Pubblichiamo la nota del Coordinamento provinciale di Bari inviata al Dirigente

Roma, 12 marzo 2020

Ai Segretari Generali regionali e territoriali di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL

Ai Segretari regionali e territoriali con delega alla Sanità Privata di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL

OGGETTO: esito incontro urgente AIOP ed ARIS per problematiche gestione personale emergenza COVID-19

Care amiche e amici, care compagne e compagni,
come anticipato nella giornata di martedì 10 marzo si è svolto l’incontro da noi richiesto, in videoconferenza, con i rappresentanti di Aiop ed Aris Nazionale con l’obiettivo di chiarire le diverse modalità di copertura delle eventuali assenze dovute alla situazione di emergenza da Covid-19.
Nello specifico il chiarimento si è reso necessario per la nota inviata da Aiop nazionale a tutte le loro strutture, elaborata dalla loro consulente, che conteneva a nostro giudizio alcune incongruenze con le diverse disposizioni adottate dal Governo, anche in ragione del fatto che risulta elaborata prima dell’emanazione dei provvedimenti dal 2 marzo ad oggi.
Abbiamo purtroppo dovuto prendere atto che, nonostante i tentativi di giungere all’elaborazione di una serie di indicazioni condivise da inviare a tutte le strutture e a tutti i lavoratori, in particolare i rappresentanti dell’Aiop non hanno minimamente colto l’enorme sforzo che tutto il personale che opera in sanità sta facendo, pretendendo di inserire nella nota elementi per noi assolutamente inutili ad una gestione il più possibile condivisa di una situazione così grave come quella che il paese sta affrontando.
Di conseguenza riepiloghiamo le diverse casistiche su cui c’è stata un’espressione di condivisione, sapendo che siamo tutti in attesa degli ulteriori provvedimenti che il Governo assumerà nei prossimi giorni e che dovrebbero aumentare gli strumenti a disposizione per la gestione dell’emergenza.
Fatte salve le assenze per ricovero ospedaliero o le assenze dovute a malattia, per le quali ovviamente la copertura avviene con certificato di malattia, abbiamo chiarito che: ⇒ In caso di assenza per chi è sottoposto a quarantena obbligatoria, isolamento fiduciario, sorveglianza attiva, ecc. l’assenza è coperta da malattia ⇒ Se in casi eccezionali vi dovessero essere problemi nella certificazione ai fini INPS da parte del MMG, allora l’assenza verrà coperta con i permessi art. 31 lett. g del vigente CCNL (permessi per periodi contumaciali) ⇒ In caso di sospensione temporanea dell’attività per l’emersione di un fattore di rischio che richieda ad esempio la sanificazione dei locali, i giorni di assenza possono essere coperti con
banca delle ore dove presente, o atri istituti contrattuali che a livello aziendale si ritenessero più opportuni.
Su questo punto specifico vi evidenziamo che il nuovo DPCM dell’11.3.2020, all’art.1 lettera 7 punto e) prevede che vengano incentivate le misure di sanificazione dei luoghi di lavoro utilizzando, a tal fine, anche forme di ammortizzatori sociali. Pertanto dal 12 marzo, data di entrata in vigore del DPCM, si potrà utilizzare tale disposizione. ⇒ Attività ridotta o sospesa per disposizione dell’autorità pubblica: FIS (Fondo Integrazione Salariale), CIG in deroga dove possibile.
Per quanto attiene l’attivazione del FIS dobbiamo registrare la difficoltà di attivazione in tutte quelle Regioni che non abbiano ancora adottato provvedimenti sufficienti a supportare la richiesta. A tal fine stiamo mappando la situazione.
Come noto è atteso entro venerdì un nuovo provvedimento che dovrebbe ulteriormente ampliare le possibilità di copertura, anche alla luce del mutato scenario nazionale che ha visto superare le “zone rosse” allargando, con il DPCM del 9.3.2020, a tutto il territorio le misure di contenimento da Covid-19.
Conseguentemente vi suggeriamo, nelle situazioni in cui le condizioni siano ancora in evoluzione, di tamponare le assenze di questi giorni con istituti che possano essere modificati quali ad esempio la banca delle ore o altri istituti che a livello aziendale si riterranno più opportuni, così da poter sfruttare pienamente le nuove disposizioni, là dove ampliassero il ventaglio di tutele per i lavoratori.
Resta fermo che non possono essere utilizzate ferie che debbono essere ancora maturate, come invece indicato nella nota inviata dall’ AIOP.
Non appena avremo contezza nei nuovi strumenti a disposizione potremo definire le migliori modalità di copertura delle eventuali assenze del personale.
Cari saluti.

