Al Direttore dell’Agenzia

Avv. Ernesto Maria Ruffini

Ai Direttori Regionali e Provinciali

Le scriventi OO.SS., nella tarda serata del 24 marzo u.s., sono state informate dall’Ufficio Relazioni Sindacali e Normativa del lavoro dell’emanazione della “direttiva” (prot. n. 141696 del 24.3.2020) a Sua firma, peraltro già in diffusione ai lavoratori da parte di molti direttori regionali e provinciali, con cui codesto vertice autodetermina le “attività essenziali” dell’Agenzia delle Entrate. Non si può non rilevare che la Sua direttiva, nella migliore delle ipotesi, è mal scritta, dal punto di vista del drafti ng amministrativo e alimenta confusioni interpretative le cui conseguenze stiamo già purtroppo fronteggiando a livello locale…ma temiamo, addirittura, che sia in più punti palesemente illegittima. Il citato DPCM, infatti, consente di svolgere i servizi di pubblica utilità nonché i servizi pubblici essenziali di cui alla Legge 146/90. Poiché l’Agenzia delle Entrate non ha servizi pubblici essenziali da garantire, se l’intento fosse stato quello di individuare generiche attività assimilabili a quelle di pubblica utilità solo a questa categoria di attività si sarebbe dovuto fare riferimento e non già a servizi/attività di cui alla legge n. 146/90. Non può che essere di pacifica evidenza giuridica che i servizi pubblici essenziali, per la rilevanza strategica che il legislatore ha voluto loro assegnare (per il sistema Paese), sono normativamente e tassativamente previste dalla l. n. 146/90 e non può, quindi, un atto amministrativo interno tramutare le attività dell’Agenzia che “ieri” erano considerate da svolgere con modalità indifferibili e/o differibili, nella loro esecuzione, in “servizi essenziali”. È esclusivamente il legislatore a poter definire e/o modificare i servizi essenziali proprio per i molteplici rilevanti riflessi nei confronti dei cittadini e dei lavoratori interessati! Appare assai grave che, pur comprendendo le difficoltà contingenti legate al momento emergenziale da COVIP-!9, codesta Agenzia provi a sopperire alle evidenti incapacità organizzative recentemente dimostrate, assenza di chiare assunzioni di responsabilità dei pochi dirigenti rimasti sul territorio, con provvedimenti del vertice che appaiono, se letti letteralmente, assolutamente illegittimi e finalizzati, anche, ad inaccettabili forzature “istituzionali” tendenti a contrastare i provvedimenti di sospensione delle attività adottati da alcuni Presidenti di Regione (es.: Lombardia).
Ci si aspetta da un’Amministrazione che ha il dovere istituzionale di perseguire la legalità fiscale dei cittadini di essere essa stessa attenta a che la propria organizzazione sia basata sulla legalità. Non è, infatti, in alcun modo, possibile:

1. di poter derogare all’elenco tassativo dei servizi essenziali previsto per legge;

2. di essere titolare, nella materia, di un potere di contrattazione sindacale finalizzato alla definizione di nuovi, peraltro innumerevoli, servizi essenziali diversamente non previsto in quanto la contrattazione è esclusivamente riservata all’eventualità di declinare, nello specifico, le modalità di erogazione dei servizi tassativamente definiti per legge, nonché la potestà contrattuale che, diversamente, è riservata alla contrattazione di livello superiore a quello della singola amministrazione;

3. di poter rientrare, come descritto in direttiva tra le “ imprese c h e s v olg o n o  a t tivit à industriali e commerciali ” di cui all’art. 1, comma 1, lett. a) del DPCM 22 marzo 2020 per il semplice fatto che per le residuali attività, non prettamente istituzionali, che in teoria l’Agenzia può svolgere in campo “commerciale e industriale” è assegnataria del codice “ATECO 84”…

Tutto ciò non può che fornire un quadro confuso che alimenta modalità organizzative in assoluta contrapposizione con il seppur faticoso percorso seguito in queste ultime settimane che aveva portato a una più chiara definizione di quali fossero le attività dell’Agenzia indifferibili da svolgere con la necessaria presenza in ufficio e quelle comunque da svolgere in lavoro agile. Per quanto sopra esposto, le Scriventi diffidano codesta Agenzia, a tutti i livelli decisionali, dal dare seguito alla citata direttiva ove non fossero rimosse le descritte illegittimità. Si invita, quindi, codesta Agenzia a chiarire nell’immediato la portata e i limiti della direttiva. Si diffidano, altresì, i direttori regionali e provinciali dal modificare le direttive precedentemente fornite dall’Agenzia su modalità di ordinario svolgimento della prestazione lavorativa e, in particolare, il direttore regionale della Lombardia dal riaprire gli uffici chiusi per effetto dell’Ordinanza del Presidente della Regione.

