PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, FASE 2: LA FUNZIONE PUBBLICA CGIL CHIEDE UN ACCORDO PER GARANTIRE DIRITTI E TRATTAMENTO ECONOMICO DEL PERSONALE.

Abbiamo partecipato all’incontro convocato oggi pomeriggio per discutere con le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto e della dirigenza del passaggio alla fase due dell’emergenza Covid19. Incontro, peraltro, sollecitato dalla nostra organizzazione sindacale, da ultimo dopo la sottoscrizione del “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” del 3 aprile dalla Ministra Dadone con CGIL CISL UIL. L’incontro si è aperto con l’informativa sulle misure adottate fin qui nel rispetto delle norme legislative introdotte a seguito dell’emergenza sanitaria. E, in particolare, sul fatto che lo smart working oggi vede la partecipazione della stragrande maggioranza del personale, passati da circa 430 postazioni alle attuali 1.060 postazioni e che a breve diventeranno circa 1.600 grazie all’acquisto di nuovi pc portatili e in vista del protrarsi di questa modalità come ordinaria almeno fino al 31 luglio 2020. Per parte nostra abbiamo espresso apprezzamento per le iniziative assunte dal segretariato generale non rinunciando però a rimarcare i comportamenti tardivi, quando non difformi, registrati in alcuni dipartimenti. Anche per evitare nuove possibili incongruenze nella nuova fase, abbiamo ribadito la necessità di definire un accordo, coerente con i contenuti del protocollo Dadone del 3 aprile 2020, utile a regolamentare gli aspetti dello smart working non previsti nella fase pre-emergenziale: il diritto alla disconnessione, il rispetto dell’orario massimo di lavoro, la disciplina del lavoro nei giorni festivi e oltre l’ordinario orario di servizio, turnazioni e reperibilità da remoto. E, ancora, la regolamentazione dello svolgimento delle attività da svolgere in presenza presso le sedi di servizio: scaglionamento degli accessi, turnazioni, tempi di presenza effettiva in servizio e attività da svolgere, eccetera. Così come riteniamo necessario garantire il rispetto delle prerogative delle organizzazioni e degli organismi di rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori: la possibilità di accesso alla rete intranet per poter dialogare con il personale, l’utilizzo di piattaforme informatiche per lo svolgimento di assemblee/riunioni, la garanzia del rispetto delle prerogative della Rappresentanza Sindacale Unitaria. Da ultimo abbiamo chiesto tempi certi per il passaggio dai buoni pasto cartacei a quelli elettronici come per la sostituzione dei buoni pasto non spesi della vecchia gestione Qui Ticket. Ricevendo la risposta che si sta procedendo relativamente al cambio di condizioni di appalto e fornitura con le ditte erogatrici. La consigliera Gagliarducci nel chiudere l’incontro ha ribadito che fino al 17 maggio non cambierà nulla dell’attuale organizzazione del lavoro e si attendono nuove disposizioni a breve. Il consigliere Molinari ha comunicato che si è in attesa di disposizioni relative alla possibilità di utilizzo degli impianti di climatizzazione, per i quali sono comunque in corso le attività di sanificazione.

Il Segretario nazionale

Florindo Oliverio

 

Ai Presidenti

delle Federazioni Sportive Nazionali

e. p.c.

Al Ministro per le Politiche giovanili e Sport

On. Vincenzo Spadafora

 

Alla Società Sport e Salute S.p.A.

Presidente e Amministratore delegato

Avv. Vito Cozzoli

 

Al Direttore Risorse Umane

Dott. Riccardo Meloni

 

A tutte le lavoratrici e i lavoratori

Federazioni Sportive Nazionali

 

