Pubblichiamo il documento del Comparto Vigili del Fuoco presentato all’Assemblea Generale della Fp Cgil Nazionale che oltre ad evidenziare le grandi criticità dimostrate dal Corpo nel corso dell’emergenza COVID-19 individua alcuni provvedimenti necessari per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nella fase II e rilancia le politiche organizzative e salariali dei Vigili del Fuoco.

Serve un vero e proprio cambio di rotta, il Sistema Paese non si è fatto trovare pronto ad affrontare emergenze come quella del COVID-19, molte delle difficoltà riscontrate non sono attribuibili al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, molte altre purtroppo si.

La pubblicizzazione del rapporto di lavoro inoltre ha reso il Corpo vincolato alle norme e leggi, burocratizzato e ingessato.

Per questo rimaniamo convinti che le politiche salariali debbano essere rilanciate immediatamente a partire dal rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego. La delegificazione del rapporto di lavoro, il contratto unico, la previdenza complementare, i sei scatti su base pensionabile, l’INAIL e le elezioni delle RSU i nostri grandi obiettivi da raggiungere.

#UniciNellaTutela

Roma, 8 maggio 2020

Alla c.a.

Capo di Gabinetto

Prof. Lorenzo Casini

 

Consigliere del Ministro

Prof. Giampaolo D’Andrea

 

Segretario Generale del MiBACT

Dott. Salvatore Nastasi

 

Direttore Generale Organizzazione

Dott.ssa Marina Giuseppone

 

Direttore Generale ABAP

Arch. Federica Galloni

 

Direttore Generale Musei

Dott. Antonio Lampis

 

Direttore Generale Archivi

Dott.ssa Annamaria Buzzi

 

Direttore Generale Biblioteche

Dott.ssa Paola Passarelli

 

Dirigente Servizio Relazioni Sindacali

Prof. Alessandro Benzia

Egregi Dirigenti, tra Funzione Pubblica e OO.SS. è stato sottoscritto il “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” con il quale si evidenzia “la opportunità, per il periodo di emergenza, che le amministrazioni promuovano modalità di comunicazione e confronto con le rappresentanze sindacali sui punti del presente protocollo al fine di condividere informazioni e azioni volte a contemperare la necessità di tutela del personale e dell’utenza, con quella di garantire l’erogazione di servizi pubblici essenziali e indifferibili”. Tale principio è stato ribadito poi nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro fra il Governo e le parti sociali”, allegato al DPCM del 26 aprile 2020 in cui si ribadisce che ”ferma la necessità di dover adottare rapidamente un Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus che prevede procedure e regole di condotta, va favorito il confronto preventivo con le rappresentanze sindacali presenti nei luoghi di lavoro, e per le piccole imprese le rappresentanze territoriali come previsto dagli accordi interconfederali, affinché’ ogni misura adottata possa essere condivisa e resa più efficace dal contributo di esperienza delle persone che lavorano, in particolare degli RLS e degli RLST, tenendo conto della specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali”.
Alla luce di quanto sopra esposto, attese le recenti comunicazioni dell’On. Ministro al Parlamento sulla possibile riapertura al pubblico di musei e luoghi della cultura a partire dal prossimo 18 maggio, si richiede un incontro urgente volto a definire un protocollo condiviso di prevenzione e sicurezza dei dipendenti e utenti in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” per musei e luoghi della cultura. Tale protocollo deve prevedere, in ogni sede di contrattazione decentrata, l’avvio della contrattazione sulle misure concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro ai sensi dell’articolo 7, comma 6, lettera k) del CCNL Funzioni Centrali.
Tale protocollo, non una mera comunicazione, e la sua pedissequa applicazione locale sono la conditio sine qua non per una corretta riapertura con misure di sicurezza e di praticabilità sanitaria tali da dare garanzie a lavoratori, cittadini e visitatori che musei, archivi, biblioteche, parchi ed aree archeologiche sono luoghi sicuri.
In assenza di riscontro o di iniziative difformi da quanto sopra richiesto, si valuterà ogni opportuna iniziativa conseguente a tutela, nel rispetto delle norme vigenti, della salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, senza escludere la proclamazione dello stato di agitazione.

