Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Confsal in merito all’ immediata attivazione
della concertazione con la Direzione Regionale e dei Comandi  riguardo la modifica dei carichi di lavoro del personale

È stata raggiunta l’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica e Cgil, Cisl, Uil confederali e di categoria, con la sottoscrizione di un “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19”.
Per Cgil, Cisl e Uil, mai come di questi tempi è assolutamente necessario presidiare la situazione del comparto pubblico nel duplice riferimento ai destinatari dei servizi e a coloro che operano nel sistema dell’offerta: le lavoratrici e i lavoratori che in queste giornate delicate continuano a garantire l’offerta al Paese.
In analogia con quanto già avvenuto lo scorso 25 Marzo per l’omologo “Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità Pubblica e Privata” in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19”, anche il restante personale di tutte le pubbliche amministrazioni ha visto riconosciuto il proprio diritto alla massima informazione e tutela, nel primario interesse di coniugare la necessaria continuità dell’azione amministrativa del Paese con la assoluta ricerca della salubrità degli ambienti di lavoro e della salute dei cittadini/dipendenti e dei cittadini/utenti.
Entrambi questi documenti integrano e completano il Protocollo siglato tra il Governo, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria per la salute dei dipendenti privati in data 14 marzo.
La firma del presente Protocollo, sottolineano Cgil, Cisl, Uil confederali e di categoria, testimonia la giusta fondatezza delle sensibilità in materia di sicurezza dei lavoratori avanzate dal sindacato confederale e riconosciute valide e condivisibili dal Governo.
Mai come oggi siamo convinti che per accompagnare l’uscita dall’attuale delicata situazione sia importante che i servizi pubblici possano qualificare la propria missione come cardine sociale del Paese riaffermando la loro funzione fondamentale per la sostenibilità e la coesione sociale.

In basso il testo del protocollo condiviso.

Serve una pianificazione del rientro in servizio del personale. Servono direttive nazionali certe e una organizzazione del lavoro adeguata per la cosiddetta fase due – quella del rientro graduale. Il lavoro agile è uno strumento che, usato con le dovute attenzioni, può consentire al Paese di uscire da questa tremenda crisi epidemiologica COVID 19 in maniera giusta e graduale. Sarebbe sbagliato il rientro in massa.

Pubblichiamo la richiesta d’incontro inviata all’Amministrazione.

Pubblichiamo la nota delle OO.SS. regionali Fp Cgil VVF e Fns Cisl in merito all’incontro con la Regione Emilia Romagna, sull’inserimento del personale VVF nello screening preventivo con prelievo ematico, dovuto all’emergenza epidemiologica COVID 19

Servono misure più incisive e ristabilire relazioni sindacali, priorità rinnovo ccnl 16-18

“Ritardi nel rifornimento di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale tra i dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme al bisogno di adottare misure ancora più incisive, come la rilevazione della temperatura corporea in ingresso negli uffici”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil in merito a quanto si sta registrano all’interno delle articolazioni della Presidenza.

“Abbiamo apprezzato – osserva il sindacato – tempi e modalità dell’intervento di indirizzo del Segretario Generale in merito alle misure da adottare per prevenire il contagio da Covid-19 ma non possiamo dire altrettanto del tempismo e dell’attenzione rivolta ai propri collaboratori per buona parte delle articolazioni della Presidenza. L’autonomia organizzativa che caratterizza gli assetti dipartimentali in questo caso non ha rappresentato una specificità da mettere in valore ma un profondo e grave limite che ha generato (e in taluni casi ancora genera) senso di pesante incertezza, quando non instabilità, preoccupazione e incomprensibile ritardo da parte della totalità delle lavoratrici e dei lavoratori. A maggior ragione dopo i casi di contagio registrati proprio al Dipartimento della Protezione Civile cui tutti noi facciamo riferimento nell’emergenza”.