Egregi,
con il recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato in data 26 aprile u.s., “Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”, sono state come noto introdotte e contestualmente ribadite, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, una serie di vincolanti misure di intervento a tutela della collettività. In tal senso, e per quanto rileva ai fini della presente comunicazione, l’art 1, lett. gg), hh), e ii) ai punti a), b) c) e d) del predetto decreto ribadisce e raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere l’attuazione di una serie di misure già previste dalle norme di legge emesse a seguito dell’esplosione della pandemia. Misure che, per quanto attiene ai lavoratori di Sport e Salute e Federazioni Sportive Nazionali, sono state dapprima recepite dalle parti con l’accordo sottoscritto lo scorso 6 marzo, mai disdetto, e poi reiterate nel successivo del 21 aprile u.s. In particolare, lo smart working o lavoro agile, misura comunemente definita in sede di accordo come prevalente rispetto all’eventuale ricorso e/o attivazione di tutti gli altri strumenti previsti dalle norme contrattuali vigenti per il personale dipendente. Tuttavia ancora oggi, pur in presenza della validità delle norme e accordi richiamati, e malgrado i due interventi già prodotti nei vostri confronti per sollecitare l’esatta, precisa e puntuale applicazione di quelle disposizioni di legge per tutto il personale dipendente, continuiamo a ricevere reiterate doglianze dalle lavoratrici e dai lavoratori impiegate/i in particolare presso talune Federazioni, tra queste sicuramente FIM e FIP, costrette/i a subire scelte unilaterali e incondivisibili. Stando a quanto ci risulta, queste ultime e talune altre Federazioni si ostinerebbero a non voler ricorrere, se non per una limitata quota di personale dipendente, che andrebbe peraltro esaminata, al lavoro agile o smart working. Eppure trattasi di una misura di contrasto al COVIT-19 che ha dimostrato essere estremamente importante nel contrasto alla pandemia, come ribadito anche dal DPCM sopra menzionato, e che rimarrà comunque in vigore come “modalità ordinaria di
svolgimento della prestazione lavorativa” almeno fino al 30 Luglio p.v., termine fissato dal Decreto con cui il governo ha dichiarato lo Stato di Emergenza Nazionale. Non solo. Si continua arbitrariamente ad imporre ai lavoratori l’utilizzo delle ferie anno 2020, che peraltro in taluni casi sono già state quasi interamente consumate in danno dei dipendenti coinvolti – azione consentita dalle vigenti disposizioni solo con riferimento alle ferie pregresse -, pure in presenza della possibilità di ricorrere a tutti gli altri strumenti contrattuali previsti dal vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e dalla predetta normativa, che oggi peraltro include misure più favorevoli per i lavoratori, come l’art. 87 del D.L. n. 18 del 17.04.2020 convertito in legge di recente, in costanza di una sostanziale e pressoché generalizzata forte riduzione di tutte le attività. Comportamenti inaccettabili e forse anche dispotici, a giudizio delle scriventi, perchè oltre a marcare la reiterata inosservanza dei predetti dettami, denotano quell’assenza di attenzione e reale disponibilità nei confronti dei bisogni e delle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati in questo particolarissimo momento che non può essere spiegata solo con l’improbabile mancata conoscenza delle norme e degli accordi richiamati, bensì forse solo rispolverando quell’atavica ed insana idea di gestione del potere secondo la quale chi pensa di detenerlo crede anche di avere la possibilità di disporre liberamente dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e, quindi, delle persone. Un concetto antidemocratico di società che abbiamo sempre combattuto e fermamente contrastato, e sul quale ci opporremo sempre. Nel rimettere alla vostra attenzione la responsabilità che assume il datore di lavoro nei confronti del rispetto della salute e della sicurezza dei propri dipendenti, sia in sede penale che civile, nel caso di mancata, parziale o errata applicazione delle norme di legge emanate per contrastare la grave emergenza epidemiologica determinata dal COVID-19, vi invitiamo nuovamente a disporre il rispetto delle prerdette disposizioni e degli accordi menzionati a tutela del personale amministrato e dell’intera collettività. In ulteriore difetto, fatte salve le valutazioni già in corso sul pregresso novellato, le scriventi OO.SS. si riterranno libere di valutare assieme ai rispettivi uffici legali l’avvio di tutte le iniziative legali ritenute idonee a tutelare i diritti dei lavoratori rappresentati.
Cordiali saluti

