Il “Lavoro sicuro”

Sottoscritto il Protocollo nazionale delle misure di prevenzione e sicurezza dei lavoratori civili nell’emergenza sanitaria
È stato sottoscritto in data odierna l’Accordo nazionale sulle misure di prevenzione e sicurezza dei lavoratori civili nell’emergenza sanitaria.
La necessità di linee guida omogenee per tutto il territorio si è resa tanto più necessaria in un ministero multiforme in cui le diverse componenti tendono ad assumere iniziative prive di quel coordinamento che è, invece, indispensabile in un dicastero ove la presenza di cantieri di lavoro ed aree industriali lo rendono unico nel panorama della P.A.
Il documento sottoscritto è una cornice che richiama l’obbligo di applicare, oltre la normativa già esistente in materia di sicurezza sul lavoro, i protocolli sottoscritti da CGIL CISL e UIL anche delle categorie del pubblico impiego sia con il Governo che con il Ministro della Pubblica Amministrazione, compreso il Documento Tecnico dell’Inail di aprile 2020 in tema di emergenza sanitaria.
L’ Accordo sottoscritto è:
– Dinamico, perché prevede il suo aggiornamento continuo in funzione dell’evoluzione dell’emergenza al momento fissata al 31 luglio;
– Obbligatorio, per tutte le Aree del Ministero della Difesa e tutti hanno l’obbligo di osservarlo;
– Partecipativo, perché si fonda sul confronto e la contrattazione con le OO.SS. sia di livello nazionale che territoriale richiamando il CCNL F.C. 2016/18;
– Integrato con le comunità per l’attenzione alla mobilità dei lavoratori ed il trasporto pubblico;
– Chiaro, nel ribadire che il lavoro agile è la modalità ordinaria della prestazione lavorativa;
– Aggiornato agli ultimi provvedimenti anche con riferimento alla centralità del Medico competente, figura spesso assente, ma da cui non si potrà più prescindere anche ricorrendo a convenzioni esterne, in particolare per la tutela dei lavoratori fragili.
Consideriamo utile il metodo della collaborazione e del confronto che ci ha fatto giungere all’intesa e riteniamo opportuno informarvi che sarà nostra cura rivendicare, già dai prossimi giorni, l’impegno assunto dall’amministrazione sul tema del riconoscimento giuridico ed economico degli istituti contrattuali applicabili anche al lavoro agile con l’avvio tempestivo del tavolo di confronto.

FP CGIL                                   CISL FP                               UIL PA
Francesco Quinti             Massimo Ferri                  Sandro Colombi
Roberto De Cesaris            Franco Volpi

