Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria

 

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

 

Dott.ssa Gemma Tuccillo

Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

 

Dott. Renato Romano

Direttore Generale degli Archivi Notarili

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

 

Dott. Vincenzo Starita

Direttore Generale del personale, delle risorse e

per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

 

Dott. Riccardo Turrini Vita

Direttore Generale della Formazione

 

Dott.ssa Alessandra Cataldi

Direttore Generale per i servizi informativi automatizzati

p.c. Dott. Fulvio Baldi Capo di Gabinetto

Oggetto: prestazione lavorativa in modalità agile ed accesso alla piattaforma E-learning

La formazione è individuata dal vigente CCNL come il principale strumento per sostenere una efficace politica di sviluppo delle risorse umane e come leva strategica per l’evoluzione professionale e per l’acquisizione e la condivisione degli obiettivi prioritari della modernizzazione e del cambiamento organizzativo. La formazione pertanto non è tempo sottratto al lavoro ma è un investimento per le pubbliche amministrazioni perché un lavoratore più preparato lavora certamente meglio e, soprattutto, produce di più.
Nell’ambito delle misure di contenimento della diffusione del contagio da COVID-19 l’amministrazione giudiziaria ha introdotto, con nota circolare del 19 marzo scorso, anche la formazione e-learning. Tale decisione, che riscontra le esplicite richieste in tale senso di CGIL CISL e UIL, costituisce un punto qualificante dell’azione svolta in questa fase emergenziale e pone le basi per un futuro non lontano in cui la formazione del personale sarà assicurata su larga scala da remoto.
Nell’attuale contesto emergenziale la fruizione delle attività didattiche a distanza è perfettamente funzionale con la ratio della normativa volta a contenere il rischio di contagio (ridurre al minimo la presenza dei lavoratori negli uffici e contente gli spostamenti degli stessi sul territorio) e, per tale motivo, essa si integra utilmente ed efficacemente con le prestazioni di lavoro agile. Dello stesso avviso non è però la dirigenza degli uffici giudiziari. Infatti sul territorio e presso il dipartimento la formazione e-learning è stata adottata in via estremamente residuale o non è stata presa proprio in considerazione.
CGIL CISL e UIL, proprio in considerazione del valore che viene riconosciuto alla formazione dalla normativa vigente, chiedono che a cura dei vertici dell’amministrazione i capi degli uffici giudiziari ed i dirigenti siano sensibilizzati sulle finalità della formazione e sui benefici che la stessa rende agli uffici. Inoltre CGIL CISL e UIL chiedono che, almeno in questa fase emergenziale, tutto il personale del DOG sia abilitato alla fruizione delle numerose offerte formative contenute nella piattaforma attraverso l’utilizzo delle proprie credenziali di accesso, superando il principio della raccolta da parte degli uffici delle candidature da inviare all’Ufficio II Formazione della Direzione Generale del personale e quindi dell’abilitazione alla fruizione del corso. In tal modo gli uffici avrebbero maggiore flessibilità nella gestione di questo prezioso strumento e quindi potrebbero assegnare con maggiore rapidità il giusto percorso formativo a ciascuno dei propri dipendenti evitando un ulteriore passaggio con l’amministrazione centrale.
In linea con quanto esposto CGIL, CISL e UIL ritengono opportuno quanto necessario che il sistema di elearning (tele-apprendimento) in tema di formazione e, quindi, di crescita professionale, sia consentito e pertanto esteso anche al personale afferente le altre articolazioni dipartimentali (DAP, DGMC e Archivi Notarili), per favorire anche in questo peculiare momento di emergenza, l’accrescimento professionale salvaguardando contestualmente la salute del personale. L’utilizzo del sistema di E-Learning consentirà, pertanto, a tutti i lavoratori della giustizia di accedere ai vari servizi multimediali offerti (materiale didattico di tipo testuale, audio, video ecc.) e di implementare, secondo le specificità del mandato istituzionale di riferimento, i percorsi formativi professionali.

Per CGIL CISL e UIL è necessario un ulteriore sforzo organizzativo da parte di codesti uffici per consentire, in questa fase di emergenza, la più ampia diffusione dello strumento della formazione a distanza. CGIL CISL e UIL confidano in un positivo riscontro e porgono distinti saluti.