FP CGIL                      CISL FP                UILPA                   CISAL FIAL

Francesco Quinti    Alessandro Bruni     Paolo Liberati          Dino Carola

On.le Alfonso Bonafede

Ministro della Giustizia

La Pandemia che sta affliggendo il nostro Paese ha indotto il Governo e le parti sociali, sin dalle prime fasi dell’emergenza, ad instaurare un dialogo fecondo al fine di individuare punti fermi e condivisi nella lotta al contagio e ad al fine di coniugare la tutela della salute pubblica con quella del lavoro e dell’economia della nazione. Dopo la stipula del “Protocollo condiviso sulla regolamentazione delle misure per il contrato e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, avventa il 14 marzo scorso, questo proficuo dialogo è proseguito con il Ministro della Funzione Pubblica al fine di estendere quelle tutele al lavoro pubblico. Con soddisfazione le scriventi federazioni nazionali hanno apposto la firma al “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” lo scorso 3 aprile (un documento identico è stato sottoscritto dai sindacati autonomi il successivo 8 aprile) in quanto tale atto negoziale ha riconosciuto il ruolo delle organizzazioni sindacali anche nel pubblico impiego mettendo al centro delle iniziative volte a contenere il contagio proprio il confronto con il sindacato in tutte le pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche.

Il confronto su tale importante materia, dopo la firma dei protocolli di cui innanzi, si è aperto anche in ciascuna delle amministrazioni della Giustizia. Ma nell’organizzazione giudiziaria lo stesso ha avuto un esito infausto. Ed invero, dopo l’inoltro di due proposte di accordo e lo svolgimento, a seguire, di due riunioni in confence call, mentre si era in attesa di una ulteriore convocazione per definire il negoziato in tempo utile in vista dell’inizio delle attività processuali, fissato dalla legge per il prossimo 12 maggio, il Dipartimento ha unilateralmente deliberato sulla materia inviando a tutti gli uffici, centrali e periferici, una articolata e dettagliata circolare il 2 maggio scorso (all 1). Ci chiediamo se la delibera unilaterale del Dipartimento rappresenti anche la volontà Sua di disconoscere il protocollo del 3 Aprile u.s., firmato da un Ministro del medesimo Governo, da Cgil, Cisl e Uil e dalle federazioni di categoria del pubblico impiego.
E’ bene precisare che CGIL CISL e UIL, in merito all’ultima proposta della parte pubblica, in occasione dell’incontro tenutosi il 30 aprile, avevano lamentato, tra l’altro: l’assenza di garanzie sulla esigibilità dell’accordo nei posti di lavoro (tali garanzie viceversa erano contemplate in maniera pregnante nel protocollo del 3 aprile laddove si prevedeva espressamente il monitoraggio periodico della sua applicazione “anche attraverso segnalazioni all’ispettorato per la Funzione Pubblica che provvederà ad aggiornare le parti in maniera costante e continuativa sugli esiti delle segnalazioni ricevute”); l’assenza di riferimenti specifici ai Dispositivi di Protezione Individuale da fornire ai lavoratori più a rischio in ragione delle attività svolte (ufficiali giudiziari, conducenti di automezzi, addetti al front office ed alle udienze); il mancato accoglimento delle richieste in tema di ufficiali giudiziari (questi lavoratori sono particolarmente esposti in quanto svolgono attività all’esterno dell’ufficio) e precisamente l’applicazione dell’art. 492 bis cpc, la realizzazione del progetto tablet,

