“In cammino… dal #MeToo alla Convenzione ILO 190. Contro la violenza di genere nei posti di lavoro”. Questo il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fp Cgil per mercoledì 25 novembre, alle ore 10.30, in diretta Facebook su @fpcgil (fb.me/fpcgil). In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un momento di confronto a cui parteciperanno diverse personalità della politica, associazioni e anche lavoratrici e lavoratori con la propria testimonianza.
“Nelle storie di donne vittime di abusi e molestie sessuali – spiega il sindacato -, spesso accade che la vittima non abbia la forza e il coraggio di denunciare l’accaduto, per vergogna o paura di non essere creduta. Figuriamoci sul luogo di lavoro, dove si aggiunge il timore di subire delle ritorsioni a livello professionale, oltre che personale. Ma se, anche in questo contesto, ci fosse una pari dignità tra colleghi uomini e colleghe donne (dalla possibilità di carriera alle retribuzioni), faremmo grandi passi avanti per riuscire a scardinare la violenza”.
Queste le riflessioni che danno origine al dibattito cui parteciperanno: Laura Boldrini (ex presidente della Camera dei Deputati), Laura Carafà (prof. di diritto del lavoro all’Università di Verona), Susanna Camusso (responsabile politiche di genere Cgil), Elisa Ercoli (presidente Differenza Donna), Francesca Gagliarducci (vice segretaria generale Presidenza del Consiglio dei Ministri), Wendy Paula Galarza Quinonez (Filcams Cgil), Serenella Molendini (vice consigliera nazionale di parità), Serena Sorrentino (segretaria generale Fp Cgil), Manuela Tomei (direttrice Dipartimento condizioni di lavoro e pari opportunità dell’ILO), Valeria Valente (senatrice e presidente Commissione parlamentare d’inchiesta su femminicidio e violenza di genere) e Lara Verbigrazia (politiche di genere Fp Cgil). A coordinare i lavori Flavia Fratello, giornalista di La7. Ci sarà, inoltre, il contributo di lavoratrici e lavoratori che daranno la propria testimonianza.
Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF,Uil Pa VVF, Confsal VVF, Usb e Conapo in merito alla carenza degli organici assegnata al Comando.
Pubblichiamo la nota inviataci della Direzione Centrale Risorse Finanziarie a seguito delle richieste fatte pervenire dalla Fp Cgil VVF, con la quale definisce le modalità di rimborso per gli aventi diritto in riferimento alla detassazione dell’indennità d’immersione per il settore Smzt
Pubblichiamo la nota nella quale ribadiamo la necessità di intraprendere la discussione attraverso un tavolo di confronto con l’Amministrazione riguardo l’ organizzazione del settore specialistico dei sommozzatori e chiediamo la sospensione dell’accordo tra il corpo di Volontari smzt e il Commando di Bergamo in quanto necessita di un approfondimento da parte del Dipartimento.