FP CGIL                 CISL FP                  UIL PA              CONFSAL/UNSA                        FLP

Boldorini                   Silveri                    Cavallaro                  Sempreboni                        Patricelli

Al Capo de Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dr.ssa Gemma Tuccillo

e, p.c.

Al Direttore Generale del personale
Dr. Vincenzo Starita

Al Direttore Generale dell’area penale esterna e di messa alla prova.
Dr.ssa Lucia Castellano

In questo periodo così difficile per il Paese e per i lavoratori tutti, nell’apprezzare l’impegno di codesto Dipartimento nel recepire le nostre richieste attraverso l’emanazione di direttive finalizzate alla prevenzione del contagio da COVID-19 e alla promozione dell’attività lavorativa in smart working, non possiamo esimerci dal segnalare come le disposizioni impartite non siano state rispettate da alcuni dirigenti delle articolazioni periferiche, in particolare degli uffici di area penale esterna.
Ciò, oltre a determinare una incomprensibile disparità di trattamento tra lavoratori, nella sostanza ha disatteso lo spirito degli interventi del Governo tesi ad incentivare la permanenza della popolazione nelle abitazioni di residenza e a rendere lo smart working la forma ordinaria di lavoro nella pubblica amministrazione.
Ancora oggi si registra una certa ritrosia nel ridurre al minimo le presenze del personale nei luoghi di lavoro, a limitare l’accesso degli utenti, a distribuire a tutti i dispositivi di protezione individuale da contagio e ad effettuare le procedure di sanificazione degli ambienti di lavoro.
Chiediamo, pertanto, di sollecitare l’esatto adempimento di quanto disposto, magari facendo anche una ricognizione delle misure recepite sul territorio e, in considerazione della gravità della situazione, di riorganizzare in maniera compatibile con lo smart working tutte le attività di istituto, comprese quelle relative all’accertamento del domicilio e di sottoscrizione dei verbali di inizio misura, dotando il personale, tra l’altro, di telefonini ed utenze di servizio nonché di smart card necessarie per l’accesso da remoto ai servizi informatici. Infine, per tutti i servizi non residenziali, si chiede la chiusura nella giornata del sabato.
Cordiali saluti