Inoltre per la Fp Cgil, “ora che lo stato di crisi entra in una fase non più meramente emergenziale, con cui bisogna sapere e poter fare i conti, non è più sostenibile mettere in sospensione le normali relazioni tra amministrazione e rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Vanno individuate nuove e più tempestive modalità relazionali, utilizzando gli strumenti tecnologici adeguati. Per questo sollecitiamo una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali, delle Rsu, degli Rls, del Cug, con le modalità che si riterranno più opportune, al fine di fare il punto, sullo stato di attuazione delle diverse disposizioni impartite nella fase dell’emergenza, in maniera analitica per i singoli Dipartimenti, comprenderne problematicità e prospettive, i livelli di criticità riscontrate tra il personale”.

Infine, conclude la Fp Cgil, “ci rendiamo conto che sulla Presidenza del Consiglio ricadono oggi responsabilità nella gestione dell’emergenza Covid-19, tuttavia diciamo fin da ora che per noi è prioritario chiudere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2016-2018, per il personale del Comparto e per l’Area della Dirigenza, e che nei modi e nei tempi compatibili in questa fase vanno riprese al più presto le trattative per la loro definizione”.

Al Direttore dell’INL

Gen. Leonardo Alestra

Al direttore della Direzione

Centrale Risorse umane,

finanziarie e logistica

Dr. Giuseppe Diana

In questo momento così complicato siamo tutti chiamati a fare la nostra parte affinché l’emergenza termini il prima possibile ed il nostro paese possa risollevarsi da questa immane sciagura.
È il momento di farci forza, di stare accanto alle persone che più soffrono e non è certo il tempo dei proclami e della propaganda ma di lottare per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei loro cari, di lavorare per ampliare la sfera dei diritti ma anche di consentire il corretto funzionamento della macchina amministrativa per essere di aiuto alla collettività.
Siamo convinti che l’impegno sindacale ha il dovere morale di essere in sintonia, oltre che con i lavoratori, con il paese intero, con le sue gioie ed i suoi dolori, i suoi drammi e le sue speranze, e non può certo essere indifferente alle lacrime dei sopravvissuti e alla rabbia che si sta profilando in vasti strati della popolazione.
Come è noto a tutti FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno messo in campo un impegno straordinario per spingere l’amministrazione ad adottare tutte le misure necessarie per evitare la circolazione delle persone garantendo così quella distanza sociale come declinata dai DPCM che si sono susseguiti, superando il modello sin qui adottato di smart working, oggi dichiarato quale “modalità ordinaria” della prestazione lavorativa e consentendo, al di là degli inevitabili ma limitati presidi in presenza, alla quasi totalità del personale di poter continuare a lavorare da remoto dal proprio domicilio.
I risultati ottenuti, nonostante le inevitabili complicazioni dovute in particolare alla difficoltà di affrancarsi rapidamente dalla dipendenza dal sistema informatico del Ministero del Lavoro, hanno consentito, anche attraverso la possibilità di accedere a molti
processi formativi on-line, di raggiungere questo obiettivo, ma c’è ancora molto da fare per garantire la funzionalità da remoto di tutte le attività.
È certo che questa necessità di doversi repentinamente adattare alle nuove modalità di svolgimento dell’attività lavorativa ha evidenziato aspetti i cui contorni, nonostante le indicazioni fornite al riguardo,possono trovare soluzioni differenti, come nel caso dei buoni pasto o delle indennità spettanti a vario titolo.
Al contempo occorrerebbe valutare una accelerazione nella informatizzazione di quelle lavorazioni che potrebbero richiedere, chissà per quanto tempo, distanziamento sociale e lavoro da remoto e prevedere la fornitura, a tutto il personale dei supporti,hardware e software,necessari per consentire di svolgere al meglio la prestazione lavorativa da casa.
Comprendiamo che c’è un tempo per ogni cosa, e che l’agenda dei lavori impone, al momento, altre priorità, con un’emergenza ancora in corso ed una ricostruzione alle porte.
Peraltro, se ragioni di etica, di pudore e di rispetto per la sofferenza di una moltitudine di cittadini, ci inducono a non indugiare su aspetti ritenuti residuali del rapporto di lavoro (anche “agile”), invitiamo l’amministrazione anche alla luce delle disposizioni contenute nella circolare n.2/2020, ad aprire rapidamente un confronto con le OO.SS.

