Pubblichiamo il resoconto della videoconferenza tenutasi il 7 aprile 2020

Valorizzazione economica del personale del servizio sanitario nazionale, tutela nei confronti delle responsabilità professionali, riconoscimento di malattia e infortunio, insieme al riconoscimento delle tutele in regime di sorveglianza sanitaria. Queste in estrema sintesi le rivendicazioni di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl relative al decreto ‘Cura Italia’, in via di conversione, contenute in una lettera inviata, tra gli altri, ai ministri Speranza e Gualtieri e al presidente delle Regioni Bonaccini.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ribadiscono alcune richieste relative al potenziamento del Servizio sanitario nazionale, a partire dalla valorizzazione economica del personale. “Riteniamo queste misure – scrivono – insufficienti a dare il giusto riconoscimento al valore del lavoro professionale dei lavoratori del SSN e delle strutture che operano nel sistema accreditato e che stanno concorrendo alla gestione della Pandemia mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro congiunti motivato da spirito di servizio, senso del dovere di cura e responsabilità verso la deontologia professionale. Per questi lavoratori non ci sono riconoscimenti adeguati ipotizzabili al contributo che stanno dando nell’Emergenza, a maggior ragione la rivalutazione di alcune indennità e la maggiorazione dello straordinario non possono rappresentare ciò che viene riconosciuto loro. Chiediamo pertanto di poter utilizzare Risorse Aggiuntive Nazionali e Regionali in deroga ai vincoli dell’art.23 dlgs 75/17 ed al di fuori dell’attuale modalità di costituzione dei fondi per la contrattazione collettiva riconoscendo un’Indennità Covid-19 per fasce di intensità di esposizione che sia erogabile tramite accordi aziendali con le Rsu sulla base di Accordi Regionali con le organizzazioni sindacali che definiscano quote di RAN (risorse aggiuntive nazionali da prevedere nel DL 18/20) e RAR (risorse aggiuntive regionali) e criteri di ripartizione delle stesse”.

Quanto al tema delle responsabilità professionali, i sindacati affermano: “Sul tema della responsabilità civile e penale degli esercenti le professioni sanitarie, professionali, tecniche ed amministrative occorse durante l’Emergenza Covid19, si ritiene che vada chiarito, senza possibili fraintendimenti, che tali soggetti non ne rispondono ne civilmente, ne per danno erariale, ne penalmente tranne nel caso della sola colpa grave determinata dalla violazione dei principi fondamentali dell’esercizio della professione”. Infine, ultimo punto, relativo al riconoscimento di malattia e infortunio e regime di sorveglianza sanitaria, i sindacati rivendicano: “A chiarimento delle norme a tutela del personale del Ssn sin qui introdotte va chiarito che l’infortunio per contagio Covid19 viene sempre riconosciuto a tutto il personale sanitario, sociosanitario, socio assistenziale che lavora nelle strutture pubbliche e private e risulti positivo, senza ulteriori obblighi di certificazione”. Così come, proseguono, “va superato l’art 7 DL 6 del 23 febbraio 2020 che esclude dalla quarantena il personale sanitario e dei servizi essenziali. È paradossale, infatti, che a fronte dell’evidenza scientifica e statistica dell’incidenza dei contagi del personale sovraesposto al rischio perché operante in ambienti Covid19 si preveda addirittura una cancellazione delle tutele previste dalle norme che regolano salute e sicurezza in materia di sorveglianza sanitaria”.

