Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

p.c.

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Le scriventi organizzazioni sindacali hanno appreso della prossima fornitura del kit anti Coronavirus al personale della polizia penitenziaria che ha contatti con soggetti a rischio o in accesso dall’esterno, con particolare riferimento ai “nuovi giunti”, agli arrestati ed ai detenuti provenienti da altri istituti. La dotazione dei dispositivi di protezione individuale (DPI) riguarda i dispostivi indicati dal Ministero della Salute per gli operatori sanitari: occhiali di protezione, maschera ffp2 (dotata di filtro), guanti e camice, tutti monouso.

L’adozione delle cautele anti-contagio mediante DPI (che sono obbligatorie in caso di contatti con detenuti che presentino sintomi riconducibili all’infezione da Covid-19 o che siano risultati positivi a tampone faringeo, e dunque posti in isolamento sanitario nel rispetto delle procedure concordate col servizio sanitario) in applicazione da ultimo della direttiva n. 2/2020, non può riguardare la sola polizia penitenziaria ma tutti coloro che, a vario titolo, hanno contatti con i detenuti a partire dai funzionari della professionalità giuridico-pedagogica.

Per tale motivo CGIL CISL e UIL formalmente chiedono che la predetta fornitura sia estesa anche al personale del comparto funzioni centrali. Le stesse chiedono inoltre che, in attuazione della predetta normativa, tutti gli uffici (centrali e periferici) siano dotati degli strumenti di facile utilizzo per l’igiene e la pulizia della cute quali soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani, salviette asciugamano monouso. Si rappresenta infine la condizione del personale tecnico chiamato a realizzare interventi urgenti di ripristino dell’agibilità degli ambienti e del funzionamento degli impianti danneggiati in occasione delle recenti proteste dei detenuti. Questi lavoratori hanno urgente necessita di essere dotati di specifiche attrezzature di protezione che consenta loro di operare in sicurezza. Una amministrazione accorta, in questa situazione di emergenza, non può non evadere con urgenza tale richiesta.

CGIL CISL e UIL si riservano l’adozione di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro.

Roma, 13 marzo 2020

FP CGIL                                 CISL FP                                   UIL PA

Lamonica/Prestini                           Marra                                       Amoroso

GRAZIE ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI DEL SETTORE DELL’IGIENE AMBIENTALE

Care e cari tutti,
in questo grave momento del nostro Paese desideriamo esprimervi il nostro ringraziamento e la nostra vicinanza per lo straordinario lavoro che state svolgendo in ogni parte del territorio nazionale duramente colpito dal COVID -19.

Forte è la preoccupazione per la diffusione di questa malattia e per le ripercussioni che questo virus sta determinando nelle attività economiche e sociali di milioni di persone e per le migliaia di lavoratori e lavoratrici del comparto dell’igiene ambientale, impegnati ogni giorno nell’assolvere un fondamentale compito di tutela sanitaria e ambientale.

Insieme con le nostre aziende, erogatrici di un servizio essenziale, state dando un contributo straordinario attraverso lo svolgimento del servizio, con la disponibilità assoluta in questo momento di emergenza nazionale.

Tra molti disagi, state operando con abnegazione e costanza, al pari di altri settori strategici, per garantire la salute e la sicurezza a milioni di cittadini già preoccupati per il loro futuro.

Il nostro ringraziamento va a tutte le lavoratrici, i lavoratori, ai delegati dei lavoratori per la salute e la sicurezza, ai delegati sindacali aziendali e a tutti i dirigenti sindacali territoriali, impegnati allo spasimo per esercitare al meglio il proprio compito.

Siamo, ovviamente, vicino ai colleghi contagiati, ai colleghi in quarantena, certi della loro pronta guarigione, e ai territori più duramente colpiti dal COVID – 19.

Saremo al vostro fianco nelle azioni che saranno necessarie per garantire la tutela della sicurezza e della salute che, purtroppo in modo irresponsabile, alcune imprese del settore compromettono violando le indicazioni sulla prevenzione da contagio dei diversi provvedimenti approvati.

Questa crisi va fronteggiata insieme, attraverso la coesione sociale e il senso di responsabilità, com’è sempre avvenuto nei momenti più difficili della storia del nostro Paese.

Consapevoli anche delle vostre difficoltà, siamo certi che il Paese potrà ancora contare sul vostro straordinario contributo. Grazie ancora.

Roma 13 marzo 2020

Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL

Al Direttore generale di Agenzia Industrie Difesa

Ing. Giancarlo Anselmino
e,p.c.
Al Sottosegretario di Stato alla Difesa

On. Angelo Tofalo

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa

Oggetto: AID – Emergenza sanitaria e misure contenimento contagio COVID – 19. CEDECU Gaeta, mancata tutela salute e sicurezza dei lavoratori civili.