FP CGIL                    CISL FP                       UIL PA                 FLP              CONFSAL UNSA

Meloni                    Nolè/ Di Stefano         Trastulli                 Satolli              Urbino

 

DISCIPLINA FASE 2 EMERGENZA DA COVID-19 PRESSO DGMC E DAP
I RISULTATI DELLA RIUNIONE DI OGGI

Oggi si sono tenuti i due incontri previsti con il Direttore Generale del personale del DGMC, dott. V. Starita, e con il Direttore Generale del personale del DAP, dott. M. Parisi. Entrambi gli incontri hanno riguardato la implementazione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro da realizzare nell’ambito della cd Fase 2 dell’emergenza sanitaria in atto.

CGIL CISL e UIL, in entrambe le riunioni, hanno sollevato preliminarmente la richiesta di redigere un apposito accordo in coerenza con quanto convenuto da Ministro della Funzione Pubblica, CGIL CISL UIL ed altre oo ss nel protocollo siglato all’inizio di aprile del corrente anno. Risulta assolutamente incomprensibile come mai si facciano accordi su tante materie e non sulla sicurezza in epoca COVID-19. L’importanza di un protocollo recante le linee guida su questo delicatissimo argomento, soprattutto adesso che si avvia la Fase 2 dell’emergenza, è necessario proprio per rendere esigibile sul territorio quanto pattuito a livello centrale e per evitare disapplicazioni o “fughe in avanti” della dirigenza delle strutture. CGIL CISL e UIL hanno rilevato come la Giustizia sia, al momento, l’unico settore della PA in cui un accordo in materia di misure di protezione da COVID-19 allo stato non sia stato ancora sottoscritto. Tale circostanza sembra sottendere la volontà della Giustizia di relegare le organizzazioni sindacali ad un ruolo meramente consultivo, ruolo che CGIL CISL e UIL non sono disposte ad accettare. Sul punto i Direttori Generali hanno affermato di non poter sottoscrivere un protocollo solo per DAP e DGMC poiché tale atto deve riguardare l’intero Ministero. Per tale motivo gli stessi si sono riservati di approfondire la questione direttamente con il Ministro.

Nel merito della discussione, per il DGMC, il dott. Starita ha rivendicato il grande sforzo fatto a livello centrale dal gruppo di lavoro appositamente costituito per l’emergenza COVID-19. I componenti di gruppo di lavoro sono stati sempre presenti on site per sostenere l’azione dei servizi territoriali volta a proteggere quanto più possibile la salute dei lavoratori. Inoltre lo stesso ha sottolineato come il lavoro agile sia adesso la modalità lavorativa utilizzata dalla quasi totalità del personale e che esso, pur essendo suscettibile di ulteriori modifiche normative, rappresenta lo strumento essenziale per il futuro sviluppo organizzativo dell’amministrazione minorile e di comunità.

Su sollecitazione di CGIL CISL UIL il DG Starita ha assicurato che sulla sicurezza dei luoghi di lavoro l’attenzione è massima. Per tale motivo ha richiesto agli uffici l’adeguamento rapido del DVR e lo svolgimento di sanificazioni anche solo per i casi di contagio sospetto. Sul punto ha invitato le OO.SS. a segnalare eventuali disservizi direttamente alla sua attenzione. Lo stesso DG ha assicurato, su sollecitazione di CGIL CISL UIL, che il lavoro agile rimarrà la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa anche nella fase dell’emergenza e che il Dipartimento sarà disponibile verso ulteriori forme di prestazioni lavorative delocalizzate ad esempio attraverso l’apertura di sportelli dedicati più vicini all’utenza al fine di limitare la mobilità di lavoratori e cittadini sul territorio. Sull’argomento CGIL CISL e UIL hanno espresso perplessità ed hanno evidenziato la necessità di definire convenzionalmente la disciplina di ogni ulteriore forma di prestazione lavorativa delocalizzata in relazione anche alla natura del territorio in cui la stessa deve essere resa.