Pubblichiamo la nota del Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF, in merito alla richiesta di sospensione dell’accordo operativo tra il Comando VVF di Bergamo e l’ente Volontario sommozzatori per scenari operativi di soccorso acquatico
Crescita Professionale – Salario Accessorio Indennità – Stress Lavoro Correlato
Non ci stancheremo di rivendicare il diritto ad avere una controparte in grado di dialogare e condividere con le organizzazioni sindacali le soluzioni a problemi reali legati al Lavoro e capace di farlo “nei modi giusti” e di essere poi in grado di intervenire, conseguentemente, nei “giusti” modi. Il cambiamento passa anche da questo: dalla capacità dell’Amministrazione – e dalla sua volontà – di occuparsi di problemi reali come, ad esempio, il tempestivo rispetto di quanto convenuto negli accordi sindacali. Ad oggi non troviamo una risposta sindacalmente degna in merito al mancato rispetto delle aspettative di tutti i colleghi: nessuna tempistica certa in merito ai passaggi tra le aree, alle progressioni, alla liquidazione di alcune indennità (a titolo non esaustivo in merito alla sicurezza), al CUT 2018 e potremmo continuare l’elenco. Il livello della qualità relazionale è quindi grave e, stando così la situazione, potrebbe anche precipitare ulteriormente. L’assenza di informazioni e il continuo procrastinare l’esecuzione degli accordi da parte del Ministero lascia spazio a “voci di corridoio”, “strumentalizzazioni” e ad azioni che nel complesso aumentano le aspettative minando (se ancora ci fossero margini…) il senso di appartenenza dei colleghi a questa Amministrazione. Questo atteggiamento, un datore di lavoro lo conosce bene, incide sul benessere organizzativo e sullo stress lavoro correlato. Rivendichiamo il tempestivo rispetto degli impegni assunti al Tavolo da parte del Ministero. Ma non ci fermiamo qui. Vogliamo sfidare il Ministero, sollecitandolo a consentire a tutti i dipendenti di partecipare alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato soggettivamente percepito attraverso la somministrazione di un questionario per la rilevazione dei rischi –con la garanzia della tutela dell’anonimato- e non attraverso gruppi selezionati di colleghi. Evidenziamo che il fine dell’indagine “rischio stress lavoro-correlato” è quello di far emergere territorialmente le criticità, consentendo in fase di elaborazione dei dati raccolti di approfondirne le cause e sviluppare interventi che offrano soluzioni durevoli e specifiche.
Affrontare il tema aggirando le possibili cause scatenanti del “malessere organizzativo” senza intervenire concretamente alla fonte delle criticità –alcune più volte riscontrate da questa Organizzazione- è riduttivo e potenzialmente non utile allo scopo. Più volte l’amministrazione ha evidenziato quanto profonda fosse l’attenzione nei confronti del personale. Dai riscontri e dalla nostra esperienza quotidiana questo sembra uno più uno slogan che un reale intendimento… Pertanto, invitiamo l’amministrazione ad offrire un sollecita esecuzione degli accordi intercorsi e convochi le Organizzazioni sindacali per definire un programma di misure a sostegno del benessere organizzativo.
FP CGIL Nazionale -MEF
Daniele Gamberini
Il confronto sulla nuova dotazione organica
Abbiamo avuto venerdì scorso il primo confronto con l’Amministrazione sulla nuova dotazione organica.
Propedeuticamente all’incontro ci è stata fornita la documentazione inerente la nuova proposta
e da questo abbiamo potuto trarre le prime preliminari osservazioni:
anzitutto non ci troviamo in una vera e propria rimodulazione complessiva ma sostanzialmente di
una operazione che ha riguardato la definizione degli organici degli Uffici di nuova costituzione, attuata attraverso lo spacchettamento delle Soprintendenze ed alcuni ex Poli Museali, nonché dalla
costituzione ex novo degli organici degli Istituti Centrali neo istituiti e della integrazione e/o di
quelli delle Direzioni Generali a seguito di inserimento di nuove competenze e della rimodulazione
di altre. Questo peraltro ha comportato la necessità di rivedere i numeri all’interno delle aree, per reperire i minimi fabbisogni utili ad incrementare gli organici degli Uffici sopra elencati, con una diminuzione consistente delle previsioni in prima area, ed in piccola parte in seconda, ed il recupero
nelle aree superiori di nuove posizioni.
Una operazione indolore, in quanto ha interessato postazioni vacanti, che alla fine, per rispettare il limite complessivo del costo del lavoro, produce una previsione numerica ridotta di 52 unità, portando La dimensione complessiva appena sotto le 19 mila unità.
Quindi una revisione che rappresenta più che altro un restyling del DM del 2016 che viene adattato
alla nuova dimensione macro organizzativa. E questa è la prima obiezione di fondo che abbiamo
mosso: a nostro avviso è mancato il coraggio di affrontare complessivamente la questione dei fabbisogni ed in questo caso è stata la fretta a farla da padrona, come esplicitamente dichiarato all’amministrazione.