Egregio Direttore,
con la nota unitaria trasmessa lo scorso 11 marzo si è già avuto modo di evidenziare quanto sta accadendo in taluni stabilimenti di A.I.D. per effetto dell’emergenza sanitaria in corso contestando, in particolare, il ritardo con il quale sono state diramate da codesta agenzia le necessarie direttive attuative dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Tra questi, ponemmo in specifico risalto la particolare condizione attualmente traversata dal CEDECU di Gaeta e dai suoi dipendenti, in ragione dell’assenza del direttore titolare e, soprattutto, degli indispensabili provvedimenti attuativi delle predette norme, la cui mancata assunzione sta rischiando tuttora di causare gravissime conseguenze alla salute e alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti e, più in generale, all’intera collettività. Premesso quanto sopra, nell’allegare la diffida odierna fatta pervenire dalla Fp Cgil di Frosinone e Latina alla direzione del CEDECU di Gaeta, La invitiamo ad intervenire con la massima urgenza e rimuovere tutti gli ostacoli che allo stato si frappongono alla pratica corretta delle disposizioni contenute nel DPCM dell’11 marzo scorso e nella direttiva n.2/2020 del Ministro della Funzione Pubblica. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

F.to Il Responsabile Nazionale FP CGIL Difesa

Francesco Quinti

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

Oggetto: attuazione della Direttive in tema di prevenzione da contagio da Coronavirus.

La grave situazione in cui versa il nostro paese a causa del protrarsi del contagio da COVID-19 e la recente e preoccupante affermazione da parte dell’OMS di stato “pandemia”, ci impone una più alta attenzione nella tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ministero. Con riferimento al DPCM 11 marzo 2020, la Direttiva odierna del Ministero della Funzione Pubblica esorta le amministrazioni pubbliche ad applicare ulteriori misure di contenimento del contagio. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge n. 81 del 22 maggio 2017, e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”. La scrivente Organizzazione Sindacale chiede l’applicazione su tutto il territorio del Dpcm 8 marzo 2020 n. 11 che individua i servizi e le attività essenziali e indifferibili di questa amministrazione. Chiede di provvedere, quindi, con la massima tempestività a collocare il restante personale in smart working in applicazione della recente circolare a firma del Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria recante le “linee guida sulle misure di svolgimento dell’attività lavorativa per il personale dell’amministrazione giudiziaria al fine di attuare le misure di contenimento del contagio da covd-19”. Tale circolare, in applicazione delle disposizioni governative sulla materia, si è posta l’obiettivo di “limitare, per quanto è possibile, la presenza fisica negli uffici centrali e territoriali, relativamente sia all’utenza esterna sia al personale magistratuale e amministrativo” ed ha lasciato a capi degli uffici e dirigenti ampia libertà di manovra in tema di smart working e, più in generale, in tema di lavoro flessibile. In particolare la circolare contiene: a) importanti chiarimenti in merito all’applicazione dello smart working improntati alla massima elasticità. Così il documento afferma che “non è previsto un numero fisso di giorni in cui il lavoratore può espletare la propria prestazione fuori dalla sede di lavoro”; “non è prevista una percentuale massima di unità di personale che potranno accedere alla modalità di lavoro agile”; “il lavoratore, dunque, deve collaborare lealmente con il datore nella individuazione delle attività di sua pertinenza delocalizzabili, che costituiranno l’oggetto della sua prestazione in modalità di lavoro agile, a partire dalla proposta di progetto contenuta nella propria istanza”; “non è astrattamente necessario che la prestazione lavorativa sia svolta con l’ausilio di dispositivi informatici”. b) la previsione di altre modalità di lavoro flessibile quali il telelavoro ed il coworking. La circolare precisa che il telelavoro è il telelavoro “si basa… su lunghi periodi continuativi fuori della sede di servizio, presso un’altra postazione specificamente individuata e fornita dal datore unitamente ad ogni necessaria strumentazione (salvo casi particolari in cui è ammessa la possibilità di utilizzare mezzi propri), e postula controlli e sopralluoghi” e che lo stesso si distingue dal lavoro agile (smart working) in quanto quest’ultimo “prevede che la prestazione lavorativa sia eseguita in parte presso la sede ordinaria di lavoro e in parte all’esterno, senza una postazione prestabilita, consente (o, come nel caso di specie,
di fatto per lo più impone) l’utilizzo di dispositivi propri”. La circolare precisa che il coworking è una “modalità di svolgimento della prestazione lavorativa in un unico ambiente fisico di dipendenti dell’Amministrazione della giustizia in servizio presso differenti uffici ed articolazioni; ad esempio, sussistendo spazi e dotazioni adeguati e con il consenso del Capo dell’Ufficio e del dirigente amministrativo dell’Ufficio ospitante, un dipendente in servizio presso il Tribunale di X potrà temporaneamente avere come sede di lavoro il Tribunale di Y”. c) il richiamo a forme di flessibilità oraria ossia orario flessibile, turnazioni, orario multiperiodale. Tale richiamo è fatto esplicitamente per indurre i dirigenti degli uffici ad “individuare le tipologie di lavoro flessibile ritenute più efficacemente applicabili in relazione all’organizzazione e ai flussi di lavoro presenti nelle proprie unità organizzative, al fine di contenere l’afflusso di personale e prevenire il contagio da Covid-19”. Il ricorso allo smart working ed alle altre forme di lavoro flessibile, come dimostra l’esperienza del lavoro privato, rappresenta una evoluzione nel modo di lavorare che, attraverso la delocalizzazione dell’attiva lavorativa, mira a determinare un incremento della produttività. L’applicazione dello smart working ben potrebbe costituire, laddove ci siano difficoltà tecniche ed operative irrisolvibili, l’occasione per avviare la formazione da remoto per tutto il personale (cd formazione e-learning).
Non sfugge che le norme fin qui emanate hanno l’obiettivo di limitare per quanto più possibile la circolazione e l’affollamento di cittadini, in particolare in luoghi chiusi. Ulteriori ritardi o il mancato rispetto delle disposizioni governative possono esporre le lavoratrici e i lavoratori a rischi di contagio, specie quelli più svantaggiati perché affetti da patologie gravi ovvero con figli e/o pendolari. In un momento così difficile la collaborazione tra le parti rappresenta un elemento di forza e coesione sociale. Per quanto su esposto le scriventi chiedono un incontro, in video conferenza, informativo e di confronto sulle iniziative da prendere nel più breve tempo possibile. Confidando nell’accoglimento della richiesta, si porgono distinti saluti.