Roma, 10 aprile 2020

FP CGIL                                CISL FP          UIL PA

Russo\Lamonica\Macigno\Antonacci           Marra                 Amoroso

Pubblichiamo il resoconto della Fp Cgil VVF territoriale, in merito all’appalto mensa per il triennio 2021-2024, dove si ribadisce la posizione dell’Organizzazione, già espressa nei precedenti incontri

Al Segretario generale Cons.

Franco Massi

SEDE

Al Vice Segretario generale addetto al Personale

Cons. Saverio Galasso

SEDE

Al Cons. Sergio Gasparrini

SEDE

 

Al Dirigente Generale delle Risorse Umane

Dott. Pasquale Le Noci

SEDE

 

All’Ufficio Relazioni sindacali

SEDE

Oggetto: Contrattazione Sussidi – Parere unitario.

Partendo dall’esperienza dell’anno 2019 (accordo firmato ai sensi dell’art. 80 del CCNL 2016-2018 ed atto generale di indirizzo, modificato con addendum del 15 aprile 2019), queste OO.SS., in data 21 gennaio 2020, hanno inviato una nota con le proprie proposte unitarie al fine di risolvere, in sede di contrattazione, alcune problematiche in precedenza manifestatesi e rendere più efficiente la politica dei Sussidi in favore dei lavoratori dell’Istituto e delle loro famiglie. Con mail dell’Ufficio relazioni sindacali del 31 marzo u.s. è stato chiesto a queste OO.SS. di esprimere un parere sulla bozza di nuovo accordo. Dopo i necessari approfondimenti, le scriventi, nell’apprezzare l’impegno mostrato dall’Amministrazione nel valutare con attenzione e recepire gran parte delle proposte formulate con la piattaforma unitaria sopracitata, con il presente parere colgono l’occasione per presentare osservazioni ed ulteriori nuove proposte migliorative.
In riferimento al punto 1 della bozza di nuovo accordo, queste sigle ritengono indispensabile che oggetto della contrattazione debba essere innanzitutto l’accordo relativo ad eventi verificatisi nell’anno 2018. A tal fine, ribadiscono che a quanto stanziato nel capitolo di bilancio per l’annualità di riferimento (500.000 euro) debba aggiungersi quanto non assegnato con il precedente accordo (risparmi pari a circa 150.000 euro), al fine di evitare che importanti risorse destinate al personale, non distribuite a causa di criticità emerse in sede di applicazione (ad esempio, richieste di rimborso delle spese per la mobilità rivelatesi inferiori alle attese), restino inutilizzate. Inoltre, al fine di snellire i tempi di erogazione degli importi, si propone di valutare la fattibilità di un intervento – da compiersi anche con un unico Atto generale di indirizzo – che possa riguardare pure gli eventi dell’anno 2019, recuperando così velocemente le due annualità per le quali sono stati già stanziati negli anni passati, nel bilancio di Istituto, le relative risorse. In relazione al punto 4, vale a dire in riferimento alle categorie di situazioni legittimanti i contribuiti/sussidi, si osserva quanto segue: – per gli interventi di cui alla lett. a (“Sostegno allo studio dei figli per ottimo rendimento” per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e delle università) si rinnova la richiesta, già avanzata da queste OO.SS. nella citata piattaforma unitaria, che nel nuovo Atto generale di indirizzo sia prevista una riduzione tanto delle medie quanto dei punteggi finali dei titoli di studio. In particolare, si ripropone la richiesta di considerare parametri sufficienti per l’erogazione dei contributi una media di “almeno 7/10” o un voto di diploma di maturità di “70 o 75/100”, mentre per i figli dei dipendenti che frequentano l’università, una media degli esami di 27/30. Si esprime apprezzamento per la decisione, contenuta nell’allegato 1, di incrementare a 1.000 euro l’importo massimo erogabile per ogni figlio. Si ritiene opportuno, tuttavia, che sia precisato che comunque non si potranno i eccedere 2500 euro, tetto massimo già previsto per i cumuli delle erogazioni degli interventi di cui ai punti a), b), c) ed e) dell’ipotesi di accordo. – per gli interventi di cui alla lett. b (“Sostegno a spese relative alla frequenza” di asili nido e scuole) queste OO.SS. esprimono apprezzamento per la previsione, in conformità delle richieste da noi formulate, di estendere il contributo per le spese di frequenza anche alle scuole secondarie di secondo grado. Allo stesso modo, si valuta positivamente la scelta dell’Amministrazione di incrementare a 1.000 euro l’importo massimo erogabile per ogni figlio, così come risulta dall’allegato 1. Anche in questo caso, così come già sottolineato in precedenza, sarebbe opportuno specificare che il tetto massimo per nucleo familiare non possa eccedere i 2.500 euro. – per gli interventi di cui alla lett. d (“Sostegno alle spese straordinarie”) si ritiene che quanto previsto nel testo, vale a dire che “l’importo, in deroga a quanto disposto dal comma 1, può essere anticipato, salvo recupero, anche nel corso dell’anno in cui si verifica l’evento”, se da un lato, in riferimento