E’ GIUNTA L’ORA

Il lungo periodo di emergenza dovuto al Covid 19 ci ha mostrato come anche il mondo della P.A.
abbia cambiato il suo modo di pensare e agire con una velocità che molto spesso non è propria di
questa realtà. Abbiamo visto che si può cambiare modo di lavorare in tempi rapidissimi e che anche
l’elefantiaca struttura di un ministero come il MEF riesce ad adeguare se stessa con sorprendente
e ammirevole tempismo, del quale diamo atto ai vertici di questa amministrazione.
Ma ciò non toglie che esistono degli aspetti che hanno bisogno di interventi che a tutt’oggi non
sono stati presi in considerazione. Il primo riguarda l’ambito applicativo. Ci riferiamo, nello specifico,
all’attività di “lavoro agile”, che ormai diamo per assodata essere la forma di lavoro che ci ha
accompagnato e ci accompagnerà per molto tempo ancora. E’ evidente che in questo discorso
rientrano tutta una serie di elementi contrattuali, che devono regolamentare il lavoro quotidiano dei
colleghi che operano in questa modalità e che sono la maggioranza dei dipendenti del MEF.
Temi come l’orario di lavoro, il diritto alla disconnessione, la reperibilità, i permessi, la produttività
con rendicontazione annessa e il buono pasto, citato come ultimo elemento, ma non per importanza,
devono essere assolutamente trattati e regolamentati, proprio per fornire certezze ai lavoratori
circa le “regole del gioco”.
Pertanto chiediamo ufficialmente all’Amministrazione di convocare un incontro per poter analizzare
tutto ciò che afferisce il tema “lavoro Agile”.
Il secondo tema che crediamo non possa essere più rinviato è quello della sicurezza.
In questi giorni notiamo che una serie di dirigenti territoriali, per quanto possa apparire assurdo,
delle regioni più colpite dall’emergenza e parliamo della Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia
Romagna stiano disperatamente cercando di incrementare le presenze dei lavoratori all’interno dei
loro uffici. Iniziativa che in questo momento non trova nessun riferimento giuridico e amministrativo.
Non esiste nessuna legge che abbia deciso che in fase 2 debbano aumentare le presenze e
non esiste nessuna circolare/nota emessa dal MEF che autorizzi un comportamento del genere.
La cosa assume poi ulteriore gravità, nel momento in cui tutto ciò avviene senza aver predisposto
nessun protocollo di sicurezza, senza aver adeguato il DVR, senza aver attivato nessun comitato
di sicurezza e senza aver attivato nessuna forma di confronto con le OO.SS. In evidente violazione
del Protocollo sottoscritto da Governo e Parti sociali.
A tal fine, proprio per evitare che tutto ciò continui ad accadere, chiediamo che a livello centrale sia
convocato un tavolo che possa affrontare il tema sicurezza e al tempo stesso che i Capi Dipartimento
si attivino, per quanto di loro competenza, nel monitorare questa situazione e a intervenire
per impedire che la situazione degeneri.
Infine informiamo i lavoratori che ci sarà un’emissione speciale, con valuta 21 maggio, per il pagamento
del FRD (quota 20%), e che il 21 maggio ci sarà il tavolo per contrattare il comma 165.