FP CGIL                                      CISL FP                                               UIL FPL

Barbara Francavilla                        Marianna Ferruzzi                                  Rossella Buccarello

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane, nella quale delinea le linee guida, in merito al trattamento e  l’accompagnamento  degli AA.VV.P. dell’87° corso, non più considerati in “quarantena forzata ” a causa dell’emergenza epidemiologica COVID 19

Corona virus

Pubblichiamo la nota del Capo del Corpo nella quale detta linee guida per la gestione l’organizzazione per il rischio operativo connesso all’ emergenza epidemiologico  COVID 19  dopo l’emanazione del DPCM  del 11 marzo 2020.

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. territoriali Fp Cgil VVF, Uil Pa VVF, Confsal VVF, Usb VVF,Sgb, Conapo e Federdistat, nella quale evidenziano una mancanza di organizzazione a tutela dei lavoratori, a seguito dell’emergenza epidemiologica che ha contagiato il personale.

In maniera semplice e chiara, i motivi per i quali sono previsti gli spostamenti in ragione dei provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza Covid-19.

 

Al Capo di Gabinetto Dr. Lorenzo Casini

Al Segretario Generale Dr. Salvo Nastasi

Al Direttore Generale Organizzazione Dr.ssa Marina Giuseppone

Al Direttore del Servizio II – DG Organizzazione Prof. Alessandro Benzia

Oggetto: DPCM 11 marzo 2020 – misure ulteriori per il contrasto alla diffusione del Coronavirus.

con riferimento all’oggetto si chiede con urgenza che vengano individuate le attività indifferibili che comportino la necessità di presenza fisica dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ai sensi dell’art.1, comma 5, del citato DPCM, con la contestuale assegnazione del lavoro agile a tutto il restante personale ai fini dello svolgimento delle attività ordinarie. Si chiede inoltre di assicurare che tale modalità, unitamente a tutte le forme di prevenzione previste, siano state estese a tutto il personale esterno che opera a qualunque titolo negli uffici dell’Amministrazione, e che siano stati contattati i datori di lavoro diretti, a partire dalla società in house, per definirne le modalità di attuazione, anche in relazione ad un eventuale necessità di ricorso agli ammortizzatori sociali previsti. Appare altresì necessaria una verifica sull’avvio delle operazioni di sanificazione degli ambienti di lavoro, con particolare riferimento agli uffici ed ai luoghi della cultura ordinariamente aperti al pubblico e/o caratterizzati da un alto indice di affollamento. Per tali ulteriori motivi si ribadisce la necessità urgente della convocazione di una riunione del tavolo nazionale in video conferenza finalizzato alla ricerca di tutte le soluzioni utili a garantire la tutela dei lavoratori nel rispetto delle citate disposizioni e si resta in attesa di sollecito riscontro. Distinti saluti

FP CGIL                                        CISL FP                                              UIL PA

Claudio Meloni                  Valentina Di Stefano/ Giuseppe Nolè                Federico Trastulli

Al Ministro del Ministero Ambiente

e Tutela del Territorio e del Mare

Gen. Sergio Costa

segreteria.ministro@minambiente.it

Gent.mo Ministro, in riferimento al DPCM 11 marzo 2020, che prevede espressamente che “Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza” si chiede che vengano individuate con massima urgenza le attività indifferibili da rendere in presenza nei diversi uffici e date conseguentemente le necessarie disposizioni affinché con la massima tempestività tutto il personale non impegnato nelle attività indifferibili possa rendere la propria prestazione lavorativa con la modalità dello smart working, e vengano individuate adeguate modalità, anche prevedendo la rotazione del personale, per le attività indifferibili. E’ di tutta evidenza che lo spirito della norma appena emanata, così come quelle precedenti, ha il primario obiettivo di rendere effettivo il distanziamento sociale al fine di contenere la diffusione epidemiologica da COVID 19. La mancata applicazione o il ritardo rispetto a quanto disposto rappresenterebbe un intollerabile aumento del rischio per la salute dei lavoratori e dei cittadini . Certi che siamo tutti impegnati nello sforzo di superare questa difficile fase nel più breve tempo possibile attendiamo un riscontro in tempi brevissimi. Le scriventi sono disponibili eventualmente ad un incontro informativo in videoconferenza.