Tre punti cruciali, che si sommano ad altre questioni, tra queste, dispositivi di sicurezza, test clinici, assunzioni e stabilizzazione dei precari, linee guida sulla gestione organizzativa dell’emergenza, finanziamenti, rinnovo dei contratti e altro. “Riteniamo indispensabile – scrivono i sindacati – che sull’ordine di queste priorità ci sia un segnale forte, coeso e concreto, altrimenti tutte le belle dichiarazioni che in queste settimane si sono susseguite se non corroborate da interventi concreti testimonieranno la non volontà di ascoltare chi in queste settimane di fronte all’incertezza organizzativa e talvolta politica ha usato competenze e professionalità per salvare il Paese dall’Emergenza sanitaria. Di fronte all’assenza di risposte, ritenendo altresì una forzatura democratica le disposizione della commissione di garanzia sugli scioperi dei servizi essenziali, agiremo tutte le forme di mobilitazione che siano necessarie. Il personale ci ha dimostrato in questi giorni che prima si salvano le vite, si garantiscono i servizi e si risponde alla responsabilità determinata dall’Emergenza. Questo non può e non deve in nessun modo giustificare la negazione dei diritti, della dignità e del rispetto di chi lavora. La politica può e deve fare la differenza anche in questo momento difficile, stando al fianco dei lavoratori e garantendo come prioritaria la loro sicurezza”, concludono.

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

 

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

 

Dott. Lucio Bedetta

Direttore generale del bilancio e della contabilità

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

 

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott.ssa Gemma Tuccillo

Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Vincenzo Starita

Direttore Generale del personale, delle risorse

e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

Dott. Renato Romano Direttore Generale degli Archivi Notarili

p.c. Dott. Fulvio Baldi Capo di Gabinetto

La disciplina volta a difendere il paese dal contagio da COVID-19 individua nello Smart Working la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni. Tale circostanza ha indotto anche codeste amministrazioni a sviluppare la modalità di lavoro agile e ad applicarla nelle articolazioni centrali e periferiche insieme alle altre misure individuate dalla normativa emergenziale. L’applicazione delle predette misure purtroppo non è stata uniforme nelle diverse amministrazioni della Giustizia tant’è che CGIL e CISL
sono più volte intervenute, e lo faranno anche in seguito, con documentate note di denuncia indirizzate al Ministero.
In tale contesto CGIL e CISL hanno apprezzato molto l’iniziativa del Direttore Generale del personale dell’Organizzazione Giudiziaria di portare a termine la procedura di mobilità relativa all’interpello straordinario per 198 posti di assistente giudiziario, pubblicato circa un anno fa. Tale scelta dimostra che, nonostante la fase emergenziale, l’attività ordinaria anche dell’Amministrazione Centrale può andare avanti utilizzando la modalità del lavoro agile prescritta dalla normativa emergenziale.
Al fine di non vanificare il tempo presente, CGIL e CISL ritengono opportuno riprendere il più possibile le ordinarie relazioni sindacali e pertanto chiedono che a cura di codeste amministrazioni, nell’ambito delle rispettive competenze:
– Siano date formali indicazioni agli uffici periferici affinchè siano convocati, in modalità call conference ovvero secondo altra modalità compatibile con la sicurezza dei soggetti interessati, i tavoli negoziali per la definizione degli accordi relativi al pagamento del cd Fondo di Sede FUA 2018, in analogia con quanto già disposto dalla procura Generale di Roma.
– Si avviino, in modalità call conference, le trattative per la definizione dei criteri di pagamento del FUA 2019 attraverso l’inoltro alle organizzazioni sindacali di una bozza di ipotesi di accordo da parte dell’amministrazione anche con riferimento ai numeri della prossima procedura di progressione economica da rivedere al rialzo rispetto a quanto definito nell’impegno di spesa sottoscritto il 5 dicembre 2019.
– Sia attivata la procedura per lo scorrimento ulteriore delle graduatorie ex art. 21 quater L. 132/2015 relative al passaggio di cancellieri esperti ed ufficiali giudiziari rispettivamente nelle figure del funzionario giudiziario ed in quella del funzionario NEP. L’urgenza di tale scorrimento è determinata anche dal giudiziale blocco del concorso per funzionari giudiziari che ha determinato l’assoluta incertezza sui tempi del reclutamento di nuovi funzionari giudiziari nonché dalle gravissime scoperture nelle figure del funzionario giudiziario e del funzionario NEP che affliggono gli uffici periferici dell’amministrazione giudiziaria.
– Sia operato un ulteriore scorrimento della graduatoria degli idonei all’ultimo concorso per assistenti giudiziari.
-Sia convocato un incontro in call conference sullo stato di applicazione dell’art. 492 bis cpc (ricerca telematica dei beni da pignorare).
– Sia convocato in call conference un incontro in tema di definizione dei nuovi criteri di mobilità dei lavoratori dell’organizzazione giudiziaria al fine di discutere la bozza di accordo trasmessa dal Direttore Generale il 28 febbraio scorso.
-Con la stessa modalità sia convocato il tavolo negoziale finalizzato alla revisione, ridefinizione e sottoscrizione dei nuovi criteri di mobilità del personale delle funzioni centrali del D.A.P.
– Al fine di valorizzare le professionalità interne delle amministrazioni DAP e DGMC siano attivate le procedure selettive, ai sensi dell’art.22 c.15 D.Lvo75/2017, per la progressione tra le aree riservate al personale di ruolo afferenti le diverse professionalità.
-Sia completata la procedura di mobilità di cui all’interpello straordinario per funzionario della
professionalità giuridico-pedagogica.
– Sia effettuato il pagamento delle differenze retributive in favore dei lavoratori che sono risultati utilmente collocati nelle graduatorie relative alle progressioni economiche anno 2018 (decorrenza 1.1.2019).
CGIL e CISL ritengono che in momento così difficile come l’attuale i lavoratori, ma prima ancora il paese, abbia bisogno di un segnale di continuità delle relazioni sindacali. La tutela dei lavoratori può e deve essere esercitata anche nella fase emergenziale, in vista del rientro alla normalità che tutti auspicano sia il più rapido e sicuro possibile, per rendere la Giustizia un’amministrazione efficiente al servizio dei cittadini.