all’anticipo degli importi sembra essere senz’altro in linea con quanto proposto da queste OO.SS. per garantire un sollecito intervento nei casi sopravvenuti di estrema gravità riguardanti i lavoratori e le loro famiglie, dall’altro, per quanto attiene al recupero delle somme, si esprimono alcune perplessità in quanto, essendo legato, come sembrerebbe, all’ISEE, potrebbe anche comportare varie difficoltà di natura operativa. Ad avviso delle scriventi, inoltre, sarebbe necessario chiarire se in tali casi di sollecito intervento (ad esempio, per l’anticipo di spese funebri per il decesso di un dipendente in servizio o per il manifestarsi di gravi patologie sopravvenute) occorra far riferimento alla copertura finanziaria e alle fasce di ISEE previste dalle regole generali della categoria d (stanziamento pari al 45% del totale dei fondi e fasce di ISEE di cui al punto 8) o se invece occorra far riferimento a quanto previsto dal punto 5 (stanziamento di 80.000 euro, relativo a casi che non danno luogo a spese altrimenti ammissibili a sussidio e con riferimento alla sola prima fascia di ISEE). Nel caso dell’anticipo di spese funebri per il decesso di un dipendente in servizio, al fine di risolvere a monte una problematica di natura tecnica, queste OO.SS. propongono che, piuttosto che all’ISEE, sarebbe più opportuno far riferimento ad un’autocertificazione o alla presentazione del modello 730 da parte degli eredi.
Per quanto riguarda il punto 5, queste OO.SS. manifestano apprezzamento per il fatto che la bozza abbia recepito le proposte unitarie di queste sigle tanto per l’incremento del budget (80.000 euro rispetto ai 50.000 euro dell’addendum all’accordo precedente) quanto per l’importo massimo erogabile, anch’esso sensibilmente aumentato rispetto all’accordo 2019 (2.500 euro annui rispetto a 1.800 euro). In riferimento al punto 8, per quanto attiene all’ISEE cui far riferimento al momento della presentazione dell’istanza, si ritiene più chiara la precedente formulazione, anche per evitare eventuali dubbi interpretativi, vale a dire che l’ISEE deve essere quello “in corso di validità alla data dell’avviso annuale pubblicato dall’Amministrazione”. Si coglie l’occasione infine per evidenziare ulteriori proposte che si formulano a seguito di specifiche richieste da parte dei lavoratori: 1) in riferimento ai contributi diretti all’incentivazione dei mezzi di trasporto pubblico per il percorso casa-lavoro e viceversa, si chiede che tanto nel nuovo accordo quanto nell’Atto generale di indirizzo, sia possibile prendere in considerazione ai fini del rimborso, accanto ai titoli di viaggio annuali e mensili, anche quelli settimanali, preferiti al momento dell’acquisto per via di costi annuali o mensili insostenibili, dai lavoratori di alcune sedi territoriali disagiate, come ad esempio quella de L’Aquila, servite in particolare da linee extraurbane; 2) valutare la fattibilità di istituire una nuova categoria di contributo quale rimborso forfettario delle spese sostenute dai lavoratori per l’acquisto di
apparecchiature informatiche (PC, notebook, tablet, ecc.) al fine di eseguire in modalità smart working la propria prestazione lavorativa nel corso dell’attuale emergenza epidemiologica da COVID-19.
Con l’auspicio che le osservazioni e le proposte contenute nel presente parere unitario possano essere valutate per apportare miglioramenti alla politica dei sussidi e renderla maggiormente rispondente alle necessità dei lavoratori, si chiede di fissare la data dell’incontro in videoconferenza al fine di approfondire le varie problematiche e fornire, se necessario, delucidazioni o chiarimenti. Cordiali saluti

