Pubblichiamo la richiesta di chiarimenti inviata all’Amministrazione

Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate

Al Direttore Centrale Risorse Umane e Organizzazione

All’ Ufficio Relazioni Sindacali e normativa del lavoro

Oggetto: Sanificazione degli uffici e imputazione delle relative assenze.

Le scriventi OO.SS. dopo aver letto con attenzione la comunicazione, giunta via mail, sull’imputazione delle assenze dovuta alla sanificazione degli uffici, condividono il presupposto che considera la necessità della chiusura dell’ufficio a seguito dei provvedimenti emergenziali ma non la differenziazione che codesta Agenzia fa nel giustificare le assenze a secondo se i lavoratori dovevano prestare servizio “in presenza” negli uffici o, diversamente, in modalità di lavoro agile poi anche introdotto come modalità ordinaria di lavoro ma “non esclusiva”. Il presupposto condiviso, quindi, è che tale tipologia di chiusura degli Uffici ricade pienamente nella previsione di cui all’art. 19, comma 3, del D.L. n. 9/2020 che considera che le assenze derivanti dalle chiusure degli uffici imposti da provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da COVID-19 costituiscono servizio prestato a tutti gli effetti di legge con esclusione della sola corresponsione dell’indennità sostitutiva di mensa (Buono pasto). Va da sé, con tutta evidenza, che se l’ufficio è chiuso (a prescindere da quale siano le motivazioni) non può essere valutata l’esistenza che una parte di lavoratori, minima o elevata che sia, possa comunque essere considerata in attività lavorativa né tanto meno effettuare una discriminazione di trattamento tra tipologie di prestazione lavorativa se essa fosse prestata “in presenza” in ufficio, così come diffusamente (ma non esclusivamente) effettuata nella prima fase emergenziale, oppure in modalità agile ( smart
work ing , telelavoro, ecc.) svolto più diffusamente nella seconda fase emergenziale. Ad ulteriore riprova, risulta altrettanto non coerente l’ipotesi proposta da codesta Agenzia nella citata mail informativa in quanto, con riferimento alle chiusure degli uffici deve definirne, con specifico provvedimento, anche il loro “mancato funzionamento” nei confronti dell’utenza. Ne consegue che non può essere discriminata neanche la stessa utenza tra chi si recherebbe in ufficio trovandolo chiuso e chi troverebbe il riscontro attraverso lavorazione in remoto da parte dei colleghi che presterebbero servizi. In poche parole, se l’ufficio è chiuso lo è a tutti gli effetti!… nella specifica casistica la norma già richiamata di cui all’art. 19, c. 3 del D.L. n.9/2020 non fa certamente alcuna distinzione tra modalità diversificate di come può essere prestata l’attività lavorativa e certamente, quindi, non possono essere introdotti discriminazioni di sorta.
Del resto, richiamandosi ai principi generali espressi anche in seno alle interpretazioni ARAN, in particolare nella risposta fornita alla Corte dei Conti in data 26 aprile 2018, le Scriventi evidenziano che, in ogni caso, la citata tipologia rientra nella casistica in cui l’Ufficio resta chiuso per ordinanza prefettizia, sindacale o di altra autorità in grado di prescrivere la chiusura di un ufficio pubblico o che comunque l’assenza del personale non può che essere riferibile ad “ eventi riconducibili al rischio di impresa ” e, quindi, in entrambi i casi le assenze sono giustificate. Pertanto, con la presente, le scriventi OO.SS. invitano codesta Agenzia a non discriminare, per i giorni di sanificazione, istituti diversi della modalità di prestazione dell’attività lavorativa e a considerare per tutti i lavoratori l’assenza giustificata con riconoscimento della retribuzione a tutti gli effetti di legge. Si resta in attesa di cortese quanto celere riscontro.

FP CGIL          CISL FP          UIL PA      CONFSAL/UNSA        FLP

Boldorini           Silveri             Cavallaro          Sempreboni          Patricelli

Roma, 08 aprile 2020

Al Capo D.A.P.

pres. Francesco BASENTINI

Roma

E, p.c.

Al Capo Gabinetto del Ministro della Giustizia

pres. Fulvio BALDI

Roma

 

Al D.G.P.R. – D.A.P.

cons. Massimo PARISI

Roma

Oggetto: personale di Polizia Penitenziaria impiegato nei pregressi disordini presso alcuni Istituti Penitenziari del Paese. Richiesta intervento.