Roma, 7 aprile 2020

FP CGIL                                                    CISL FP

Russo\Lamonica\Macigno                   Marra

Al Segretario Generale

della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Pres. Roberto Chieppa

Palazzo Chigi usg@mailbox.governo.it

 

Al Capo Dipartimento per il Personale

Dott.ssa Francesca Gagliarducci

f.gagliarducci@palazzochigi.it

Oggetto: Riunione 4 marzo 2020 – Tavolo tecnico concernente gli approfondimenti relativi al sistema di misurazione e valutazione della performance del personale dirigenziale della PCM.

Nel corso della riunione del tavolo tecnico del 4 marzo u.s., il Dip. per il personale (DIP) e l’Ufficio controllo interno (UCI) hanno manifestato l’intenzione del Segretario Generale della PCM di apportare interventi correttivi al DPCM n. 131 del 2011 e, conseguentemente, al nuovo SMVP nonché al DPCM 23 dicembre 2019 di approvazione del nuovo SMVP al fine di adeguarli alla normativa primaria sopravvenuta. La FP CGIL ritiene quanto mai opportuno che l’Amministrazione valuti un rinvio della sperimentazione all’anno 2021 del sistema di misurazione e valutazione della performance (sia per il personale del comparto sia per il personale dirigenziale). I due sistemi, infatti, sono speculari e presentano le medesime e più volte rappresentate criticità, tali da renderli illegittimi, oltre che inapplicabili. Detto rinvio al 2021 è ancor più necessario visto lo stato emergenziale nel frattempo intervenuto e legato al diffondersi della pandemia di covid-19 per cui si invita la PCM ad utilizzare questo periodo per apportare le necessarie correzioni ai citati DPCM nonché il nuovo SMVP al fine di renderli legittimamente applicabili attraverso il loro adeguamento alla normativa primaria sopravvenuta. In particolare, come già rappresentato da FP CGIL nel corso della riunione del 4 marzo, il collegamento diretto tra fasce di merito derivanti dal SMVP e trattamento accessorio collegato alla performance di cui alle pag. 15-17 del SMVP già approvato con il dpcm 23 dicembre 2020 è in palese violazione della norma primaria che assegna alla contrattazione integrativa la determinazione della retribuzione accessoria collegata alla performance (combinato disposto degli artt. 24 e 40 del d.lgs 165/2001 come modificato dal d.lgs 75/2017). Pertanto, risulta necessario eliminare dal nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance (SMVP) ogni riferimento diretto a definire, anche solo in misura relativa (quota %), l’entità della retribuzione di risultato collegata alla performance in quanto sottrae alle OO.SS. una delle prerogative sindacali riconquistate con le recenti modifiche alla norma primaria.