Roma, 10 aprile 2020

S. Di Folco     F. Amidani      U. Cafiero     A. Benedetti

All’On. Roberto Speranza

Ministro della Salute

 

All’On. Pier Paolo Sileri

Vice Ministro della Salute

 

All’On. Sandra Zampa

Sottosegretario di Stato alla Salute

 

Al Presidente Goffredo Zaccardi

Capo di Gabinetto del Ministro della Salute

 

Al Consigliere Luca Monteferrante

Capo Ufficio legislativo del Ministro della Salute

 

Al Dr. Giuseppe Ruocco

Segretario Generale del Ministero della Salute

 

Al Dr. Giuseppe Celotto

Direttore generale del Personale dell’Organizzazione e del Bilancio

 

OGGETTO: Istituto della modalità lavorativa espletata in lavoro agile nelle pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del D.lgs. 30.03.2001, n.165.

Si fa riferimento alla mail dell’Ufficio Relazioni sindacali datata 8 aprile u.s., che ad ogni buon fine si allega in copia, con la quale si è ritenuto di dare delle risposte alla nota di questa O.S. del 6 aprile 2020 in ordine alla richiesta di avviare una specifica contrattazione riferita agli istituti introdotti nell’ordinamento dal D.L. n. 18/2020, oggetto della Circolare esplicativa del Ministro della Pubblica Amministrazione n. 2/2020 . Al riguardo appare necessaria una breve e preliminare disamina. La legge 7 agosto 2015, n. 124, concernente l’attribuzione delle deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, all’art. 14, comma 1, prevede che “Le amministrazioni pubbliche, nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l’attuazione del telelavoro e per la sperimentazione, anche al fine di tutelare le cure parentali, di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa che
permettano, entro tre anni, ad almeno il 10 per cento dei dipendenti, ove lo richiedano, di avvalersi di tali modalità, garantendo che i dipendenti che se ne avvalgono non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera”. Gli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, disciplinano le modalità di svolgimento del lavoro agile, anche per le pubbliche amministrazioni, “secondo le direttive emanate anche ai sensi dell’articolo 14 della legge 7 agosto 2015, n. 124” (art. 18, comma 3). Il Decreto legge 2 marzo 2020, n. 9, al comma 5, dell’articolo 18, prevede che “All’articolo 14, comma 1, della legge 7 agosto 2015, n. 124, le parole “per la sperimentazione” sono soppresse”, facendo discendere che il regime sperimentale dell’obbligo per le amministrazioni di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa è superato, con la conseguenza che lo svolgimento del lavoro in modalità di smart working opera a regime. Tale assunto è stato ribadito dalla direttiva n. 2/2020 del 12 marzo 2020, prevedendo, al punto 3., che “le pubbliche amministrazioni, anche al fine di contemperare l’interesse alla salute pubblica con quello alla continuità dell’azione amministrativa, nell’esercizio dei poteri datoriali assicurano il ricorso al lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa”. La predetta disposizione a carattere normativo si rinviene nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2020, in particolare all’art. 1, comma 6, con il quale si dispone che fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni “assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”. Il Governo ha inteso intervenire di nuovo sulla tematica in questione con il Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, nello specifico con l’articolo 87 rubricato “Misure straordinarie in materia di lavoro agile e di esenzione dal servizio e di procedure concorsuali”, con il quale si ribadisce che il lavoro agile costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni prescindendo dagli accordi individuali e dagli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, “fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione”. Pertanto, come già evidenziato nella nota di questa O.S. del 6 aprile 2020, appare incontrovertibile che nelle pubbliche amministrazioni lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile è vigente fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, attualmente stabilita fino al 31 luglio 2020 dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020. Da ultima, è intervenuta la Circolare n. 2/2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione del 1 aprile 2020, con la quale si forniscono gli orientamenti applicativi alle Amministrazioni (quindi anche al Ministero della Salute) delle norme che interessano il lavoro pubblico, per chiarirne la portata ed assicurare una omogenea e corretta applicazione delle stesse in tutti gli uffici. La predetta Circolare definisce l’articolo 87 del D.L. n. 18/2020, attualmente in fase di conversione in Parlamento, come una “norma cardine e di portata generale in materia di pubblico impiego”, in quanto sviluppa e riconduce ad una norma di rango primario le indicazioni già
