Al Presidente CONI

Dott. Giovanni Malagò

 

Alla Società Sport e Salute S.p.A.

Presidente e Amministratore delegato

Avv. Vito Cozzoli

 

Ai Presidenti Federazioni Nazionali Sportive

Al Direttore Risorse Umane

Dott. Riccardo Meloni

 

e p.c.

Al Capo di Gabinetto del Ministro

per le Politiche giovanili e Sport

Prof. Giovanni Panebianco

Egregi,
con la recente emanazione del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo scorso, promulgato per far fronte alla straordinaria necessità e urgenza di contenere gli effetti negativi che l’emergenza epidemiologica COVID-19 sta producendo sul tessuto socio-economico nazionale, sono state come noto adottate misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, della protezione civile e della sicurezza, nonché di sostegno al mondo del lavoro pubblico e privato, e a favore delle famiglie e delle imprese. In tal senso, e per quanto rileva ai fini della presente comunicazione, quel decreto introduce tutta una serie di norme straordinarie in materia di lavoro e di sostegno ai lavoratori rinvenibili in diversi articoli, a cominciare dall’art. 23 e fino all’art. 87, che invero nello spirito, e in qualche misura evidentemente ridotta, le parti datoriali e sindacali avevano avuto modo di anticipare e realizzare – seppure a condizione epidemiologica assai diversa dall’attuale – nella stesura dell’accordo raggiunto il 6 marzo u.s. (di cui a maggior ragione oggi rivendichiamo e ribadiamo validità ed efficacia), con particolare riguardo all’introduzione diffusa dello smart working o lavoro agile per i dipendenti del comparto.
Una misura comunemente definita in sede di accordo come prevalente rispetto all’eventuale ricorso e attivazione di tutti gli altri strumenti contrattuali vigenti per il personale dipendente, peraltro anch’essi disciplinati nell’accordo (art. 6), nel quale trovò giusta collocazione (all’art.7) anche il principio secondo il quale “Resta in ogni caso ferma l’applicabilità degli istituti previsti nel presente accordo qualora siano più favorevoli rispetto alle nuove disposizioni di legge”. Eppure, come certo rammenterete, già nei giorni seguenti alla stipula dell’accordo fummo purtroppo costretti ad intervenire nei vostri confronti – con la nota del 10 marzo c.a. – per rivendicare il rispetto dell’intesa e invitarvi a richiamare tutti i datori di lavoro operanti nel Comparto (leggi in particolare federazioni nazionali) all’osservanza delle previsioni contenute nell’accordo del 6 marzo 2020, con particolare riferimento alla disciplina sul lavoro agile, diffidandoli dal porre in essere azioni e comportamenti non conformi alle previsioni ivi contenute. Oggi, e sono trascorsi solo pochi giorni, pur non sapendo se l’invito richiesto in quella recente occasione sia poi stato accolto e l’intervento richiesto in seguito prodotto, siamo nuovamente costretti a sollecitare la vostra attenzione in quanto, stando a quanto appreso dai nostri iscritti, diverse federazioni continuano a non voler osservare i contenuti del predetto accordo per il proprio personale dipendente, in taluni casi non accordando il lavoro agile – che in ultimo anche il Decreto Legge n. 18 definisce come “la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa…omissis” – e in altri addirittura disponendo d’ufficio l’utilizzo delle ferie anno 2020 (misura non consentita relativamente all’anno in corso), pure in presenza della possibilità di ricorrere a tutti gli strumenti contrattuali previsti dal vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro e dalla predetta normativa, che oggi peraltro include misure più favorevoli per i lavoratori, e in costanza di un sostanziale e pressoché generalizzata forte riduzione di tutte le attività. In proposito, tenuto conto delle preoccupanti informazioni che in queste ore ci stanno raggiungendo, pare che taluni datori di lavoro starebbero addirittura ipotizzando il ricorso a strumenti di integrazione salariale di cui non si avverte affatto l’esigenza, peraltro malgrado già usufruiscano di cospicui finanziamenti pubblici funzionali allo svolgimento delle rispettive attività istituzionali. Alla luce di quanto appena espresso, nel rinnovare la richiesta di intervento contenuta nella nota poc’anzi menzionata, vale forse la pena rimettere alla vostra considerazione la responsabilità che assume il datore di lavoro nei confronti del rispetto della salute e della sicurezza dei propri dipendenti sia in sede penale che civile nel caso di mancata, parziale o errata applicazione delle norme di legge citate in questo particolare momento di grave emergenza epidemiologica determinata dal COVID-19. Vi chiediamo, quindi, di voler porre in essere gli interventi ritenuti necessari a rimuovere tutti gli ostacoli che allo stato attuale non consentono alle lavoratrici e ai
lavoratori dipendenti di avvalersi dei contenuti dell’accordo del 6 marzo e, soprattutto, delle norme di maggior favore contenute nel predetto Decreto Legge n. 18, sapendo che in difetto le scriventi organizzazioni sindacali a tutela dei propri iscritti si vedranno costrette a rimettere il tema all’attenzione dei rispettivi studi legali per le valutazioni del caso. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Con viva cordialità