FP CGIL                          CISL FP

Prestini\Macigno           Marra

EMERGENZA COVID – 19 – URGENTE

Ci pervengono ancora segnalazioni di difformi interpretazioni sul territorio nazionale in ordine alla applicazione del lavoro agile, dell’orario multiperiodale nonché degli istituti contrattuali riguardanti permessi e ferie. Occorre chiarire che, in seguito alla emanazione del D.L 18 del 2020 ( Decreto “CURA ITALIA” ), il lavoro agile e’ la modalità’ ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni. Non è pertanto necessaria alcuna richiesta da parte del dipendente né alcuna autorizzazione da parte del dirigente. Va evidenziato che al personale degli uffici di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia, Piacenza, Sassari, Sondrio, Varese e Ravenna, chiusi completamente, in base alla Direttiva n°5 del Segretario Generale ACI, verrà attribuito il codice PES ( permesso emergenza sanitari) per tutto il periodo di chiusura e fino al 25 marzo. Dal 26 marzo l’Amministrazione ha valutato di riprendere la operatività da remoto anche di questi uffici. Pertanto, anche per questi uffici verrà applicato dal 26 marzo lo smartworking come modalità ordinaria di lavoro. Quanto alla modalità di svolgimento dello smartworking, appare necessario ribadire che l’orario ordinario di lavoro si distribuisce nell’ambito dell’intera giornata tenendo presente che dalle 19.30 alle 7.30 è garantito il cd. diritto alla disconessione e il dipendente non può essere contattato dalla amministrazione. Quindi il lavoratore può in autonomia definire, nell’ambito della fascia oraria 7.3019.30, come distribuire il lavoro rispettando l’orario ordinario previsto per quella giornata (es. 7 ore e 12 minuti o il diverso orario previsto per i lavoratori part time) E’ necessario che il dipendente si renda contattabile via telefono o via mail solo durante il proprio profilo orario (come da contratto). Ricordiamo che tutte le comunicazioni possono avvenire, anche via mail; non è necessario in tutti i casi contattare i dipendenti per telefono se non per motivi particolari che lo rendano opportuno. Quanto all’utilizzo dell’orario multi periodale, la Direttiva ACI n°4 specifica che “è possibile autorizzare per il periodo di emergenza Covid -19 giornate di permesso a recupero”. Pertanto, l’utilizzo di tale istituto è a richiesta del dipendente.
Non è possibile attribuire il codice in base a valutazioni discrezionali del dirigente e non si può imporre ai dipendenti di utilizzare questo istituto. Ci vengono segnalati problemi anche in merito alle ferie e agli altri istituti contrattuali. Si ribadisce che l’utilizzo di ferie e altri istituti deve avvenire nel rispetto di quanto previsto dai CCNL di comparto. Con particolare riguardo all’utilizzo delle ferie pregresse, va evidenziato che i CCNL prevedono che il dipendente debba fruire delle ferie residue e non utilizzate per motivi di carattere personale, entro il mese di aprile dell’anno successivo a quello di spettanza. Nel caso in cui indifferibili esigenze di servizio non abbiano reso possibile il godimento delle ferie nel corso dell’anno, le ferie dovranno essere fruite entro il 30 giugno dell’anno successivo. Nella pianificazione delle ferie residue si deve tenere conto dei termini contrattualmente previsti. In generale, rispetto alle ferie, va ricordato che le stesse secondo il contratto “sono fruite, in periodi compatibili con le esigenze di servizio, tenuto conto delle richieste del dipendente”. Pertanto non è possibile imporre ai dipendenti periodi di ferie, se non quando, non utilizzate, si sia a ridosso dei limiti contrattuali 30 aprile e 30 giugno. Se dovessero continuare comportamenti di dirigenti volti a non applicare correttamente le norme di legge relative al lavoro agile, le direttive ministeriali e interne relative al lavoro agile o le altre norme contrattuali, le scriventi valuteranno se denunciare i fatti alla Funzione Pubblica. Vi informiamo, inoltre, che con una nota a firma del Segretario Generale è stato dato un primo riscontro alla nostra richiesta sulla corresponsione dei buoni pasto nelle giornate di lavoro agile. L’Amministrazione sta facendo le opportune verifiche amministrative e contrattuali nonché quelle necessarie per assicurare la tracciabilità della prestazione lavorativa e sta considerando di formulare uno specifico parere all’Aran. Valutiamo positivamente il fatto che l’Amministrazione abbia tenuto conto delle nostre argomentazioni normative e che, rispetto alla chiusura iniziale, stia esaminando tale possibilità. Riteniamo, però, inutile una richiesta di parere all’Aran, in quanto lo smartworking è un istituto non ancora contrattualizzato; di conseguenza, tale questione non rientra nelle competenze dell’Aran. Si rischierebbe di avere una risposta solo interlocutoria, allungando inutilmente i tempi. Trattandosi di verificare la compatibilità delle norme contrattuali con il mutato quadro normativo, che ha introdotto il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro, a nostro parere il quesito semmai andrebbe posto alla Funzione Pubblica. Si sottolinea che, in considerazione della convinzione circa le nostre argomentazioni nel merito, l’esito positivo all’eventuale quesito non potrà che avere carattere di retroattività, ovvero le somme non impegnate nel periodo di attesa verranno comunque rivendicate nei tempi e nei modi più idonei, al fine di evitare il danno economico ai lavoratori.
In ogni caso ci aspettiamo una risposta in tempi brevi per dare certezze ai lavoratori.