CGIL CISL e UIL hanno sottolineato la necessita che il rientro alla normalità avvenga in maniera graduale e che in ogni caso sia garantito ai lavoratori in smart working il diritto alla disconnessione. Inoltre hanno chiesto di: mantenere, anche in questa fase, la prevalenza della prestazione lavorativa mediante il lavoro agile; prevedere la massima flessibilità negli orari di lavoro del personale accogliendo tutte le istanze dei lavoratori anche per tipologie di orario non contemplate dalla disciplina dell’orario di lavoro adottata nelle singole direzioni; prevedere modalità di accesso agli uffici subordinate al controllo della temperatura corporea mediante i cosiddetti termo scanner; provvedere alla sanificazione costante degli ambienti di lavoro; prevedere

una accurata pulizia quotidiana degli ambienti di lavoro; dotare tutto il personale dei necessari DPI (mascherine, guanti, visiere, etc.) e provvedere, ove non sia stato già fatto, all’installazione di erogatori di soluzioni disinfettanti a funzionamento automatico; prevedere in via cautelativa l’obbligo di indossare la mascherina protettiva per tutto il tempo di permanenza nel luogo di lavoro, con la sola eccezione di quando si permane, da soli, nella propria stanza; prevedere in via cautelativa l’obbligo di indossare la mascherina protettiva per tutti coloro che fanno accesso dall’esterno; predisporre limitazioni dell’accesso del pubblico se non previa prenotazione telefonica o telematica; disporre limitazioni degli orari di apertura al pubblico; prevedere per il personale che maneggia documenti, corrispondenza, plichi e fascicoli cartacei, ovvero merce di qualsiasi genere proveniente dall’esterno, l’utilizzo obbligatorio di guanti protettivi monouso; prevedere l’utilizzo di divisori in plexiglass per gestire in piena sicurezza gli spazi interni ed eventuali postazioni di front office con particolare riferimento all’imminente insediamento dei nuclei di polizia penitenziaria all’interno degli UEPE; prevedere il divieto assoluto di assembramento di persone nei luoghi comuni, nei corridoi e nelle stanze; assicurare in tutti gli ambienti di lavoro la necessaria distanza di sicurezza fra le persone; prevedere che in ciascuna stanza possa trovare allocazione una sola persona, a prescindere dalle postazioni di lavoro ivi esistenti a meno che la stessa non sia di metratura adeguata ad ospitare più persone e sia dotata di finestra e quindi costantemente areata; rafforzare la sorveglianza sanitaria mediante la continua interazione tra medico competente, datore di lavoro, RLS.
Nessun riscontro è arrivato in merito alle richieste avanzate da CGIL CISL e UIL su utilizzo dei dpi, sulla sanificazione periodica, sulla riduzione dei contatti con l’utenza, sulla concessione del buono pasto, sul blocco di trasferte e servizi esterni, su approvvigionamento di strumenti tecnologici per il lavoro da remoto e su altre questioni come la creazione del comitato previsto dal Dpcm del 26 aprile 2020.

CGIL CISL UIL, fermo restando la questione relativa all’accordo sulle misure in tema di sicurezza dei lavoratori e prevenzione del rischio di contagio ed il mancato riscontro alle proposte presentate al Dgmc, hanno convenuto sul percorso proposto dal DG Starita in merito a rimodulazione piante organiche, avvio delle procedure di mobilità, definizione dei criteri di nomina dei capi area dei servizi minorili, realizzazione delle procedure verticali ex D.L.vo 75/2017 e definizione della disciplina contrattuale dello smart working.
Successivamente si è svolto l’incontro con il Direttore generale del personale del DAP, Dott. M. Parisi, preceduto dal saluto del nuovo Vice-Capo Dipartimento, dott. R. Tartaglia, il quale ha assicurato la massima disponibilità ad ascoltare le argomentazioni dei rappresentanti dei lavoratori del Comparto Funzioni Centrali.