FP CGIL                                 CISL FP                             UILPA                           CISAL FIALP

Francesco Quinti             Alessandro Bruni           Paolo Liberati                      Dino Carola

Al Presidente del CdA ASDEP

Roberto Grisci

 

Alla Presidente dell’Assemblea ASDEP

Rosanna Ferreri

 

OGGETTO: EMERGENZA COVID-19, AMPLIAMENTO POLIZZA

Considerata la delicata fase che si sta attraversando, si chiede se questa Associazione si sia attivata o abbia intenzione di attivarsi per individuare al più presto tutele ulteriori in favore dei propri iscritti, prevedendo un ampliamento delle garanzie già previste dalla polizza.
In attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

FP CGIL

Antonella Trevisani -Matteo Ariano

 

clicca qui:   26 03 2020 – DPC Covid 19- iniziative

 

-Primavera – assemblea permanente in rete (primo appuntamento 26.03.2020 ore 18)

clicca qui:Primavera.

Supporto psicologico tra pari per pari

 

 

Al Ministro della Difesa

On.le Lorenzo Guerini

Al Sottosegretario delegato

On.le Angelo Tofalo

Al Capo di Stato Maggiore della Difesa

Al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Aeronautica e Marina

 

Al Segretario Generale della Difesa

Oggetto: Richiesta informazioni emergenza sanitaria – COVID-19.

Egregi, le scriventi OO.SS. sono venute di recente a conoscenza, peraltro solo a mezzo stampa, dei numerosi casi di positività al virus responsabile della patologia COVID-19 registrati tra gli ufficiali di più alto grado delle FF.AA. a cui sono stati attribuiti incarichi di massimo livello. In ragione di quanto sopra esposto, ovvero della possibile implicazione dei numerosi dipendenti civili degli Enti diretti da quegli ufficiali, e alla luce del perdurare della grave emergenza sanitaria in atto, che già ha causato vittime sia tra il personale militare che tra quello civile, le scriventi organizzazioni sindacali confederali chiedono di conoscere quali sono state le misure di prevenzione, contenimento, e tracciabilità avviate per tutelare la salute del personale civile della difesa in servizio nei suddetti luoghi di lavoro e, soprattutto, se a seguito di quella positività, verso tutti quei dipendenti sono state o meno disposte le indagini epidemiologiche del caso, necessarie a scongiurare il pericolo di ulteriore contagio. Considerata la delicatezza degli argomenti trattati e l’urgenza delle azioni da porre in essere, FP CGIL, CISL FP e UIL PA invitano codeste autorità a dare cortese urgentissimo riscontro alla presente, avvertendo che in difetto si vedranno costrette ad agire in tutte le sedi deputate. Cordiali saluti.

FP CGIL                               CISL FP                                     UIL PA

Francesco Quinti                     Massimo Ferri                      Sandro Colombi

Roberto De Cesaris                    Franco Volpi

Roma, 25 marzo 2020

Al Direttore Generale del personale e delle risorse

– D.A.P. Dott. Massimo PARISI Roma

E, p.c.

All’Ufficio relazioni sindacali

– D.A.P. dott.ssa Ida DEL GROSSO Roma

Oggetto: indennità giornaliera per i servizi esterni.

Con la ministeriale GDAP – 0098134 del 24 marzo u.s. si è proceduto a comunicare che al personale impiegato in turni di 12 ore continuative per esigenze eccezionali dell’Amministrazione a partire dal 1° marzo, sarà corrisposta l’indennità per servizi esterni in misura doppia. Con la presente, questo Coordinamento nazionale intende farle notare che l’indennità doppia va corrisposta al personale in servizio che presta già 9 ore di lavoro continuativo, così come comunicato nell’Ordine di Servizio n°473 del 17/01/2013 di codesta Amministrazione con il quale si è stabilito quanto segue:

“vista la decisione del Consiglio di Stato (N. 02979/2011 REG. PROV. COLL, N. 02117/2011 REG.RIC), a tutto il personale di Polizia Penitenziaria che espleta il doppio turno giornaliero, l’indennità giornaliera per i servizi esterni di cui trattasi, va comunque rapportata non al giorno solare ma all’ordinaria durata della giornata lavorativa, tanto premesso e considerato, si dispone che venga percepita dal personale di Polizia Penitenziaria la doppia presenza giornaliera dopo aver svolto le 9 (nove) ore di lavoro e sino ad un massimo di 30 (trenta) presenze mensili.”