la predisposizione di un collegamento telematico stabile con le autorità sanitarie locali per poter effettuare in sicurezza gli accessi presso le abitazioni, le individuazione di misure di prevenzione specifiche per lavoratori ed uffici NEP tra cui collegamenti telematici per la ricezione atti, per il pagamento on line dei diritti, per il controllo degli atti in cancelleria (sul punto il dipartimento si è riservato di emanare una circolare, rifiutandosi quindi di negoziare, rinviando la discussione relativa al 492 bis cpc ed progetto tablet ad un tavolo tecnico che non si riunisce da oltre un anno); l’assenza di un qualsivoglia riferimento al protocollo sottoscritto con il Ministro della Funzione Pubblica il 3 aprile 2020 dal sindacato confederale e l’8 aprile dai sindacati autonomi.
Su quest’ultimo punto giova precisare che CGIL CISL e UIL, nel corso delle trattative, hanno rivendicato con fermezza l’applicazione anche nella Giustizia del protocollo firmato con il Ministro della Funzione Pubblica in analogia con quanto avvenuto in altre pubbliche amministrazioni. Purtroppo sul punto però hanno riscontrato la inspiegabile, pervicace e miope opposizione del Capo Dipartimento che ha continuato ad omettere ogni riferimento al protocollo nelle sue proposte di accordo … salvo poi inserirlo nella circolare sulla materia dalla stessa diramata ex abrupto a trattative in corso il 2 maggio scorso.
Non è questo il modo di gestire le relazioni sindacali in un settore nevralgico dello Stato e, soprattutto, in una delicatissima fase emergenziale come questa. Per tale motivo CGIL CISL e UIL chiedono il suo diretto intervento anche attraverso la convocazione di un apposito incontro.

Distinti saluti

Roma, 4 maggio 2020

FP CGIL          CISL FP            UIL PA

Oliverio          Marinelli           Amoroso

A seguito della nota inviata dalla Direzione Centrale per la Formazione in merito alle indicazioni impartite per l’inizio del corso Capo Squadra decorrenza 2019 chiediamo chiarimenti

Pubblichiamo la nota nella quale si chiediamo chiarimenti sull’organizzazione intrapresa con l’emergenza epidemiologica in atto,  per il personale del compendio delle SCA e gli allievi dell’87° AA.VV.F. che transiteranno nella struttura nelle prossime settimane. Inoltre sollecitiamo  chiarimenti  sul percorso formativo 87° AA.VV.F. tutt’ora in svolgimento.

Pubblichiamo l’ipotesi di accordo del Fondo Risorse Decentrate per l’anno 2019, sottoscritto in data odierna, con le dichiarazioni congiunte concordate in sede del confronto avuto lo scorso 29 aprile.

Adelaide Benvenuto
Fp Cgil Ministero Interno

Si trasmette la ministeriale n.0144747.U del 4.5.2020 di cui all’oggetto.

ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE SI TORNA A FIRMARE ACCORDI

Dopo l’accordo sugli articoli 18, firmate altri 5 importanti intese. Nel corso di due giorni di videoconferenza – quasi ininterrotti – abbiamo firmato con l’Agenzia delle Entrate ben cinque accordi molto importanti, che recepiscono in massima parte le richieste sindacali contenute nella dichiarazione congiunta allegata all’accordo del 20 aprile 2020 sugli articoli 18. Il giorno 29 sono state firmate le ripartizioni tra personale dirigenziale e lavoratori del comparto della quota incentivante 2018 e dell’incentivo previsto per il 2018 ai sensi dell’articolo 1, comma 7, del Decreto Legislativo 157/2015 (già articolo 3, comma 165 Legge 350/2003). Questi due accordi sono molto importanti in quanto confermano le somme previste per gli anni precedenti e sono propedeutici alla contrattazione – che si svolgerà nei prossimi giorni – che dovrà portare materialmente il salario accessorio 2018 nelle tasche di tutti i lavoratori dell’Agenzia. A seguire sono stati siglati gli accordi per l’incentivazione del personale che presta servizio presso i front-office per l’anno 2019 e la stabilizzazione del personale distaccato prima del 2 aprile 2017 in una regione diversa da quella di organica appartenenza. Mentre per quest’ultimo accordo si tratta della conferma di una prassi che si svolge ogni anno, per l’acconto dell’indennità di front-office è la risposta alle richieste sindacali, rimaste inascoltate per oltre un anno. Infine, il giorno 30 abbiamo firmato l’intesa forse più importante, quella per la definizione delle misure di prevenzione e sicurezza dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19. È stato un accordo fortemente voluto sia dalla parte sindacale che dalla parte pubblica e risponde all’esigenza di coniugare le diverse condizioni territoriali con la fissazione di standard di sicurezza molto alti per tutto il personale dell’Agenzia. Nei 19 punti dell’accordo, oltre a confermare lo smart working come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, vengono fissati una serie di obblighi per l’Agenzia che non si fermano alla fornitura giornaliera dei dispositivi di protezione individuali, ma si individuano altre e migliori forme di tutela, soprattutto per il personale a contatto con il pubblico. È altresì importante aver previsto un tavolo permanente di confronto a livello nazionale e confronti obbligatori sia regionali che di singolo posto di lavoro. In questi mesi, infatti, accanto a esperienze sicuramente positive in molte regioni, abbiamo trovato anche direttori regionali assolutamente refrattari al confronto in una materia fondamentale come quella della sicurezza dei lavoratori e dell’utenza. Il segnale che giunge da quest’accordo – imprescindibile per noi e per tutti i lavoratori – a tutta l’Agenzia delle Entrate è il seguente: sulle questioni che riguardano la tutela e il benessere delle persone l’Agenzia non procede unilateralmente ma confrontandosi con il sindacato a tutti i livelli. Speriamo che tutti capiscano il messaggio in modo chiaro e forte.