FP CGIL

Matteo Ariano

CISL FP

Michele Cavo

 

UIL PA

Bruno Di Cuia

Alla Dott.ssa Maria Carmela Giarratano

Direttore Generale per l’Innovazione Partecipazione e politiche per il Personale

giarratano.mariacarmela@minambiente.it IPP-udg@minambiente.it

Oggetto: Richiesta di incontro – Applicazione art. 87 decreto 18/2020 e circolare n. 2 Dipartimento Funzione Pubblica

Gent,ma,

facciamo riferimento all’incontro tenutosi in videoconferenza lo scorso 1 aprile, durante il quale ci sono state illustrate le iniziative già intraprese e quelle che l’amministrazione intenderebbe porre in essere per la gestione della fase di graduale rientro al lavoro in ufficio (l’acquisto dei dovuti presidi sanitari e l’eventuale acquisto di termometri scanner da utilizzare per l’accesso al ministero ecc. ) In quell’occasione le scriventi hanno sollevato alcune questioni relative alla necessità di un confronto complessivo sulle modalità di applicazione degli istituti previsti dall’art. 87 del dl 87/2020, come peraltro già anticipato con nota in data 20 marzo u.s., che ci è stato assicurato sarebbero state oggetto di una specifica convocazione successiva alla eventuale emanazione di un nuovo DPCM contenente la proroga della misure di contenimento della diffusione del contagio da COVID 19 nonché di un auspicabile chiarimento sul tema da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica. In considerazione della recente adozione del DPCM 1 aprile 2020 che proroga le misure di contenimento della diffusione del contagio al 13 aprile, nonché della circolare esplicativa n.2 del Dipartimento di Funzione Pubblica sulle misure misure recate dal decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18 si ritiene vi siano le condizioni da Lei auspicate per l’incontro citato. Si sottolinea che la circolare n.2 specifica che “Le amministrazioni sono chiamate, nel rispetto della disciplina normativa e contrattuale vigente, a definire gli aspetti di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro, tra cui gli eventuali riflessi sull’attribuzione del buono pasto, previo confronto sotto tale aspetto con le organizzazioni sindacali”; che l’art. 87 esplicita, con chiara evidenza, che lo smart woking ivi previsto costituisce la modalità ordinaria con cui i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni svolgono la propria attività lavorativa, durante la fase emergenziale e che infine l’art.20 della legge n.81/2017 indica che: “Il lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ha diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato, in attuazione dei contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda”. In ragione della proroga delle misure di contenimento dell’emergenza è necessario inoltre chiarire l’utilizzo di ogni ulteriore istituto laddove vi fosse l’impossibilità di accedere allo smart workng, fino ad arrivare all’adozione della misura di esenzione dal lavoro nei limiti previsti dalla norma, Si chiede quindi la convocazione con la massima urgenza di un incontro con la modalità
della videoconferenza sui temi oggetto della presente. Si coglie l’occasione per esprimere apprezzamento sulla intenzione manifestata dall’amministrazione di riprendere celermente le relazioni sindacali su temi temporaneamente interrotti quali le PEO 2020 e il FRD 2019. Si resta in attesa di celere riscontro.

FP CGIL                                        CISL FP                                     UILPA

Anna Andreoli – Roberto Giangreco             Davide Barilà                      Antonio Graziano