FP CGIL

Anna Andreoli/ Roberto Giangreco

CISLFP

Franco Conte

UILPA

Antonio Graziano

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott.ssa Gemma Tuccillo

Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott. Vincenzo Starita

Direttore Generale del personale,

delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

p.c. Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Oggetto: prevenzione del contagio da coronavirus per il personale F.C. del Dap e del DGMC – ricorso allo Smart-working
Le indicazioni fornite da codeste Amministrazioni sulla prevenzione del contagio da coronavirus stentano ad essere applicate su tutto il territorio nazionale. Ciò vale in particolare per le indicazioni relative al lavoro agile.
Considerato che la salute del personale deve essere la priorità soprattutto in questo difficile momento, preso atto di quanto disposto dal D.P.C.M. 11 marzo 2020, si chiede di emanare, in attesa di un confronto con le OO.SS. e tenendo conto del particolare momento emergenziale, una direttiva che favorisca al personale delle Funzioni centrali l’accesso allo smart working indicando, contestualmente, quali sono le attività non delocalizzabili che devono essere svolte necessariamente in ufficio. Nella sostanza occorre dare attuazione alla direttiva interdipartimentale del 4 marzo scorso. L’obiettivo è quello di limitare, per quanto è possibile, la presenza fisica dei lavoratori negli Uffici e negli Istituti Penitenziari, anche minorili, attraverso il ricorso allo strumento dello smart working improntato alla massima elasticità. Il ricorso al lavoro agile è stato ribadito con forza dal DPCM 11 marzo 2020 il quale all’art.1 n.6 afferma in maniera incontrovertibile che “le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale”.
In sintesi la direttiva interdipartimentale sopra menzionata non prevede un numero fisso di giorni in cui il lavoratore può espletare la propria prestazione fuori dalla sede di lavoro così come non prevede una percentuale massima di unità di personale che potranno accedere alla modalità di lavoro agile. Stante l’emergenza tutto è incentrato alla massima flessibilità ed elasticità. Va detto ancora che non è astrattamente necessario che la prestazione lavorativa sia svolta con l’ausilio di dispositivi informatici. Non è retorico riportare anche il contenuto della Direttiva n. 1/2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione laddove, al punto 3, si afferma che: “Le amministrazioni sono invitate, altresì, a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro”.
Le scriventi organizzazioni sindacali inoltre chiedo l’adozione di ulteriori provvedimenti finalizzati a limitare, per ragioni di salute pubblica, la presenza negli uffici al personale strettamente necessario per svolgere le attività urgenti e non delocalizzabili.
CGIL CISL e UIL confidano in un positivo riscontro e porgono distinti saluti.

FP CGIL                                    CISL FP                               UIL PA

Lamonica/Prestini                           Marra                                   Amoroso

200 mila lavoratori che offrono servizi a tutela 6 milioni di famiglie

Tutelare il terzo settore, prevedendo l’utilizzo di risorse già appostate a bilancio con i contratti stipulati con la Pubblica amministrazione, la cui interruzione non può ricadere sulle cooperative sociali, sui loro soci lavoratori e dipendenti. Allo stesso tempo, disponibili a ritarare e ricalibrare i servizi per i contratti già in essere che hanno per oggetto attività sociosanitarie, sociali ed educative, ricalibrandole e modificandole in base alle attuali esigenze e modalità di erogazione sempre nella massima sicurezza di utenza e lavoratori. A scriverlo sono Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cgil, Uil Fpl e Uiltucs in una lettera indirizzata al premier Conte, ai Ministri del Lavoro e dell’Econmia e delle Finanze, Cataflo e Gualtieri, e ai presidenti della conferenza delle Regioni, Anci e Upi.