Roma, 3 maggio 2020

FP CGIL                      CISL FP                      UIL PA              CONFSAL/UNSA               FLP
Boldorini                         Silveri                        Cavallaro                   Sempreboni                Patricelli

ACCORDO SU PREVENZIONE E SICUREZZA DA COVID19: VITTORIA DELLA CONTRATTAZIONE E DELLE REGOLE CONDIVISE A GARANZIA DELLA SICUREZZA DI TUTTI I LAVORATORI!

Lo scorso 30 aprile abbiamo sottoscritto l’accordo relativo alle misure di prevenzione e sicurezza che dovranno essere adottate nei nostri uffici nell’attuale e nelle prossime fasi in cui dovremo, purtroppo, continuare a convivere con l’epidemia da COVID-19. L’importanza delle misure e delle specifiche iniziative che dovranno essere adottate dall’Agenzia, dai colleghi e dalla stessa utenza che si reca nei nostri uffici costituiscono uno strumento funzionale a contrastare la diffusione dell’insidiosa epidemia e un sistema atto a garantire quanto più possibile la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia. Tutto ciò è stato possibile grazie all’importante previsione del nostro CCNL Fc – art. 7, comma 6 lett. k) – che fa rientrare nell’ambito della contrattazione le misure concernenti la salute e sicurezza sul lavoro e dei Protocolli d’Intesa che le nostre Confederazioni Sindacali hanno sottoscritto con il Governo e con il ministro della Funzione Pubblica in materia di contrasto al COVID-19 e di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tutti strumenti fondamentali per il buon risultato ottenuto insieme, certamente, al senso di responsabilità e di massima condivisione che gli stessi vertici dell’Agenzia hanno dimostrato su questo importante tema. Con l’accordo, innanzitutto, è stata ribadita l’oggettiva esigenza a che il lavoro agile prosegua ad essere la modalità ordinaria con cui viene svolta l’attività lavorativa riservando la presenza in ufficio alle sole attività indifferibili che non possono essere svolte da remoto. Del resto, permane coerente la vigenza dell’art. art 87, comma 1, del d.l. n.18/2020 che ne stabilisce l’obbligo per le pubbliche amministrazioni. Per la presenza in ufficio sono state rafforzate ed incrementate le precedenti misure di sicurezza impegnando l’Agenzia a fornire quotidianamente i DPI che sono obbligatori in ogni ambiente dell’ufficio così come è obbligatoria la mascherina per la stessa utenza che accede nei nostri uffici e la presenza in tutti i front office delle barriere protettive in plexiglass, gel per le mani, ecc.. Significative e maggiori misure sono state condivise anche in materia di pulizie e sanificazione degli ambienti di lavoro, di rimodulazione degli spazi di lavoro nell’ottica del più ampio distanziamento sociale, dell’organizzazione del lavoro e degli orari differenziati nonché di informazione, sensibilizzazione dei lavoratori e dell’utenza e la possibilità di misurazione della temperatura in occasione dell’accesso negli uffici. L’accordo sottoscritto il 30 aprile integra, con misure specifiche, quelle che abbiamo recepito direttamente dai Protocolli d’Intesa sottoscritti dalle nostre Confederazioni con il Governo (come ad esempio il protocollo recepito come all. n. 6 al DPCM del 24 aprile 2020) e con la Funzione Pubblica.
È proprio per la loro rilevanza che le parti hanno inteso, di fatto, recepirli direttamente con “clausola di salvaguardia” (punto 19) per gli aspetti non regolati dal nostro accordo o se avessero previsioni di maggiore garanzia. Molte sono le garanzie poste anche in materia di sorveglianza sanitaria e misure di prevenzione ecco perché invitiamo tutti i colleghi a prendere puntuale visione dell’accordo. Non da ultimo è importante rilevare il rinvio che l’accordo ha previsto alla contrattazione regionale ove potranno essere migliorate e/o integrate le misure dell’accordo nazionale secondo le peculiarità territoriali o le specifiche normative delle autorità regionali e territoriali (Presidente Regione, Sindaci, ecc.). Un ulteriore successo della contrattazione e della condivisione!