FP CGIL NAZIONALE
Americo Fimiani

PROTOCOLLO INDICAZIONI PER LA PREVENZIONE ED IL CONTENIMENTO DELL’EMERGENZA

In considerazione dell’avvio della cd. Fase 2 per le Pubbliche Amministrazioni, ed in coerenza con le Linee guida già approvate dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS), assieme all’Amministrazione abbiamo sottoscritto un Protocollo di indicazione per la prevenzione ed il contenimento dell’emergenza.
Ovviamente, al pari di quello per gli operatori sanitari, si tratta di un documento dinamico che andrà implementato e rivisto anche a seguito dell’enorme produzione normativa messa in atto dal legislatore per far fronte al mutare delle condizioni legate all’emergenza epidemiologica, ma che fornisce una cornice ampia e dettagliata che andrà riempita ed adattata alle peculiarità delle varie Strutture, anche avuto riguardo alla diversa disciplina eventualmente disposta dalle Autorità locali in considerazione del diverso grado di contagio.
Da qui l’esigenza di prevedere, oltre alle figure della prevenzione aziendale (medico competente, RSPP, RLS), il coinvolgimento Organizzazioni sindacali territoriali e delle Rappresentanze Sindacali Unitarie.
Questi dovranno, infatti, confrontarsi con il Responsabile di Struttura sulle misure organizzative  adottate con particolare riferimento all’individuazione e alle modalità di svolgimento delle attività indifferibili da rendersi in presenza.
Tra gli aspetti maggiormente qualificanti del Protocollo, oltre a quello appena illustrato sull’approccio partecipato ed integrato, segnaliamo quello relativo alla volontarietà al rientro. Una previsione, quest’ultima, che avuto riguardo alle esigenze organizzative dell’amministrazione per le attività da rendere di presenza, ci permette di rispondere al meglio anche alle istanze di quanti hanno avuto particolari problemi rispetto alla quarantena forzata presso la propria abitazione.
Altro elemento importante è quello posto a salvaguardia dei colleghi che versano in condizioni di maggiore fragilità (immunodepressi, 104, coniugi o congiunti conviventi con disabilità grave, ecc…), che hanno speciali esigenze di cura dei figli (perché minori considerata la chiusura dei servizi educativi, affetti da disabilità grave riconosciuta anche con legge 104, ecc…), e che utilizzino mezzi pubblici per coprire lunghe distanze. Infatti, nello stabilire la presenza del personale negli uffici nei soli casi in cui sia indispensabile per lo svolgimento di attività indifferibili, quindi incompatibili con il lavoro da remoto, raccomandando sempre e comunque l’adozione di piani di turnazione e rotazione, si dovrà tenere necessariamente da conto delle situazioni di cui sopra.
Di notevole importanza, inoltre, la necessità di dotare tutto il personale di apposite mascherine chirurgiche in caso di utilizzo di spazi comuni, così come raccomandato dall’Inail in tutte le Linee guida
emanate. E’ di tutta evidenza che nei predetti spazi rientrano tutti quelli sottoposti al passaggio di più persone, pertanto le mascherine andranno assegnate a tutto il personale chiamato a rientrare in servizio con l’indicazione di utilizzarle nei casi previsti (condivisione spazi comuni, contatto con utenza).
Inoltre, sempre a garanzia della salute e sicurezza dei colleghi, che deve necessariamente passare per una corretta ed uniforme attuazione delle linee guida contenute nel protocollo e nei successivi documenti tecnici che verranno predisposti dalle Strutture Centrali competenti, che forniranno più puntuali indicazioni di carattere tecnico, organizzativo e procedurale (per tutte le figure professionali, comprese quelle che dovranno svolgere attività esterna come funzionari di vigilanza, assistenti sociali, Professionisti Contarp, ctr o addetti alla verifica), abbiamo previsto che a livello centrale l‘Amministrazione e le OO.SS. nazionali effettuino un periodico monitoraggio sull’attuazione delle sopra indicate linee guida.
Particolare attenzione l’abbiamo dedicata alla necessità di sottoporre i colleghi a tampone e/o screening sierologici, richiesta dalle scriventi avanzata tempo fa e che è oggetto di apposite convenzioni con i vari servizi sanitari regionali.
Il momento è talmente delicato che non possiamo e non vogliamo permetterci che possano esserci fughe in avanti o, ancora peggio, distorte attuazioni delle indicazioni fornite.
Siamo convinti, infatti, che solamente attraverso la partecipazione consapevole ed attiva si può cercare di tutelare concretamente la salute e la sicurezza dei lavoratori, pur consapevoli delle enormi responsabilità che ne conseguono.
Certo, sarebbe molto più facile “disertare” e scaricare su altri ogni responsabilità, ma sarebbe da ignavi, mentre noi siamo da sempre presenti al fianco dei lavoratori. Gli stessi che non abbiamo mai abbandonato in tutti questi mesi di enorme difficoltà.
A tal proposito, con lo stesso spirito e con la stessa responsabilità dimostrata per la rapida definizione del Protocollo, chiediamo che si dia seguito con altrettanta celerità al confronto per discutere tutti gli istituti spettanti in modalità di “lavoro agile per emergenza” così come più volte richiesto dalle scriventi. Non sfuggirà, infatti, l’impatto economico che una simile modalità ha avuto sulle retribuzioni dei colleghi, che nonostante ciò hanno continuato a garantire coperture lavorative ben oltre il normale orario di lavoro.
Analogamente, si rinnova la richiesta di procedere celermente alla riduzione dei tassi di interesse applicati su Mutui e Prestiti, così come già avvenuto in altri Enti similari che, ricordiamo, hanno già dato
seguito alle predette richieste, dando al proprio personale quel meritato riconoscimento che in Inail stenta a concretizzarsi.