Presidente,

questa Organizzazione Sindacale non può esimersi dal chiederLe una giusta valutazione, rispetto ad un riconoscimento (nella forma più idonea che riterrà opportuna) verso tutte le lavoratrici ed i lavoratori che, con profondo zelo ed abnegazione, ha contribuito al mantenimento dell’ordine e della sicurezza durante gli episodi in discussione, affermando – ancora una volta – la loro professionalità e senso del dovere, nonostante attimi di elevata paura che hanno caratterizzato quei particolari momenti.

La genesi di tale richiesta è altresì riconducibile ad analoghi interventi, già attivati a favore del personale in forza nei vari settori e comparti del pubblico impiego. Fiducioso di un Suo interessamento che vorrà accordare a quanto sopra esposto, si inviano distinti saluti

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Stefano BRANCHI

Gratuiti per gli iscritti e già attivi, aperti a tutte le professioni

“Pronto Soccorso, come cambia una struttura fondamentale del Servizio sanitario nazionale” e “Coronavirus. Aspetti sanitari, epidemiologici e sociali”. Sono i due corsi Ecm Fad al momento disponibili, aperti a tutte le professioni sanitarie e gratuiti per gli iscritti alla Fp Cgil. In linea con l’offerta formativa promossa dalla Fp Cgil, il sindacato promuove questi due nuovi corsi Ecm.

 

 “Pronto Soccorso, come cambia una struttura fondamentale del Servizio sanitario nazionale”. Gratuito per gli iscritti da 10 crediti (Accreditamento ECM 286399) per tutte le professioni.
 Già attivo e fino al 30 aprile, iscrizioni tramite la piattaforma: www.proteoformazione2.it/moodle

 


“Coronavirus. Aspetti sanitari, epidemiologici e sociali”
. Anche questo già on line, il corso Ecm Fad è aperto a tutte le professioni sanitarie. Gratuito per tutti gli iscritti alla Fp Cgil, il corso è attivo da subito e fino al 31 maggio 2019. Nel dettaglio: accreditamento ECM 286399 per tutte le professioni per 13 crediti e accreditamento CNOAS 38563 per assistenti sociali per 10 crediti.
Per iscriversi: www.proteoformazione2.it/moodle

Al Direttore Generale del Personale e

delle Risorse Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Dott. Massimo PARISI Roma

E, p.c.

All’Ufficio relazioni sindacali – D.A.P.

dott.ssa Ida DEL GROSSO

Roma

Oggetto: corso sovrintendenti.

Egregio,

siamo a conoscenza del fatto che a breve verrà pubblicata la nuova graduatoria per l’immissione al ruolo sovrintendenti. Ciò che non ci è ancora noto sono le modalità con le quali verrà predisposto il corso.

In considerazione dell’emergenza sanitaria che l’intero paese sta attraversando, questo Coordinamento chiede che venga presa in considerazione la possibilità di fare un corso on line al fine di salvaguardare la salute del personale e dargli, allo stesso tempo, la possibilità di crescere professionalmente.

Nell’attesa di una cortese risposta, porgiamo cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Stefano BRANCHI

Al Direttore Generale del Personale e

delle Risorse Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Dott. Massimo PARISI Roma

E, p.c.

 

All’Ufficio relazioni sindacali – D.A.P.

dott.ssa Ida DEL GROSSO

Roma

Oggetto: assegnazioni 177° corso allievo agenti Polizia penitenziaria.