FP CGIL                          CISL FP                                 UIL PA

Boldorini                             Silveri                                  Cavallaro

Pubblichiamo la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Umane , in merito alla valutazione annuale per la progressione in carriera, svolta nell’anno 2019 per il personale non Direttivo

Oggi  4 maggio si celebra la giornata Internazionale dei Vigili del Fuoco. Con i colori rosso e blu, che rappresentano il fuoco e l’acqua, vogliamo ricordare in tutto il mondo, coloro che quotidianamente e con professionalità garantiscono la sicurezza dei cittadini spesso a discapito della propria vita

LA GESTIONE DELLA FASE 2: LE NOSTRE PROPOSTE

Diverse sono le questioni che si dovranno affrontare nella gestione della “Fase 2” e noi siamo pronti a dare il nostro contributo, nell’interesse dei lavoratori dell’Istituto ma anche nell’interesse del Paese, per far avere quei servizi che in queste settimane i dipendenti non hanno mai fatto mancare, con responsabilità e abnegazione. Su questo noi crediamo che, come hanno fatto grandi imprese private, anche in una grande realtà pubblica come l’INPS si possa arrivare alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa nazionale che disciplini in modo organico e dettagliato tutti gli aspetti più salienti di quella che dovrà essere la futura attività degli Uffici: del resto lo stesso CCNL Funzioni centrali 2016/2018 affida, articolo 7 , comma 6, lett. k), alla contrattazione integrativa nazionale la materia rappresentata dalle“ misure concernenti la salute e sicurezza sul lavoro”. Anzitutto, crediamo che la bussola che dovrà orientare l’intera gestione sia rappresentata dalla tutela della salute dei dipendenti. Per questo, oltre a ribadire la richiesta di aggiornamento del DVR per ciascuna sede, ci appare di fondamentale importanza sapere se siano stati già acquistati i DPI e gli altri presidi a tutela dei lavoratori (come il gel disinfettante) che d’ora in poi non potranno mai mancare in nessun ufficio. La sicurezza dei lavoratori dell’Istituto, peraltro, non dipende soltanto dalle misure adottate dall’Inps, ma anche dalle aziende che vi lavorano. Pertanto, è essenziale verificare che anche ai lavoratori di altre aziende – presenti nelle sedi dell’Istituto siano garantite idonee misure di sicurezza. Pensiamo, ad esempio, alle ditte di pulizia, delle mense aziendali, di manutenzione, al personale addetto alla vigilanza, al personale che si occupa dei servizi informatici, etc. Va quindi aggiornato non solo il DVR di ciascuna sede, ma anche il DUVRI, ossia il Documento di Valutazione dei Rischi Interferenziali – quei rischi che si corrono proprio nel momento in cui ci si relaziona con lavoratori di altre aziende.
Tutto questo, peraltro, non per burocratizzare la sicurezza, ma per trasformare quegli adempimenti in concrete misure a favore della salute dei dipendenti. Così, ad esempio, sarà necessario non solo aumentare la frequenza delle pulizie degli uffici, ma anche prevedere frequenti attività di sanificazione, di norma al termine di ogni turno lavorativo, magari con cadenze stabilite a seconda degli ambienti (se si tratta di ambienti o strumenti di uso comune, se di uso esclusivo del personale o anche di terzi come utenza o lavoratori di altre aziende). Considerato che il lavoro da remoto finora svolto ha dato buona prova di sé