Segretario Nazionale

Florindo Oliverio

 

Coordinatore Nazionale Dirigenti

Amministrazioni Centrali

Domenico Mancusi

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. territoriali in merito all’organizzazione del soccorso presso la sede di Lipari

Mai come oggi, in Italia e nel Mondo, dovremmo essere capaci di celebrare la Giornata Mondiale della Salute tentando di andare oltre la retorica e oltre la semplice denuncia.
Oggi, più che mai, tocchiamo con mano l’importanza del diritto alla salute, al quale i nostri Costituenti e le nostre Costituenti, nella loro lungimiranza, garantirono un rango Costituzionale, con l’articolo 32 della nostra Carta.
Oggi, più che mai, tendiamo la mano agli operatori e alle operatrici del Servizio Sanitario Nazionale, cui dovrebbe andare molto di più di un sentimento di gratitudine o di un riconoscimento pubblico.
Oggi, più che mai, dobbiamo difendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale, che va sostenuto e cui vanno garantite le condizioni per poter migliorare e per poter dare, a tutte e tutti, le migliori risposte possibili ai bisogni di salute, vecchi e nuovi.
Oggi, più che mai, dovremmo essere capaci di ragionare non in emergenza ma con lungimiranza, perché può accadere di nuovo, perché il Covid-19 ha fatto emergere tutta la nostra fragilità e quella di un Servizio Sanitario Nazionale per anni depauperato di risorse, finanziarie e professionali. Sono oltre 45mila, negli ultimi dieci anni, gli operatori che il SSN ha perso, tra cui 7000 medici e quasi 35mila operatori del comparto. Ben 44mila sono i precari che lavorano in sanità.
Oggi, e sempre, dovremmo essere grati a tutte le operatrici e agli operatori della sanità privata e dei servizi socio-sanitari privati e del privato sociale che col loro lavoro rendono esigibile il diritto alla salute e all’assistenza spesso in condizioni difficili e senza che sia loro garantita parità di diritti col sistema pubblico.
Agli infermieri e alle infermiere, alle ostetriche cui è dedicata quest’anno la Giornata Mondiale della Salute, vogliamo dire che la Funzione Pubblica Cgil c’è, è al loro fianco, soprattutto in questo periodo drammatico.
Oggi più che mai, e sempre.

Alla Federazione Italiana Tennis

Il Presidente

Ing. Angelo Binaghi

e p.c.
Alla Società Sport e Salute S.p.A.

Presidente e Amministratore delegato

Avv. Vito Cozzoli

Al Capo di Gabinetto del Ministro

per le Politiche giovanili e Sport

Prof. Giovanni Panebianco

 

Al Ministero dell’economia

e delle finanze Al capo di Gabinetto

Avv. Luigi Carbone

 

Alla Società Sport e Salute S.p.A.

Al Direttore Risorse Umane

Dott. Riccardo Meloni

Oggetto: attivazione procedura per richiesta assegno ordinario ex art.30 comma 1 del D.lgs. 148 del 2015 – causale “emergenza Covid – 19“ – avvio esame congiunto.