contenute nella direttiva n. 2/2020 dello stesso Ministro della Pubblica Amministrazione, ponendo altresì in evidenza che le attività indifferibili possano essere svolte non necessariamente in presenza fisica sul luogo di lavoro, ma anche attraverso strumenti informatici già nella disponibilità del dipendente, qualora non siano forniti dall’amministrazione – collegati a piattaforme che le singole amministrazioni implementano – e che le stesse attività possano essere verificabili attraverso gli strumenti di valutazione delle attività svolte dai lavoratori in smart working, come possono essere quelli forniti dalla reportistica giornaliera, dalle schede o dai documenti di sintesi sugli obiettivi raggiunti dal lavoratore. Come noto la legge 7 agosto 2015, n. 124 prevede che il lavoratore che svolge la propria attività in modalità di lavoro agile non deve essere discriminato. A tal proposito si ribadisce che anche in questo caso la Circolare n. 2/2020 del Ministro della P.A. è puntuale nel disporre che “le Amministrazioni sono chiamate, nel rispetto della disciplina normativa e contrattuale vigente, a definire gli aspetti di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro, tra cui gli eventuali riflessi sull’attribuzione del buono pasto, previo confronto sotto tale aspetto con le organizzazioni sindacali.” e nel prevedere che “ciascuna PA assume le determinazioni di competenza in materia, previo confronto con le organizzazioni sindacali.” In considerazione di quanto precede, non si comprende come codesta amministrazione possa ancora far riferimento ad un atto di indirizzo del 27 dicembre 2019 definito “per l’attuazione della sperimentazione del lavoro agile o smart working di cui all’art. 14 legge 124/2015.” senza tener conto dei rilevanti cambiamenti intervenuti nel frattempo. Così come risulta incomprensibile il rifiuto di codesta amministrazione alla proposta di confronto/contrattazione sugli istituti introdotti da norme primarie nell’ordinamento, e su tematiche sulle quali il Ministro della Pubblica amministrazione ha impartito indicazioni precise volte ad incentivare il ricorso all’istituto del confronto con le rappresentanze sindacali del personale. Se codesta Amministrazione pensa di eluderlo, ricorrendo all’autarchica disposizione con la quale si impartiscono motu proprio “indicazioni operative”, sbaglia. La scrivente ribadisce la richiesta di avvio del confronto sui diritti dei lavoratori posti in smart working dall’amministrazione, considerata ex lege la modalità ordinaria di espletamento del lavoro dettata, esattamente come in queste ore sta già avvenendo in tutte le P.A., come pure sulle altre importanti norme richiamate dalla Circolare n. 2/2020: permessi ex lege n. 104/92 (art.24 del D.L. 18/2020), congedi e bonus a favore dei genitori (art.25 del D.L. 18/2020), ulteriori misure a favore di particolari categorie di dipendenti (art.26 del D.L. 18/2020) e estensione lavoro agile a soggetti con disabilità grave (art.39 del D.L. 18/2020), al fine di verificare la puntuale osservanza e rendere omogenea l’applicazione delle predette norme in tutti gli Uffici di codesta amministrazione, anche alla luce della recente importante formalizzazione del Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19 sottoscritto dal Ministro della Pubblica Amministrazione e i segretari generali di CGIL, CISL e UIL in data 3 aprile 2020, che impone l’apertura di una approfondita discussione sui 12 punti contenuti nell’intesa. Infine, preme evidenziare anche in questa sede l’ennesima beffa perpetrata ai danni dei lavoratori delle aree funzionali del Ministero della Salute, resa nota con la pubblicazione nella G.U.R.I. n. 94/2020 del D.L. 8 aprile 2020, n. 23. Difatti, all’articolo 31 della predetta norma viene disposto il “Potenziamento dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli” con un incremento del relativo fondo delle risorse decentrate di 8 milioni di euro, “in considerazione dei rilevanti
impegni derivanti dall’incremento delle attività di controllo presso i porti, gli aeroporti e le dogane interne in relazione all’emergenza Covid 19”. Buon per quei lavoratori, siamo felici per loro, ma è davvero mortificante essere costretti nuovamente a verificare che le attività di controllo svolte dai lavoratori del Ministero della Salute presso i porti, gli aeroporti e le dogane interne continuino ad essere così pervicacemente sottostimate da codesta amministrazione, mentre gli stessi effettuati dai lavoratori di altre amministrazioni, che pure operano fianco a fianco ai nostri, diano luogo ad incrementi del Fondo economico che continuano ad essere negati ai dipendenti del Ministero della Salute, malgrado la reiterata promesse di rifinanziamento dell’esiguo fondo unico di amministrazione delle aree funzionali, condivisa anche dal Ministro Speranza nella riunione del 25 novembre scorso, continui ad essere disattesa, esattamente tanto quanto sta scendendo ai minimi livelli la credibilità di codesta amministrazione. Questi i temi che affronteremo nella riunione in video conferenza programmata per il prossimo 14 aprile, alla quale saremo come sempre presenti non per “mantenere costantemente attiva la comunicazione” con codesta amministrazione, ma per rivendicare il rispetto dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero della Salute .
Cordiali saluti