Ferma restando la pregiudiziale sul protocollo di cui si è già detto, CGIL CISL e UIL hanno fermamente contestato al Direttore Generale Parisi l’applicazione a “macchia di leopardo” del lavoro agile sul territorio nazionale. Lo stesso, infatti, è stato applicato poco e spesso male dalla dirigenza territoriale perché il Dipartimento non ha indicato le attività indifferibili non delocalizzabili diversamente da quanto fatto dal DGMC e dagli altri dipartimenti. Tale carenza ha determinato un completo scollamento del centro rispetto alla periferia nonché pericolose fughe in avanti di dirigenti che hanno revocato – come il PRAP di Bologna – anche quel poco di lavoro agile già precedentemente autorizzato. CGIL CISL UIL hanno anche giudicato severamente alcuni dirigenti per il comportamento contraddittorio avuto verso il personale educativo non sempre ammesso al lavoro agile.

Nel merito del documento trasmesso alle oo ss a titolo di informazione preventiva, CGIL CISL e UIL hanno ricordato con forza che il lavoro agile rappresentando a tutt’oggi la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa non può non essere applicato in tutti gli uffici centrali e periferici dell’amministrazione. In merito all’eventuale ricorso a turnazioni CGIL CISL e UIL, pur non essendo aprioristicamente contrarie, hanno manifestato perplessità sulla reale applicazione di tale istituto ed hanno indicato i tavoli di contrattazione locali quali luoghi deputati a prendere ogni decisione in merito. Anche per il DAP, CGIL CISL e UIL hanno convenuto sulla necessità di attivare al più presto tavoli negoziali per affrontare argomenti di grande impatto come la mobilità, il transito del personale del Corpo della Polizia Penitenziaria nei ruoli del Comparto Funzioni

Centrali a seguito di giudizio inidoneità psicofisica, lo smart working come modalità da utilizzare anche dopo la fase emergenziale, la definizione dell’accordo FUA 2018 per la sede dipartimentale, la compensazione di personale distaccato tra i dipartimenti della Giustizia.

Infine in entrambe le riunioni CGIL CISL e UIL hanno fortemente esortato i due Dipartimenti, che condividono la Direzione Generale di scopo, ad adottare la piattaforma e-learning per la formazione professionale continua, aperta a tutto il personale, sul modello realizzato al DOG. Solo con tale modalità, infatti, per CGIL CISL e UIL si potrà effettuare l’attività formativa continuativamente ed a favore di tutte le figure professionali.

CGIL CISL e UIL infine hanno rappresentato la necessità per entrambi i dipartimenti di dotare tutti i lavoratori della Carta Nazionale dei Servizi.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

FP CGIL                             CISL FP                               UIL PA

Prestini                                Marra                                 Amoroso

Roma, 07 maggio 2020

Vice capo D.A.P.

Dott. Roberto Tartaglia

Roma

Al Direttore generale del personale e delle risorse A.P.

Dott. Massimo Parisi

Roma

E, p.c. All’Ufficio relazioni sindacali – D.A.P.

Dott.ssa Ida DEL GROSSO

Roma

Oggetto: vestiario polizia penitenziaria

Egregi,

purtroppo, ad oggi, i problemi riguardanti la mancata o incompleta distribuzione del vestiario sono rimasti inalterati, nonostante gli innumerevoli solleciti da parte delle organizzazioni sindacali.

In molti istituti penitenziari ci giungono doglianze riguardanti la mancanza di uniformi operative maschili e femminili e di stivaletti operativi, la cui ultima fornitura risale a molti anni indietro.

Queste situazioni, purtroppo, danneggiano l’immagine del Corpo e di conseguenza lo delegittimano del loro ruolo. Il personale, molto spesso al fine di dare senso e decoro alla propria uniforme, è costretto ad acquistare effetti di vestiario a proprie spese e non bisognerebbe stupirsi se fosse costretto a andare a lavoro con abiti civili.