In relazione alla Vs comunicazione datata 6 aprile 2020, avente ad oggetto ”attivazione procedura per richiesta assegno ordinario ex art.30 comma 1 del D.lgs. 148 del 2015 causale “emergenza Covid – 19” – Informativa per eventuale esame congiunto” le scriventi OO.SS. con la presente richiedono l’avvio dell’esame congiunto. Al fine di consentire un proficuo e celere svolgimento dei lavori, visti i tempi ristretti previsti dall’art.19 D.L. 18/2020, si espongono fin da subito le seguenti considerazioni, con riserva di integrarle nel proseguito dell’esame. Codesta Federazione Sportiva Nazionale è un’associazione senza fini di lucro, con personalità giuridica di diritto privato, che non opera in un mercato concorrenziale ed è destinataria di contributi pubblici, erogati oggi per il tramite della Società Sport e Salute S.p.A. e precedentemente dal CONI.
A tal riguardo, dall’esame degli ultimi dati contabili consolidati disponibili (bilancio consuntivo 2018), si evince come la Federazione ricevesse dal CONI Contributi per il personale già con contratto federale pari a € 1.995.511,00 e Contributi costo lavoro personale ex CONI Servizi S.p.A. pari a € 591.356,00, a fronte di costi del personale pari ad € 2.658.157,68, comprensivi degli oneri previdenziali, assicurativi, TFR, buoni pasto e premi di produzione e al netto dei costi per lavoro straordinario.
L’incidenza dei contributi risultava pari al 97,31 % della spesa per il personale. Secondo le previsioni contenute nel bilancio preventivo del 2019 l’incidenza sarebbe dovuta scendere, in tale esercizio, a circa l’84%.
Come si desume dai dati sopra richiamati il costo ordinario del personale risultava e reputiamo risulti tuttora – sostanzialmente a carico delle finanze pubbliche, ciò solleva seri dubbi sulla liceità del ricorso a forme di integrazione salariale. Ed infatti tale ulteriore sovvenzione andrebbe a sovrapporsi a quella già ottenuta attraverso i citati contributi, cioè che, peraltro, potrebbe ingenerare la distrazione di tali risorse dalle finalità a cui sono destinate.
In tal senso ed anche al fine di scongiurare possibili azioni future tese ad accertare eventuali responsabilità, le scriventi OO.SS. chiedono a Sport e Salute S.p.A., quale soggetto incaricato all’erogazione dei finanziamenti alle Federazioni Sportive Nazionali, al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport e al Ministero dell’economia e delle finanze, destinatari per conoscenza della presente comunicazione, di valutare i profili di legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione Italiana Tennis al Fondo di integrazione salariale.
Va infine sottolineato come in data 6 marzo 2020 le scriventi OO.SS. abbiano sottoscritto con Sport e Salute S.p.A. e Federazioni Sportive Nazionali, un accordo finalizzato a definire modalità e istituti atti a fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid 19. Tenuto conto che tale accordo non prevede il ricorso a forme di integrazione salariale, che ai sensi dell’art. 7 comma 5 del medesimo “lo stesso avrà durata fino al 6 aprile 2020 e si intenderà tacitamente prorogato per ulteriori 15 giorni, salvo disdetta di una delle parti”, rilevato che non è pervenuta disdetta da parte di codesta Federazione, si ritiene che le previsioni ivi contenute siano ad oggi pienamente efficaci e vincolanti e conseguentemente sia da escludersi, anche sotto tale profilo, la legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione Italiana Tennis al Fondo di integrazione salariale.
Si resta in attesa di riscontro.

FP CGIL                            CISL FP                          UILPA                   CISAL FIALP

Francesco Quinti   Alessandro Bruni              Paolo Liberati                 Dino Carola

– Direzione Generale del Personale Civile

– E,p.c.

Ufficio Gabinetto Difesa

– Al Sottosegretario delegato

On.le Angelo Tofalo

 

– Stato Maggiore della Difesa

– Segretariato Generale della Difesa

– Ai Capi di Stato Maggiore delle FF AA

Oggetto: Circolare Funzione Pubblica n. 2 /2020. Assetti organizzativi e profili del lavoro agile. Ferie residue 2019.Richiesta di confronto.

Ai sensi di quanto disposto dalla circolare Funzione Pubblica n. 2/2020 in tema di lavoro agile le scriventi richiedono confronto, in videoconferenza, per definire gli aspetti organizzativi e i profili normativi e giuridici attinenti il rapporto di lavoro.

Nella medesima circostanza si chiede di esaminare, con urgenza, l’utilizzo delle ferie residue 2019 entro il mese di giugno, unico limite contrattuale richiamato dalla circolare in argomento, tenuto conto che il termine del 30 aprile non soddisfa la conciliazione tra le esigenze della vita e quelle del lavoro in questa drammatica emergenza sanitaria.