L’altra osservazione preliminare che ci pare doveroso fare è che nella determinazione degli organici
non ci risulta siano state coinvolte le strutture direttamente coinvolte nell’operazione e questo ha
prodotto criticità ad esempio negli spacchettamenti delle Soprintendenze, in particolare per quel che
riguarda una corretta identificazione dei carichi lavorativi. Sulla nuova proposta ha lavorato una
Commissione ministeriale, ma riteniamo che sarebbe stata più che opportuno un coinvolgimento
preventivo dei dirigenti periferici, che rimane ancora possibile e auspicabile.
Ancora: è evidente che il passaggio sugli organici resta il momento propedeutico e non quello finale
di un percorso. Per tale motivo il tavolo sindacale unanime ha chiesto che vengano aperti tavoli tecnici finalizzati ad alcuni temi complementari ed imprescindibili: la mobilità volontaria, i passaggi
orizzontali, la riqualificazione del personale interno ed il piano assunzionale 2021/2023, per il quale
l’Amministrazione ha annunciato una informativa a breve.
Cosa succede adesso? Noi presenteremo le nostre osservazioni entro mercoledì prossimo ed a tal riguardo chiederemo di acquisire le osservazioni che ci arriveranno dai territori più direttamente interessati dai cambiamenti. Vedremo se e quanto verranno recepite ma ci pare opportuno richiamare alcuni ostacoli che non possono essere superati: non si può chiedere di aumentare i numeri, perché è
una richiesta che non verrà accolta in ogni caso poiché comporterebbe la revisione complessiva degli
organici, operazione che in questa fase è stata esclusa dall’amministrazione. Si può chiedere invece
il riequilibrio delle previsioni laddove, come già segnalato, ci sono delle incongruenze negli
spacchettamenti e nella identificazione degli specifici fabbisogni professionali. Quindi nei prossimi
giorni contatteremo direttamente le strutture interessate per avere le osservazioni sul merito e concordare il documento da presentare all’amministrazione.
Vogliamo precisare infine che noi non condividiamo affatto i toni ultimativi che abbiamo sentito ieri
sul tavolo da parte di alcuni colleghi, a fronte della disponibilità espressa dall’Amministrazione ad
affrontare i temi sopra elencati. Qui non si tratta di approvare o meno la nuova dotazione organica
in quanto la materia non prevede accordi sindacali, si tratta di tentare di apportare alcune modifiche
che rendano meno difficoltosa la riorganizzazione degli uffici. Perché se avessimo dovuto ragionare
sulla base del giudizio complessivamente critico che abbiamo dato alle varie riorganizzazioni che
hanno afflitto il ministero non ci saremmo dovuti nemmeno sedere al tavolo nazionale. Abbiamo altri
temi da proporre alla mobilitazione dei lavoratori e sono quelli contenuti nella vertenza generale
unitaria che ha portato all’indizione dello sciopero il 9 dicembre prossimo. Sciopero la cui riuscita è
essenziale e che ci deve vedere tutti impegnati a tale scopo.
Per questi motivi ci sentiamo invece di apprezzare la disponibilità al confronto espressa sul tavolo
dalla delegazione di parte pubblica che si è concretizzata in una prima convocazione per mercoledì
prossimo per definire la composizione ed una calendarizzazione dei tavoli tecnici tematici che a nostro avviso debbono partire dalla mobilità volontaria, per evitare i soliti tentativi di accaparramento
di personale di cui alcuni primi segnali ci sono giunti da Roma e Bologna.
Vi terremo tempestivamente informati sugli sviluppi
FPCGIL Nazionale
Claudio Meloni
PROFESSIONISTI:
SIAMO ANCORA A ZERO
Ci avviamo ormai verso la fine dell’anno e non sono state ancora nemmeno avviate le trattative per il CCNI 2020 Professionisti e Dirigenti.
Questa prassi, in verità abituale e già tante volte denunciata, risulta tuttavia quest’anno particolarmente pregiudizievole.