Il Segretario nazionale FP CGIL

Florindo Oliverio

Pubblichiamo la lettera dell’ufficio di gabinetto del Ministro della Difesa prodotta in risposta alla nostra nota unitaria sul tema in oggetto.

Francesco Quinti

Stato di agitazione per i lavoratori del sistema Coni e Federazioni sportive

La Federazione Italiana Tennis mette in cassa integrazione i lavoratori pur essendo destinataria di milioni di euro pubblici. A denunciarlo sono Fp Cgil, Cisl FP, Uilpa e Cisal Fialp, spiegando che: “Si è conclusa ieri sera la riunione in video conferenza tra il management della Fit e le rappresentanze sindacali nazionali del personale dipendente. Un incontro surreale e oltremodo deludente, che ha reso fin da subito evidente la ferma e fredda determinazione con la quale, per la prima volta nella storia del movimento sportivo nazionale italiano, in una condizione di assoluta e drammatica emergenza sociale, una federazione sportiva decide motu proprio di porre in cassa integrazione tutti i propri dipendenti, senza tenere in alcun conto le pur rilevanti argomentazioni opposte dalle organizzazioni sindacali nel corso della discussione. Le quali hanno tutte manifestato forte contrarietà evidenziando l’inopportunità di agire quello strumento oggi, soprattutto in questo tragico momento storico e sociale, perché contro i diritti e gli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie, mettendo anche in discussione il fine strettamente finanziario che quell’operazione intende perseguire”.

La Fit, ricordano i sindacati, “è un’associazione senza fini di lucro e con personalità giuridica di diritto privato, che pur non operando in un mercato concorrenziale continua ad essere destinataria dei contributi pubblici erogati dal Mef per il tramite della società Sport e salute (ieri Coni Servizi). Compresi quelli ricevuti proprio per sostenere il costo del personale dipendente, sia quello già a contratto federale che quello ex Coni Servizi Spa, l’incidenza dei quali, stando al bilancio consultivo anno 2018, risultava pari al 97,31 % dell’intera spesa sostenuta. Non si comprende, quindi, perché il suo management si ostina a voler risparmiare poche centinaia di migliaia di euro (circa 350 in totale) quando il costo ordinario del personale risulta quasi interamente a carico delle finanze pubbliche. Ciò, evidentemente, solleva seri dubbi, come abbiamo provato a spiegare nel corso della riunione, sulla liceità del ricorso a simili forme di integrazione salariale, perché quella ulteriore sovvenzione andrebbe a sovrapporsi a quella che sarà comunque destinata tra pochi giorni, stando a quanto appreso dalla dichiarazioni rilasciate dal Presidente ed Amministratore delegato di Sport e salute agli organi di stampa nei giorni scorsi, alla Fit attraverso i citati contributi, ma anche a quella resa immediatamente disponibile dal recente Decreto Legge n. 23/2020 che, all’art. 14, prevede l’ulteriore finanziamento alle Federazioni Sportive nazionali di ben 30 milioni di euro erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo per esigenze di liquidità”.