Distinti saluti.

FP CGIL                                 CISL FP                                UIL PA

Francesco Quinti              Massimo Ferri                 Sandro Colombi

Roberto De Cesaris            Franco Volpi

Corona virus

Pubblichiamo la nota di chiarimento a firma del Capo del Corpo in merito alle direttive impartite con Decreto legge 17 marzo 2020, n. 18. Art. 87 e le precisazioni nella Circolare 2/2020  riguardo le misure straordinarie in materia di lavoro
agile e di esenzione dal servizio

INCONTRO … INTERROTTO

Diversi gli argomenti sul tappeto. Spiace non essere arrivati a conclusione sulle questioni pendenti, nonostante la ferma volontà delle scriventi.
Andiamo con ordine: al fine di gestire l’emergenza in corso e di garantire che i lavoratori dell’Istituto siano messi in condizione di erogare tutti i servizi richiesti, l’Amministrazione ha ipotizzato diverse fasce orarie di accesso per il personale, così da superare l’attuale decongestionamento delle linee. Nel dare la disponibilità ad arrivare a un accordo complessivo sul tema in tempi rapidi – vista la necessità dettata dalla contingenza – abbiamo altresì chiesto che esso preveda l’erogazione del buono pasto e la corresponsione di una indennità al personale, in quanto chiamato a lavorare su fasce orarie differenziate.
Siamo stati poi informati della costituzione di un gruppo di lavoro nazionale, costituito da personale della Direzione Generale e delle Direzioni Regionali, che si occuperanno rispettivamente del bonus ai lavoratori autonomi e delle CIG.
Riguardo al Piano Triennale del Fabbisogno di Personale, ci è stato comunicato che è pronto il bando per 165 funzionari informatici, cui si intende dare priorità massima, così come si pensa di bandire il concorso per medici entro l’anno, anch’esso urgente. Relativamente alle previste assunzioni di 63 infermieri, l’intenzione dell’Istituto è di procedere prima con mobilità volontaria dall’esterno e quindi bandire un concorso.
Ci spiace dover dire che, proprio mentre si doveva aprire la discussione sulle progressioni verticali, sia il Presidente che la Direttrice Generale hanno lasciato la videoconferenza. Questo ha impedito alla discussione di arrivare a una conclusione e riteniamo un brutto segnale quanto accaduto.
Questi i numeri presentati: gli aventi diritto al passaggio – in quanto muniti del titolo di studio – sono 306 in area A e 1.167 in area B. A fronte di questi numeri, i passaggi in area C sarebbero così divisi: 947 nel 2020, 268 nel 2021, 183 nel 2022 per un totale di 1.398 passaggi, mentre i passaggi in area B sarebbero solamente 14. Diciamo subito che riteniamo a dir poco offensivo aver previsto solo 14 posti in area B, lasciando fuori, quindi, altri 292 colleghi che pur avrebbero perfettamente titolo a passare. Respingiamo con sdegno questa proposta al mittente e chiediamo a gran voce che i posti da mettere a bando in area B siano pari ai colleghi aventi titolo.
Siamo consapevoli che questi numeri – in quanto vincolati alla normativa vigente – non potranno dare una risposta definitiva al superamento del mansionismo; proprio per questo chiediamo all’Amministrazione e al Presidente, in particolare, di attuare le promesse tante volte sbandierate al personale.
Riguardo alle modalità di selezione, nonostante la Determina 184/2019 dovrà essere modificata per allinearla con il dato normativo del DL n.162/2019, l’Amministrazione sostiene che la nostra proposta, derivante dalle disposizioni dell’art.1 del DPCM 09.03.2020, applicabile al DLGS 75/2017, di effettuare una selezione basata su titoli e anzianità, pur condivisibile, non sia consentita dalla normativa vigente, ma si è detta disponibile a semplificare al massimo le procedure, con banche dati preventivamente disponibili e consentendo lo scorrimento di graduatoria fino al 2022. Naturalmente, l’assenza dei vertici ha impedito alla discussione di poter arrivare a conclusione anche su questo aspetto.
Nel corso del confronto con l’Amministrazione, tra le varie ed eventuali, siamo stati informati che la scorsa settimana è stata approvata la determina
presidenziale su mutui e prestiti, esaminata nei giorni scorsi dal collegio dei sindaci. Si attende, ora, il messaggio Hermes con le indicazioni operative. Abbiamo inoltre sollevato l’annosa problematica dell’assegno di garanzia (le trattenute operate dall’Inps ai colleghi inseriti nei ruoli dell’Istituto per processi di mobilità prima del 2006 e destinatari, per effetto della percezione di un trattamento economico più alto presso le Amministrazioni di provenienza, di un assegno ad personam soggetto a riassorbimento con gli incrementi retributivi stabiliti dai successivi CCNL). Sul punto, l’Amministrazione, nonostante i nostri ripetuti inviti, ha avviato un’azione di recupero da marzo 2019 relativamente agli importi non riassorbiti. Considerando che l’Istituto risulta finora soccombente in tutte le cause attivate, abbiamo chiesto di sospendere l’azione intrapresa e di riconsiderare la posizione assunta.
Considerando l’importanza di questioni come la gestione dell’emergenza, le progressioni verticali e il CCNI, ci aspettiamo una nuova convocazione in tempi rapidi, per dare risposte concrete al personale e alla cittadinanza.