nonostante i problemi di connessione spesso riscontrati – crediamo possa continuare ad essere la modalità ordinaria di lavoro e che anche in futuro la percentuale di personale da lasciare in lavoro da remoto debba restare molto alta. A nostro avviso, essendo cambiato il contesto che giustifica il ricorso a questo tipo di attività, si rende necessario sottoscrivere un accordo sulla sua gestione, ad esempio per prevedere il diritto al buono pasto, disciplinare il diritto alla disconnessione dei lavoratori, garantire il lavoro da remoto a chi ha figli minori, disabili, persone malate più facilmente esposte al rischio contagio, etc. Non ci sembra irrilevante, poi, che moltissimi dipendenti stiano usando strumentazione propria, sostenendo da diverse settimane costi di cui l’Amministrazione si è, in questa fase, giovata. Questo implica anche che bisogna accelerare sull’arrivo e sulla distribuzione dei 5.000 PC e prevedere subito un nuovo ordine di ulteriori dotazioni informatiche. Il tema del lavoro agile si aggancia direttamente alla presenza di lavoratori nelle sedi e alla possibilità di aperture al pubblico. In entrambi i casi, ribadiamo che la conditio sine qua non dev’essere la salute dei dipendenti. Questo può voler significare, quindi, che alcuni dipendenti possano far rientro nelle sedi, su base volontaria, ma con la garanzia del distanziamento con altri colleghi – il che implica non poter riempire le stanze e fissare un tetto massimo di dipendenti presenti. La gestione degli orari di lavoro in sede dovrà essere necessariamente più flessibile, perché bisogna considerare che anche il raggiungimento del posto di lavoro andrà modulato in base al contesto (ad es., i mezzi di trasporto pubblico non potranno a loro volta essere pieni come fino a poche settimane fa, per cui si allungheranno di certo i tempi di percorrenza). Anche il tema delle future aperture al pubblico va gestito, a nostro parere, coniugando il diritto alla salute dei dipendenti dell’Istituto con quello dei cittadini a ricevere informazioni in sicurezza, eliminando il rischio che gli sportelli siano luoghi di aggregazione di persone. Pertanto, le aperture potranno essere attuate solo se l’Amministrazione sarà in grado di assicurare le condizioni di salute del personale, prima di tutto garantendo la presenza e la fruizione di tutti i presidi sanitari previsti dalle recenti disposizioni normative.
In queste settimane il servizio di informazione non si è mai interrotto: i lavoratori dell’INPS hanno sempre garantito il rapporto con l’utenza attraverso i canali telematici e telefonici. Noi riteniamo che, almeno in un primo momento, si debba continuare su questa strada, se necessario aumentando il numero di colleghi da coinvolgere, valutando anche la possibilità di utilizzare la tecnologia per dare appuntamenti “virtuali”. Come si vede, le questioni da discutere sono tante e complesse e richiedono un confronto, a cui chiediamo all’Amministrazione di non sottrarsi, a livello nazionale come a livello territoriale, coinvolgendo per tutte le sedi gli RLS che rappresentano e tutelano i diritti dei lavoratori nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

 

FP CGIL

Matteo Ariano Antonella Trevisani

 

CISL FP

Paolo Scilinguo

 

UIL PA

Sergio Cervo

 

CONFINTESA/ FP

Francesco Viola

 

CONFSAL-UNSA

Piergiuseppe Ciaraldi

 

 

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