Per quanto sopra esposto, si chiedono chiarimenti riguardo le modalità di distribuzione del vestiario che l’Amministrazione intende mettere in atto per soddisfare le carenze negli istituti penitenziari.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, porgiamo cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Pubblichiamo un’ ulteriore nota inviata in merito all’avvio dell’imminente corso per la qualifica di Capo Squadra

Pubblichiamo la nota di richiesta di un incontro urgente e  della documentazione necessaria, al fine di garantire tutte le necessarie tutele al personale interessato, così come una più adeguata qualificazione, formazione e preparazione degli operatori DOS del CNVVF

PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAZIONE DELLE MISURE PER IL CONTRASTO E IL
CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS COVID-19 NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Oggi abbiamo firmato il Protocollo di regolazione per la sicurezza negli ambienti di lavoro.
Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto considerato che molte delle nostre proposte sono
state accettate dalla Amministrazione in un clima di proficua collaborazione che ha messo al
centro la tutela della salute e sicurezza del lavoratori .
Il protocollo che alleghiamo contiene una disciplina della gestione del personale e delle misure di
sicurezza che realizzano la massima tutela per i lavoratori consentendo un graduale rientro negli
uffici in condizioni di massima garanzia.
Adesso si aprirà la fase della contrattazione territoriale che dovrà adeguare alle peculiarità del
singolo posto di lavoro le regole generale contenute nel Protocollo.
Il rientro fisico negli uffici sarà possibile dopo la firma dei Protocolli locali.
Nella prima settimana si tratterà di un apertura tecnica per completare le necessarie operazioni di
sanificazione e organizzazione logistica dei locali ; nelle settimane successive si procederà
gradualmente alla riapertura dei servizi previsti dal Protocollo.
Ricordiamo che in ogni caso la modalità di lavoro ordinaria rimane il lavoro agile ; il presidio delle
attività sarà garantito attraverso una rotazione del personale che avverrà secondo i criteri stabiliti
nel Protocollo salvaguardando i lavoratori “ fragili” o comunque i lavoratori in condizioni che
richiedono maggiore protezione.
In ogni caso nessun ufficio potrà aprire se non ci sono tutte le condizioni e la disponibilità dei
presidi di protezione.
Ci auguriamo che le disposizioni previste consentano a tutti di affrontare con la maggiore serenità
possibile questa fase critica di transizione.
In ogni caso se si dovessero verificare eventuali criticità proporremo le modifiche che si
rendessero necessarie per risolverle.
Durante l’incontro abbiamo richiesto alla Amministrazione una apposita riunione per discutere e
approfondire la questione relativa alla erogazione dei buoni pasto in lavoro agile. In quella
occasione potremo affrontare anche la discussione sulle proposte che vi abbiamo già comunicato
in materia di welfare aziendale.

FP CGIL ACI                   FP CISL ACI                        UILPA ACI ACP
Derna Figliuolo         Marco Semprini                     Paola Piccirilli

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito alla richiesta  candidature  per eventi identificati con i seguenti codici: 62-88-89-90-91

ACCORDO NAZIONALE

-aumento di € 68,00 rispetto alle retribuzioni tabellari vigenti al 31/12/2015 per l’annualità 2016 e aumento di € 90,00 rispetto alle retribuzioni tabellari vigenti al 31/12/2015 dal gennaio 2017 a tutti i livelli del personale dipendente delle istituzioni e delle società partecipate cui si applica il CCNL ANCI come da tabella (allegato A);

– l’istituzione di un’indennità di ente a partire dal gennaio 2017 di € 6,00 (per 12 mesi) per tutti i livelli del personale del CCNL ANCI. L’importo di tale indennità a partire dal gennaio 2018 sarà compresa tra un minimo di € 6,00 e un massimo di € 40,00 (per 12 mesi) da determinare a livello di contrattazione integrativa. Tale indennità rientra nella parte fissa della retribuzione (ex art. 59.1 CCNL in vigore) ed è esclusa dall’importo della tredicesima (art. 68 CCNL) e della quattordicesima (art. 69 CCNL);

– gli importi arretrati di cui sopra, maturati nel 2016 e nel 2017, verranno corrisposti nel primo mese utile.

