalle attuali sedi residenza e/o servizio dei lavoratori (e delle loro famiglie) che prestano la loro opera da anni in quei territori.

È stato ribadito con forza che per la scrivente è necessario cambiare radicalmente l’impostazione stessa della procedura: se di stabilizzazione si tratta, allora è indispensabile che il lavoratori precari ottengano la trasformazione del loro contratto da tempo determinato a indeterminato, senza subire “deportazioni” da province o regioni tra loro lontanissime (si pensi alle decine di lavoratori della Sicilia e Sardegna o a quelli della Puglia, che, in alcuni casi, non troverebbero quasi nessuna utile collazione sui territori di
attuale residenza/servizio) e senza dover soggiacere al ricatto di dover stravolgere la propria condizione di vita per non perdere un occasione di regolarizzazione attesa da anni.

Per la FP CGIL è inaccettabile discutere in maniera fredda e asettica di argomenti di questa natura; dietro i numeri ci sono vite, persone, famiglie e figli, che meritano, anzi hanno il diritto, di venire trattati con dignità e rispetto.
Questa O.S. ha concluso il proprio intervento chiedendo che se non si fossero percorse tutte le possibili alternative (aggiornamento delle Tabelle Organiche, inclusione di tutte le sedi di servizio limitrofe a quelle di attuale residenza e/o impiego, previsione delle vacanze organiche 2021/2022 per collocamento in quiescenza di personale con le medesime qualifiche) utili a garantire la conferma dei lavoratori presso le proprie sedi di residenza/servizio, si sarebbe mobilitata per avere un immediato confronto politico con il Ministro della Difesa, denunciando anche i rischi di una sostanziale vanificazione della procedura autorizzata dal legislatore e degli sforzi e delle risorse fino ad ora investite, ottenendo così il rinvio del tavolo alla prossima settimana.

Al termine della riunione la Dr.ssa Gabriella Montemagno, Direttore Generale di Persociv, in esito alla fermezza dell’intervento prodotto dalla FP CGIL, ha comunicato la sua disponibilità a intervenire presso SMD e i singoli Stati Maggiori di F.A. coinvolti, al fine di ottenere una revisione completa del piano di individuazione delle sedi di previsto  impiego, in grado di soddisfare le legittime aspettative di tutti.
Sarete come di consueto tempestivamente informati circa l’esito della prossima riunione.

 

 

p. la FP CGIL Nazionale
Francesco Quinti
Roberto De Cesaris

“Preso atto dell’esito del confronto tra Governo e le Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, in mancanza delle necessarie risorse  per lavorare in sicurezza , per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi CCNL Sanità Pubblica, Funzioni Locali e Funzioni Centrali, le categorie Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa proclamano lo sciopero nazionale di comparto per il giorno 09/12/2020 per l’intera giornata o turno di lavoro, con la garanzia dei servizi minimi essenziali previsti”. Lo dichiarano, in una nota stampa, i Segretari Generali delle categorie della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi, Nicola Turco.

Conferenza Stampa Mercoledì 18 novembre 2020 ore 13.00 via Zoom

Le organizzazioni sindacali della medicina generale e della pediatria di libera scelta Federazione CIPe SISPe SINSPe, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, La.Pe.L, SIMET, SMI, SNAMI, denunciano le condizioni di malessere della categoria medica e annunciano lo stato di agitazione.

Siamo davanti ad una tragedia che sta investendo i cittadini e il mondo delle professioni mediche. Sono duecento i colleghi morti sul lavoro dall’inizio della pandemia. In questa seconda fase della pandemia stiamo assistendo non solo al collasso degli ospedali e dei pronto soccorso, ma anche al collasso del territorio.

I medici di medicina generale stanno continuando a svolgere, in piena pandemia, la loro l’attività ordinaria, tra mille difficoltà, considerando la contrazione dei servizi specialistici, ormai tutti shiftati verso la cura della covid, nei confronti dell’utenza. Attività ordinaria che consiste nel curare pazienti neoplastici, diabetici, oncologici ed in più si occupano della presa in carico dei malati covid che devono essere monitorati a domicilio (se ne ricovera mediamente 1 su 35) con tutte le prescrizioni relative alle disposizioni di quarantena e fine quarantena. Un carico di lavoro che sta aumento in maniera esponenziale e che non è più sostenibile.

I medici sono sottoposti a turni di lavoro massacranti anche a causa di colleghi malati di covid.

Sono, infatti, più di 20mila i sanitari infettati, tra cui i medici di medicina generale, (lasciati spesso senza protezioni e DPI) con gli ambulatori scoperti per i quali a volte non si riesce a trovare sostituti; chi rimane deve svolgere il lavoro anche per altri!

Fino adesso, davanti a queste condizioni drammatiche non abbiamo visto alcun investimento strutturale per potenziare la rete territoriale della medicina generale, con l’assunzione delle Usca, con il potenziamento degli organici degli uffici di igiene e sanità pubblica, con la previsione di nuove assunzioni dei medici di medicina generale convenzionati, di guardie mediche, di medici d118 e medici penitenziari e dei pediatri di libera scelta .Chiediamo tutele per tutti i colleghi ammalati senza copertura Inail.

Per queste ragioni dichiariamo lo stato di agitazione per segnalare all’intera opinione pubblica i rischi del tracollo della medicina territoriale e conseguentemente le serie ripercussioni sulla popolazione .

In basso il documento sindacale d’indizione dello stato di agitazione

Di seguito il link della conferenza stampa.
Il Sindacato Medici Italiani (SMI) ti sta invitando a una riunione pianificata in Zoom che sarà trasmessa anche in diretta Facebook.
Entra nella riunione in Zoom
 https://us02web.zoom.us/j/81400377327

Continua l’informazione su salute e sicurezza della Fp Cgil VVF con la rubrica n° 20 della Particella Pazza, la prevenzione e la sorveglianza sanitaria sono fondamentali  per la sicurezza, la salute e il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo

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