FP CGIL ACI

D. Figliuolo

 

FP CISL ACI

M. Semprini

 

UILPA ACI ACP

P. Piccirilli

CONFINTESA FP ACI

L. De Santi

CONFSAL UNSA ACI

A. G. Cappelli

 

 

 

Ringraziamento a tutto il personale del Ruolo Tecnico Professionale

Care Colleghe, cari Colleghi

vogliamo esprimere i più vivi ringraziamenti al personale appratente al Ruolo Tecnico Professionale che in un momento così difficile per il Paese e per il Corpo, si trova nelle condizioni di dover lavorare in modalità di Smart-Working, il più delle volte anche attraverso l’utilizzo dei propri mezzi e strumenti, contribuendo fattivamente dal proprio domicilio a risolvere tutte le necessità del personale.

Queste lavoratrici e questi lavoratori inutile negarlo permettono, a chi opera sul campo, agli operativi, di percepire nei tempi stabiliti gli stipendi, gli straordinari e tutti gli altri tipi di pagamento come ad esempio il Fondo di Amministrazione. Inoltre, sempre loro, ci permettono di poter ottemperare alle procedure legate agli acquisti di tutto il materiale necessario al contenimento dell’emergenza in atto e al proseguimento dei servizi all’interno delle Sedi.

Questa esperienza speriamo possa far ricredere qualcuno sulle capacità e sull’importanza che ricopre il Ruolo Tecnico Professionale del Corpo, sul quale la Fp Cgil VVF ha sempre creduto e puntato al fine di mantenere un’ autonomia amministrativo contabile.

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL VV.F.

Mauro GIULIANELLA

Al dr. Claudio D’Amario

Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria

 

e, p.c.

Al Presidente Goffredo Zaccardi

Capo di Gabinetto del Ministro della Salute

 

Al dr. Giuseppe Celotto

Direttore generale del personale dell’Organizzazione e del Bilancio

 

Alla dr.ssa Cinzia Damonte

Direttore dell’Ufficio X

 

All’Ufficio Relazioni Sindacali

 

OGGETTO: Relazioni sindacali.-

Si fa riferimento alle lettere (anche unitarie) inviate alla S.V. in più di un occasione, da ultimo riferite in particolare all’emergenza sanitaria da COVID – 19 e alla gestione degli ambulatori SASN, per segnalare che ad oggi ancora nessun riscontro è stato fatto pervenire alle scriventi sui temi trattati in quelle note, contrariamente a quanto invece accordato ad altra O.S. – peraltro non firmataria del vigente CCNL – con la quale codesta direzione generale, e talune direzioni di amministrazione territoriale, interloquisce direttamente via mail fuori dall’ufficialità, dichiarandosi addirittura d’accordo sulle proposte avanzate da quest’ultima. Un modo stranamente irrituale di agire, discriminatorio e contrario alle norme sulle relazioni sindacali definite dal vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro delle F.C., che rischia oltretutto di indurre l’idea nella dirigenza, e tra le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, che codesta amministrazione abbia scelto con quali interlocutori sindacali intende prevalentemente rapportarsi, piuttosto che intrattenere relazioni istituzionali in maniera trasparente e paritaria con tutte le rappresentanze sindacali del personale nel rispetto delle reciproche e legittime posizioni, giungendo persino a legittimarne la posizione di vantaggio acquisita su tutto il territorio nazionale. Appare evidente che il protrarsi di tale atteggiamento configuri l’eventualità di dover fare ricorso alle forme di autotutela per come previste anche e non da ultime nell’art. 28 del CCNL vigente. (Comportamento antisindacale).
Giova in proposito ricordare che le richieste di chiarezza e le istanze di tutela rimaste tuttora inevase, comprese le numerose richieste d’incontro, sostenute e trasmesse dalle scriventi organizzazioni sindacali – che hanno invece sottoscritto il vigente CCNL –, provengono proprio da quelle lavoratrici e quei lavoratori che pur essendo costretti a lavorare in condizioni nient’affatto ottimali per la propria salute e sicurezza, causa l’assoluta carenza di dispositivi di protezione individuale messi a loro diposizione, continuano comunque ad operare nelle strutture sanitarie assistenziali degli ambulatori SASN con grande senso di responsabilità e senza sosta. E’ questo il modo di ringraziarle/i? Inoltre, si evidenzia il mancato rispetto delle direttive della presidenza del Consiglio, della Funzione Pubblica e della Direzione del Personale, che invitano le Amministrazioni a ridurre sensibilmente il personale in servizio al fine di evitare rischi di contagio, che sono state lasciate alla libera interpretazione e/o discrezionalità e volontà dei dirigenti, viste le sue direttive spesso poco chiare e non rispondenti alla situazione in essere. Infine, si richiama al rispetto della circolare della DGPOB del 20 marzo u.s., prot. 9859, sulle nuove disposizioni in materia di assenze dal servizio introdotte dal D.L. n. 18/2020, in particolare sui congedi parentali e dei congedi ex legge n. 104 (vedi nota INPS n. 1281 del 20 marzo 2020) Restiamo in attesa di cortese sollecito riscontro.