FP CGIL
ARIANO TREVISANI

CISL FP
Paolo SCILINGUO

UIL PA
Sergio CERVO

CONFINTESA FP
Francesco VIOLA

CONFSALUNSA
CIARALDI PEPPETTI

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

 

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

 

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Dopo la stipula del protocollo tra il Governo e CGIL, CISL e Uil confederali e di categoria per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici e l’emanazione della circolare 2/2020 da parte del Ministero della Funzione Pubblica risultano ancora più chiare le linee guida che dovrebbero seguire tutte le amministrazioni pubbliche per gestire questa fase emergenziale.

Purtroppo, malgrado le molteplici sollecitazioni fatte da Fp CGIL Cisl FP e UIL Pa, le disposizioni impartite nel tempo con i vari decreti emanati dal Governo non sono state ancora recepite dall’amministrazione penitenziaria, centrale e periferica.

Ad oggi lo Smart Working non è la modalità ordinaria di lavoro nelle strutture centrali e periferiche dell’amministrazione Penitenziaria. Ci giungono notizie di gran parte degli operatori del comparto delle funzioni centrali a cui è stato concesso un solo giorno a settimana di lavoro agile e che continuano a lavorare in forma ordinaria sul posto di lavoro, non autorizzando, in alcuni casi, nemmeno la fruizione delle ferie residue (anno 2019). Nella sostanza la gran parte dei lavoratori del penitenziario è costretto a recarsi ogni giorno nelle sedi di lavoro con grave pericolo per la salute personale e per quella di famiglie e utenza.

Tra l’altro, nei luoghi di lavoro citati, i dispositivi di protezione individuale tardano ad arrivare, i prodotti per l’igiene scarseggiano e ci sono grandi difficoltà ad effettuare la sanificazione dei locali. Per non parlare poi della difficoltà a mantenere la distanza necessaria tra un operatore e l’altro.

Se a ciò si aggiunge che non tutti i provveditorati regionali hanno sospeso l’invio in missione del personale da un comune all’altro della regione, disattendendo quanto previsto in materia di limitazione degli spostamenti delle persone, risulta del tutto evidente quanto la salute dei lavoratori sia messa a rischio di contagio.

Per quanto sopra esposto, siccome la fase emergenziale non è affatto terminata, si diffida codesta amministrazione dal continuare ad ignorare le disposizioni impartite e si chiede di adottare

immediatamente tutte le misure idonee a tutelare la salute di tutto il personale delle funzioni centrali con modalità organizzative di lavoro agile in forma ordinaria e con la predisposizione di piani di sicurezza anti contagio.

Ci riserviamo l’adozione di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro.

Distinti saluti

Roma, 7 aprile 2020

FP CGIL
Lamonica\Prestini

CISL FP
Marra

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