ANCI
______________________
______________________
UIL FPL
______________________
______________________
CGIL
______________________
______________________
CISL
______________________
______________________
FIALP CISAL
______________________
______________________
USB PI
______________________
______________________

ALLEGATO A

Paga base al 31/12/2015      Paga base dal 01/01/2016             Paga base dal 01/01/2017

I livello               3.931,06                           3.999,06                                         4.021,06

II livello             2.208,34                          2.276,34                                          2.298,34

III livello           1.929,35                            1.997,35                                           2.019,35

IV livello            1.755,33                            1.823,33                                          1.845,33

V livello              1.592,08                           1.660,08                                         1.682,08

“Il Ministero della Difesa, tramite Difesa Servizi Spa, potrà cedere in affitto parte del suo patrimonio, fatto di impianti, bacini, strutture, officine, capannoni, costruzioni e magazzini, sia a soggetti pubblici, sia a partner qualificati dell’industria civile di settore, avviando un vero e proprio processo di dismissione del suo patrimonio industriale e professionale”. È quanto prevede, denunciano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, il prossimo Dl Maggio.

I sindacati segnalano “lo sconcerto di aver appreso per caso l’esistenza di un simile imponente progetto che coinvolgerà tutte le strutture industriali e logistiche militari del paese senza che il Ministro della Difesa Guerini abbia ritenuto, esercitando quella responsabilità che dovrebbe caratterizzare il suo ruolo politico/istituzionale anche a garanzia del rispetto verso le norme contenute nel Contratto collettivo nazionale di lavoro, di doverne parteciparne i contenuti alla organizzazioni sindacali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori civili impegnati in quelle strutture”.

Si conferma, aggiungono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, “la distanza e il marcato disinteresse che continua a manifestare il Ministro Guerini fin dal proprio insediamento nei confronti dei suoi circa 25.000 lavoratori civili lasciati di fatto, malgrado le ragguardevoli e mirabolanti promesse fatte, alla mercé dei più disparati e disomogenei processi decisionali assunti in questi mesi dagli Stati Maggiori delle Forze Amate dai quali funzionalmente dipendono. Il tutto mentre rimangono irrisolti i nodi che affliggono il Ministero della Difesa che avrebbe bisogno di stanziamenti economici per riconoscere il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, insieme ad un piano straordinario di assunzioni”.

“Se per un verso ai vertici il governo coltiva una interlocuzione con le confederazioni sindacali, registriamo l’atteggiamento respingente del Ministro Guerini. Per queste ragioni invochiamo un intervento del premier Conte volto a rimuovere gli ostacoli che allo stato si frappongono all’avvio di una interlocuzione diretta tra le parti, in costanza dell’assenza della quale, ci riterremo liberi di avviare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.

Fase 2 e ripartenza: come, dove e quando.

Riteniamo necessario fare il punto sulle problematiche che emergono in relazione alla cosiddetta fase 2, anche al fine di fornire indicazioni speriamo utili, nelle more del confronto specifico che abbiamo chiesto all’Amministrazione per la stipula dell’accordo in applicazione del Protocollo di Intesa del 3 aprile scorso, sottoscritto da CGIL, CISL e UIL e il Ministro della Pubblica Amministrazione. Proprio il ritardo che stiamo registrando rispetto al confronto su questa delicatissima materia sta producendo una sorta di articolazione di decisioni a livello periferico che rischia di determinare caos, contraddizioni e vere e proprie fughe in avanti. Come quelle che stiamo registrando ad esempio agli Uffizi o il tentativo, incredibile, di forzare le riaperture degli Archivi di Stato dal 4 maggio scorso. L’accordo di Ministero in questo senso può essere uno strumento utile a definire le specificità dei cicli afferenti ai Beni Culturali rispetto ai criteri generali relativi alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro nelle Funzioni Centrali e a definire forme di coordinamento e di monitoraggio che intersechino i livelli di confronto previsti in relazione all’attuazione delle misure adottabili. Da questo punto di vista noi consideriamo irresponsabile la evidente ritrosia del Segretario Generale ad affrontare questo percorso, un atto controproducente che rischia di inasprire i rapporti con le parti sociali e di aumentare il rischio di una conflittualità diffusa sul territorio, come conseguenza della disarticolazione delle decisioni rispetto alle fasi di eventuale riapertura dei servizi. E valuteremo unitariamente le opportune risposte in caso di ulteriori, inaccettabili, ritardi. Ma deve essere altresì presente la consapevolezza che, anche in assenza di un accordo specifico per il Mibact, il Protocollo di Intesa del 3 aprile scorso resta un atto vincolante per l’Amministrazione e pertanto deve essere applicato in tutte le sue parti. Così come rimane fermo il principio di responsabilità specifica del Datore di Lavoro, ovvero il Dirigente, rispetto alla valutazione delle condizioni di sicurezza che consentono il riavvio delle attività ed i livelli di gradualità connessi. A questo aggiungiamo che per il Mibact appare necessario verificare l’adattabilità delle misure generali previste alla specificità dei luoghi della cultura, che riguardano la loro collocazione logistica, il tipo di patrimonio gestito, la loro accessibilità tenendo conto dei protocolli tecnici approntati sia dall’INAIL che dalle Direzioni tecniche interne al Ministero. Solo in questo contesto possono essere definite le misure particolari relative alla tipologia di dpi necessari, la cui fornitura deve essere assicurata a tutto il personale che opera a vario titolo nei luoghi della cultura, alle forme di contingentamento degli ingressi, alle modalità, anch’esse specifiche, con le quali si opera la sanificazione quotidiana degli ambienti aperti al pubblico, ecc. Accanto a questo è necessario individuare i protocolli di sicurezza relativi alla ripresa dell’attività di tutela del patrimonio culturale sul territorio, un aspetto fondamentale purtroppo troppo spesso trascurato rispetto alla retorica sui musei, che invece abbisogna di attenzione specifica per quel che riguarda la messa in sicurezza di cantieri e laboratori e per i riflessi sulle condizioni di lavoro in cui opera il personale tecnico scientifico.