A. Mercanti               M. Molinari                    F. Savarese                   P. Romano

L’adesione al Protocollo sicurezza rappresenta una condizione estremamente importante per la
gestione della cosiddetta fase 2. Non è stato un passaggio semplice e lo stesso atto presenta alcuni
limiti in particolare per quel che riguarda i settori della tutela per i quali occorre un approfondi –
mento specifico, anche alla luce delle linee guida licenziate dall’ICR e singolarmente in prima battuta
dimenticate nelle premesse del documento. Approfondimento che abbiamo già unitariamente
richiesto.
A questo si deve aggiungere, in questo caso come effetto positivo del confronto, il carattere di gradualità
delle riaperture che in qualche modo fa giustizia di alcune pretese velleitarie, provenienti da
alcuni territori.
Il confronto si è dipanato su due giorni e dobbiamo dire che l’inizio non era stato dei più promettenti.
In particolare mancavano elementi essenziali quali appunto gli elenchi che contenevano la programmazione
delle aperture e alcune garanzie in ordine alla fornitura dei dpi necessari. Per fortuna,
dopo un intervento assai opportuno del Segretario Generale, il confronto si è incanalato su
adeguati binari e questo ci ha consentito di arrivare ad una soluzione soddisfacente.
Premesso questo va sempre sottolineato che questa intesa è uno strumento che si accompagna a
quello più generale sottoscritto unitariamente con la Ministra Dadone il 3 aprile scorso, e va ricordato
che solo la sottoscrizione di quel Protocollo ha consentito l’attivazione dei confronti specifici
all’interno delle Amministrazioni centrali ed ai vari livelli di contrattazione, producendo un atto che
consente il riavvio delle attività in un settore delicato come quello dei Beni Culturali, con la finalità
di garantire la maggiore tranquillità possibile a chi poi dovrà gestire direttamente la ripartenza.
L’ulteriore specificazione riguarda gli elenchi consegnati che riguardano la programmazione delle
riaperture: sono indicazioni che provengono dai Dirigenti interessati che vanno puntualmente verificate
in sede di contrattazione locale, e non hanno certamente carattere prescrittivo. Laddove le misure
previste non risultino adottate si deve chiedere immediatamente lo slittamento delle date annunciate
e in caso di resistenze vanno attivate tutte le procedure previste di denuncia e segnalazione
immediata delle inadempienze. In questo contesto il Protocollo dota di tutti gli strumenti previsti
dalla normativa contrattuale ed in materia di sicurezza i livelli di contrattazione decentrata e
prevede fasi di monitoraggio e verifica da parte del tavolo nazionale.
Per quanto riguarda i DPI ci è stato garantito che venerdì saranno consegnati dalla Protezione Civile
ai Segretariati Regionali nelle misure indicate nell’elenco. Anche questo va verificato tempestivamente.
Sono ancora numerose le questioni sul tappeto, che riguardano la capacità di governo di questa
fase complessa dei tavoli contrattuali, dalla gestione delle forme di lavoro a distanza e dei diritti
contrattuali e sociali connessi, ai tentativi da qualche parte già in atto di stravolgere gli orari con atti
unilaterali fino alla definizione delle problematiche relative al salario accessorio dei lavoratori.
Accanto a queste restano sul tappeto i nodi complicati derivanti dall’attuazione dell’ultima riorganizzazione:
nuova rimodulazione degli organici, attuazione ed incremento del piano assunzioni, mobilità,
passaggi orizzontali e passaggi tra le aree.
Sono tutti temi fondamentali che ci vedranno impegnati a partire dai prossimi giorni, come al solito
in prima fila al servizio dei lavoratori.
In allegato vi inviamo il testo definitivo del Protocollo, gli elenchi relativi alla programmazione delle
riaperture di Archivi, Biblioteche e Musei e l’elenco contenente il numero dei Dpi assegnati a ciascuna
Regione, restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE

Pubblichiamo il resoconto dell’Incontro tenuto in videoconferenza con il Direttore Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica, riguardo la bozza dell’organizzazione del settore NIA e NIAT

GESTIONE DELLA FASE 2: CALMA E GESSO!