Egregio,

nel ricordare l’interruzione delle relazioni sindacali dovute alla mancanza di politiche in merito alla sicurezza sul lavoro del personale, riteniamo opportuno nella fattispecie inviare le nostre considerazioni sulle assegnazioni del 177° corso per la tutela di tutto il personale di Polizia penitenziaria. Dopo un’attenta analisi dell’informazione preventiva del 3 aprile u.s. riguardante il piano di mobilità a domanda collegato alle prime assegnazioni dei neo-agenti del 177° corso questo Coordinamento ha concordato le seguenti osservazioni in merito: – primo fra tutti c’è doveroso far presente, dato il momento così particolare che stanno attraversando sia il paese che le carceri italiane, di non condividere l’assegnazione di personale di Polizia penitenziaria presso gli UEPE direttamente dal corso di formazione. Riteniamo invece opportuno assegnare gli stessi presso le strutture penitenziarie in difficoltà; – in considerazione dell’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia intera e che ha coinvolto con maggiore intensità alcune regioni del centro e nord, preso atto delle rivolte e dei tumulti che lo scorso 9 marzo hanno interessato diversi istituti penitenziari mettendo a nudo la fragilità del sistema carcerario aggravato dalla carenza d’organico, chiediamo che gli agenti del 177° corso vengano assegnati temporaneamente laddove ce n’è più bisogno al fine di supportare gli operatori penitenziari ormai estenuati da turni di lavoro che raggiungono le 12 ore continuative poiché
sempre più spesso chiamati a sostituire colleghi contagiati dal COVID-19 a causa della mancanza di DPI. Al termine di questo periodo emergenziale con una visione d’insieme della situazione penitenziaria non più volta a porre fine ad una situazione di pericolo, si potranno assegnare definitivamente i neo-agenti. In questo modo si avrà anche la possibilità di ultimare la graduatoria della mobilità 2019, così scorrere quest’ultima e non quella relativa al 2018 già utilizzata per le assegnazioni del 176° corso; – in ultima analisi, al fine di ristabilire la sicurezza sul lavoro del personale di Polizia penitenziaria, il quale oggi ricopre nell’arco del proprio orario lavorativo più posti di servizio contemporaneamente trascurando anche l’incolumità del paese, chiediamo alla S.V. di interloquire, visto il grave momento, con gli organi deputati al fine di prevedere un’assunzione straordinaria di Polizia penitenziaria.

Nell’attesa di una cortese risposta, porgiamo cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Stefano BRANCHI

Comunicato

Come è noto il 3 aprile scorso è stato firmato il protocollo di accordo per la prevenzione e sicure z za dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid 19 dal Minis tro per la Funzione Pubblica e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL che alleghiamo.
Il protocollo prevede una serie di misure organizzativo gestionali, igienico sanitarie e sulla
privacy da adottare negli uffici pubblici per mettere in sicurezza i lavoratori e auspica l’avvio di un
confronto con le Rappresentanze Sindacali (OO.SS., RSU, per condividere le azioni da intr a prendere in questo periodo emergenziale e in previsione della ripresa.
Con nota del 7 aprile scorso, allegata alla presente, abbiamo chiesto unitariamente al ministero di attivare il confronto a livello centrale . L’incontro è stato già fissato p er il giorno 15 aprile prossimo.
Al fine di dare attuazione alle misure delineate dal citato protocollo è indispensabile che, in ogni sede di servizio, le RSU e le OO.SS. chiedano il confronto con l’amministrazione al fine di con dividere le informazioni e le azioni da mettere in campo più idonee alle specifiche peculiarità del posto di lavoro , volte a contemperare la sicurezza e la sal ute dei lavoratori con quella di garantire la continuità ai servizi pubblici essenziali.
Vi chiediamo pertanto di attivarvi rapidamente e di farci pervenire copia delle intese raggiunte in ogni sede.

la coordinatrice Fp Cgil Mit                           p.la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                                   Paolo Camardella

Al Ministro della Difesa

On. Lorenzo Guerini

Al Sottosegretario di Stato alla Difesa

On. Angelo Tofalo

 

Al Capo di Gabinetto

Gen. Di Corpo d’Armata Pietro Serino

 

Al Capo di Stato Maggiore Difesa

Gen. Enzo Vecciarelli

 

Al Segretariato generale

della Difesa Direzione nazionale Armamenti

Gen. di Corpo d’Armata Nicolò Falsaperna

 

Al Direttore Generale del Personale civile Difesa

Dott.ssa Gabriella Montemagno

Oggetto: emergenza coronavirus. Protocollo Ministro p.a. e Cgil, Cisl e Uil del 3 aprile 2020.