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott.ssa Gemma Tuccillo

Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Vincenzo Starita

Direttore Generale del personale, delle risorse

e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

Dott. Renato Romano

Direttore Generale degli Archivi Notarili

Con nota unitaria del 30 marzo scorso (all 1), le scriventi organizzazioni sindacali, in coerenza con la disciplina dello smart working secondo la quale il lavoratore che svolge la propria attività in modalità agile non deve essere discriminato rispetto al lavoratore che svolge la propria attività in ufficio (art. 20 comma 1 L 22 maggio 2017 n.81), hanno chiesto che ai lavoratori impegnati ad assicurare i servizi attraverso la modalità del lavoro agile sia riconosciuto lo stesso trattamento giuridico ed economico attribuito ai lavoratori impegnati nei presidi all’interno degli uffici, a partire dall’attribuzione del buono pasto ove ne ricorrano i presupposti. Con la stessa nota CGIL e CISL hanno chiesto anche l’apertura di un confronto in merito alle problematiche concernenti l’applicazione della normativa emergenziale nelle articolazioni centrali e periferiche della Giustizia.
Alla luce dei contenuti della circolare 2/2020 della Funzione Pubblica la quale, fornendo utili chiarimenti in merito ai contenuti delle norme del DL 18/2020, afferma, tra l’altro, che le amministrazioni pubbliche devono definire, previo confronto con le organizzazioni sindacali, “gli aspetti di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro, tra cui gli eventuali riflessi sull’attribuzione del buono pasto”, reiterano la richiesta di incontro da svolgersi secondo la modalità della call conference.

Confidano in un positivo riscontro si porgono distinti saluti.

FP CGIL                 CISL FP

Russo                             Marra

Al Segretario Generale

della Presidenza del Consiglio dei Ministri

– Pres. Roberto Chieppa

– Palazzo Chigi usg@mailbox.governo.it

Alle lavoratrici e ai lavoratori della Presidenza del Consiglio

Siamo ormai a un mese dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Essa ha messo in evidenza naturalmente l’impreparazione generale ad affrontare un evento straordinario e inaspettato di queste dimensioni e caratteristiche. Nel paese, nelle sue istituzioni, nell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche. Questa organizzazione sindacale ha tenuto fin dall’inizio un atteggiamento di responsabilità comprendendo la necessità di tenere assieme l’esigenza di continuare ad assicurare, ancor più nell’emergenza, ruolo, funzione e servizi dello stato verso i cittadini e le comunità, sociali, economiche, produttive, unitamente al fondamentale obiettivo di preservare la salute e l’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, in prima linea nell’emergenza. In particolare, presso le strutture della Presidenza del Consiglio per garantire le attività dei massimi vertici istituzionali del paese, per le funzioni di coordinamento e a supporto dei diversi livelli istituzionali, per i servizi e le attività di coordinamento delle iniziative di contenimento e contrasto all’epidemia e di protezione civile. Per questo, fin dall’incontro del 27 febbraio scorso, abbiamo apprezzato e condiviso le decisioni assunte dal Segretario Generale per accelerare l’adozione di quegli strumenti organizzativi, fino ad allora pressoché disattesi dai diversi Dipartimenti, per favorire il distanziamento sociale, quale unico antidoto certo al rischio di contagio come indicato dalla comunità scientifica, attraverso la generale attivazione del lavoro agile in ogni articolazione della Presidenza. Se però abbiamo potuto apprezzare tempi e modalità dell’intervento di indirizzo del Segretario Generale non possiamo dire altrettanto del tempismo e dell’attenzione rivolta ai propri collaboratori per buona parte delle articolazioni della Presidenza. L’autonomia organizzativa che caratterizza gli assetti dipartimentali in questo caso non ha rappresentato una specificità da mettere in valore ma un profondo e grave limite che ha