Come avevamo richiesto in più occasioni all’Amministrazione, sin dallo scorso 21 aprile e successivamente ribadito con nota del 5 maggio, si è tenuto oggi il previsto incontro sulla cosiddetta “Fase 2” declinata in ambito INPS.
L’Istituto ha innanzitutto rappresentato la volontà, in applicazione delle norme che attualmente regolano l’esecuzione delle prestazioni lavorative nel pubblico impiego, di mantenere alta la percentuale di personale in smart-working, ma ritiene anche necessario avviare la discussione sull’ampliamento delle attività indifferibili che vanno svolte in sede, tema quest’ultimo affrontato dalla direttiva n.3/2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione e non interpretabile in termini esclusivamente “produttivistici”.
Da parte nostra abbiamo ribadito la necessità che ci venga sottoposto, come già accaduto in altre amministrazioni pubbliche, un documento quale base di discussione sul quale aprire un confronto, ricordando che le misure concernenti la salute e sicurezza sono oggetto di contrattazione e che il quadro normativo continua a prevedere il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro per i dipendenti pubblici.
Questo vuol dire che, come avevamo già chiesto, si deve arrivare alla sigla di un protocollo d’intesa che individui le misure di sicurezza da assumere e che disciplini organicamente il lavoro agile anche nella fase emergenziale, sancendo i principi che devono essere rispettati su tutto il territorio nazionale e garantendo la partecipazione sindacale a tutti i livelli di RSU.
In questo momento così difficile per il Paese, con l’Istituto in prima linea nell’erogazione di prestazioni a sostegno del reddito di famiglie, lavoratori e imprese, riaprire al pubblico in modalità fisica le sedi dell’INPS (ricordiamo che il nostro Ente non è mai stato chiuso in questi mesi, ma ha semplicemente modificato la modalità di relazione con il pubblico, da fisica in modalità remota, senza che ciò abbia inciso negativamente sulla produzione e sul rapporto con l’utenza), sia pure solo su alcuni servizi come da taluno prospettato, potrebbe non solo generare rischi di ordine pubblico fuori ed all’interno dei nostri uffici mettendo a repentaglio l’incolumità fisica dei colleghi e degli utenti, ma potrebbe creare anche occasioni di contagio in assenza di ferree misure igienico-sanitarie. Per questo diciamo: calma e gesso!
Non poniamo in essere decisioni avventate di cui ci si potrebbe pentire e che potrebbero ulteriormente sovraesporre l’INPS e i suoi dipendenti.
Al termine della riunione sono stati velocemente affrontati altri argomenti accantonati nei precedenti incontri e sui quali attendevamo un risposta:

• in merito alla corresponsione dei buoni pasto per chi lavora da remoto, colleghi in smart-working ed in regime di telelavoro domiciliare, l’Amministrazione, raccogliendo le nostre sollecitazioni, ci ha anticipato che a breve uscirà un messaggio per il loro riconoscimento con decorrenza 11 marzo 2020;
• sul tema delle assegnazioni temporanee, argomento sul quale avevamo in precedenza sollecitato l’Amministrazione a dare una risposta ai colleghi che avevano già presentato domanda con le causali in passato accolte, ci è stato riferito che, fino al perdurare dell’emergenza sanitaria in atto, stante lo svolgimento dell’attività lavorativa da remoto, non si adotteranno nuovi provvedimenti;
• sulla richiesta di interpretare in senso orientato favorevolmente al lavoratore la disciplina della sospensione dei piani di ammortamento dei mutui edilizi al personale per la nuova causale introdotta dal relativo regolamento (vedi nostro comunicato del 13 maggio) l’Amministrazione ha dichiarato di essersi uniformata alle indicazioni degli organi di controllo interno per cui se lo scenario cambia, e sono recepite le “controdeduzioni” presentate, le domande potrebbero essere riesaminate;
• confermata a maggio l’erogazione, rapportata al numero di giorni di lavoro, dei 100,00 € previsti dall’art.63 del “Decreto Cura Italia” per i colleghi che nel mese di marzo hanno svolto attività lavorativa con presenza fisica in ufficio;
• sul “congelamento” del credito e del debito orario, maturati dal personale prima dell’emergenza COVID-19, è stata confermata l’indicazione di differire al periodo post emergenza sanitaria, rispettivamente, la fruizione ed il recupero;
• confermata la soluzione a breve della problematica relativa all’erogazione periodica dell’indennità per i funzionari addetti al contenzioso dell’invalidità civile (corresponsione mensile come recita il CCNI);
• infine, a seguito della nostra richiesta, formulata dopo la sottoscrizione dell’ipotesi di CCNI 2019 per le aree A, B e C, l’Amministrazione ha confermato che con la retribuzione di giugno procederà all’erogazione di un pre-saldo dell’incentivo 2019.
Roma, 14 maggio 2020

FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI

CISL FP
Paolo
SCILINGUO

UIL PA
Sergio CERVO

CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA

CONFSAL-UNSA
CIARALDI
PEPPETTI

Corona virus

facendo seguito alla nostra nota, l’ Amministrazione richiama la partecipazione fattiva con le Organizzazioni Sindacali territoriali,  per definire al meglio le linee guida emanate dal Capo del Corpo in merito alle misure di prevenzione e sicurezza tese al contrasto e al contenimento della diffusione del COVID 19 negli ambienti di lavoro nella fase 2^.

 

Individuate misure per sicurezza lavoratori e cittadini

Esprimiamo soddisfazione per il lavoro fatto in questi giorni per definire delle misure, chiare e precise, di prevenzione e sicurezza legate alla riapertura dei luoghi della cultura e alla gestione dell’Emergenza Covid-19”. A farlo sapere sono Fp Cgi, Cisl Fp, Uil Pa, Flp e Confsal Unsa, aggiungendo che: “Avevamo segnalato l’assenza di indicazioni puntuali e di un protocollo univoco per il territorio nazionale che regolamentasse la riapertura in sicurezza di Musei, Archivi, Biblioteche, Parchi e Aree archeologiche, vista l’approssimarsi della data individuata dallo stesso Ministro per la ripresa delle attività ordinarie”.

Le riunioni svoltesi tra ieri ed oggi, proseguono i sindacati, “ci hanno permesso di addivenire ad un testo condiviso con cui abbiamo individuato le misure di prevenzione, i dispositivi di protezione per il personale, le modalità di gestione specifiche per l’accesso, le precauzioni igieniche generali, le modalità di distanziamento e di accesso con contingentamento e prenotazioni, così da poter aprire i luoghi della cultura garantendo la sicurezza. Questo ci permetterà di aprire con gradualità e progressività archivi, biblioteche, musei, parchi ed aree archeologiche, dimostrando a tutti i cittadini e ai visitatori che questi sono luoghi sicuri. I due allegati alla dichiarazione contengono anche la previsione della fornitura dei vari dispositivi di protezione da parte della Protezione civile e l’elenco delle possibili aperture a partire dal 18 maggio; aperture che, lo ribadiamo, devono avvenire comunque in coerenza con quanto previsto dal documento e dalle prescrizioni del comitato tecnico scientifico”.

Si apre ora, osservano, “una fase di verifica e monitoraggio locale dell’attuazione di quanto previsto nella dichiarazione congiunta, la quale prevede il coinvolgimento delle Rsu, dei Rls e delle organizzazioni sindacali territoriali. È necessario, infatti, garantire l’applicazione delle misure previste dal documento. Rimane per noi l’impegno, nelle prossime settimane, di aprire il confronto con il Ministero per tutti gli altri istituti, in particolare rispetto all’applicazione dello smart working, anche alla luce delle indicazioni governative e alla difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, concludono.

Serve garantire il diritto alla mobilità per tutti, nessuno escluso !!!

Ancora una volta rappresentiamo al Ministro Lamorgese le forti criticità derivanti dalla norma dei 5 anni il periodo minimo di permanenza dei Vigili del Fuoco nella sede di prima assegnazione.

Ora bisogna avere coraggio, temporanea sospensione e modifica della norma; per la Fp Cgil VVF un anno può bastare per sistemare l’attuale organizzazione del Corpo.