In relazione al “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid 19”, sottoscritto lo scorso 3 Aprile dal Ministro per la pubblica amministrazione e Cgil, Cisl e Uil, e con riferimento ai contenuti delle diverse circolari e disposizioni emesse durante la fase emergenziale, che invero, a tuttoggi, non hanno ancora trovato applicazione omogenea sull’intero territorio nazionale (basti solo pensare alla tuttora irrisolta condizione imposta ai lavoratori del Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza e del 3° Centro Rifornimenti e Mantenimento di Milano), FP CGIL, CISL FP e UIL PA, con particolare riguardo ai punti 1 e seguenti del citato protocollo, invitano codeste amministrazioni a diramare immediate direttive agli uffici centrali e periferici affinché siano promosse riunioni di comunicazione e di confronto in video conferenza in ciascun Ente e/o articolazione sede di R.s.u. con le rappresentanze territoriali delle scriventi organizzazioni sindacali “al fine di condividere informazioni e azioni volte a contemperare la necessità di tutela del personale con quella di garantire l’erogazione di servizi pubblici essenziali e indifferibili”. Considerato che è obiettivo comune contenere la diffusione del virus, tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e continuare ad assicurare l’erogazione dei servizi indifferibili alla collettività, le scriventi OO.SS. confidano nella tempestiva attuazione dell’intesa raggiunta tra le parti, così come espressamente indicato nel penultimo capoverso dell’accordo in argomento: “Le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, ferme restando le specifiche disposizioni adottate nel rispetto della propria autonomia e degli ambiti di competenza, promuovono l’adozione del presente protocollo”. Si resta in attesa di cortese cenno di riscontro.

Cordialmente

FP CGIL                            CISL FP                      UIL PA

Francesco Quinti         Massimo Ferri           Sandro Colombi

Roberto De Cesaris      Franco Volpi

Al Direttore Generale della Direzione Generale

PIOB – UPD del Ministero del Lavoro

e delle Politiche Sociali

Dr.ssa Stefania Cresti

e p.c.

Al Dirigente della Div. II della Direzione Generale

PIOB – UPD del Ministero del Lavoro

e delle Politiche Sociali

Dott.ssa Emanuela Cigala

Oggetto: Emergenza Epidemiologica da Covid-19 -Lavoro Ordinario in Smart Working – Richiesta incontro.

Al fine di limitare la presenza in ufficio e i conseguenti spostamenti sul territorio dei lavoratori a rischio contagio da COVID-19, le norme di legge recentemente emanate e le successive direttive divulgate dal Ministro della Funzione Pubblica hanno individuato nel lavoro agile o smart-working la modalità ordinaria di erogazione della prestazione lavorativa, indicando le attività indifferibili come le uniche da assicurare, se necessario, attraverso la presenza fisica dei lavoratori negli Enti e/o negli uffici da cui dipendono.
In tema di lavoro agile, la normativa di riferimento – legge 22 maggio 2017 n. 81 – al comma 1 dell’art. 20 afferma il principio secondo il quale il lavoratore che svolge la propria attività in modalità agile non deve essere discriminato rispetto al lavoratore che svolge la propria attività in ufficio, chiarendo inoltre che “il lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ha diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato, in attuazione dei contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015 n. 81, nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda”.
Tale principio, insieme ad altri, è richiamato dalla circolare esplicativa 2/2020 del Ministero della Funzione Pubblica, che assegna espressamente alle relazioni sindacali presso ciascuna PA il compito di ”definire gli aspetti di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro …previo confronto sotto tale aspetto con le organizzazioni sindacali”.
Nel dare atto all’amministrazione di quanto è stato finora fatto nella fase di emergenza epidemiologica riteniamo che il suddetto principio di carattere generale, in quanto riconosciuto dalla legge, deve poter trovare, a giudizio delle scriventi OO.SS., concreta attuazione anche al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Per quanto sopra richiamato, in considerazione anche del protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sottoscritto da CGIL CISL e UIL con il Ministro Dadone lo scorso 3 aprile, FP CGIL, CISL FP e UIL PA chiedono un incontro, da tenersi mediante videoconferenza, per confrontarci sull’applicazione di quanto sopra segnalato e verificare la necessità di adeguare ed integrare le attuali modalità applicative, in stato di smart-working, di alcuni istituti contrattuali alle mutate condizioni lavorative dettate dalle norme in vigore.
Sarà anche l’occasione per fare il punto su alcune delle attività oggetto delle ultime trattive sindacali e per riprendere il confronto con le rappresentanze dei lavoratori.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro. Cordialmente.