FP CGIL Ministero Salute             CISL FP Ministero Salute                          UILPA Ministero Salute

Fabio Lupi                                   Fabrizio Garroni                                          Massimo Ausanio

Pubblichiamo la raccolta di tutte le disposizioni in materia di contenimento COVID-19 redatto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento di Protezione Civile, aggiornato al 24 marzo 2020.

Un testo che, siamo sicuri, potrà risultare utile a tutti.

 

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

Dott.ssa Alessandra Cataldi

Direttore Generale per i servizi informativi automatizzati

Oggetto: emergenza COVID 19 – misure di contenimento del contagio – presidi presso i CISIA

Da quanto risulta, presso i CISIA dell’intero territorio nazionale sono stati predisposti presidi che, allo stato, sono assolutamente ingiustificati e in violazione delle disposizioni in tema di emergenza sanitaria.

E’ evidente che la gestione dei servizi informatici (sale server) viene realizzata da remoto. In campo informatico sarebbe paradossale il contrario, per cui i presidi non possono essere giustificati con la continuità dei servizi. Eventuali emergenze che, a seguito di disservizi particolari, dovessero richiedere la presenza in sede possono essere efficacemente affrontate con il ricorso allo strumento della reperibilità che, a quanto risulta, in considerazione dell’emergenza il personale ha più volte dichiarato la disponibilità ad erogare.

In questo quadro, imporre la permanenza in ufficio per una necessità meramente ipotetica, con una percentuale di incidenza molto bassa e comunque efficacemente surrogabile con l’istituto della reperibilità, costituisce una violazione palese della sostanza e dello spirito delle norme emanate.

Va anche rilevato che, il presidio previsto per monitoraggio e gestione delle sale server può essere efficacemente garantito in smart working. Pertanto si ritiene superflua la presenza in ufficio di questi lavoratori.

Si rileva, inoltre, che le dotazioni di personale tra i vari CISIA sono differenti. Purtroppo quelli con minor organico coincidono con quelli delle regioni più colpite dall’emergenza sanitaria. Pertanto il personale di tali uffici è costretto ad effettuare più turni, maggiori spostamenti ed è quindi sottoposto a maggior rischio di contagio.

Tutto ciò premesso, considerati i vari provvedimenti emanati dalla presidenza del consiglio e dalle
Regioni, le scriventi organizzazioni chiedono che i lavoratori di questi uffici vengano autorizzati, nel più breve tempo possibile, ad effettuare la propria prestazione lavorativa in smart working unitamente all’istituto della reperibilità in caso di emergenza.

Con riserva di assumere iniziative ulteriori e più incisive.

Roma, 24 marzo 2020

FP CGIL     CISL FP

Russo           Marra

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF,Usb, Confsal e Conapo, indirizzata alle istituzioni della regione e della provincia, nella quale chiedono,  vista l’emergenza epidemiologica COVID 19 in atto, un’accurata sorveglianza sanitaria per il personale