In seguito all’emanazione dei decreti per contrastare l’emergenza Covid-19, scrivono, “accanto alla necessità di sostenere tutti i presidi sanitari, tema che il Governo sta affrontando seriamente e con continuità, vi è anche l’esigenza parallela, non meno rilevante, dei presidi sociosanitari, sociali ed educativi che il mondo della cooperazione sociale ha garantito e che ora rischia il tracollo. Si tratta di servizi che hanno una finalità di interesse generale che tutelano 6 milioni di famiglie. Il tracollo di tali servizi ha evidenti ricadute occupazionali, al momento stimate in 200mila lavoratori, certamente come in altri settori. Ma si tratta intanto di numeri rilevanti, centinaia di migliaia di persone, strettamente connessi ai divieti e alle restrizioni prodotti dai decreti e diffusi in tutta Italia. Ma quel che è più grave è che le attività di interesse generale garantite dalla cooperazione sociale hanno dirette ricadute su persone e famiglie che si vedono negare la possibilità della presa in carico di anziani e disabili a causa della chiusura dei centri diurni, o l’interruzione dell’assistenza e cura domiciliare, oltre che le interruzioni dei servizi educativi”.

Poiché questi servizi, proseguono, “di interesse generale consentono a milioni di italiani di avere dei sostegni reali e concreti, riteniamo ed auspichiamo che tale settore sia tutelato in modo attento ed efficace prevedendo l’utilizzo di risorse già appostate a bilancio con i contratti stipulati con la PA, la cui interruzione non può ricadere sulle cooperative sociali, sui loro soci lavoratori e dipendenti. Si tratta di contratti, già stipulati, che le pubbliche amministrazioni stanno interrompendo, ma per i quali sono stati appostati fondi pubblici e sui quali le famiglie ricevono servizi specifici. Pertanto, è fondamentale predisporre un dispositivo normativo che consenta (ed anzi obblighi), in modo chiaro ed esplicito, le pubbliche amministrazioni ad erogare in continuità le quantità previste dagli accordi vigenti e già appostate nei bilanci anche in regime di sospensione o chiusura delle attività. Tale soluzione alternativa ai meri ammortizzatori sociali o con un utilizzo in forma congiunta, potrebbe essere adottata attraverso una precisa disposizione governativa per garantire retribuzioni a tutti i lavoratori del settore, dare respiro finanziario alle Cooperative e allo stesso tempo produrre un ritorno economico allo Stato in termini di gettito fiscale e non ultimo liberare maggiori risorse per sostenere i settori gravemente colpiti dalla crisi”.

Così come le parti si dicono disponibili “anche a ritarare e ricalibrare i servizi per i contratti già in essere che hanno per oggetto attività sociosanitarie, sociali ed educative, ricalibrandole e modificandole in base alle attuali esigenze e modalità di erogazione sempre nella massima sicurezza di utenza e lavoratori. A tal proposito riteniamo fondamentale che le cooperative sociali, nello svolgimento dei servizi essenziali alla persona e negli interventi nei presidi sanitari possano contare sulla distribuzione dei DPI da parte delle ASL e/o della Protezione civile al pari dei servizi sanitari pubblici al fine di non incorrere nel rischio di interruzione del servizio”. In un momento così grave che sta vivendo il Paese, le parti firmatarie del CCNL Cooperative Sociali “non possono che sostenere quanto disposto finora dal Governo per frenare il diffondersi del contagio e con questa breve lettera vogliono interpretare l’indirizzo di ricostruzione di un nuovo concetto di comunità, di unità di intenti e allo stesso tempo lanciare un forte allarme per la tenuta di un settore che nell’ottica del principio costituzionale di sussidiarietà contribuisce a sostenere le fasce più deboli ed esposte di questo Paese, producendo sviluppo di prossimità. È in quest’ottica che vengono formulate queste proposte che vanno nella direzione, di sostegno ai servizi, alle Cooperative e ai lavoratori del settore”, concludono.