Distinti saluti

Coordinamento Nazionale

FP CGIL Nazionale Giustizia

Felicia Russo

Pubblichiamo la nota dell’Opera Nazionale di Assistenza, nella quale sospende causa l’emergenza epidemiologica COVID 19 in atto, l’attività di ristorazione

 

 

 

Pubblichiamo la graduatoria redatta dalla Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale riguardo il concorso a Capo Squadra con decorrenza 2019

Pubblichiamo la nota delle strutture provinciali e regionali del Friuli Venezia giulia dove si richiama l’Amministrazione ad integrare i dispositivi di protezione individuale e garantire la tutela del personale

Circolare n.17/2020 – lavoro agile e nuove misure di prevenzione – istruzioni per l’uso

Vi trasmettiamo la Circolare n.17/2020 del Segretariato Generale che adegua le proprie direttive a quelle contenute negli ultimi provvedimenti normativi. In accompagno alla Circolare troverete un modello di istanza per l’accesso al lavoro agile, utile a facilitare le istanze relative, che vi invitiamo a diffondere tra i lavoratori. La Circolare demanda ai datori di lavoro, quindi ai dirigenti, la responsabilità di individuare le attività che si ritengono indifferibili. Vi invitiamo pertanto a verificare che gli stessi stiano adottando misure in linea con le prescrizioni normative e a segnalare tempestivamente con comunicazioni formali, da inviare ai sensi della vigente normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro così come integrata dalle disposizioni relative all’emergenza, eventuali disposizioni che si ritenessero in contrasto con le stesse. Appare superfluo sottolineare che tutte le misure intraprese hanno come obiettivo prioritario la tutela della salute pubblica e pertanto le disposizioni che si definiscono di conseguenza, in relazione alle attività incomprimibili, come quelle finalizzate alla messa in sicurezza del patrimonio culturale, devono contemperare al massimo questa esigenza. Per quanto riguarda la fruizione delle ferie non possiamo fare altro che richiamarci alla Direttiva di ieri del Ministro della Funzione Pubblica, che ne richiama l’applicazione secondo le vigenti disposizioni contrattuali e pertanto è legittimo che il datore di lavoro chieda di predisporre un piano di fruizione delle ferie residue entro il 30 aprile prossimo. Sottolineiamo al riguardo, in relazione a note di altre Organizzazioni Sindacali, che la definizione eventuale di un regime di assenze tutelate non è materia che può essere definita dal tavolo di contrattazione ministeriale in quanto tema generale che appartiene ai livelli più alti del confronto tra il Governo e le Parti Sociali. Porre il tema al Ministero può determinare un effetto fuorviante rispetto a quello che l’Amministrazione può e deve fare in questo frangente. L’attivazione del lavoro agile per lo svolgimento del lavoro ordinario è il mezzo che può garantire la necessaria continuità dell’attività tecnico-amministrativa e a tal riguardo sono state eliminate, con la Circolare 17 in oggetto, tutte le residue limitazioni per il personale appartenente a qualifiche normalmente non interessate da questa modalità, come AFAV e Operatori, che può collaborare a mansioni diverse da quelle normalmente espletate. E quindi in questo momento va operato il massimo sforzo ai fini di un ricorso pervasivo a questo strumento, fondamentale per la tutela di lavoratori e cittadini.

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale

Pubblichiamo la nota delle strutture provinciali del Comando di Palermo Cgil e Uil

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture provinciali del Comando di Roma Cgil Cisl e Uil.

Servono più tutele, anche le mascherine possono essere determinanti 

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