Dott. Fulvio Bald

i Capo di Gabinetto

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Facendo seguito alla nota trasmessa lo scorso 23 marzo, le scriventi organizzazioni sindacali segnalano, in particolare, la situazione di grave inadempienza della legislazione emergenziale che si è creata presso le strutture centrali e periferiche dell’amministrazione penitenziaria.
Anche presso tali uffici, ed in particolare in alcune regioni, difetta la preventiva individuazione delle attività indifferibili non delocalizzabili che bisogna assicurare tramite la costituzione di un presidio. Tale inadempienza ha determinato una duplice conseguenza: il personale è chiamato in massa a recarsi in sede per prestare la propria attività lavorativa e lo smart working rimane inapplicato ad onta del fatto che quest’ultimo è ope legis la modalità ordinaria di erogazione della prestazione lavorativa volta ad assicurare le attività non indifferibili. Tale comportamento oltre a porsi in contrato con la normativa vigente mette a rischio la salute dei lavoratori, delle loro famiglie, dell’utenza e, in particolare, dei detenuti.
Paradigmatica è la situazione dei funzionari della professionalità giuridico-pedagogica i quali continuano a svolgere in tantissimi casi le ordinarie attività lavorative di osservazione e trattamento attraverso colloqui all’interno dei reparti senza che siano adottate significative misure di protezione. Ed invero l’utilizzo di mascherine non idonee a proteggere dal contagio, specie in ambienti malsani e di ridotte dimensione, non può essere considerato nemmeno lontanamente una misura di protezione. Altro sarebbe limitare la presenza fisica negli istituti dei predetti funzionari solo per le attività indifferibili, che devono essere indicate dal dirigente, anche in considerazione del fatto che le attività educative allo stato sono sospese ed utilizzare per i colloqui la tecnologia, anche di uso comune (Skype), che consente la comunicazione in call conference.

Non migliore è la situazione del personale amministrativo, tecnico, informatico e contabile. Tale personale viene costretto a recarsi in ufficio quando in ossequio alla norma di legge dovrebbe operare da casa in smart working per le attività ordinarie. La presenza in ufficio, infatti, è prevista, come suddetto, solo per il presidio e solo per le attività indifferibili non delocalizzabili. La ritrosia degli uffici ad attuare lo smart working sulla base di asserite difficoltà di carattere tecnico, quale in particolare il mancato possesso della Carta Elettronica dei Servizi (NB tale ultima difficoltà è addebitabile unicamente a negligenza dell’amministrazione), è destituita di ogni fondamento atteso che la legislazione emergenziale consente di realizzare il lavoro agile senza vincoli di forma e, addirittura, senza il ricorso a strumenti informatici.
Va evidenziata, inoltre, una problematica che si sta verificando in alcuni territori: la mobilità del personale in altri istituti penitenziari della regione di appartenenza a seguito di provvedimenti di missione del provveditore che contravvengono le ultime disposizioni del ministro della pubblica Amministrazione e dell’ultimo DPCM
e che mettono in serio pericolo la salute dei lavoratori, dell’utenza e della cittadinanza (vedi PRAP di Milano e della Toscana, per menzionarne alcuni).
Tanto premesso le scriventi organizzazioni sindacali, prendendo atto della situazione sopra descritta e della carente gestione dell’emergenza finora dimostrata, chiedono che codesta centrale amministrazione, per il tramite dei provveditori regionali, richiami i dirigenti delle articolazioni territoriali al pieno rispetto della normativa emergenziale al fine di assicurare le finalità che la stessa persegue: limitare al massimo la presenza in ufficio dei lavoratori al fine di tutelare la salute degli stessi, delle loro famiglie, della popolazione detenuta e, più in generale, della cittadinanza. Non secondaria è la necessità che siano sanificati gli ambienti di lavoro, in particolare quelli frequentati dai lavoratori successivamente risultati positivi al contagio da COVID-19. Inoltre, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria, occorre evitare disparità di trattamento tra lavoratori che, con enormi sacrifici personali, operano nel medesimo difficile contesto lavorativo quale è quello del carcere.

Le scriventi organizzazioni sindacali, ferme restando le iniziative che saranno adottate a livello territoriale, provvederanno a segnalare le violazioni della normativa che saranno poste in essere da ciascun dirigente-datore di lavoro pubblico affinchè, a cura di codesta amministrazione centrale ed in attuazione delle direttive della Funzione Pubblica, siano adottati i conseguenti provvedimenti anche eventualmente disciplinari a carico dei responsabili e siano ripristinate condizioni minime di sicurezza negli istituti a tutela della salute pubblica.