Al Ministro del MIPAAF

On. Teresa Bellanova

teresa.bellanova@politicheagricole.it
e, p.c.
al Capo di gabinetto

Dr. Raffaele Borriello

raffaele.borriello@politicheagricole.it

Al capo dipartimento delle politiche competitive,

della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca

Dr. Francesco Saverio Abate

f.abate@politicheagricole.it

Al capo dipartimento dell’Icqrf

Dr. Stefano Vaccari

s.vaccari@politicheagricole.it

Al Capo Dipartimento delle politiche europee

e internazionali e dello sviluppo rurale

dr. Giuseppe Blasi

g.blasi@politicheagricole.it

Al direttore generale Agret

Dr. Salvatore Pruneddu

s.pruneddu@politicheagricole.it

On. Ministra, in riferimento al DPCM 11 marzo 2020, che prevede espressamente che “Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza” si chiede che, ribadendo quanto già sollecitato dalle nostre strutture di coordinamento, vengano individuate con la massima urgenza le attività indifferibili da rendere in presenza nei diversi uffici e date conseguentemente le necessarie disposizioni affinché con la massima tempestività tutto il personale non impegnato nelle attività indifferibili possa rendere la propria prestazione lavorativa con la modalità dello smart working.
E’ di tutta evidenza che lo spirito della norma appena emanata, così come quelle precedenti, ha il primario obiettivo di rendere effettivo il distanziamento sociale al fine di contenere la diffusione epidemiologica da COVID 19. La mancata applicazione o il ritardo rispetto a quanto disposto rappresenterebbe un intollerabile aumento del rischio per la salute dei lavoratori e dei cittadini .
Certi che siamo tutti impegnati nello sforzo di superare questa difficile fase nel più breve tempo possibile attendiamo un riscontro in tempi brevissimi.
Le scriventi sono disponibili eventualmente ad un incontro informativo in videoconferenza.

FP CGIL                                                  CISL FP                                                   UILPA

Il Segretario Nazionale                 Il Segretario Nazionale                  Il Segretario Nazionale

Florindo Oliverio                            Angelo Marinelli                                       Gerardo Romano

Al Dott. Marcello Minenna

Direttore della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Il DPCM emanato ieri 11 marzo 2020, tra gli obblighi imposti ai cittadini italiani per contrastare il drammatico diffondersi del contagio da corona virus, ha perentoriamente e prioritariamente disposto – al punto 6 – che le pubbliche amministrazioni, dunque anche la nostra Agenzia, assicurino “lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile”. Di seguito, lo stesso provvedimento del Presidente del Consiglio impone la individuazione “delle attività indifferibili da rendere in presenza”. Tali necessità erano per la verità già contenute nella nostra nota unitaria del 10 marzo scorso, nota a Lei indirizzata e, come altre precedenti, non riscontrata. Tuttavia, per la gravità della situazione del nostro Paese, non sono più rinviabili disposizioni vincolanti – in adesione alle prescrizioni contenute nel provvedimento citato, in vigore da oggi – che obblighino gli uffici di tutti i livelli dell’Agenzia ad una corretta e generalizzata attivazione delle attività ordinarie in smart working. I servizi indifferibili, che vanno anch’essi indicati immediatamente, dovranno essere assicurati, previe Sue indicazioni per le intese locali, utilizzando tutte le forme di flessibilità introdotte dal CCNL, compresa la applicazione dell’art. 22 -orario multiperiodale- e la combinazione lavoro agile/ reperibilità. Per l’attivazione di tali disposizioni ci rendiamo immediatamente disponibili a convenire, nelle forme e con le modalità che ci saranno indicate, una intesa con l’Agenzia.
Nel ribadire che, rispetto alla nostra precedente nota, permangono situazioni in cui non sono, ad oggi, correttamente applicate le disposizioni fornite in questi giorni dalla Agenzia, restiamo – in forza del sistema di relazioni sindacali partecipato introdotto dal CCNL Funzioni Centrali – in attesa di un Suo sollecito riscontro.
Roma 12 marzo 2020

FPCGIL                 CISLFP                UILPA                   CONFSAL /Unsa

Iervolino                    Fanfani                Procopio                          Veltri

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