Peraltro, proseguono, “proprio per non correre il rischio di arrivare a questo punto, lo scorso 6 marzo come organizzazioni sindacali abbiamo sottoscritto con Sport e Salute S.p.A. e Federazioni Sportive Nazionali, un accordo finalizzato a definire modalità e istituti atti a fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid 19, intesa mai disdettata, le cui previsioni continuano quindi ad essere pienamente efficaci e vincolanti. Conseguentemente, riteniamo sia da escludersi, anche sotto tale profilo, la legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione Italiana Tennis al Fondo di integrazione salariale”. In ragione di quanto sopra, nel dichiarare lo stato di agitazione nazionale di tutto il personale dipendente da CONI, Sport e Salute e tutte le 52 Federazioni sportive nazionali, Fp Cgil, Cisl FP, Uilpa e Cisal Fialp “si riservano di valutare la legittimità della decisione assunta e, contestualmente, di avviare tutte le iniziative di lotta ritenute necessarie a contrastare la scelta assunta dalla Fit per tutelare i diritti e gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”, concludono.

PREPARIAMO LA NORMALITA’

L’emergenza dettata dal “Corona Virus” ha costretto tutta la Pubblica Amministrazione
italiana a un improvviso balzo in avanti. E’ importante cogliere quest’occasione per
stabilizzare e rafforzare una serie di innovazioni realizzate ed evitare di ritornare agli schemi
del passato. Il cambiamento va preparato ora, per consolidarlo una volta tornati alla
normalità.

Partiamo dallo smart-working: avevamo ripetutamente chiesto all’Amministrazione di
abbandonare incomprensibili timidezze e ritrosie, consentendo a tutto il personale ispettivo
e a tutto il personale addetto alla rappresentanza in giudizio di passare allo smart-working.
Oggi, lo ripetiamo in modo ancor più convinto.
Similmente, bisogna assicurare anche a tutto il personale amministrativo di poter accedere
a questo istituto, facendo sì che tutti gli applicativi – come il protocollo o GLPers, ad esempio
– siano fruibili anche da remoto. Sia chiaro: non stiamo chiedendo di svuotare le sedi, ma di
incrementare la possibilità di lavorare, per alcuni giorni a settimana, in luogo diverso
dall’ufficio.

L’implementazione dell’informatica in tempi rapidissimi è certamente la maggiore necessità
dell’INL. Bene che si sia rapidamente diffusa l’adozione di strumenti come Microsoft
“Teams”, utile per videoconferenze e altro, ma non è sufficiente.
Da anni sosteniamo che l’INL debba dotarsi di una propria agenda appuntamenti, per
regolamentare il flusso di utenti. Tale sistema diventerà con ogni probabilità indispensabile
una volta riaperti gli uffici, per evitare assembramenti di persone e continuare a garantire il
rispetto delle distanze di sicurezza. Per questo – lo ribadiamo per l’ennesima volta – è
necessario lavorarci da subito.

Lo sviluppo dell’informatica è altresì essenziale per l’attività di rappresentanza in giudizio;
in tal senso, è auspicabile che finalmente vi sia un applicativo che trasferisca i dati già
acquisiti a livello ispettivo – così da semplificare la redazione delle ordinanze – nonché il
definitivo ingresso nel processo civile telematico di tutti gli uffici legali.
Nella stessa prospettiva, bisogna portare avanti la formazione a distanza, come si è fatto in
queste settimane, così da proseguire l’opera di accrescimento delle competenze
professionali di tutti.

Sempre allo scopo di evitare afflussi non regolamentati di utenza è utile avere personale di
guardia all’ingresso delle sedi e su questo chiediamo all’Amministrazione di ragionarci.

Considerata la crisi economica che si sta determinando, è necessario ricalibrare le attività
ispettive, ad esempio concentrando le verifiche maggiormente sugli ammortizzatori sociali
e gli altri strumenti di sostegno al reddito.
Proprio questo diverso modo di svolgere e orientare l’attività ispettiva può finalmente
consentire il superamento di una concezione meramente quantitativa delle ispezioni, a
vantaggio dell’aspetto qualitativo, come chiediamo da tempo. Detto in parole povere: basta
con le ispezioni “un tanto al chilo”, sì a quelle ispezioni che colpiscono macro-fenomeni di
illegalità.
Allo stesso modo, ci auguriamo il definitivo superamento di orpelli burocratici quali il visto
sui verbali o la compilazione della reportistica più svariata che, anche in questo momento,
ha continuato a imperare.