Pertanto, si chiede di rivedere quanto comunicato con la ministeriale in oggetto, alla luce di quanto evidenziato.

In attesa di un celere riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Stefano BRANCHI

L’Epsu  ha firmato una dichiarazione insieme alle Organizzazioni della Società Civile indirizzata alla Commissione Europea e agli eurodeputati che sottolinea la necessità di una risposta onnicomprensiva in materia di salute pubblica da parte dell’Unione Europea e dei governi nazionali alla crisi COVID-19. Richiede, tra l’altro, che tutti gli strumenti medici sviluppati in risposta alla crisi siano gratuiti  alla consegna in particolare per le popolazioni vulnerabili. Sostiene Epsu, insieme alle Organizzazioni cofirmatarie, che  in emergenze sanitarie pubbliche come questa, non si può permettere un approccio “business as usual” in cui le dinamiche di mercato dettano il prezzo delle cure mediche e non un rapido accesso, e in cui le considerazioni finanziarie – piuttosto che la salute pubblica -stabiliscano dove e quando i prodotti saranno disponibili.  La dichiarazione  evidenzia l’urgenza di dare priorità alle esigenze sanitarie rispetto ai profitti e chiede che l’UE e gli Stati membri adottino misure come clausole pro-pubblico per la trasparenza, l’accessibilità economica, la disponibilità e le licenze non esclusive per la Ricerca e lo Sviluppo sui coronavirus.
Pubblichiamo la dichiarazione tradotta e la versione originale.

Inoltre ai seguenti link altre informazioni ed azioni relativamente alla priorità alle persone rispetto al profitto si vedano i seguenti link:

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, nella quale richiedono, causa l’ emergenza epidemiologica in atto, misure per il contrasto  e il contenimento, riguardo sia gli ambienti di lavoro che il personale.

Firmato il protocollo fra Cgil, Cisl, Uil e Ministro della Salute che definisce impegni e procedure per la sicurezza di tutto il personale che lavora nei servizi e nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali e nei servizi territoriali (nel complesso definiti “servizi sanitari”) sia pubblici che privati in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19.

Scarica in basso il volantino su cosa prevede il protocollo.

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF,Usb, Confsal e Conapo, nella quale chiedono tutela per il personale ed un’adeguata organizzazione per l’emergenza epidemiologica COVID 19 in atto.

Pubblichiamo la nota del Coordinamento provinciale  Fp Cgil VVF, nella quale richiede  un’accurata sorveglianza sanitaria per il personale

Le proposte dei sindacati a Catalfo, Bonaccini e Decaro

Sono sempre più le case di riposo investite dal contagio Covid19. Non possiamo più perdere tempo, bisogna fare presto: servono idonei dispositivi di protezione e strumenti adeguati per gli operatori, estendere al massimo l’utilizzo dei tamponi anche a queste strutture e chiuderle agli accessi dall’esterno, mettere in opera misure organizzative straordinarie che consentano di produrre una separazione reale e concreta tra ospiti colpiti dal virus e no e, infine, per gli ospiti ora isolati dalle proprie famiglie prevedere momenti di contatto da remoto”. Sono alcune delle proposte di Cgil, Fp Cgil e Spi Cgil in una lettera inviata al Ministro delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, e ai presidenti delle Regioni e di Anci, Stefano Bonaccini e Antonio Decaro, in merito allo stato in cui versano case di riposo e RSA alle prese con l’emergenza Coronavirus.

“Abbiamo amaramente appreso dall’esperienza – si legge nella lettera – cosa stia significando arrivare impreparati alla lotta al virus nelle corsie e nei pronto soccorsi; non possiamo essere così impreparati anche fuori dagli ospedali, nelle case di riposo e nelle RSA. Sono sempre più case di riposo investite dal contagio Covid19, un allarme che riguarda oltre 300 mila anziani ospitati in 7 mila strutture in tutta Italia. Una situazione molto pesante per gli ospiti e per chi opera in queste strutture, costretto ormai a lavorare in condizioni estreme, in termini di rischi, salute e sicurezza, orari e turnazioni”. Da qui le proposte dei sindacati perché, concludono, “le azioni messe in campo fino ad oggi non sono affatto sufficienti per affrontare questo grado di emergenza e gli scenari futuri. È necessario agire con la massima celerità. Ogni esitazione o distrazione in questo settore può condurre ad esiti tragici”.

Condividiamo e pubblichiamo quanto riportato dal Coordinamento Fp Cgil VVF di Reggio Emilia in merito all’emergenza epidemiologica COVID 19

 

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