generato (e in taluni casi ancora genera) senso di pesante incertezza, quando non instabilità, preoccupazione e incomprensibile ritardo da parte della totalità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Prova ne sono i diversi interventi da parte del Segretario Generale e del Capo Dipartimento del personale tesi a sollecitare l’adeguamento organizzativo di tutti i Dipartimenti all’indicazione di favorire la collocazione di quanto più personale possibile in smart working e di usare, nei confronti del personale assegnato a quelle attività indifferibili ed essenziali per le quali si richiede la presenza fisica in una sede della Presidenza, tutte quelle misure rese disponibili dalle norme di legge emanate in emergenza e da quelle contrattuali. Con l’obiettivo di ridurre al massimo l’esposizione al rischio. Per questo, il 23 marzo scorso abbiamo dovuto segnalare i ritardi con cui venivano e sono forniti adeguati Dispositivi di Protezione Individuale e richiedere di adottare misure ancora più incisive, come la rilevazione della temperatura corporea in ingresso negli uffici, dopo aver appreso (solo) dalla stampa i primi casi di contagio tra le donne e gli uomini della Presidenza e, in particolare, presso il Dipartimento di Protezione Civile. Manco a dirlo tra i Dipartimenti più riottosi all’utilizzo di misure precauzionali per il personale, a partire dal ricorso al lavoro agile. Ora siamo in presenza della Circolare n. 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione che dovrebbe dare elementi di maggiore chiarezza relativamente all’utilizzo del lavoro agile come ordinaria modalità lavorativa, all’utilizzo dei diversi istituti contrattuali per le lavoratrici e i lavoratori in smart working e per quanti devono continuare a lavorare in presenza, relativamente a permessi e congedi aggiuntivi utilizzabili. Così come appare ormai evidente che lo stato di crisi da epidemia Covid-19 entra in una fase nuova, non più meramente emergenziale, con cui bisogna sapere e poter fare i conti. Per affrontare la quale non è più sostenibile mettere in sospensione le normali relazioni tra amministrazione e rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Al contrario vanno urgentemente strutturate nuove e più tempestive e incisive modalità relazionali, utilizzando gli strumenti tecnologici adeguati, nel comune intento di far funzionare in maniera più “normale” e meno precaria la complessa macchina amministrativa e restituire, per quanto possibile, alle lavoratrici e ai lavoratori un clima di maggiore serenità e tranquillità nell’affrontare i propri compiti. Per questo sollecitiamo una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali, delle Rsu, degli Rls, del Cug, con le modalità che si riterranno più opportune, al fine di fare il punto, sullo stato di attuazione delle diverse disposizioni impartite nella fase dell’emergenza, in maniera analitica per i singoli Dipartimenti, comprenderne problematicità e prospettive, i livelli di criticità riscontrate tra il personale. Infine, ci rendiamo conto che sulla Presidenza del Consiglio ricadono oggi responsabilità nella gestione dell’emergenza Covid-19, tuttavia diciamo fin da ora che per noi è prioritario chiudere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, per il personale del Comparto e per l’Area della Dirigenza, e che nei modi e nei tempi compatibili in questa fase vanno riprese al più presto le trattative per la loro definizione. In tal senso, avanziamo sin d’ora la necessità di riconsiderare modalità e tempi della sperimentazione di un sistema di valutazione e misurazione della performance che, per evidenti motivi, non può essere effettuata con la dovuta attenzione ed efficacia. Nel confermare la disponibilità di questa organizzazione a un confronto serio e proficuo, nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori e nel rispetto delle reciproche prerogative, si coglie
l’occasione per porgere distinti saluti e ringraziare il personale tutto della Presidenza del Consiglio che ancora una volta assicura al paese il proprio importante apporto professionale.