GESTIONE FASE EMERGENZIALE
SICUREZZA E SMART WORKING

In data 12 maggio è proseguito il confronto con la delegazione di parte pubblica relativamente al tema della sicurezza dei lavoratori e delle misure organizzative da adottare per la gestione dell’attività lavorativa.
L’amministrazione ha in primo luogo ribadito di voler proseguire con la modalità “agile” anche nelle prossime settimane, quantomeno fino al termine della fase emergenziale attualmente fissato per il 31 luglio p.v.
Ci è stata inoltre rappresentata la possibilità di autorizzare eccezionalmente la presenza in ufficio di alcune unità di personale esclusivamente nell’ambito delle cd attività indifferibili (ad es. consultazione archivi cartacei e particolari esigenze di coordinamento) e solo su base volontaria.
Sul versante sicurezza il DG ci ha comunicato che è in via di definizione un documento che, recependo le linee guida dettate recentemente dall’INAIL ed in attesa delle ulteriori indicazioni che dovrebbero essere disposte dal Dipartimento della Funzione Pubblica nei prossimi giorni, valuti tutti gli interventi da porre in essere per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori. Documento che, come richiesto, verrà condiviso con le RSU, le OO.SS., gli RLS ed il medico competente.
Abbiamo inoltre richiesto l’aggiornamento di tutti i DVR tenuto conto che, ad oggi, ci risulta che alcune Direzioni Generali non abbiano ancora provveduto.
In merito ai temi trattati queste OO.SS. hanno chiesto un’accelerazione sull’opportunità, già condivisa dall’Amministrazione, di definire un protocollo d’intesa con le scriventi che, guardando ad una futura e graduale ripresa dell’attività in presenza, dia indicazioni chiare ed univoche a tutti i CDR per regolamentare in modo più puntuale la gestione del lavoro agile e per scongiurare inutili rischi per il personale.
Abbiamo poi riproposto con forza il problema della mancata erogazione dei buoni pasto sul quale l’amministrazione si è resa disponibile ad aprire un
confronto con le OO.SS. solo al termine degli approfondimenti attualmente in atto.
Sul punto abbiamo ribadito la precedente richiesta di prevedere l’attribuzione dei buoni pasto fin dall’avvio della fase emergenziale tenuto conto che l’attività svolta dal personale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non può essere definito smart working ma normale attività che vede lo svolgimento delle attività lavorative dalla “sede casa” anziché dalla “sede istituzionale”. Tanto è vero che i lavoratori devono rendersi disponibili per l’intero orario di lavoro e non portare a compimento un progetto come prevederebbe lo smart working, con sole 3 ore di reperibilità giornaliera.
A margine dell’incontro si è avviato il confronto per valutare ulteriori possibili soluzioni per la destinazione dei sussidi (provvidenze) al personale. L’amministrazione dopo aver ascoltato alcune nostre prime riflessioni, si è impegnata a formulare alcune proposte prima del prossimo incontro.
Al termine dell’incontro abbiamo inoltre richiesto all’amministrazione di verificare la correttezza dei dati riportati negli allegati al FRD 2019 e di riaprire una discussione sulle indennità nazionali.
Per i motivi sopra esposti, queste OO.SS., hanno chiesto la presenza del Segretario Generale in quanto la struttura da lui diretta ha fra i suoi compiti quello di coordinamento delle Direzioni Generali in maniera di farsi garante dell’uniformità di comportamenti. Inoltre la presenza del Segretario Generale è quanto mai necessaria alla luce dell’ipotesi di riorganizzazione che coinvolge sia il Ministero che l’ANPAL, considerato anche quanto previsto dal CCNL vigente. Da ultimo, è stato chiesto di fornire indicazione in merito all’erogazione del “bonus” previsto dall’art. 63 del DL 18/2020, per le giornate di presenza svolte dal personale addetto ai presidi.

FP CGIL
Giuseppe Palumbo  Francesca Valentini

CISL FP
Michele Cavo  Marco Sozzi

UIL PA

Bruno Di Cuia  Orlando Grimaldi

Corona virus

Pubblichiamo le linee guida emanate dal Capo del Corpo, in merito al rischio operativo connesse all’emergenza epidemiologica COVID 19

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