La festa della Pasqua celebra e festeggia la vita che ricomincia e rifiorisce. E’ con l’auspicio
che le attività possano ricominciare nel migliore dei modi che formuliamo a tutte e a tutti gli
auguri di una serena Pasqua.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL

Matteo Ariano

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

 

Dott. Alessandro Leopizzi

Direttore Generale del personale e della formazione

 

p.c.

Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

 

Oggetto: vertenza tirocinanti – richiesta incontro in call conference

Il DPCM del 17 marzo 2020 n. 18, la Direttiva e la circolare n 2 /2020 del Ministero della Funzione Pubblica in materia di misure di prevenzione e contenimento della diffusione dell’epidemia COVID19, dispongono la sospensione di tutte le procedure concorsuali in atto. Tra le procedure concorsuali oggetto di blocco rientra anche quella del bando per 615 operatori giudiziari, tramite i centri per l’impiego. La crisi socio sanitaria ed economica che sta attraversando il nostro paese sta mettendo a nudo le tante fragilità e disuguaglianze sociali presenti sul territorio e tra la popolazione, sta aggravando la situazione economica di tanti lavoratori e lavoratrici e, ancor di più, di quelli che il lavoro l’avevano già perso da tempo. In questa difficile situazione si trovano i cosiddetti “tirocinanti” della giustizia che da più di 10 anni collaborano e lavorano negli uffici giudiziari, percependo una borsa mensile di 400 euro. Da più di un anno, dalla sospensione del percorso formativo all’interno dell’ufficio per il processo, queste persone sono disoccupate e senza reddito, sono in attesa dell’assunzione. In analoga situazione si trovano i tirocinanti regionali ossia quei lavoratori che da dieci anni svolgono la loro attività negli uffici giudiziari sulla base di convenzioni con gli enti locali. Pur consapevoli delle difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica, è nostro dovere intervenire e dare risposte, rassicurare questi lavoratori sul loro prossimo futuro. Auspichiamo in una risposta da parte di codesta Amministrazione, una risposta di continuità e volontà di mantenere gli impegni assunti. La vertenza “tirocinanti” deve rappresentare una priorità nella agenda di codesto ministero.

La CGIL per quanto sopra esposto, chiede a codesta Amministrazione di intervenire tempestivamente, compatibilmente con le primarie esigenze della salute pubblica, con i referenti delle regioni per avere un quadro chiaro relativamente alle procedure selettive e alla formazione delle graduatorie. La CGIL chiede, inoltre, alle SS.VV. di programmare nei prossimi giorni, in videoconferenza, un confronto.

Per Fp Cgil

La coordinatrice nazionale

Felicia Russo

Pubblichiamo la nota della segreteria di  Fp Cgil e del Coordinamento regionale  Fp Cgil VVF , nella quale si chiede al Presidente della Regione Puglia sorveglianza sanitaria per il personale del Corpo

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale, nella quale sollecita l’Amministrazione ad un’ attenzione più incisiva in merito alla sorveglianza sanitaria , i dispositivi di protezione individuale e sull’adeguata informazione per tutto il personale in merito all’emergenza epidemiologica in atto

SOS / OSS (contro) Covid 19
Operatori Socio Sanitari, in questa emergenza sono in prima linea.
Lavoratrici e lavoratori che rischiano tutti i giorni, negli Ospedali, nelle corsie dei Pronto soccorso, nelle Case di Riposo e nelle RSA.
Lavoratrici e lavoratori vicini a chi ha bisogno, con dedizione, passione e impegno.
Noi ci siamo e siamo con loro!

Pubblichiamo per opportuna diffusione tra i lavoratori la lettera unitaria con la quale i Segretari Generali CGIL, CISL e UIL, di concerto con tutte le categorie interessate, hanno inviato una richiesta di incontro al ministro Franceschini al fine di esaminare la grave situazione di crisi che vivono i lavoratori impiegati nei cicli afferenti i beni e le attività culturali e ricercare le opportune soluzioni. Vi terremo informati sugli sviluppi di questo importante confronto.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT

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