FP CGIL

Giuseppe Palumbo Francesca Valentini

CISL FP

Michele Cavo Marco Sozzi

UIL PA

Bruno Di Cuia Orlando Grimaldi

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Roma, 8 aprile 2020

Al Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri

– Pres. Roberto Chieppa – Palazzo Chigi –

Al Capo Dipartimento per il Personale

– Dott.ssa Francesca Gagliarducci –

Al Capo Dipartimento della Protezione Civile

– Dottor Angelo Borrelli –

Oggetto: Presidenza del Consiglio dei Ministri. Inadempienze Misure contenimento contagio Covid19. Inadempienze e attivazioni difformi tra diversi Dipartimenti. Segnalazione e diffida.

Malgrado quanto più volte rappresentato dalla scrivente segreteria nazionale della Funzione Pubblica CGIL continuiamo a ricevere segnalazioni dall’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e segnatamente al Dipartimento della Protezione Civile, di gravi inosservanze delle norme emanate per affrontare l’emergenza sanitaria, comprese quelle adottate da codesto Segretariato Generale, con il risultato di pregiudicare la salute del personale e di alimentare una colpevole diffusione del contagio per l’intera comunità.

Nonostante i casi acclarati di contagio da Covid-19, infatti, mancano informazioni puntuali sulle misure adottate per ridurre il rischio di contagio per il personale e per quanti sono chiamati per incarichi istituzionali e attività lavorative a frequentare le sedi del Dipartimento di Protezione Civile, relativamente ai casi effettivamente già verificati di contagio, alla cronologia con cui gli stessi si sono verificati, quali potenziali coinvolgimenti di altro personale, quali interventi di sanificazione degli ambienti. Così come ancora permane la resistenza dei vertici del Dipartimento all’utilizzo del lavoro agile quale ordinaria modalità lavorativa, atteso peraltro che non tutte le attività del Dipartimento sono riferibili all’emergenza in atto.

Nel richiamare, infine, il Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” sottoscritto il 3 aprile scorso da CGIL CISL UIL con la Ministra per la Pubblica Amministrazione laddove “Le parti, al fine di assicurare l’adeguamento dell’organizzazione dei servizi e del lavoro al rispetto delle norme emanate nel corso dello stato di emergenza sanitaria da Covid-19, e di promuovere il confronto a tale livello con riguardo agli aspetti del presente protocollo, monitorano periodicamente l’applicazione della presente intesa ai fini della applicazione della stessa, anche attraverso segnalazioni all’Ispettorato per la Funzione pubblica, che provvederà ad aggiornare le parti in maniera costante e continuativa sugli esiti delle segnalazioni ricevute.”, la scrivente segreteria nazionale DIFFIDA codesto Segretariato Generale, il Dipartimento per il personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento della Protezione Civile, affinché siano immediatamente rimosse le cause di tali inadempienze e, conseguentemente, attivate tutte le misure previste dalle disposizioni normative intervenute; di attivare il confronto finalizzato all’adozione del richiamato protocollo del 3 aprile.

Nel richiamare i profili di responsabilità personale rinvenienti dall’inosservanza delle direttive emanate per contenere la diffusione del contagio, si comunica che in assenza di riscontri immediati ci si riserva di adire ad ulteriori iniziative

La Segretaria Generale
Serena Sorrentino

Il Segretario Nazionale
Florindo Oliverio 

“Tutta la Funzione Pubblica Cgil si stringe nell’abbraccio alla famiglia e agli affetti di Anna, la nostra compagna delegata nella residenza Villa Margherita di Modena, morta stanotte a soli 36 anni per Coronavirus”. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil Nazionale.

“Appassionata, determinata, Anna ha scelto di mettersi a disposizione degli altri prima nel lavoro e poi, da cinque anni, con un’energica ed entusiasta attività di militanza nel nostro sindacato. Assieme all’altro delegato Samir è stata la protagonista assoluta di una durissima vertenza contro un cambio di contratto che prevedeva per gli operatori un peggioramento delle condizioni, fra l’altro, proprio del trattamento di malattia. Poi è arrivata l’epidemia, e come altri nove suoi colleghi e molti ospiti della struttura è rimasta coinvolta in un’altra battaglia che, purtroppo, se l’è portata via. Anna lascia un vuoto grande e un dolore più grande, che potremo parzialmente colmare solo rinnovando ogni giorno lo spirito con cui ha vissuto il suo essere così tanto Fp-CGIL, lottando e operando ogni istante per garantire sicurezza, diritti e dignità al lavoro. A ognuno di noi, a Fabio e a tutto il gruppo dirigente di Modena, Anna lascia questa pesante e bella eredità”, conclude la Fp Cgil.

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