Distinti saluti

FP CGIL                                       CISL FP

Lamonica\Prestini                        Marra

Pubblichiamo la nota delle Fp Cgil territoriale relativa alla criticità del servizio mensa a seguito dell’emergenza epidemiologica COVID 19

Comunicato

Vi informiamo che le scriventi OO.SS. si sono attivate tramite i propri rappresentanti all’interno degli organismi ASDEP per verificare la percorribilità di ampliamento dell’attuale polizza sanitaria con ulteriori prestazioni, che possano rispondere agli eventuali eventi legati all’attuale periodo di emergenza COVID 19, con coperture dedicate.

L’ASDEP ha già contattato la compagnia che sta elaborando una proposta, da sottoporre in tempi brevissimi.

Mentre scriviamo è possibile che questa sia già stata presentata.

La proposta, prima di essere presentata al Consiglio di Amministrazione di ASDEP dovrà essere analizzata dai competenti organismi medici INPS di cui solitamente ci si avvale.

Appena avremo ulteriori notizie sarà nostra cura informarvi tempestivamente.

FP CGIL ACI                     FP CISL ACI                            UILPA ACI ACP
D. Figliuolo                         M. Semprini                                  P. Piccirilli

Alla c.a.

Sig. Segretario Generale MiBACT

Dott. Salvatore Nastasi

E, p.c.

Sig. Direttore Generale Organizzazione

dr.ssa Marina Giuseppone

Sig. Dirigente Servizio Relazioni Sindacali

dr. Alessandro Benzia

Oggetto: Emergenza Corona Virus. Segnalazione criticità.

Egregio dott. Nastasi,

in riferimento all’emergenza in corso dovuta alla diffusione del Corona Virus e nonostante i pressanti e continui richiami da parte delle autorità competenti impegnate a fare fronte ad un’emergenza assolutamente straordinaria, riteniamo doveroso segnalare che alcuni dirigenti hanno dato prova di interpretare arbitrariamente le Circolari emanate in questi giorni dai vertici del Mibact, il cui obiettivo era il richiamo affinché ciascuno facesse la propria parte per il contenimento del contagio. Qui di seguito le principali criticità segnalate:

− Prosecuzione delle attività di routine, limitandosi esclusivamente a chiudere il Museo al pubblico, nonostante note per evidenziare la difformità dei comportamenti rispetto alle istruzioni ricevute dai vertici dell’Amministrazione;

− Mancata adozione della modalità “Lavoro Agile” nelle forme indicate con la Circolare n. 18 del Segretario Generale;

− Adozione parziale/insufficiente del “Lavoro Agile”, non nella misura in cui sarebbe stato possibile/doveroso farlo;

− Attivazione dello Smart working per un periodo di tempo limitato e non corrispondente a quello indicato nelle Circolari sopra menzionate, imponendo comunque l’obbligo della copertura giornaliera di ogni singolo Ufficio da parte del 30/40% del personale in servizio.

− Mancato interesse ad agevolare il ricorso al “Lavoro Agile” per il personale AFAV, comune a quasi tutti gli Istituti, con conseguente sola imposizione di fruire d’ufficio delle ferie e della banca ore;

− Prosecuzione di attività non indifferibili, con particolare riferimento al coinvolgimento di ditte esterne prive dei DPI, con conseguente doppia esposizione al pericolo di contagio (per gli esterni e per gli interni)

− Ricorso allo smaltimento dei recuperi, delle festività soppresse e delle ferie maturate nel 2020, che a nessun titolo sono nella disponibilità dei dirigenti

Riteniamo, pertanto, indifferibile una attività di monitoraggio capillare Istituto per Istituto, al fine di valutare se le disposizioni finora impartite siano state rispettate e, in caso negativo, ferme restando le eventuali iniziative di denuncia alle Autorità competenti, avviare tutte le iniziative utili alla loro puntuale e immediata applicazione. A quanto finora esposto aggiungiamo l’urgenza di provvedere quanto prima alla fornitura di Dispositivi di Protezione Individuale per tutto il personale che continua a garantire la presenza negli istituti per le attività indifferibili (mascherine, guanti, disinfettanti, sanificazione degli ambienti, ecc.).

FP CGIL                          CISL FP                        UIL PA                FLP                CONFSAL UNSA

Meloni                       Nolè/ Di Stefano            Trastulli                 Satolli              Urbino

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