Il Segretario nazionale

Florindo Oliverio

“Un passo avanti per garantire alla Polizia Locale le medesime misure di prevenzione e protezione già previste per le forze di polizia ad ordinamento statale”. Così la Fp Cgil in merito alla precisazione, fornita dal Ministero della Salute, sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte degli agenti di Polizia Locale.

“Con la Polizia Locale impegnata nell’ambito dello svolgimento delle funzioni di controllo e di contenimento dell’emergenza Covid-19 – sostiene il sindacato – ci siamo posti da subito la necessità di garantire la tutela della salute e sicurezza di tutti gli operatori in campo. Gli interventi e le sollecitazioni del sindacato confederale hanno portato a conseguire alcuni risultati. Prima in termini di riconoscimento dell’indennità di ordine pubblico alla Polizia Locale e poi, in merito alle tutele, con la emanazione della circolare del Ministero della Salute che chiarisce come le forze dell’ordine impegnate a garantire le misure di quarantena dei casi con COVID-19 devono utilizzare idonei Dpi adeguati alla tipologia di intervento, stabilendo che tale tutela compete anche alla Polizia Locale“.

L’impegno della Fp Cgil “verso la valorizzazione e il riconoscimento della peculiare funzione della Polizia Locale ci porta a conseguire dei primi risultati che sono anche frutto del grande lavoro che gli operatori stanno portando avanti in questa fase di grave emergenza per il paese. Questo ulteriore riconoscimento ci impone la massima attivazione verso le istituzioni preposte a livello territoriale e locale affinché sia data puntuale attuazione a quanto stabilito dalla circolare. La nostra iniziativa e la nostra mobilitazione a favore dei lavoratori della Polizia Locale continua per conseguire il riconoscimento di trattamenti salariali coerenti con tali funzioni, nonché tutte le tutele  previdenziali, assistenziali e infortunistiche oggi assenti e, infine, la necessità indifferibile di fare approvare finalmente una nuova Legge Quadro della Polizia Locale”, conclude.

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito all’organizzazione del percorso didattico per i corsi in ingresso 87° e 88° per AA.VV.F.  da svolgere con il metodo FAD

Tutelare salute e sicurezza, alleggerire pressione negli istituti penitenziari

“Sono 131 gli agenti di Polizia Penitenziaria che risultano essere positivi al Coronavirus, insieme a 21 detenuti”. A registrare questi numeri è la Fp Cgil Nazionale sulla base “di stime ufficiali fornite dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ma che sarebbero approssimative per difetto: ci risultano infatti essere circa 200 i poliziotti penitenziari positivi, tra i quali già due decessi, e molti di più in isolamento fiduciario, insieme ad un numero imprecisato di detenuti”.

Dopo aver registrato la prima vittima da Coronavirus tra i detenuti, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna e proveniente dalla casa circondariale Dozza, la Fp Cgil torna a chiedere interventi urgenti per contenere e prevenire il contagio da Covid-19 nelle carceri. I dati sulla diffusione del virus negli istituti penitenziari, spiega il sindacato, “devono indurre la politica e i vertici del Dap ad assumere iniziative urgenti, nell’interesse della salute pubblica, degli operatori, della popolazione detenuta e anche come forma di tutela dell’ordine pubblico dopo gli accadimenti delle scorse settimane. Nei giorni scorsi come Fp Cgil abbiamo inviato un atto di diffida ai vertici del Dap, ma anche del Dgmc e del Ministero della Giustizia, sui dispositivi di protezione individuale per il personale impegnato nelle carceri. A maggior ragione ora, con l’aumento dei contagi da Covid-19 tra il personale di Polizia penitenziaria, soprattutto in quelle regioni d’Italia maggiormente colpite dal fenomeno, è indispensabile un impegno maggiore sul tema della salute e della sicurezza”.

Le misure da assumere, ricorda la Fp Cgil, devono riguardare: “L’approvvigionamento di dispositivi di sicurezza idonei; linee guida per stabilire un’adeguata organizzazione del lavoro, sottoposto non solo ad una cronica carenza di organico ma adesso ancora più sotto stress per l’elevato numero di contagio tra gli agenti; l’applicazione delle disposizioni previste nel Protocollo sicurezza firmato da sindacati e Ministero della Salute per i servizi sanitari”. Ma se da un lato bisogna lavorare per aumentare le misure di salute e di sicurezza, “dall’altra – osserva la Fp Cgil – c’è bisogno di mettere in campo interventi che possano far deflettere la pressione nelle carceri, a partire dall’estensione del ricorso ai domiciliari, ad un provvedimento sotteso all’assolvimento anticipato della pena fino ad un massimo di un anno per alcuni reati minori e al potenziamento urgente e straordinario di Polizia penitenziaria al pari di come si sta procedendo in altre amministrazioni pubbliche in ragione dell’emergenza Covid-19”.

Per la Funzione Pubblica Cgil, “la situazione delle carceri può peggiorare sensibilmente: il sovraffollamento, lo stato in cui versa l’edilizia carceraria, la condizione dei lavoratori insieme a quella dei detenuti. Un’insieme di elementi che espone a rischi non solo di contagio dal virus ma anche di tensioni, come ne abbiamo registrate nei giorni passati, e di salute psicofisica per chi vive la realtà del carcere, compresi gli educatori, gli assistenti sociali, il personale del Ministero della Giustizia. Abbiamo bisogno di segnali e ne abbiamo bisogno adesso”, conclude.

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