Tutto questo implica un esercizio di responsabilità generale dell’Amministrazione, non vorremmo che il tutto si risolvesse nel solito scaricabarile, con l’aggravante del contesto di emergenza, con qualcuno che invia le Circolari e qualcun altro che le interpreta a modo suo. Per quanto ci riguarda bisogna proseguire nella nostra attività coordinata, che ha dimostrato di essere assai fruttuosa nella prima fase emergenziale, e cogliamo l’occasione per ringraziare per l’impegno dimostrato i nostri delegati e le Segreterie Territoriali FP CGIL che hanno tempestivamente assunto le opportune iniziative a tutela dei lavoratori nella fase di esplosione della pandemia, contribuendo a risolvere le situazioni critiche che sono emerse nei territori.

Fondo 2020 e Fase 2

Vi informiamo che si è avviato il confronto sul Fondo Risorse Decentrate (ex FUA) 2020 e domani è in calendario un incontro del tavolo nazionale che affronterà questo tema, oltre che, si spera, della chiusura dell’accordo POC e dell’auspicabile chiusura dell’accordo sull’indennità ‘datori di lavoro’ ai funzionari direttori di Archivi e Biblioteche. Per quanto riguarda il Fondo la negoziazione di quest’anno deve vedere una profonda rimodulazione degli indirizzi che tradizionalmente ci siamo dati nell’allocazione delle risorse con la finalità di giungere ad un accordo che tenga conto degli effetti che la situazione di emergenza ha riverberato sull’organizzazione del lavoro, della gestione del salario di produttività in una fase in cui prevale il lavoro a distanza e delle problematiche connesse alla ripartenza graduale delle attività. Gli obiettivi che ci stiamo ponendo comprendono la necessità di garantire la tenuta del salario accessorio, con particolare riferimento alle quote perse per effetto della riduzione delle prestazioni in presenza, di fornire gli strumenti necessari alla contrattazione di posto di lavoro per governare la gestione delle incentivazioni alla produttività nella condizione di pervasivo ricorso al lavoro a distanza e rispetto alla mole di arretrato che si è accumulata nel periodo di sospensione delle attività di tutela sul territorio. Inoltre chiederemo di confermare, nell’allocazione delle risorse, la ripresa del processo di progressioni economiche. Su questi temi stiamo approntando proposte che confronteremo con quelle già presentate da colleghi di altre sigle, augurandoci di trovare una sintesi unitaria. Su tutti i temi elencati, infine, convocheremo a breve una riunione di coordinamento nazionale.

Claudio Meloni

Fp Cgil Nazionale

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