Come già più volte segnalato, il nuovo CCNL (2016/2018) ha introdotto delle novità importantissime:
– innanzi tutto il CCNI da quest’anno avrà durata triennale e non più annuale (salvo per quanto attiene la ripartizione del fondo fra le varie finalità di utilizzo);
– viene introdotta inoltre la differenziazione della retribuzione di risultato tra professionisti, sulla base dei diversi livelli di valutazione della performance raggiunti, secondo criteri da definirsi in sede di contrattazione integrativa;
– ancora, i criteri dei sistemi di valutazione della performance sono ora oggetto di confronto in sede sindacale.
E’ da tempo, da molto prima dell’entrata in vigore del CCNL 2016/2018, che la CGIL chiede (e l’amministrazione promette) tavoli tecnici per la realizzazione di un sistema oggettivo di valutazione dell’attività dei professionisti: basato per un verso sulla misurazione ponderata dei carichi di lavoro, da effettuarsi attraverso procedure informatiche aggiornate ed utili a censire tutti i prodotti dell’attività
professionale; per altro verso su criteri di valutazione della prestazione individuale oggettivi ed uniformi sul territorio, e non rimessi alla libera interpretazione del singolo valutatore.
Oggi, alla luce delle novità introdotte dal CCNL, l’apertura di tali sessioni tecniche e negoziali non è più rinviabile.
Invitiamo ancora una volta l’amministrazione ad aprire tali sessioni in un clima di confronto vero con tutte le OO.SS., evitando di proporre ancora una volta un prodotto preconfezionato (o preconcordato).
Lo stesso invito reiteriamo ancora una volta per quanto riguarda la revisione dei regolamenti sull’attribuzione degli incarichi di coordinamento e sull’attribuzione dei livelli differenziati di
professionalità.
Materie rispetto alle quali il metodo del prodotto preconfezionato (o preconcordato) ed immodificabile ed il rifiuto di un reale confronto sindacale hanno portato a discipline fortemente divisive, che hanno svilito la professionalità e l’indipendenza dei professionisti dell’Istituto, generando un evitabilissimo contenzioso giudiziario (che vede peraltro l’amministrazione soccombente).
Anche in questo caso non si può più rinviare.
Risulta infatti impossibile oggi, vigente il nuovo CCNL, andare all’attribuzione di incarichi di coordinamento o di livelli differenziati di professionalità sulla base di procedure apertamente difformi dalle norme contrattuali.
Roma, 20 novembre 2020
FP CGIL FP CGIL
Maria Assumma Matteo Ariano
Giuseppe Cipriani Antonella Trevisani
Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione dove si ribadisce la necessità di provvedere a sanare la situazione del personale del settore Telecomunicazione.
Nel Consiglio dei Ministri n. 78 del 21 novembre 2020, su proposta del Ministro dell’Interno Dott.ssa Luciana Lamorgese, il prefetto Dott.ssa Laura Lega assume l’incarico di Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.
A nome della FP CGIL e del Coordinamento Nazionale FP CGIL Vigili del Fuoco esprimiamo alla Dott.ssa Lega le nostre congratulazioni per l’attribuzione del prestigioso incarico di Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile.
Restiamo in attesa di incontrarla personalmente quanto prima anche al fine di confrontare, con spirito di collaborazione e disponibilità, i reciproci punti di vista.
Un Sottosegretario di Stato deve sempre dimostrare la sua imparzialità, in particolare nei riguardi delle Organizzazioni Sindacali.
Per questa sua mancanza abbiamo ritenuto doveroso inviare una nota al Ministro dell’interno, Dott. Luciana Lamorgese, al fine di ottenere chiarimenti in merito al filmato pubblicato dall’On. Carlo Sibilia sulla pagina personale di Facebook.
Inaccettabile l’eccessivo e spudorato schieramento di parte messo in campo da chi, al contrario, dovrebbe rappresentare lo Stato, il suo rigore e la sua imparzialità.
Ci spiace Onorevole ma questa volta ha esagerato.
Pubblichiamo il resoconto dell’incontro tenutosi in videoconferenza, in merito lo schema di decreto Ministero dell’Interno recante modifiche al D.M. 29 gennaio e al D.M. 02 dicembre 2019